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Autore: Drew Firedagger    21/06/2012    0 recensioni
Madre e figlia in fuga per salvarsi la vita faranno alcuni incontri molto interessanti...
Sarei molto contenta se lasciaste delle recensioni tanto per sapere se vi piace come scrivo grazie in anticipo ^_^
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cheryween si era svegliata appena prima che sorgesse il sole, la grotta era silenziosa, tutti dormivano sereni nei loro giacigli. Compresa sua madre, che generalmente aveva sempre un orecchio all’erta, era rilassata, probabilmente dopo aver raccontato tutto ad Evelyn e Kellan si era tolta un peso dal cuore, la sua cara mammina odiava mentire. 
Il posto dove l’uomo le aveva portate era poco lontano da Aldewing, la città dove avevano tentato di rifarsi una vita dopo aver perso suo padre. A dire il vero, la caverna, si trovava non molto distante da dove le due donne si erano accampate, l’estate scorsa, arrivando dalla foresta. La cavità era immensa, con alte volte ed enormi stalattiti che pendevano dall’alto, come grosse spade. Le pareti erano illuminate, qua e là, da torce che le mogli dei ribelli cambiavano regolarmente per non rimanere al buio, ma sfortunatamente, non riuscivano ad illuminare del tutto la volta del soffitto. 
Le vennero i brividi a guardare quella moltitudine di coni che scendevano dall’alto, sembrava di essere costantemente in pericolo, se anche solo una di quelle cose si fosse staccata, sarebbe stata una carneficina, così, buttatasi addosso il mantello per tenersi al caldo, uscì all’aria aperta, sotto le stelle. Stava nascendo il sole proprio in quel momento, era uno spettacolo meraviglioso. Le nubi si rincorrevano all’orizzonte, in tutte le forme che se potessero venirle in mente o Dei e i colori!! Che colorazioni favolose avevano!! In basso, verso il terreno erano scure ma al di sopra, dove arrivava la luce erano uno spettacolo, mille toni diversi, ricoprivano le sommità delle nuvole, dall’indaco all’arancio all’azzurro al verde e molti altri di cui nemmeno conosceva il nome, come avrebbe voluto che suo padre fosse lì con lei a vedere quello spettacolo!
La foresta attorno si stava risvegliando, gli uccellini iniziavano a cinguettare, i cavalli brucavano tranquilli la poca erba che spuntava da sotto la neve, tra gli alberi. Cheryween chiuse gli occhi e lasciò che i suoi sensi si liberassero, tutto era silenzioso tranne i piccoli animali che si stavano destando. 
Ad un certo punto sentì che qualcosa non andava, il bosco si era zittito all'improvviso, gli animali erano tornati impauriti nelle loro tane. Un'aura malefica aleggiava nella foresta in cerca di qualcosa,  ritirò i sensi per non farsi scoprire e tornò nella grotta sperando che la presenza se ne andasse. Aspettò qualche momento, visto che non succedeva nulla si rilassò e uscì di nuovo. Probabilmente quella cosa non aveva trovato ciò che cercava e se ne era andata, comunque, timorosa di trovarla ancora, non liberò più i sensi e si godette l'alba in santa pace.
Nel frattempo sua madre si stava svegliando, sentendo forse che c'era qualcosa di strano e la raggiunse: “ Tutto a posto tesoro? Come mai sei qui fuori al freddo?

Nulla madre, è solo che mi sentivo rinchiusa, tutte quelle stalattiti mi mettevano ansia e sono uscita a prendere un po’ d’aria

Non hai udito nulla da quando sei qui? Credevo di aver percepito qualcosa di strano ma non avverto più nessuna presenza “, le disse poi Lori guardandosi intorno. La ragazza raccontò ciò che aveva sentito poco prima ed insieme rientrarono per riferire tutto a Kellan. 

“ Maledizione!! - disse non appena le due donne lo misero a parte di ciò che era successo – Forse, adesso, se ne sono andati. Non avete più avvertito nulla dopo? “, madre e figlia fecero segno di no con la testa ma spiegarono che non si erano più azzardate a liberare i sensi per paura di essere scoperte. L’uomo mandò alcuni dei suoi uomini a controllare i dintorni, dicendogli di fare attenzione, in caso avessero trovato qualcosa o qualcuno, Cheryween e Lorianne decisero di andare con loro.

 


Sin da quando erano bambine, Darah e Selene, non facevano altro che scappare. Si stabilivano per qualche tempo in una città o in un villaggio e dopo un po’ succedeva qualcosa che le obbligava ad andarsene.
Una volta, Darah non riusciva a trattenere il suo caratteraccio e, partendo da una rissa in una taverna, spediva una quindicina di uomini dal guaritore.
Un’altra, la dolce Selene si andava ad impegolare in situazioni assurde, dove l’unico modo che aveva per uscirne era usare la magia, e purtroppo, in alcuni villaggi, i maghi, non erano molto ben visti, così riprendevano la loro eterna e in un certo senso monotona ed ingiustificata fuga.
Le due ragazze si conoscevano da tutta la vita, erano nate e cresciute a Ethis, una piccola cittadina nel sud, vicino alla capitale Valenlight.
Darah era la figlia di un soldato, anzi aveva una tradizione di soldati alle spalle ma era l’unica erede di famiglia e per di più femmina. Suo padre e suo nonno, sin da quando aveva iniziato a camminare le avevano insegnato a combattere a mani nude, col bastone, con la spada, con i pugnali e le avevano persino insegnato a tirare con l’arco.
Ora, Darah era diventata una guerriera, varie volte i suoi due maestri l’avevano portata al campo d’addestramento dell’esercito dove tutti i soldati si allenavano, per vedere come assimilava gli insegnamenti e come li metteva in pratica. Ogni volta rimanevano stupiti, man mano che la ragazza cresceva, per quanti avversari affrontasse, rimaneva sempre imbattuta. Persino i vecchi, che avevano partecipato a varie guerre non riuscivano a spuntarla.
Selene, invece, era figlia di un sarto, la sua bottega era vicino alla piazza del mercato ed il padre la mandava spesso a fare le consegne. Dolce e sensibile, ma anche lavoratrice, era una ragazza che aveva molti corteggiatori, ma lei non ne preferiva nessuno, diceva sempre che lei e Darah avrebbero girato il mondo, non sapeva quanto era vero…o forse si.
Un giorno, andò alla taverna per consegnare degli asciugamani e dei grembiuli e sulla via del ritorno, le successe una cosa molto strana, gli occhi cominciarono a bruciarle come il fuoco, le facevano così male che si era dovuta fermare e sedere sul lato della strada per non scontrarsi con qualcosa o qualcuno. Poco dopo le si avvicinò una donna che le chiese se stesse bene e riconoscendola immediatamente dopo aver ricevuto risposta, l’aiutò a tornare al negozio. Suo padre era andato dal tintore a ritirare del tessuto per le cappe che avevano in ordine dall’esercito, per cui non c’era quando lei arrivò. Appena entrata, si lasciò cadere ai piedi della madre e le raccontò ciò che le era successo. Scoppiò a piangere, più per la vergogna che per il dolore, la ragazza sembrava debole, per quella sua aria fragile, dolce ed ingenua, ma aveva un carattere molto forte ed il suo fisico non aveva mai avuto problemi, se non quelli normali dei giovani. 
Sua madre le fece aprire gli occhi e la fissò incredula: “ NO!! Non è possibile, - urlò la donna – non tu!! “

“ Madre cosa c’è? Cos’hanno i miei occhi? “ la ragazza andò subito nella stanza dove i genitori prendevano le misure, dove un grande specchio campeggiava nel centro della stanza. Rimase sconcertata, i suoi occhi!! I suoi meravigliosi occhi verdi avevano cambiato colore, erano diventati dorati, sembravano oro liquido, il marchio distintivo dei maghi. 
Selene, sconvolta da ciò che aveva visto fuggì, vagò per Ethis tutta la giornata, senza meta. Nemmeno all’imbrunire, quando si fermò il una stalla si rese conto di dov’era, si era rifugiata dalla sua amica Darah, senza accorgersene e quando la ragazza andò a controllare i cavalli, la trovò lì, rannicchiata in un angolo a piangere. Darah, era famosa a Ethis per il suo brutto carattere, infatti questa cosa, le aveva precluso la possibilità di entrare a far parte dell’esercito, perché lei non sopportava di prendere ordini o sottostare ad altre persone che non fossero lei stessa, ma con Selene era diverso, non poteva trattarla male, si conoscevano troppo bene e da troppo tempo, era la persona cui teneva di più al mondo. Aspettò che l’amica si calmasse e le raccontasse cosa c’era che la sconvolgeva tanto, così avrebbe potuto darle la notizia! Aveva intenzione di andare via da Ethis, non sopportava più di leggere negli occhi dei genitori la delusione del suo mancato arruolamento! 
Selene tra una lacrima e l’altra le disse che doveva andare via in fretta, o sarebbe morta. L’amica aprì gli occhi e Darah capì subito, aveva il marchio.
Le due donne cercarono, invano, di scappare tra gli alberi, ma i malviventi erano troppi e le avevano accerchiate in pochissimo tempo. Le obbligarono a scendere dai loro cavalli e non appena furono giù le malmenarono, tirandole per i capelli, prendendole a calci, senza dargli modo di difendersi. Alla fine, svenute, furono portate in una radura e legate, schiena contro schiena, ad un albero.

“ Selene ”, disse sottovoce Darah, sperando in una risposta.

“ Selene, ti prego svegliati “, era calata la notte sulla foresta e i tagliagole si erano raccolti attorno al fuoco, ormai ubriachi, tranne qualche sentinella ai margini della radura, la ragazza ne udiva distintamente il respiro. 
Da qualche tempo le succedevano cose strane, le bastava concentrarsi su qualcosa e subito i suoi sensi si acuivano. 
Erano in due, si aggiravano tra gli alberi ai confini dello spiazzo dove erano state legate le due donne. Darah si era ripresa da parecchie ore e li teneva d’occhio, nell’attesa che Selene si risvegliasse, ma l’amica non voleva saperne di riprendere conoscenza, così la guerriera iniziò a strattonare le corde per allentare i nodi che le tenevano imprigionati i polsi.
Cercò una pietra dai bordi taglienti, tanto da scalfire le corde, liberate le mani avrebbe preso il pugnale che era nascosto nello stivale.
Se Selene fosse stata sveglia avrebbe potuto farlo levitare nelle sue mani ma dato che era ancora svenuta, doveva vedersela da sola. Riuscì a liberarsi e si voltò verso l’amica, rimanendo sconvolta.
Selene era abbandonata a terra, come una bambola di pezza, non avendo più il suo corpo a sostenerla. Il viso era ricoperto di lividi ed escoriazioni e le gambe erano piegate sotto di lei in una posa innaturale. Subito un furore cieco montò dentro al petto di Darah, le sembrò che tutto il suo corpo andasse in fiamme, a partire dal cuore.

MALEDIZIONE!! - pensò – non avrebbe fatto del male ad una fottuta mosca!!!

Si alzò in piedi, si volse verso l’accampamento dei malviventi che avevano avuto la cattiva idea di attaccarle e lo rase al suolo, dandogli fuoco.
Vide due insettucoli che correvano da tutte le parti, nella speranza di riuscire a scappare, sorrise, sembravano due formiche nel panico, le schiacciò con un piede. 

“ Darah! Fermati ti prego, o morirò arrosto! “

Girò la testa verso l’unico albero che, per ora, non era avvolto dalle fiamme, un altro di quegli insetti le stava parlando. Dagli abiti che indossava poteva essere una femmina.

“ CHE VUOI DA ME, FORMICHINA?“ le disse la creatura che fino a poco prima era una bellissima donna.

“ Darah, tesoro, non mi riconosci? Sono Selene. “

“ Oddio!! “ la ragazza corse verso l’amica senza nemmeno accorgersi che la radura andava a fuoco. Arrivata vicino alla donna ferita, si accertò che fosse viva e non morta come aveva creduto e si guardò finalmente intorno. 

“ Ma che diavolo è successo qui?! Io ricordo solo che mi sono liberata… “ 

“ E poi ti sei trasformata in un bellissimo drago rosso, rosso come il sangue Darah “ disse Selene con una punta d’orgoglio nella voce. 

“ Quindi ho fatto io tutto questo caos?! “

“ Si, tesoro, credevi io fossi morta. Non ho fatto in tempo ad uscire dalla trance in cui mi ero chiusa, per non morire a causa delle ferite, che tu li avevi già uccisi tutti, dando fuoco alla foresta. Sei stata fantastica! Pensavo che questa volta saremmo finite male, invece tu ci hai tolte dalle mani di una banda di tagliagole. “

“ Io non ricordo nulla. E adesso? Fantastico, li ho fatti secchi tutti, ma come usciamo di qui?! “

“ Fammi un favore Darah, tocca le fiamme. “

“ Ma sei matta?! Vuoi farmi bruciare viva?! “

“ Tesoro, non lo farei mai, forza fifona, provaci! “

Come sempre, Darah, si lasciò convincere dall’amica a fare ciò che voleva, così, benché avesse paura di bruciarsi, si avvicinò agli alberi con le mani tese.
Non solo le fiamme non la ustionarono, ma l’avvolsero quasi fossero una seconda pelle, dalla punta delle dita, salendo fino alla spalla. La ragazza subito si spaventò, ma non sentendo dolore, era curiosa di vedere cosa sarebbe successo, allora iniziò col guardarsi le braccia, come un bimbo scopre per la prima volte le sue manine, e si sentì avvolgere da un calore purificante, chiuse per un momento gli occhi, lasciandosi calmare da quel tepore.

Vedi? Che ti avevo detto? Ora cerca di trattenere la tua coscienza, non lasciare che sia il tuo potere a controllarti, dominalo “ il pensiero di Selene le arrivò da molto lontano. 

“ SELENE?? SELENE DOVE SEI??“ si sentiva una nota di panico nella voce che parlò in quel momento.

“ Sono qui, guarda giù. “ 

“ ODDIO!! ALLORA SONO… “ disse Darah, guardando quello che fino a poco prima era il suo corpo. 

Era alta all’incirca quindici braccia e poteva vedere al disopra degli alberi più alti, le sue quattro zampe provviste di artigli ben affilati avrebbero potuto aprire la pancia di un Lycahon tranquillamente. A partire dalla fronte fino ad arrivare alla punta della lunga coda possente, aveva una cresta ossea rigida e appuntita dall’aria molto pericolosa. 
Avrebbe terrorizzato il guerriero più temerario, le zanne erano lunghe e affilate e aveva due ali avvolte attorno al corpo che la ricoprivano come una leggera coperta, tutti avrebbero avuto paura di quell’imponente animale, ma Selene no, lei sapeva chi si celava dietro quel terrificante drago.

“ Quando hai finito di rimirarti, tesoro, mi porteresti fuori da questo forno per cortesia? - la prese in giro l’amica ferita - prendimi dolcemente con le zampe davanti, per favore, ho qualche osso rotto, credo “.

Così, il drago dispiegò le ali: “ E ADESSO?! COME FACCIO A VOLARE?!“ 

“ Sentilo dentro di te, tesoro, e volerai “.

Darah prese il coraggio con due mani, afferrò Selene cercando di non ferirla ulteriormente e dopo aver preso una piccola rincorsa, spiccò il volo.
All’inizio non riuscì a volare come avrebbe voluto, un po’ perché non sapeva come fare, un po’ aveva Selene ferita tra le zampe e non voleva aggravare le sue condizioni, avrebbe avuto molto altro tempo per fare pratica ed imparare, dopotutto gli uccelli volavano da millenni. 

Darah, scusami, siamo abbastanza lontane dal fuoco, in basso, verso sinistra c’è una radura, che ne diresti di atterrare lì? “ le disse il suo piccolo passeggero mentalmente.

“ VA BENE, COSI’ ACCENDIAMO UN BEL FUOCHERELLO, AVRAI UN FREDDO DEL DIAVOLO “

Infatti, ho proprio bisogno di un po’ di riposo e di un guaritore, non voglio rimanere zoppa per colpa di quei… “ lasciò la frase in sospeso, Selene non imprecava mai, nemmeno quando ci si aspettava che lo avrebbe fatto.

Arrivate a destinazione, scesero nella radura, con qualche difficoltà, visto che per Darah era il primo atterraggio e con un passeggero ferito per di più. Il drago annusò l’aria e iniziò a ringhiare: “ Oh no, di nuovo.

Ferma, amica mia, sono solo curiosi credo, sento arrivare ondate di tranquillità e pace, non sono qui per farci del male.

Darah smise di ringhiare e posò Selene a terra cercando di non farle male, al limite dello spiazzo dove erano atterrate c’erano una decina tra uomini e donne, con due figure incappucciate che si stavano avvicinando a loro, uscendo dal bosco, la più piccola si fermò mentre la più grande continuò a camminare verso di loro.

“ Salve, avete bisogno di cure? “ disse la sconosciuta calandosi il cappuccio da davanti agli occhi. “ A dire la verità si - rispose gentile Selene - dovrei avere qualche osso rotto e qualche graffio “ 

“ QUALCHE GRAFFIO?! “ si sentì dire dalla voce del drago, mentre al suo posto compariva una bellissima donna, alta dai capelli neri striati di rosso e dei magnifici occhi neri come la notte con dei riflessi rossi come il sangue.

" Chery, avvicinati piano " disse mentalmente Lori a sua figlia, mentre la gente che era con loro si ritirava istintivamente al riparo tra gli alberi. 

Alzando le mani, Lorianne, si avvicinò alle nuove venute. Rivolgendosi ad uno degli uomini, gli disse di preparare una lettiga, dandogli il suo mantello, per trasportare la ferita. Nel frattempo Chery si avvicinata alle gambe della donna e le stava esaminando senza nemmeno toccarle. 

" Piacere, io sono Cheryween e lei è mia madre Lorianne, non ti farò del male, ma dovremo trasportarti fino alla grotta dove alloggiamo e lì ti dovrò visitare per bene se non vorrai rimanere zoppa " sorrise la ragazza.

" Grazie, io sono Selene e la mia amica si chiama Darah, piacere mio, piccola maga elfa. Siamo state attaccate da una banda di tagliagole ad est di qui, sono stati loro a farmi questo. " 

 " Va bene, le chiacchiere possono aspettare, madre, dobbiamo portarla alla grotta subito, o non potrò più aiutarla… " 

Appena la barella fu pronta, si misero in viaggio, verso la cavità dove erano stabiliti Kellan ed i suoi uomini e giunti a destinazione deposero la donna davanti al fuoco, nella cavità dove alloggiavano le due donne elfo. 
La ragazza cercò subito di rinsaldare le ossa rotte con la magia, cercando di riparare ai danni che quella banda aveva fatto. 
Darah, nel frattempo, che non sopportava di stare ferma con le mani in mano, andò ad ispezionare la galleria, che, a quanto pareva, ospitava un centinaio di persone, senza che si  dessero fastidio l'un con l'altro.
Il soffitto era molto altro, irto di stalattiti, le pareti erano lisce ma asciutte e per tutta la lunghezza della grotta, che era illuminata da torce di legno fumante, c'erano delle aperture che senz'altro portavano a quelle che erano le case delle persone che vivevano lì. Le aperture erano molte, Selene era in una di quelle e Darah non poteva fare nulla. Appena erano entrate nella grotta, l'avevano portata nella casa, se così si poteva chiamare, della ragazzina guaritrice e la guerriera.
Ad un certo punto, vide la madre della ragazza uscire da un’apertura in fondo alla grotta, così l’avvicinò.

“ Come sta Selene? Se la caverà vero? - chiese tutto d’un fiato, nervosa - non ho fatto in tempo a seguire la lettiga, stavo impazzendo. “

“ Per carità! - disse subito Lori sorridendo - se ti trasformassi qua dentro verrebbe giù tutto! “

Il tentativo di sdrammatizzare della donna servì, la ragazza fece un mezzo sorriso e rilassò i muscoli delle braccia, fino a quel momento tesi.

“ La tua amica è in buone mani, mia figlia è una buona guaritrice, ha molto potere e lo usa quasi solo per guarire. ”

“ Posso vederla? “

“ Tra poco si, sta finendo di bendarle le gambe “ Lori sorrise, nonostante ostentasse una corazza granitica, quando si trattava dell’amica, la guerriera dura ed inflessibile si sarebbe potuta paragonare tranquillamente ad un dolce coperto di panna.

Darah si mise ad aspettare la ragazzina, dopo un po’, vedendo che non usciva mise la testa all’interno dell’apertura e vide le due donne che stavano chiacchierando amabilmente, così si azzardò ad entrare. 
Tutto procedeva per il meglio, Selene stava guarendo bene, e Darah pian piano si stava ambientando alla vita nella grotta. La ragazza aveva iniziato a fare amicizia con alcuni uomini della guardia che ogni tanto la portavano con loro in perlustrazione.
Due di questi erano Lucas e Irwin, uno giovane e scavezzacollo, l’altro, per contro, anziano ed assennato. Lucas, era poco più che un bambino, bassino biondo e con tanta voglia di ridere e scherzare, talmente tanta che ogni tanto tirava in mezzo alle risate anche Darah che non rideva mai. Dal canto suo Irwin, dall’alto della sua pluriennale esperienza di guerra, dava ai due giovani dritte e consigli per sopravvivere in battaglia, prendendoli in giro quando i due si allenavano nella radura all’esterno della grotta. Scontroso e taciturno, si comportava molto paternamente coi due giovani. Alto, moro, con una cicatrice che partiva da sopra lo zigomo sinistro e spariva dentro lo scollo della tunica, aveva un’aria molto arcigna, ma conoscendolo, sapevi che non apparteneva a lui quel modo d’essere. 
Una sera, Darah era uscita con una squadra in perlustrazione come al solito. Selene era sola, e Chery pensava le avrebbe fatto piacere un po’ di compagnia, così andò a trovarla, fingendo di doverle medicare le ferite, ben sapendo che avrebbe già potuto alzarsi. Infatti la trovò al tavolo della cucina.

“ Ehi! Ti sei già alzata! “ le disse allegra la ragazza.

“ Non ce la facevo più! Pensavo mi stesse venendo la muffa! “ le rispose Selene scoppiando a ridere. Iniziarono a chiacchierare del più e del meno, finirono per raccontarsi la loro vita e darsi appuntamento per esercitarsi con la magia, appena la maga si fosse rimessa abbastanza in forze.  

  
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