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Autore: Meredith    07/01/2007    1 recensioni
Chelsea è appena arrivata nella nuova scuola, e già un ragazzo le si fa avanti. E' uno sbruffone, uno di cui Chelsea non si potrà mai innamorare. Ma chissà che le loro strade non si incorcino...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Venerdì sera, alle sei di sera, Izzie e Chelsea stavano sedute a fissare il guardaroba di quest’ultima.
“ Secondo te, cosa posso mettere?’ chiese Chelsea all’amica
“ Dovresti metterti qualcosa di elegante, ma non troppo”
“ Cioè?”
“ Questa mini, per esempio”.
Izzie aveva preso una minigonna nera a pieghe.
“ Non lo so… non mi convince. E cosa ci metterei, sopra?”
“ Questa”.
Adesso l’amica aveva preso una canotta in sintetico rossa, da abbinare con una giacchetta, sempre dello stesso colore e materiale.
“ Secondo me staresti benissimo”.
Chelsea, poco convinta, si provò quello che l’amica aveva proposto.
“ Avessi io delle gambe così, le mostrerei sempre”
“ Izzie”
“ Intendo dire che metterei molte minigonne”
“ Ah, ecco. Allora, come sto?”.
Chelsea, però lo sapeva da sola come stava. Uno schianto. Effettivamente aveva delle gambe stupende. Lunghe, sottili, come quelle di sua madre. Al pensiero le si velarono gli occhi.
“ Che hai?’ chiese Izzie
“ Niente, niente, mi è entrato qualcosa nell’occhio” disse Chelsea, sfregandosi le palpebre.
“ Comunque sei uno schianto. Josh non ti resisterà”
“ Non è questo lo scopo della serata”.
Però il pensiero di Josh che la guardava a bocca aperta la fece sorridere.
“ Ultima cosa approposito dell’inutile essere che ti verrà a prendere alle otto”
“ Intendi dire Josh?”
“ Quanti altri incutili esseri ti verranno a prendere stasera alle otto?”
“ Vai avanti”
“ Dici che questa serata non significa niente, non ha nessuna importanza, eppure mi hai chiamato due ore prima per aiutarti a prepararti”
“ Beh… non voglio fare brutta figura, tutto qui”.
Ma Chelsea si sentiva falsa a dire così. C’era qualcosa, qualcosa che le diceva che quella serata sarebbe stata importante.
“ Sciocchezze” pensò.
Tra depilazione e vestizione varia, alle sette, Chelsea era vestita.
“ Ora il trucco, la parte più importante”.
Quando il signor Walker tornò dal giro esplorativo di vari mercatini, trovò sua figlia vestita di tutto punto seduta su una sedia e Izzie davanti che le sistemava le ciglia.
“ Ciao papà, com’è andato il giro?”
“ Ciao Chelsea, ciao Izzie. Il giro è andato bene. Si può sapere cosa state facendo?”
“ Stasera esco. Te lo avevo detto, ricordi?”
“ Veramente no. Con il ragazzo della porta?”
“ Sì”
“ A che ora torni?”
“ Credo che per le undici sarò a casa”
“ Le undici? Chelsea hai solo…”
“ Diciassette anni? ”
“ Lo so che credi che siano tanti, ma sono pochi paragonati ad una vita intera”
“ Papà! Dai, non fare scenate”
“ Va bene, e undici siano”.
Intanto Izzie stava mettendo il maschara a Chelsea, poi passò al fondotinta, in modo che le guance sembrassero di porcellana e finì col rossetto, chiaro, che non si notava, ma che dava un tocco importante nell’intera figura.
“ Hai finito?”
“ Ancora un attimo”.
Izzie prese la matita viola e e mise un po’ a Chelsea. Viola, così i suoi occhi verdi sarebbero risaltati.
Quando Chelsea si alzò e si vide allo specchio, si mise quasi a piangere.
“ Ma hai fatto un capolavoro. Sei bravissima!”
“ Mia cucina è estetista, e d’estate la vado ad aiutare”
“ Sei un mago, grazie”.
Chelsea abbracciò l’amica, e facendolo, l’orologio da polso le arrivò davanti alla faccia.
“ O mio Dio, sono le otto meno un quarto!”
“ Cosa?”
“ Ci hai messo un casino a truccarmi”
“ Veloce, passami qualche forcina”.
Il più velocemente possibile, Izzie raccolse i capelli davanti dell’amica in un chignon, poi entrambe scesero correndo le scale in cantina, cercando un paio di scarpe adatte. “ Stivali? Ballerine? Tacchi? Nere? Blu? Rosse?” chiese Chelsea, tirando fuori una
miriade di scarpe di diverso tipo e colore
“ Opterei per le ballerine nere”
“ Okey”.
Alle otto precise, Chelsea era perfettamente pronta, truccata, vestita, pettinata.
Josh suonò il campanello che erano le otto e uno.
“ Augurami buona fortuna” disse Chelsea, poi aprì la porta e se ne andò.
  
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