Lunedì
i miei tornarono a
casa.
-Ehi
Sayu, vorremmo fare
una piccola cenetta per festeggiare il nuovo lavoro di Mayumura, cosa
ne dici?
Perché non inviti anche Ren, è un po’
che non lo vediamo-
Ahhh, il tatto dei genitori.
-Beh,
in verità… ci siamo
lasciati-
Per
qualche motivo vidi
mio padre sbiancare. Mayumura, vedendo la sua espressione, si mise a
sorridere
imbarazzata e a dare pacche amorevoli sulla sua spalla.
-Tranquillo
papà, se è la
retta che ti preoccupa ho già trovato una sistemazione-
-Quando
è successo?-
-Già
da un po’… sono
entrata nel progetto Shoy, devo badare ad uno di quei ricconi, in
cambio si
occuperà lui dei pagamenti-
-Perché
non ce lo hai
detto? Siamo la tua famiglia… non dovresti nasconderci cose
così importanti-
-Caro
lei cercava solo di
rimettere a posto il suo cuore. Non attaccarla così- mi
scusò la donna. Papà
sembrò calmarsi.
-Per
questa volta va bene... ma se dovesse succedere qualcosa ce lo devi
dire subito, ok?-
-Ok
papà- mi alzai e gli
diedi un bacio sulla guancia, poi feci per tornare in camera quando una
voce mi
fermò.
-Hai
detto lui?-
-Cosa?-
-Quando
hai parlato del
progetto Shoy… hai parlato al maschile-
Che orecchio.
-Beh,
si è un lui-
-Benissimo,
invita lui
alla cena, più siamo meglio è!- fece Mayumura
tutta sorridente. Mi portai una mano alla fronte.
-Va
bene-
La
giornata seguente portò
diverse notizie catastrofiche, come il pessimo voto preso nel test di
matematica. Poi ciliegina sulla torta si annunciava una grande festa in
maschera.
L'evento riguardava
gli studenti di ceto medio e soprattutto alto, con le loro rispettive
famiglie.
Io
come da regolamento
avrei dovuto accompagnare il mio Shoy. Da piccola avevo sempre
immaginato come
sarebbe stato partecipare ad un ballo. Sentirmi
come una
principessa… ma quella non era una favola,
dovevo lasciar perdere le mie fantasie e concentrarmi sulla
realtà.
-Sayuri
sei giù per il
ricevimento?- mi chiese Grail mentre ci avvicinavamo alla palestra per
la
lezione.
Com’è
che sto ragazzo
spuntava sempre così all’improvviso?
-Già,
non sono il mio
forte- ammisi.
-Te
la caverai, non
preoccuparti-
-Heis
dov’è?- chiesi non
vedendolo in palestra.
-Ti
preoccupi per lui?-
-No,
più che altro per me
e i miei voti, che già non sono un granchè- lui
rise portandomi un braccio
attorno al collo.
-Secondo
me inizia a
piacerti. Non lo vuoi dire, non lo ammetti a te stessa, ma qualcosa mi
dice che
è così-
-Lui
non mi piace. E io di
certo non piaccio a lui-
-Non
darlo così per
scontato… Heis è un tipo complicato, ancora non
sono riuscito a capirlo fino in
fondo io che lo conosco da quando eravamo piccoli- assunse
un’aria pensierosa,
poi continuò. -Comunque affinché tu lo sappia
credo che lui tenga molto a te-
-Cosa
te lo fa credere?-
-Istinto-
poi mi fece un
sorriso e sparì nello spogliatoio.
Stesso
giorno, 6° ora. Matematica.
-Dove
diavolo eri Heis?-
bisbigliai a denti stretti quando venne a sedersi accanto a me.
-Hai
marito di nuovo le
lezioni?- continuai indignata.
-Non
svolgi bene il tuo
lavoro a quanto pare-
-Non
sei divertente- lui
sorrise. Un ghigno che mi fece preoccupare, ma feci finta di nulla
vedendo che
il prof stava per rivolgersi a me.
-Allora,
signorina Kiyo
lei ha un voto negativo da recuperare, è preparata?-
Io
annuì, dopotutto avevo studiato e sapevo di potercela fare,
non potevo finire in punizione per questa materia.
Heis
se ne stava seduto
accanto a me con apparente calma. Sicuramente stava tramando qualcosa,
ormai
conoscevo quello sguardo da “sto per combinarne una delle
mie”.
Immersa
in questi pensieri
non mi resi conto che il professore aveva cominciato con
l’interrogazione.
Stava
blaterando su
qualche formula matematica mentre io fui di nuovo distratta.
Heis
con un sorriso
tranquillo e con in pugno una matita –la mia ovviamente- si
era messo a
pasticciare sul mio banco. Scossi la testa, perlomeno finché
si divertiva senza
coinvolgere me, poteva andare bene.
-Dunque
signorina Kiyo,
qual è secondo lei la risposta a questo quesito?- Mi
domandai per quale assurdo
motivo, sulla lavagna fossero apparse tutte quelle formule e
applicazioni così
improvvisamente.
-Mi
scusi professore, non
ho capito bene la domanda- l’uomo si sedette sulla scrivania,
evidentemente
scocciato, ma suo malgrado prese a riformulare la domanda.
Distolsi
un attimo lo
sguardo dall’insegnante, e mi fissai sulla nuca di Heis.
Sembrava molto
concentrato nel suo intento. Mi chiedevo come questo elemento della
natura
potesse avere voti migliori dei miei, senza che si impegnasse in nulla.
Quando
staccò la matita
dal banco e si ritrasse nel suo, quasi mi scappò un gemito.
La
sua opera d’arte
consisteva in disegnini sconci, varie posizioni e zone
‘intime’.
Si
era persino preoccupato
di mettere a fianco delle spiegazioni. In quel momento mi chiesi se
avesse studiato
il kamasutra a memoria. Poi ricordai che lui più che
studiarla, la applicava la
teoria.
-Quando
saremo in
punizione, ti spiegherò meglio queste istruzioni-
-Heis,
non mi sembra
proprio il momento di fare lo stupido!- Bisbigliai in preda al
nervosismo,
consapevole che lui avrebbe ignorato la mia supplica.
-Se
segui i miei consigli
vedrai che quando accadrà con me sarai prontissima-
indicò uno dei disegnini
piuttosto espliciti, annunciandomi fiero che si trattava della sua
posizione
preferita. Sentivo che la forza che mi tratteneva dallo strozzare quel
ragazzo
mi stava abbandonando.
-Allora-
Sospirò il prof,
squadrandomi. -adesso mi può rispondere?-
Fu
solo in quel preciso
istante che capì di essere davvero fregata. Tanto tempo
passato a fare esercizi
di matematica perso lasciandomi distrarre da quest’essere.
-Vuoi
chiedere di nuovo al
prof. di ripetere?- a quanto pare Heis si beava della mia frustrazione.
Di
sicuro non potevo
chiedergli di nuovo quale fosse la domanda, perciò mi
limitai a dire che non ne
conoscevo la risposta.
Scrollò
la testa, ma
sembrava deciso ad aiutarmi a recuperare.
-Allora,
le darò un’altra
possibilità- disse guardandomi di sottecchi.
Cancellò
e cominciò a
scrivere una nuova serie di numeri alla lavagna. Capì che si
trattava di un
equazione piuttosto complicata. Non appena completò la
consegna sentì le gambe
cedere: quella era l’unica parte del programma che non avevo
ripassato. Avevo
frantumato la mia ultima possibilità.
Guardai
Heis in cerca di
un suggerimento che molto evidentemente non era disposto a darmi.
Rimase lì a
guardare la mia faccia disperata e ridersela sotto i baffi.
-Mi
scusi, non so come sia
potuto succede.. mi ero preparata..-
-Kiyo,
non vedo un
particolare impegno da parte sua, nonostante lei abbia uno Shoy
brillante come
Sakurama, non riesce ad avere i suoi ottimi voti- Ora stava davvero
calpestando
la mia dignità.
-Sayuri
credo che questa
sia una brutta insufficienza- sussurrò Heis divertito.
-Sarò
costretto a
considerare questa interrogazione insufficiente e a doverla trattenere
questo
pomeriggio per poter recuperare il voto negativo- Sbuffai. Toccava a me
pagare
per lui.
-Mi
scusi, credo che sia
anche colpa mia se Sayuri non ha preso un buon voto. Dopotutto dovremmo
aiutarci a vicenda. Andrò anche io in punizione con lei,
l’aiuterò a studiare-
-Sapevo
che lei è un
ottimo alunno, Sakurama la lascio nelle sue mani-
Bene,
ora sì che avevano
distrutto del tutto quel poco che rimaneva della mia dignità.
Stavo
provando a risolvere
gli esercizi assegnati dal prof quando Heis mi si incollò
addosso.
-Sayuri…-
-Cosa
c’è Heis non vedi
che sono impegnata?- alzai la testa a guardarlo.
-Hai
davvero dei
bellissimi occhi- mi disse. Sentì le guance arrossarsi. Poi
si alzò e si
stiracchiò i muscoli.
-Sono
stanco di stare qui,
sbrigati a risolvere quegli esercizi e poi ti porto a casa mia-
-Oh
e perché dovrei venire
a casa tua?-
-Perché
devi sempre
ribellarti?- mi alzai andandogli incontro.
-Ti
sei dimenticato il
discorso che abbiamo fatto?- lui si ritrasse.
-Io
non dimentico nulla-
-Vorrei
che provassi a
parlarmi-
-Odio
la mia famiglia,
loro odiano me. Ti basta?- inveii per poi volgere il viso alla finestra.
Con
una mano gli voltai il
volto verso il mio e… lo baciai. Non sapevo più
cosa stavo facendo, ma in fondo
non me ne importava.
Le
mie labbra sfiorarono le sue...
Sentì
il soffio del suo respiro che si confondeva col mio e mi convinsi che
non volevo smettere.
Chiusi
gli occhi poi socchiusi le labbra
per permettere alla lingua di carezzare la sua, finchè
il bacio divenne
più profondo, passionale... e finchè lui non si
scostò e si mise a sorridere
beffardo.
-A
quanto pare qualcuno ha ceduto- gli tirai uno schiaffo. Il
più forte
che avessi mai tirato in tutta la mia vita. Un alone rossastro apparve
sulla
pelle dove lo avevo colpito.
Raccolsi
le mie cose e corsi via, cercando di lasciarmelo alle spalle il
più in fretta possibile, non mi importava più
nulla della punizione.
Mentre
percorrevo a grandi passi il corridoio, sentivo emozioni
contrastanti farsi largo dentro di me. Rabbia? Tristezza? Non riuscivo
neppure
a distinguerle.
Ma
qualcosa in quel momento accadde. Qualcosa che non avevo previsto. E
credo nemmeno lui.
Heis
era lì, era corso dietro di me. Mi girai verso di lui.
-Perché
mi sei venuto dietro?-
Lui
lentamente tolse la distanza tra noi e mi afferrò.
Quel
bacio fu… non seppi come definirlo. Sapevo soltanto che non
desideravo altro.
Inclinò
la testa e per un attimo non sentì nient'altro. Solo quella
vicinanza…
Poi si
scostò, mi sfiorò la mano e tornò da
dove era venuto.
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Questo capitolo è più incentrato sul rapporto tra Heis e Sayuri, che è ancora molto burrascoso.
Spero vi piaccia e che continuiate a seguirmi. :)
A presto!
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Questo capitolo è più incentrato sul rapporto tra Heis e Sayuri, che è ancora molto burrascoso.
Spero vi piaccia e che continuiate a seguirmi. :)
A presto!