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Autore: Allyson_    21/06/2012    1 recensioni
I bivi costringono a scelte. Le scelte possono essere giuste o sbagliate sta a noi decidere. Siamo nell'anno 2011-2012 ie i Blue stanno riemergendo dopo un lungo periodo di letargo. Incontreranno alessandra , chiara e altri personaggi tutti legati da un unico filo conduttore: la musica. Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Antony Costa, Duncan James, Lee Ryan, Simon Webbe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ei ciao a tutte! =) grazie per i commenti ! Li ho apprezzati moltissimo e per sdebitarmi ho postato questo nuovo capitolo più presto che ho potuto! Spero vi piaccia ! Un bacino a tutte!
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Ale ripensò alla settimana precedente che i Dark Shadows avevano passato a Los Angeles:
Il primo giorno in quella città fu il più difficile di tutti. Essendo una metropoli abitata in gran parte da vip, gli scandali erano all’ordine del giorno; << tutto merito dei paparazzi >> aveva detto Henry ai suoi protetti << Perciò non fate cazzate! La vostra reputazione può cambiare in un attimo ed essendo un gruppo emergente non avete bisogno di ostacoli in più da superare! >>. Il gruppo sapeva che il loro manager aveva ragione e cercò di comportarsi al meglio, o almeno ci avrebbero provato.
Erano alloggiati presso un hotel a pochi passi dal centro. Ale si meravigliò di tutto quel lusso in camera sua. Non aveva mai visto un hotel a 5 stelle e le sembrava quasi di sognare. La camera era enorme, per non parlare del bagno in cui c’era una vasca idromassaggio Jacuzzi pazzesca.
Il letto matrimoniale era molto spazioso e ogni dettaglio di quella camera era ben curato, perfino i petali dei fiori nei vasi sembravano sistemati a regola d’arte.
Dopo aver sistemato le valigie, si incontrarono nella hall dove Henry avrebbe consegnato loro il programma quotidiano. I ragazzi sussultarono quando capirono di non avere il tempo di riposarsi. Erano stremati. Erano più di dieci giorni che non riuscivano a trovare un po’ di tempo per loro. Credevano che essendo Los Angeles l’ultima tappa della loro tournèe avrebbero avuto delle ore libere. Si sbagliavano profondamente.
Quel giorno dovettero affrontare decine di interviste, incontri con i fan, incontri con la stampa e partecipare ad un programma televisivo della durata di due ore, dalle 21 alle 23, in cui la presentatrice aveva rivolto loro mirate domande riguardo il loro stile, la loro musica e la nascita del loro gruppo. I ragazzi avevano eletto come portavoce Ale, ma lei si era rifiutata di accettare quell’incarico dicendo loro che ogni componente del gruppo era importante e poteva tranquillamente parlare.
Arrivarono in hotel a mezzanotte e Ale non poteva credere che quella giornata fosse giunta al termine.
Si svegliò verso le 9. Aveva appuntamento alle 10 nella hall per ricevere il programma da Henry.
Si fece un bagno veloce, si asciugò i capelli e cercò di sistemarli al meglio. Si truccò accuratamente e scelse i vestiti. Optò per degli shorts semplici di jeans e una maglietta rossa senza bretelle. Si guardò allo specchio  e notò qualcosa di strano. Si era vestita quasi senza pensare e solo ora rimase colpita di quel suo cambiamento. I pantaloncini le andavano larghi e il petto le sembrava rimpicciolito, si guardò il seno e capì che doveva aver perso più di qualche chilo. Era la prima volta che poteva scegliere i vestiti che voleva e solo ora si era accorta di quanto stessero cambiando le cose. Di quanto il suo fisico risentisse di quello stress quotidiano.
Ma i Dark Shadows ebbero una sorpresa quel giorno. Henry aveva concesso loro un pomeriggio e la serata libera. I quattro ragazzi quasi non credevano a quelle parole ma il loro manager spiegò che avevano bisogno di un break per tornare più che attivi i giorni seguenti.
Decisero di andare al mare. Distava qualche miglia dall’hotel ma ne valeva la pena. Acqua cristallina e spiagge chilometriche bianche, come si poteva resistere?
Per quanto fossero stanchi non fecero altro che giocare con la palla che Jason saggiamente si era ricordato di portare.
Fecero più di qualche partita a beach e non si accorsero che si era creata la fila per utilizzare il campo.
Alla fine sentendo la gente spazientita capirono di aver esagerato e si ritirarono sotto l’ombrellone.
<< Odiavo i tuoi palli netti! >> si lamentava Jason riferito ad Ale.
La ragazza ridacchiò << L’ho capito quando hai preso a schiacciare su di me! >>
Continuarono a parlare della loro performance mentre il sole si avvicinava sempre più all’orizzonte.
Ad un certo punto una pallonata la colpì forte in testa. Si toccò la nuca dolorante e si massaggiò la cute.
Sentì una persona avvicinarsi e si piegò sulle ginocchia per vedere se le aveva fatto male.
<< Ei scusami, è stata colpa mia. >>
Ale non riusciva a vederlo, perché era controsole. Riusciva a distinguere solo i contorni del suo viso.
Si mise una mano davanti per riparare gli occhi dal sole e cercare di mettere a fuoco l’uomo.
<< Potevi stare un po’ più attento. >> disse lei un po’ infastidita massaggiandosi ancora la testa.
<< Ma io ti ho già visto da qualche parte? >> chiese l’uomo.
<< Non lo so. Mi sembra strano che tu conosca il mio gruppo, I Dark Shadows.. >> ad un tratto sembrò vedere meglio e capì con chi stava parlando. Aveva capelli neri, con un ciuffo che gli ricadeva sulla fronte, occhi chiari, barba incolta. “ Dottor Stranamore. “ pensò.
<< Tu sei Patrick Dempsey? >> chiese mettendosi seduta.
<< Si piacere di conoscerti. Ally? >>  chiese lui tendendogli la mano.
<< Si. In realtà mi chiamo Ale. Non pensavo conoscessi il mio gruppo. >> sorrise. Aveva sempre provato una grande stima per quell’attore e non solo perché lo riteneva davvero un bell’uomo ma perché le piaceva come recitava.  Secondo Ale era uno degli attori più bravi in circolazione.
<< Mi dispiace per averti colpito. Come posso farmi perdonare? >>
<< Non c’è bisogno . >>
<< Insisto. >>
Ale ci pensò un attimo.
<< Potremo sfidare te e i tuoi amici ad una partita di beach . >> disse lei sorridendo
Lui si mise a ridere e disse:
<< Non credo riuscirete a vincere contro di noi. >>
<< Vedremo! >> rispose lei accettando la sfida.
Le due squadre composte da quattro persone ognuna erano pronte.
Persero di un paio di punti e alla fine Patrick si avvicinò a lei e disse fiero:
<< Te l’avevo detto. Che avreste perso. >>
<< Avremo anche perso, ma non puoi dire che non è stata una vittoria sudata. >> disse lei sedendosi sulla sabbia.
Lui si sedette vicino ad Ale.
<< Devo riprendere fiato. >> disse.
<< L’ho detto che non è stata una vittoria facile. >> ripeté lei ridendo.
Patrick le diede un pacca sulla coscia in segno di assenso : << Non posso negarlo. >> . La guardò negli occhi. << Bel colore i tuoi occhi.  Molto particolare, sembra verde quasi celeste.>>
Lei sorrise e lo ringraziò per il complimento. Dopo un po’ che stavano parlando, i suoi amici la chiamarono dicendo che dovevano andare.
Lei salutò l’uomo con un bacio sulla guancia.
<< E’ stato un piacere conoscerti. >> disse Patrick salutandola.
Un uomo davvero simpatico e Ale non poteva negare che non le piacesse. Raggiunse Jason, Bill e Marco.
<< Eccomi che c’è? >>
<< Sono quasi le nove. Dobbiamo rientrare. >>
Raccolse le sue cose. Si vestì, mise i suoi Ray-Ban marroni e si diressero verso l’hotel. Si diedero appuntamento per le 10.30 nella hall. Avevano voglia di uscire e sapevano che quella sera ci sarebbe stata una festa sulla spiaggia vicino lo stabilimento in cui erano stati il pomeriggio. Non volevano fare tardi perché l’indomani la giornata sarebbe stata piena d’impegni, perciò era davvero la cosa migliore che potessero fare.     
Mise degli shorts semplici di Jeans, degli stivaletti corti estivi e canottiera Bianca stretta. Si truccò, usando un bel po’ di mascara e eye-liner nero e quando fu contenta del risultato scese giù accorgendosi di aver fatto tardi.
Quando arrivarono notarono molta gente, che ballava su un piano di legno abbastanza grande, dove avevano messo una sorta di chiosco con un barman, dove si poteva prendere da bere.
C’erano dei pali di legno agli angoli del pavimento collegati tra loro su cui erano posizionate delle tende color bianco/crema e c’erano delle luci colorate che ad Ale sembravano muoversi a ritmo di musica.
Il dj aveva scelto una musica ancora tranquilla quasi da piano bar, ma tutti sapevano che sarebbe cambiata da un momento all’altro.
Notarono dei divanetti in vimini con dei cuscini bianchi e si sederono. Jason andò a prendere quattro bottiglie di birra per se e i suoi amici.
La musica partì verso le undici e i tre ragazzi decisero che avrebbero rimorchiato qualcuno quella sera. Ale si era alzata e stava appoggiata ad uno dei pali di legno. Il vento smuoveva la tenda vicino a lei e copriva la sua vista ad intermittenza.
Beveva la sua birra e sorrideva osservando i suoi amici scatenarsi nella pista con delle ragazze.
Sentì una mano appoggiarsi sulla spalla. << Ti disturbo? >> Lei si voltò e vide Patrick.
<< No, anzi è un piacere. >> disse lei sorridendo. << Come mai qui? >>
<< Sto con alcuni amici, ma sono in pista vedi.>>rispose indicando due ragazzi che si dimenavano tra la folla.
<< Posso offrirti qualcosa? >> chiese Ale.
<< Stiamo scherzando, offro io. Cosa prendi? >>
Presero due birre e Si misero seduti parlando animatamente. Nessuno dei due aveva voglia di ballare.
Ma la musica era molto alta e decisero di andare a farsi una passeggiata. Camminarono allontanandosi sempre di più dalla fonte del rumore.
<< Perciò è da poco che hai intrapreso la carriera da cantante? >> chiese lui ad un certo punto.
<< Si. Ho vinto uno show in Italia e la Virgin mi ha offerto un contratto di un anno per incidere un disco nella sede di Londra. >> disse lei sorridendo.
<< Allora in bocca al lupo per il tuo disco. >> disse lui mandando giù un po’ di birra.
<< Crepi. Te invece ? Il tuo lavoro? >>
<< Sto lavorando ad un film ma non posso rivelarti nulla. >>
<< Così fai il misterioso eh! >> esclamò la ragazza ridendo.
Lo osservò un attimo, il vento gli smuoveva i capelli, la luna illuminava i suoi occhi chiari, indossava una camicia un po’ sbottonata e stropicciata, con dei Jeans scuri. Era un bell’uomo e ad Ale piaceva senza dubbio.
Si sederono entrambi sulla sabbia soffice e osservarono il movimento delle onde. Parlarono a lungo. Si trovavano bene insieme. Riuscivano a dialogare tranquillamente, senza problemi.  Si sentivano entrambi a proprio agio. Squillò il telefono di Ale e rispose in tutta fretta.
<< Ei ! ciao! .. Si scusami sono stata impegnata oggi … Ah ho capito! .. Buon divertimento Allora! Non ubriacatevi! >> e così facendo attaccò il cellulare. Si era dimenticata di Duncan. Per la prima volta non aveva pensato a lui. Per un attimo ebbe paura del suo comportamento poi pensò che in fondo era normale.
<< Era il ragazzo? >> chiese Pat sorridendo.
<< Eh si. >>
<< Da quanto state insieme? >>
<< Un mese forse qualcosa di più. >>
<< Forse? >>
<< Ah è una storia lunga. >> rispose la ragazza cercando di evitare quel discorso. In effetti non sapeva neanche lei il giorno preciso in cui si fossero messi insieme. Prima avevano fatto l’amore, poi avevano litigato, poi era stata male e infine iniziarono a stare insieme sul serio.
Cambiò discorso: << Te invece, vedo che sei sposato? >> disse osservando la fede nuziale all’anulare.
<< Si. >> non aggiunse altro. Lo vide solo molto pensieroso. Il suo sguardo era fisso sul mare e quel momento fu interrotto da alcune urla provenienti dalla festa.
<< Che cazzo succede ? >> disse Patrick scattando in piedi.
Ale vide da lontano un ragazzo biondo indietreggiare mentre uno stava per lanciargli un qualcosa che alla ragazza sembrò una sedia.
<< Cazzo Jason. >> disse Ale iniziando a correre verso la festa. Patrick la seguì e bloccò il ragazzo di colore che fece cadere la sedia.
<< Porca puttana Rob! Che cosa combini? >> lo rimproverò.
Jason aveva un occhio nero e anche bello gonfio. << Cristo Jason che è successo? >>
Il ragazzo era ubriaco e Ale non riuscì a capire la situazione finchè non arrivò Marco a spiegare l’accaduto.
<< Mi stai dicendo che si sono presi a botte per una donna? >> chiese Ale incredula mentre metteva del ghiaccio sull’occhio dell’amico.
Marco annuì. Dopo qualche minuto proprio mentre Ale e gli altri avevano deciso di andare via, portando Jason sotto braccio li raggiunse Patrick.
<< Mi dispiace per il tuo amico. Purtroppo Rob aveva bevuto troppo. Sono venuto a chiedervi scusa per quello che ha fatto da parte sua. >> disse l’uomo.
<< Cavolo se gli avesse lanciato davvero quella sedia.. >>  non riuscì a finire la frase. Si era preoccupata forse più del dovuto, ma odiava le risse, odiava la violenza, aveva sempre avuto difficoltà a capire quei meccanismi che portavano le persone alle mani.
<< Ma non è successo, perciò stai tranquilla. >> ribatté dolcemente Patrick.
<< E’ solo che ho temuto il peggio. >> rispose la ragazza stringendosi nelle spalle.
<< Non ci pensare. Comunque è stato un piacere conoscerti Ale. In bocca al lupo per tutto. >> disse avvicinandosi alla donna. Le diede un bacio sulla guancia soffermandosi più del tempo necessario.
Ale pareva pietrificata. Era scossa per quello che era successo qualche momento prima.
<< Devo andare. >> disse la ragazza divincolandosi da Patrick. << Anche per me è stato un piacere conoscerti. >> e così dicendo corse verso i suoi amici.
Dopo quella sera Patrick e Ale si incontrarono di continuo. Non per volontà loro. Sempre per caso. E nonostante Ale continuava a ripetere che erano delle coincidenze, lui non era di questo avviso. Non aveva mai creduto alle coincidenze. Credeva che tutto ciò che accadeva era perché ogni individuo  aveva un disegno. Ognuno  seguiva un percorso che si intrecciava con quello di altre persone e quelle che ti lasciano qualcosa dentro sono più che importanti e non bisognerebbe mai perderle.
Patrick diceva che Ale appartenesse a questo gruppo di persone. Per lui era diventata importante perché da quando si era sposato non aveva più avuto un’amica. O almeno le aveva avute ma non riusciva a parlare con loro, non riusciva a farsi capire. Invece Ale a volte sembrava capire perfettamente i suoi discorsi e riusciva a parlarle di tutto. Inoltre le piaceva. Gli piacevano i suoi occhi tanto per cominciare così profondi e cristallini che avrebbe desiderato perdersi in loro. La sua bocca carnosa, il suo fisico. Aveva provato più volte l’impulso irrefrenabile di baciarla, che non riuscì a tenere a bada il giorno della partenza della ragazza. Si scusò più volte e lei sembrò capire. Lui si accorse che Ale non aveva ricambiato il bacio e si pentì di quel suo gesto così sciocco.
Lui aveva una moglie e dei figli. Lei aveva un ragazzo. Era giusto così. Avrebbe desiderato rimanere suo amico ma con tutte quelle miglia che li separavano sarebbe stato molto difficile e forse sarebbe stato meglio così.

  
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