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Autore: Notperfect    21/06/2012    3 recensioni
Samantha è costretta a trasferirsi a casa del compagno della madre, Ron Stlyles, a Holmes Chapel. Qui conoscerà gli amici di Harry, suo fratellastro. Tra chi nascerà amore questa volta?
***
–Sam, semplicemente mi piaci e sono bastati quei cinque difetti, che hai accennato poco fa, a renderti perfetta ai miei occhi.
***
-Preferiresti respirare o...o stare con me?-.
- In realtà non mi interessa perché quando sto con te, mi togli sempre il fiato-.
Lo guardo stravolta.
-Che c'è? Ti ho tolto il respiro?-. Domanda ironico.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scendo le scale assonnata e svogliatamente. Non ho un pizzico di forza in corpo, sono stanca e non voglio fare nulla tutto il giorno. Voglio soltanto stendermi sul divano, accendere la tv, guaradare qualche film d'amore super sdolcinato, quelli strappalacrime e che ti fanno venire il diabete, mangiando biscotti al cioccolato e patatine. Il mio stomaco resiste a tutto e devo dire che ho un ottimo metabolismo, perchè ogni volta che inghiotto schifezze del genere corro in bagno e...
-Buuuuongiorno!-. Qualcuno si scaraventa contro di me, abbracciandomi.  
Per un attimo non ricambio, non capendo chi è la persona che mi ha tra le braccia, ma non tento neanche di liberarmi, sono troppo sonnolenta per reagire. Si scosta e riesco a guardarlo negli occhi; occhi blu meravigliosi, li ho già visti...
-Louis!-. Esclamo felice di vederlo. Cosa che è per davvero perchè ieri ho scoperto che ha la capacità di farmi ridere con una semplice parola. E' molto allegro e vivace a differenza degli altri amici di Harry e la sua simpatia mette di buon umore anche me. -Cosa ci fai qui?-. Chiedo confusa.
-Stiamo organizzando una festa per il prossimo sabato-
Stiamo? Mi sono persa qualcosa? O meglio, qualcuno.
Mi dirigo verso la cucina, ho fame, tanta fame, e devo fare scorta di cibo per l'intera mattinata. Rimango quasi pietrificata e sconvolta non appena i miei occhi ricadono su quattro figure, maschili precisamente. Harry sorride e saluta con il capo. Un biondino, Niall se non sbaglio, è intento ad inghiottirsi di biscotti. Molla l'osso, sono i miei!
!-Ciao Samantha!-. Sono troppo stanca per contraddire e correggerlo. Si vede che Sam non piace a nessuno come nome.
-Ciao...ehmm..Liam e ciao anche a te, Zayn-. Mi rivolgo al moro seduto sulla sedia accanto a Harry, intento a masticare lentamente e senza far rumore un cornetto alla marmellata. Penso sia di pesche, o di fragole.
Mi scrutano da capo a piede con aria intrigata e divertita mentre mi dirigo verso la credenza, i biscotti mi chiamano. Ricambio i loro sguardi, incerta e confusa dalla loro espressione, cosa c'è che non va? Mi guardo intorno spaesata per poi accorgermi che indosso solo una maglia extra large, che indossava sempre zia Maddie quand'era incinta. Mi piaceva, così me l'ha regalata.
-Oh...-. Sussulto osservando imbarazzata le mie gambe nude; mi passo una mano tra i lunghi capelli biondo cenere e sfoggio un sorriso debole molto sforzato. -...forse è meglio che mangi dopo-. Volto le spalle e raggiungo le scale, sentendo sghignazzare i ragazzi dall'altra stanza.
Che vergona. 
Sono sempre la solita idiota. Devo sempre mettermi in imbarazzo, con chiunque. Quei poveri ragazzi, conosciuti solo da un giorno, già avranno un'impressione di me non proprio...corretta. Però, pensando alle loro facce mi viene da ridere. Come se non avessero mai visto una ragazza conciata in quel modo. Loro mi sembrano tanto 'Siamo fighi, tutte ci sbavano dietro'. Soprattutto quel Zayn, quello dalla pelle ambrata. Devo dire che è davvero molto bello. E' così affascinante, così attraente, così...Smettila Sam! Lo conosci solo da un giorno e a stento ti ha rivolto la parola!
Faccio una doccia veloce, sperando che le gocce d'acqua possano sgombrare dalla mia mente la brutta figura appena fatta. L'odore del bagnoschiuma al cocco mi rilassa molto, è come se mi catapultasse in una realtà del tutto diversa e sconosciuta, come se mi teletrasportasse in una di quelle piccole e prestigiose isole del Pacifico. Indosso una t-shirt bianca caratterizzata da un disegno floreale color pesca sul centro; un jeans e converse bianche. Amo le converse, sono scarpe basse e non mi fanno apparire goffa. Sono troppo alta; allo specchio mi vedo come un manico di scopa con qualche fianco sporgente. L'unico elemento del mio corpo che adoro sono i miei capelli biondi, lunghi e mossi. Ma devo dire che anche i miei occhi potrebbero fare invidia. Ovviamente la mia è pura e semplice convinzione. Sono di un azzurro normale e comune.
Riscendo al piano di sotto intimorita di ritrovarli ancora là e con mia sfortuna, ci sono ancora. Stanno conversando allegramente tra di loro, penso su una partita di calcio che c'è stata ieri sera. Anch'io l'ho seguita, ha giocato il Chelsea, la mia squadra del cuore.
-Era un fuorigioco, comunque-. Commento, mentre Niall cerca di convincere a tutti i costi Louis del contrario.
Mi guardano con occhi sbarrati e con aria stupita. Di conseguenza mi volto per avere la certezza che dietro di me non ci sia un fantasma o qualche altro mostro soprannaturale. Harry e Liam ridono rumorosamente per la mia reazione, io ricambio il loro sorriso con sguardo incerto e smarrito.
-Ti interessa il calcio?-. Chiede Zayn divertito.
Annuisco inghiottendo un biscotto. -Secondo me l'arbitro era venduto-. Aggiungo. In effetti ha dato punizioni solo al Chelsea, nonostante erano i giocatori del Manchester a commettere falli. Inoltre il goal di quest'ultima squadra era un fuorigioco.
-Brava ragazza, ti stimo-. Niall mi scompiglia i capelli.
C' ho messo tre ore per aggiustarli, cazzo.
-
No, il Manchester ha meritato la vittoria. Non si discute-. Contraddice Louis con aria autoritaria e decisa.
-Si, e io sono Paris Hilton e sono sfondata di soldi. Guarda, il mio jet rosa privato è in giardino. Vuoi farti un giro più tardi?-. Scherzo.
Tutti ridono ed io mi unisco a loro.
-Sei simpatica, ragazza-. Afferma Niall trattenendo la risata, che risulta infatti essere un po' soffocata.
-Il mio nome è Sam!-.
Non è necessario che lo dica, se lo dimenticheranno in dieci secondi, forse in cinque. No, aspetta. 'Sam' è entrato da un loro orecchio ed è uscito dall'altro.
Il mio progetto perfetto per oggi è andato a farsi fottere con i biscotti al cioccolato che Niall ha finito in due secondi. Finalmente ho travato qualcuno che mangia quanto me.
-Sei pronta per domani?-. Mi domanda Liam.
-Eh?-. Eh? Effe.
-Domani inizia la scuola, sei in asia?-.
Ah, la scuola. Ho dimenticato che non sono relamente Paris Hilton e che sono costretta a fare qualcosa dalla mattina alla sera.
-Ehm...no-. In realtà mi spaventa un po' iniziare una nuova scuola. I nuovi compagni potrebbero essere odiosi, o magari quei tipi che farebbero di tutto pur di prendere il voto più alto. Nella mia vecchia classe ce n'erano ragazzi del genere, ma sai cosa perdi e non sai cosa trovi.
-Se avrai bisogno di qualcosa puoi rivolgerti a noi, capitano sempre imprevisti il primo giorno di scuola. Per esempio ricordo che Zayn non riusciva a trovare l'aula di biologia e, stranamente, si ritrovò nello spogliatoio femminile-. Dice Harry marcando quel 'stranamente'.
Tutti ridiamo.
-Non è colpa mia se ho un certo fiuto per certe cose-. Si difende sorridendo.
Wow, che sorriso. Ha sempre avuto quel sorriso perfetto, quegli occhi perfetti, quell'aria da persona...perfetta?
-In quale materia sei più portata, Sam?-. Chiede Louis.
-Eh?-. Eh? Chupa, Sam, di nuovo. Non posso farci niente se la luminosità del sorriso di Zayn mi abbaglia.
-Stai dormendo?-.
Sorrido. -No, scusa. Ripeti la domanda-.
Louis porta a termine l'ordine.
-Italiano, mi piace molto questa lingua e un giorno vorrei saperla parlare perfettamente-.
-Io sono negato in Italiano-.
-Chi non lo è tra noi?-. Domanda divertito Niall.
Nuovamente scoppiamo a ridere. Vorrei dire: 'Potrei darvi ripetizioni, se volete, soprattutto a te, Zayn', ma mi sembra inopportuno, quindi mi limito a stare zitta e a sorridere; è quello che mi dice di fare la mamma quando non so cos'altro fare. A proposito, dove sono mamma e Ron?
-Harry, dov'è mamma?-.
-E' andata a fare una passeggiata con papà. Pranzeranno fuori, quindi abbiamo la casa libera-. Risponde tranquillo e sereno, cosa che io non sono affatto, in quanto l'idea di stare in casa con il mio nuovo fratellastro conosciuto da solo un giorno, mi spaventa un po'. -Perchè non vi unite a noi, ragazzi?-. Propone rivolegendosi ai quattro amici.
No, dite no, dite no, dite no.
-
Per me è okay, per voi?-. Liam si rivolge agli altri che acconsentono con il capo.
-Ma Marie non c'è?-. Li interrompo esasperata. Mi è sembrata gentile, magari passerebbe questa 'bella' mattinata con me.
-No, oggi è domenica e non lavora-.
Santi numi, questa non ci voleva affatto.

-Dividiamoci i compiti. Harry e Louis apparecchiano la tavola, Niall non farà nulla perchè sarebbe capace di mangiare tutto prima dell'ora di pranzo e...Chi vuole cucinare?-. Chiede Liam.
-Io!-. Io e Zayn rispondiamo all'unisono. Ci guardiamo un attimo imbarazzati poi la voce di Liam riporta la nostra attenzione su di lui.
-Bene, voi due cucinerete. Non avvelenateci, mi raccomando-.
-E tu cosa farai?-. Domanda Niall pertinente, rivolgendosi a Liam.
-Mi accerto che tutto sia portato a termine!-.
Ma bravo Liam, complimenti. Consumerai tantissime calorie facendo questo.
L'orologio segna le dodici e venticinque. Harry, Louis,Liam e Niall sono ben appolaiati sul divano guardando uno stupido ed insensato programma alla tv, penso Jersey Shore udendo le mille parolacce dette in un secondo. La tavola è già ben apparecchiata ed io sono alle prese con i fornelli in compagnia di Zayn.
-Allora, cosa vuoi cucinare?-. Chiedo.
-Mmh...mi piace il pollo. So cucinarlo perfettamente e so preparare anche delle salse indiane squisite. Sai fare il pollo?-.
-Ehm...non proprio-. Io sono portata più per piatti nazionali. Piatti surgelati confezionati non vanno bene?
-Imparerai dal più grande chef di Holmes Chapel-.
-Holmes Chapel è un paese di circa quattro abitanti per 100 metri quadrati. Forse sei l'unico chef qui-.
Ride ingentemente mentre io mi sciolgo completamente. Che caldo che fa in questa cucina!
Inizia ad accendere un fornello posizionandoci sopra una padella di media grandezza. Aggiunge i pomodorini, del finocchio, della senape e del mascarpone per poi creare un'unica poltiglia. Lo ammiro quasi imbambolata, la sua bellezza mi sconvolge totalmente.
-Allora? Il pollo non si cuoce da solo-.
Ah, il pollo. Mi ha ordinato di tirarlo fuori dal frigo e posizionarlo nel forno...dieci minuti fa.
Faccio ciò che mi dice con fare maldestro. Non so neanche io perchè mi sia offerta di cucinare, non l'ho mai fatto in vita mia.
-Sei felice di esserti trasferita qui?-. Mi chiede mentre aggiunge del sale e dell'origano in padella. 
-Si, cioè no, cioè...non proprio-.
Sam, riesci a dire una frase di senso compiuto? Soggetto, predicato, complemento oggetto. Ricordi? L'hai studiato in prima media.
Non che fossi molto studiosa, ma è una regola fondamentale della grammatica, addirittura si sviluppa da sè, senza che lo si studi.
-E perchè?-. Chiede divertito.
-Non ho nulla contro questo paesino ma, mia madre non mi ha chiesto neanche cosa pensavo di questa scelta, non ha lasciato neanche che mi esprimessi con un 'no' o con un 'si'. Ha fatto tutto improvvisamente e senza preavvisarmi....D'altrone mia madre è sempre stata così...forse è solo troppo distratta e non è attenta a ciò che la circonda, non accorgendosi che...-.
-...anche tu hai un opinione-. Mi interrompe.
-Già..-. Metto giù la forchetta e inizio a guardarlo confusa e stupita. Come ha fatto a capirmi così in fretta? E' come se mi abbia letto dentro e mi conosce a stento.
Sembra aver capito cosa vuole esprimere il mio sguardo e mi sorride compiaciuto. Poi ritorna serio. -Anche io provo questo. Da quando mia madre è morta, mio padre non fa altro che buttarsi a capofitto nel lavoro e non ha più tempo per i suoi figli, per me-.
Siamo così diversi esteriormente, lui è un enigma agli occhi degli altri mentre io sono un libro aperto, forse solo ai suoi occhi perchè nessuno fino ad ora mi ha compresa in così poco tempo.
-Oh, mi dispiace-. Sussulto.
-Sono già quattro anni; ormai convivo con questo dolore da troppo tempo e mi ci sono quasi abituato-. Inarca le spalle con aria rassegnata mentre io sorrido fiocamente come un ebete. Sto diventando come Ron, ora lo capisco, come la bellezza di mia madre fa quest'effetto su di lui, la bellezza di Zayn fa quest'effetto su di me.
Cala il silenzio in sala qualche minuto, l'atmosfera è piena di imbarazzo ma Zayn sembra non dargli peso. Inizia a fischiettare un motivetto di una canzone. Mi sembra di averla già sentita.
-Ti piace Bruno Mars?-. Chiedo non appena capisco che quello che sta zufolando è 'The lazy song'.
-Si...è il mio cantante preferito, è il migliore. E il tuo cantante preferito?-.
-Non ho cantanti preferiti, mi piace la musica e basta-.
Sam e le sue frasi filosofiche: dal 21 giungo al cinema.
-Andiamo, ci sarà qualcuno in particolare che ti piace-.
-Ehm...Justin Bieber. So già che ora farai battutine acide e poco divertenti su di lui e sulla sua musica, ma per me è fantastico-.
-Ti sbagli, anche a me piace, anzi, mi piace molto-.
-Oltre ad essere carino hai anche un bel gusto musicale-.
L'ho detto per davvero? Doveva rimanere un pensiero, non dovevo esternarlo! Stupida bocca.
-
Hai detto che sono carino?-. Domanda divertito.
-N-no, io volevo dire che...c-che...-. Da quando balbetto? -...Insomma no-. Affermo quasi infastidita.
-Okay, farò finta di non aver sentito allora...-.
-Sei prespicace!-.
Di nuovo? Perchè non sto zitta?
Ride notevolmente per poi annunciare che il suo 'capolavoro' è  finito.
Finalmente, ho una fame da lupi. Mangerei anche lui stesso e devo dire che sembra davvero essere delizioso.
Sam, smettila con questi pensierini da depravata mentale.
Prende in mano la pirofila e ci dirigiamo verso la porta che dà sulla sala da pranzo.
-Comunque...- Inizia a parlare fissando ciò che ha di fronte, senza guardarmi, mentre io mi volto verso di lui con aria sognante. -...sei più bella di Paris Hilton-.
Apre la porta e invita gli altri ad accomodarsi a tavola.
Okay, ora posso anche morire.

 
   
 
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