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Autore: evenstar    07/01/2007    10 recensioni
Lily e James Potter si amano, ma non è sempre stato così, c'è stato un periodo nella loro vita in cui a stento si parlavano. In questa storia vi racconto come sono passati dall'odio all'amore... in due settimane!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 14 – Hogsmeade -

 

James si stiracchiò nel letto pensando che, dopo anni di attesa, il gran giorno era finalmente arrivato: avrebbe passato l’intera giornata con Lily, loro due e l’intera scolaresca di Hogwarts che aveva deciso di passare il sabato a Hogsmeade in realtà, ma era pur sempre un inizio. Scese dal letto con un sorriso sulle labbra, mentre ancora tutti gli altri Malandrini stavano beatamente dormendo, si vestì in fretta facendo attenzione a non fare rumore, ma non tenne conto dell’udito sviluppato di Remus. Quando si girò con saltellando su un piede, tentando di infilarsi un calzino, vide che il ragazzo lo fissava, sbirciando dalle tende del suo letto. Aveva ancora i segni della recente luna piena impressi sul volto stanco, ma stava sorridendo.

- Nervoso?

- Io? No. Un po’ sì, forse. Tanto.

- Sì vede, farai meglio a darti una calmata, o Lily se ne accorgerà.

- Berrò un paio di tazze di camomilla, allora, - sorrise James.

- E’ una ragazza straordinaria. Vedi di non fare l’idiota oggi, James.

- Lo so, è stupenda. Ormai sono cresciuto, Remus. Se ho anche solo una possibilità con lei, non voglio sprecarla.

Lupin gli sorrise di riamando, ributtandosi indietro nel letto per tornare a dormire ancora per qualche ora, approfittando del sabato e del fatto che aveva a disposizione tutto il giorno dopo per finire i compiti.

James si diresse verso la Sala Comune, scendendo di corsa le scale del dormitorio; quando arrivò giù si accorse di quanto presto fosse in realtà dal fatto che la stanza fosse completamente deserta tranne per una persona, che fissava pensierosa fuori dalla finestra. James si avvicinò, schiarendosi la voce per manifestare la sua presenza, a quel suono Frank Paciok si voltò verso di lui prima con sguardo torvo, poi una volta che lo ebbe riconosciuto, gli rivolse un sorriso incerto.

- Frank, come mai anche tu in piedi a quest’ora?

- Non riuscivo più a prendere sonno, in questo periodo sono sempre un po’ teso.

- Come mai? Non mi sembra che tu abbia problemi a scuola, hai sempre ottimi voti, i M.A.G.O non ti dovrebbero creare problemi, - disse James.

- No, infatti non sono i M.AG.O. a preoccuparmi.

- Che cosa allora? Non mi dire che hai litigato con Alice…

- No! No, è tutto il contrario. Mi piace, mi è sempre piaciuta…

- E mi sembra che la cosa sia reciproca. State insieme da quanto? Due anni?

- Sì, due anni a marzo.

- Allora?

- Allora le volevo dare questo, ma non so, forse è troppo presto, - disse Frank tirando fuori un pacchettino che aprì sotto lo sguardo di James, mostrando una fedina d’argento, con un piccolo brillante incastonato.

- Oh, fai sul serio, allora?

- Certo. Tu cosa ne dici, sto correndo troppo?

- Non so. Non sono proprio la persona adatta per darti consigli di questo tipo, Frank. Ma credo che se è quello che vuoi, dovresti dirle quello che provi e darle quell’anello.

- Sì, è quello che pensavo anche io. Grazie, amico.

- Di niente, - gli rispose il ragazzo, assestandogli una vigorosa pacca sulla spalla prima di allontanarsi e andarsi a sedere su una poltrona, davanti al camino spento, aspettando che fosse l’ora giusta per andare a fare colazione. Dopo qualche minuto i primi mattinieri Grifondoro cominciarono a comparire nella Sala, raggruppandosi per organizzare la giornata di svago con gli amici. Ad un certo punto James vide apparire tra la folla una massa di capelli rossi e alzò una mano, in segno di saluto. Lily gli si avvicinò, andando a sedersi di fianco a lui.

- Sei mattiniero oggi, Potter!

- Sirius russava, - disse lui, cercando di nascondere un lieve imbarazzo.

- Che cosa stavo facendo io? – chiese Sirius comparendogli alle spalle con Remus e Peter.

- Russavi, come sempre, - rispose Remus, andando in soccorso dell’amico.

- Non è vero! Peter, diglielo tu che non russo.

- Ehm, veramente…

- Vabbè, lasciamo stare, andiamo a fare colazione, gente. Ci attende una proficua giornata di relax, dobbiamo essere in forze.

James e Lily si alzarono e si diressero in Sala Grande, insieme a Frank, Alice e qualche altro Grifondoro affamato. Quando ebbero finito tutti gli studenti che volevano andare a Hogsmeade e ne avevano il permesso si radunarono davanti al portone di quercia della Sala D’ingresso sfilando poi fuori, nell’aria ancora fresca del mattino, sotto lo sguardo attento di Gazza. Molti ragazzi avevano deciso di passare la giornata nella cittadina, approfittando degli ultimi sprazzi di belle giornate della stagione quindi una massa di studenti piuttosto nutrita si diresse compatta per la prima parte del viaggio, cominciando a disperdersi solo nei presso del villaggio. 

- Ci vediamo in giro, piccioncini! – rise Sirius allontanandosi da James e Lily strattonato da Remus e seguito da Peter, diretti verso il centro.

- Che razza di …- Lily si fermò appena in tempo.

- Lo so è fatto così, ma è un bravo ragazzo, in fondo, - disse serio James.

- Voi Malandrini avete un’alta opinione di voi stessi, è più o meno quello che mi ha detto anche Remus di te.

- Ah sì?

Lily annuì.

- Siamo diventati una famiglia in questi anni, credo che sia normale che ci difendiamo tra di noi.

- Sì, credo che lo sia, - rispose Lily pensierosa.

- Allora, Evans, dove vuoi andare?

- Non so, non ci ho pensato, facciamo un giro per il villaggio, una puntatina alla Stamberga, una tappa ai Tre Manici di scopa e poi dritti da Mielandia e Zonko, direi. Ti va bene?

- D’accordo, ma andrei subito a Mielandia e da Zonko, cercando di evitare la folla e prima che finiscano tutte le piume di zucchero. Ho saputo che hanno messo in commercio tre nuovi gusti: menta-liquirizia, torta al limone e anice, - disse il ragazzo elencando i gusti sulle dita.

- Certo, non credo che potrei sopportare la delusione di non trovarne più, - ironizzò lei.

James cercò di avvicinarsi di più alla ragazza, lungo la strada, ma lei si scostò mantenendo una certa distanza.

- Ricordati, Potter, non mi stare troppo vicino, siamo qui solo per fare un giro insieme, non ti mettere in testa strane idee.

- Io? – chiese con tono innocente. – Mai!

- Sarà meglio, non vorrei che i tuoi amici dovessero venirti a raccogliere dopo le mie fatture.

- Stai tranquilla, Evans. Sarò un modello di virtù.

Si diressero insieme verso Mielandia, il negozio come al solito era stipato di studenti che si accalcavano per scegliere le ultime novità in fatto di dolci, tra loro videro Remus che stava scegliendo diversi tipi di cioccolata, facendone larga scorta. James si diresse verso un barile che conteneva dei ragnetti neri e pelosi, decisamente disgustosi alla vista, mentre Lily faceva un smorfia James allungo il collo per leggere il cartellino “ Liquiragni “ era scritto in un verde fluorescente “ Fanno vere ragnatele di zucchero ”. 

- Ehi, Evans. Hai visto questi, - disse il ragazzo allegro, indicando un ragnetto che stava alacremente tessendo la propria tela.

- Potter, non li vorrai prendere, vero? Sono disgustosi!

- Io li trovo carini.

Lily scosse la testa voltando lo sguardo verso delle palline colorate. “ Caramelle tuttopasto “ urlava il cartellino appeso di sotto. “ In ogni caramella un pasto completo, dall’antipasto al dolce, caffè e ammazza caffè compresi nella versione delux. “

- Queste sono interessanti, - disse la ragazza prendendone un paio e mettendole in un sacchetto.

- Andiamo, non sono divertenti!

- Ok allora facciamo così, tu prendi quelle cose rivoltanti e io non te le critico, io prendo le caramelle e tu fai lo stesso con me.

- Va bene, va bene.

I due ragazzi si fecero largo tra la folla e dopo aver pagato il dovuto uscirono abbandonando l’aria zuccherina di Mielandia diretti verso il negozio di scherzi di Zonko.

- Qui ti dovresti sentire a casa, Potter.

- Sì, devo dire che in 7 anni ho dato un notevole contributo alle entrate di Zonko, ma ammetto che se posso preferisco pensarci da solo ai miei scherzi. E’ molto più stimolante.

- E quei fuochi d’artificio che sparaste al quarto anno, dopo la fine dei G.U.F.O?

- Ah sì, bellissimi quelli, tutto merito del dottor Filibuster. Non credevo che te li ricordassi ancora.

Lily arrossì leggermente. – Beh, hanno causato un bel po’ di caos, sembrava che non si spegnessero mai… e credo che Gazza non abbia gradito quello che andava in giro urlando “ Gazza puzza”.

- Sono stati divertenti, - chiarì lui, osservandola con un sorriso.

- Sono stati divertenti, - ammise anche lei, avvicinandosi un po’ al ragazzo per non urtare una coppia che camminava per la Hight Street mano nella mano, gli sfiorò il braccio con il proprio avvertendo il calore del suo corpo con una sensazione di disagio.

- E’ ancora presto ed è una bella giornata, ti va di fare ancora due passi? – chiese James.

- Eh? - chiese Lily, ancora soprappensiero per la reazione che aveva avuto a quel breve contatto. – Sì, certo.

Si avviarono per la stradina sterrata notando che, mano a mano che si allontanavano dal centro della cittadina, i ragazzi erano sempre meno numerosi; giunsero infine alle ultime case, in lontananza si vedevano le prime colline che racchiudevano Hogsmeade in una conca e alla fine del sentiero, una vecchia casa dall’aspetto cadente e abbandonato.

- Guarda, la Stamberga Strillante, - disse Lily osservando la costruzione.

- Sembra che sia uno dei posti più infestati del circondario, - spiegò James, trattenendo a stento il sorriso.

- Sì, così dicono, - mormorò Lily, per niente convinta da quella storia.

- Non ci credi?

- No, non è quello, ma… lascia stare, non parliamone adesso, - sorrise lei, fissandolo dolcemente.

- Come vuoi. Ti va di prendere una Burrobirra?

- Sì, con piacere.

Tornarono sui loro passi, diretti verso i Tre Manici di Scopa, il locale era abbastanza affollato ma trovarono un tavolo e un paio di sedie e Lily vi si sistemò, mentre James andava a prendere le due Burrobirre fredde.

- Allora, Potter, - esordì la ragazza quando si fu seduto accanto a lei. – Mi spieghi cosa ti è successo in questi ultime settimane? Sei diverso da quando siamo tornati dalle vacanze estive.

- Intendi dire che sono più affascinante del solito? – chiese lui, passandosi una mano tra i capelli.

- Intendo che sei meno insopportabile del solito, soprattutto quando non ti spettini continuamente in capelli, ti assicuro che anche senza il tuo intervento sono abbastanza spettinati.  Sei quasi simpatico.

- Oh, grazie del complimento, Evans, sono commosso. Comunque, - continuò lui vedendo l’espressione accigliata che aveva assunto la ragazza. – E’ vero, sono cambiato.

- E come mai questo tuo improvviso cambiamento?

- Non so, credo che sia normale che crescendo si cambi non credi, Evans? Ma non ti illudere troppo, sono sempre il solito, in fondo. Solo un po’ meno rompi, forse.

- Mi piace questo nuovo James, - mormorò lei, fissando lo sguardo in quello di lui, era inutile continuare a fingere. Le cose stavano in quel modo, Lily stava bene con lui, avevano avuto la possibilità di stare insieme per qualche tempo e lei si era resa conto che non era come lo aveva immaginato: non era più uno sbruffone, e chissà, forse non lo era mani stato realmente. Aveva il forte sospetto che il James che aveva conosciuto in quegli anni fosse in realtà una maschera creata ad hoc per i compagni di Casa, e forse anche per lei stessa; un tentativo mal riuscito di attirare la sua attenzione.

James sgranò gli occhi, non osando credere a quello che stava ascoltando. – Lily, non mi stai prendendo in giro, vero? Non è il tuo perverso e cattivissimo modo di vendicarti dei miei innocenti scherzi fatti in questi 6 anni, perché se fosse così mi spezzeresti il cuore.

- No, non ti sto prendendo in giro. Ma tu non correre troppo, non ti ho giurato amore eterno, ho solo detto che sei simpatico.

- E che ti piaccio. Hai anche detto che ti piaccio, - puntualizzò il ragazzo.

- Va bene, va bene, l’ho detto.

- E’ stupendo, fantastico, magico.

- Calmati, James, - rise Lily.

- Calmarmi? Ma non posso calmarmi, sono troppo contento per calmarmi! Vieni, - disse alzandosi e prendendole la mano con naturalezza, anche se il gesto scatenò un brivido lungo la schiena della ragazza. La trascinò fuori. – Non riuscivo più a stare seduto, avevo bisogno di muovermi, - disse continuando a tenerle la mano, senza che lei desse segno di volersi staccare. 

Si diressero lentamente verso il castello, godendosi gli ultimi raggi del sole sui loro volti, ogni tanto James si voltava a guardare il volto sorridente di Lily e i suoi capelli trasformati in una massa di fuoco dalla luce del tramonto. – Lily, vieni di nuovo con me il prossimo fine settimana che organizzano a Hogsmeade?

- Ehi, che fretta, non abbiamo neanche finito questo ancora, che pensi già al prossimo?

- Voglio essere previdente magari, se non te lo chiedo subito, lo fa qualcun altro e poi sarei costretto a infliggere delle atroci torture al poveretto nel caso di un tuo assenso, - disse lui e Lily non capì se fosse serio o meno.

- D’accordo, ma tu devi fare qualcosa per me, in cambio, - rispose dopo averci pensato un momento.

James la guardò, perplesso. – Cosa?

- Devi portarmi a fare un altro giro sulla scopa, me lo avevi promesso d’altra parte.

- Quando vuole, mia Signora. Sono a sua completa disposizione, - disse lui con un inchino, stappandole una risata. – Mi piaci quando ridi, Lily, - mormorò avvicinandosi a lei tanto da poter sentire il suo profumo.

- Ne sono contenta, - rispose lei allontanandosi un po’ e lasciandolo deluso. – Perché a me invece piace ridere. Adoro ridere.

Raggiunsero il grosso portone di quercia del castello e lì Lily sciolse la mano da quella di James. Devo andare adesso, devo finire una ricerca sulle guerre dei Troll del X secolo.

- Ma Ruf non ha assegnato quel tema.

- Lo so, lo faccio in più.

- Co…- ma fu abbastanza rapido e intelligente ma non finire la frase. – Va bene, ci vediamo dopo nella Sala Grande allora. Sono stato bene, grazie.

- Anche io sono stata bene, James, grazie a te per la giornata.

James rimase a guardarla ancora un momento, poi si voltò, diretto al campo di Quidditch.

- James, aspetta, - lo richiamò lei. Il tempo di girarsi e la vide a pochi millimetri da lui, poteva avvertire chiaramente il suo respiro caldo e profumato sul suo volto, prima che potesse accorgersi di cosa stesse succedendo Lily aveva appoggiato le labbra sulle sue in un bacio rapido. Il contatto durò solo pochi secondi ma per lui fu come se il tempo si fosse fermato, avvertì la morbidezza delle sue labbra, il loro calore, il loro gusto dolce prima che lei si staccasse e con un sorriso si voltasse per entrare di corsa nel castello lasciandolo lì, da solo, con un sorriso da ebete stampato sul volto.

Gli ci volle qualche minuto per riprendersi e aprire la Mappa del Malandrino, che teneva nascosta nella tasca interna del mantello. – Giuro solennemente di non avere buone intenzioni, - mormorò colpendo la pergamena con la bacchetta. Seguì Lily finché non la vide entrare nella Biblioteca e fermarsi lì, poi osservò lo spazio del campo da Quidditch, lì erano fissi i cartigli con i nomi dei tre Malandrini. James sorrise, ritoccò la mappa mormorando – Fatto il misfatto, - e poi si diresse di corsa da loro, ansioso di raccontare le novità ai suoi migliori amici.

 

Fine

 

  
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