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Autore: eripicturesofyou    22/06/2012    2 recensioni
"Sinceramente, non mi era mai capitato di dover rincorrere una ragazza. Avanti, avete gli occhi, mi vedete. Non ho mai dovuto chiedere per ottenere qualcosa dall'altro sesso. E ora mi ritrovo ad inseguirne una con nessuna voglia di farsi prendere. Risultato? Oh, quello è da scoprire".
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Erika.

Mi volto verso la porta e il figlio maggiore è ancora lì, che mi guarda con gli occhi da cucciolo. Rido, divertita da quell'espressione. Perchè è così maledettamente testardo?
- Ehy, davvero. Non ho bisogno di niente, grazie - ripeto per la quinta volta, comunque felice di quelle attenzioni.
- Nemmeno un piccolo aiutino? - prova un'ultima volta, con tono supplicante.
Scuoto la testa ma tengo il sorriso. E' carino da parte sua preoccuparsi, ma davvero, ce la faccio a sistemare le mie cose da sola. per quante possano essere e per quanto sembra impossibile sistemarle tutte in questa stanzetta che sarà, per una settimana, la mia camera da letto. 
Siamo arrivati a casa da circa due ore, ormai, e ancora sono qui a disfare le valigie. Forse perchè ci ho impiegato un'ora intera per visistare tutta la casa, sotto la guida di questo simpatico ragazzo dai capelli rossi che, entusiasta come non mai, mi ha mostrato ogni singola stanza della loro - modestissima- casa. Sembrava non finire mai, giuro. Una moltitudine di stanze, infiniti spazi, l'imensa piscina.. wow. Mai visto niente del genere. I miei compagni mi ammazzeranno per aver avuto questa fortuna. 
- D'accordo, rinuncio - si arrende alla fine, alzando le braccia in segno di resa. - se hai bisogno sai dove trovarmi - mi indica alla sua sinistra con un cenno della testa. 
La sua camera e la mia sono una subito dopo l'altra. Vicini di camera. Di fronte a noi c'è il primo bagno della casa, e infondo ad un lunghissimo corridoio le due camere delle sorelline minori. I genitori dormono al piano di sotto, in una camera di una grandezza imbarazzante. 
Solo la mia stanza è di dimensioni normali. Assomiglia molto a quella che ho in Itaia, in effetti. La finestra, la scrivania sotto di essa, il letto appoggiato contro la parete opposta alla porta e l'armadio a muro. Tutto molto simile, in effetti. 
- Va bene - confermo al ragazzo, chiudendo la porta come esce e tornando a sistemare le mie cose. 
Appoggio la valigia sul letto, e aprendo una tasca ne tiro fuori l'intimo che mi sono portata dietro, decidendo di sistemarlo nel primo cassetto. Nel secondo le calze, mentre invece il terzo decido di lasciarlo libero, in caso mi servisse di metterci qualcosa che acquisto qui, in Inghilterra. Le magliette sono già appese in ordine, e lo stesso per i pantaloni, che sono ordinatamente piegati sul fondo dell'armadio. Un'altra decina di minuti spesa per sistemare anche le felpe e finalmnete posso dire di aver finito. Sorrido, felice. Certo non durerà molto, visto che sono ordinata quanto il passaggio di un uragano, ma almeno è un inizio.
Controllo l'orario: sono circa le cinque di sera. E visto che nessuno qui sembra avere la tipica tradizione del thè - visto che me l'ha confessato poco fa il rosso, come ormai ho deciso di chiamarlo - direi che una chiamata a Marta anrebbe più che bene per cominciare la serata. Stasera, fortunatamente, è la nostra serata libera, ma credo che mi toccherà passarla in famiglia. La signora Hutton mi ha fatto capire che stasera non saremo soli, che ci sarà molta gente a casa.
Oh cielo, dovrò cominciare a preparare presto, altrimenti qui qualcuno rimarrà a bocca asciutta. E non sia mai, potrebbero uccidermi.
Il rosso si è messo a ridere, sentendola. 
Penso di aver avuto la fortuna di trovarmi in una famiglia non solo ricca, ma anche simpatica e disponibile. Il padre mi ha già messo al corrente del fatto che, per qualunque spostamento, posso chiedere a lui o al figlio, alla quale ho gentilmente risposto che il treno o l'autobus andava benissimo. Primo, perchè tornato dal lavoro, alle nove di sera, sarà sicuramente molto stanco e non me la sento di fare il peso, secondo perchè salire in macchina col figlio che, tra parentesi, è quasi un mio coetaneo, sarebbe piuttosto imbarazzante. Ma non gliel'ho detto, mi sono limitata a ringraziare e a chiedere istruzioni per come arrivare alla scuola che dovrò frequentare la mattina e  come arrivare al centro di Londra, per i pomeriggi liberi che ci sono concessi. 
Tutto questo per dire che..? Oh sì, devo chiamare Marta. E in fretta, in caso gli ospiti arrivino presto.
Afferro il telefono dalla tasca e compongo il numero.
- Pronto?-
- Allora?-
chiedo, senza salutare. la conosco a memoria, so che non sta più nella pelle dall'emozione.
- Oh mio dio, Erika, non puoi capire!- scatta infatti, a tre metri da terra dalla felicità - è una casa pazzesca! Mi sembra di essere in una reggia! Che dici ce l'ho l'aspetto della principessa? - 
Rido a quella domanda, immaginandomela in uno di quei vestiti coloratissimi con la gonna ampia e la tiara fra i capelli.
- L'aspetto sì, ma bisogna rivedere i modi, temo - la provoco, sorridendo in maniera furba senza che lei possa vedermi.
- Non sono abbastanza.. - un rutto interrompe la sua frase - regale?- 
Rido. Ecco, forse è per questo che siamo amiche: ci completiamo, e ci facciamo ridere a vicende. Siamo due opposti di una stessa medaglia, che hanno poco o niente in comune, ma non per questo lo prendono come una debolezza. Abbiamo trasformato la nostra diversità nel nostro punto di forza più grande. 
Certo, non che lei sia un camionista e io la principessina, s'intende, ma io non rutto mai. Giuro, non sono in grado di farlo, neanche se bevo due lattine di bevande gassate tutte d'un fiato. Strano, ah?
- Te, invece?- mi chiede, appena entrambe riusciamo a calmare l'attacco di risa - come ti sembra?-
- E' perfetta - commento semplicemente - non avrei potuto desiderare di meglio.. e poi mi sembrano anche simpatici. E poi c'è un'altra cosa, però aspetta un secondo - mi alzo rapida dal letto,apro la porta e mi assicuro che non ci sia nessuno dall'altra parte, per poi richiuderla e tornare seduta sul letto, con le gambe incrociate. 
- Dicevo, c'è una cosa strana, qua. Hai presente il figlio? Il rosso?- Sta davvero diventando una fissa chiamarlo così.
- Come si chiama?- 
- Oh cielo, non me lo ricordo -
ah, ecco perchè lo chiamo solo con il suo colore di capelli - comunque, non lo so.. ha un non so che di familiare. -
- Magari vi conoscevate in un'altra vita.. la tua vita precedente magari - mi prende in giro
- Sono seria, Marta. Sono sicura di averlo già visto. Solo che non mi viene in mente dove..-  cerco di riflettere ancora tre secondi, setacciando nella mia testa tutti i posti nella quale sono stata di solito ma, anche impegnandomi, non riuscirei mai a scovare il posto giusto. Quante probabilità ci sono che proprio lui, che abita in Inghilterra, sia venuto a Milano in uno stesso momento in cui c'ero anche io in quel determinato posto? Magari lo confondo con qualcun'altro. - Non mi viene in mente - concludo infine, sospirando rassegnata.
- Tranquilla, prima o poi lo capirai - mi rassicura lei.
- E di loro? Nessuna traccia? - mi chiede ancora. 
E inizialmente non riesco a connettere, distratta come sono ancora dal colore dei capelli del ragazzo nella camera affianco alla mia, ma poi, con qualche secondo di ritardo, ci arrivo.
- Ancora i One Direction? Sempre sicura che non ti piacciano?- chiedo, sorridendo appena.
- Sicurissima. Allora?-
- No, nessuna traccia, che dovrei avere? Nascosto da qualche parte dovrebbe forse esserci un indirizzo?- non capisco, cosa si aspetta?
- Ma certo che no, idiota - mi rimprovera - solo.. non lo so, hanno per caso preso qualcosa di tuo?-
Ci penso un attimo prima di risponderle. No, non gli ho mai passato niente di mio. Zayn mi ha appoggiato il suo giubbotto, mai che io avessi prestato o fatto vedere qualcosa. - Niente - convengo alla fine. 
- Non ti manca niente? Un elastico, un foulard.. magari gli occhiali!- ipotizza, volando con la fantasia.
Sospiro tristemente - No, tesoro, ho tutto, ho appena messo via tutti e tre. Come mai tutto questo interesse?-
- Non è per me che mi interessa. per te Eri. So quanto ci tenevi a vederli - dice, addolcendo il tono.
- Tranquilla, va tutto bene. - cerco di rassicurarla.
- Sicura? - insiste lei.
- Sì, Marta Ronconi. Sto bene - insisto, ridendo appena alla sua testardaggine. 
- Perfetto, allora la smetto di preoccuparmi. - la finisce lei, ridendo con me - ora però credo di doverti lasciare. Sento qualcuno blaterare il mio nome, nella camera affianco. Vado a vedere cosa vogliono - 
- D'accordo, vai pure. Ti voglio bene.- 
- Ti voglio bene anche io -
Chiudo la chiamata e guardo l'orario che compare sul display. Cinque e mezza. E ora? Che faccio fino all'ora di cena?
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Zayn.

- Paul, ti prego, metti fine a questo strazio - lo supplico, cercando di intenerirlo usando un tono supplicante.
Sono le sette, e fra poco dobbiamo uscire. Le interviste ormai sono andate, e abbiamo risposto cercando di essere sinceri come al solito. Per cui non è un problema, non c'è niente che non vada, per quello. Il problema sorge adesso, una volta concluse tutte le domande, nella nostra stanza nell'albergo. Niall è talmente contento, finalmente, di uscire normalmente senza i riflettori puntati, che sembra una ragazza che si sta preparando per un appuntamento galante.
Credo che sia in bagno da un'ora, ancora in cerca dei vestiti perfetti per uscire all'aperto da abbinare ad una pettinatura altrettanto perfetta per l'occasione. Per questo sto supplicando la nostra baby-sitter, come la chiamiamo di solito, di mettere fine a tutto questo. 
Paul, grande e grosso com'è mi guarda e si stringe nelle spalle. - E' solo contento, Zayn- 
Visto? E' una montagna dal cuore tenero.
- Lo so anche io, ma siamo in cinque. Sei, contando anche te. Potresti cercare almeno di farlo uscire da lì? - lo supplico - a me non mi dà ascolto, e come ha provato Liam l'ha trascinato dentro con lui. Lui rapisce le persone! - annuncio con tono fatalista.
- Ti ho sentito! - la sua voce, inconfondibile, giunge dal bagno, chiaramente rivolto a me.
- Hai visto? Sa sentire anche attraverso le porte.. - continuo con Paul, che adesso mi sorride.
- E va bene, va bene, provo io. - cede alla fine,ancora col sorriso sulle labbra.
- Niall Horan, al mio tre ti voglio fuori di lì! - esordisce, bussando alla porta con l'indice.
Sorrido, sicuro del suo successo, e mi dirigo in salotto, a spaparanzarmi sul divano. Strano ma vero, ho già finito di prepararmi. Niente di che, ovviamente, non stiamo andando a nessun evento in particolare: fra poco si mangia e non andremo in nessun posto famoso o rinomato. Per oggi basta essere cantanti famosi: da oggi fino a domani pomeriggio saremo solo noi cinque. Per quanto ci sarà concesso, con le ragazze per strada che ci fermano per l'autografo. 
- Oh ehi, quanta velocità - è Harry a parlarmi, un sorriso sulle labbra. Si siede nella poltrona accanto alla mia. - Impaziente di uscire?- mi chiede ancora, sospettoso.
-..Sì?- lo guardo in maniera interrogativa. E' tutto il giorno che mi stressa con queste domandine a trabocchetto. Dove vuole andare a parare? - Ci sarebbe qualcosa di strano? - chiedo a mia volta, deciso a scoprire la verità su tutta la sua curiosità di oggi.
Mi ignora, sembra quasi che non mi abbia sentito.
- Sai vero che non la rincontreremo, per strada?-
Ecco! Lo sapevo che si tornava su quel discorso.
- Sì, lo so - sospiro, rassegnato. Se c'è una cosa sulla quale la ragazza aveva ragione è questa: non ci sarà mai possibile rincontrarci così, in giro per puro caso.
- E..?- cerca di spronarmi a continuare lui, guardandomi dritto negli occhi.
Alzo un sopracciglio  -E cosa, Harry?-
- Come ti fa sentire la cosa? -
Sbatto gli occhi. Anche Liam si è interessato del mio stato d'animo. Non era la mia ragazza, non mi ha scaricato per un'altro.
- Normale. Perchè, come dovrei sentirmi? - chiedo, girandogli la domanda.
Penso che avesse già pensato a quest'evenienza. Mi conosce troppo bene, temo, per essere impreparato -  Forse un po' toccato, almeno. Sei sempre così.. sicuro di te, di quello che vuoi, che vai e te lo prendi, sempre. Stavolta non hai modo di farlo. Per cui forse.. dovresti sentirti.. - lo guardo mentre cerca il termine adatto - non incompleto. Non è incompleto la parola che cerco.. Incompiuto. Ecco. -
Nessuno lo direbbe mai, vero? Che Harry analizzi le cose in maniera così dettagliata, intendo. Appare molto sperficiale, da fuori, come ragazzo. Lo dico perchè anche io, l'ho pensato, all'inizio. Poi, una volta che lo si conosce meglio, è una persona totalmente diversa da quella che ti aspettavi. E' uno dei tanti pregi del ricciolo migliore al mondo. Analizza le cose, quasi al microscopio, e in base alle sue conoscenze, cerca di arrivare ad una soluzione che, maledizione a lui, ci azzecca quasi sempre. 
- E' come quando hai paura di esserti dimenticato qualcosa - gli dico allora, visto che scemo non è, ed è giusto dirglielo. - pensi e ripensi a dove hai sbagliato, dove hai lasciato qualcosa in giro, anche. Quando cerchi un oggetto perso, dove ti fai tutte le menate sul fatto che avresti potuto metterlo in un posto diverso. Nel mio caso, mi viene da pensare se ci fosse stato un modo per migliore per avere più probabilità di tenermi in contatto ma, più di quello che ho già fatto non mi viene in mente niente.- sorrido, sincero. - Per cui sto bene, Harry. E' tutto okay. -
Non mi deprimerò sulla sua scomparsa, non verserò lacrime di dolore, non smetterò di mangiare per questo. Era comunque una qualsiasi ragazza con la quale non ho nessun rapporto. Sarebbe ridicolo se ci stessi malissimo. Spero che richiami, ma non ho il telefono appiccicato anche quando in bagno nel terrore che possa chiamarmi e non sentire la chiamata. Vivo lo stesso. 
Deve ancora nascere la ragazza in grado di farmi star male per davvero.
Mi fissa per qualche secondo, e poi sembra essersi convinto della verità delle mie parole. - Molto bene allora - dice infatti.
- Cambiando discorso.. - comincio io, sorridendo smagliante - sono contento di rivedere Ed. Lui sì, mi è mancato da morire.- ammetto, felice al solo pensiero di rivederlo.
Anche Harry sorride. 
- Già. E' pur sempre un amico. Da quant'è che non ci sentiamo? - chiede.
Non faccio in tempo a rispondere, perchè Louis mi precede, sedendosi sul bracciolo della poltrona sulla quale harry è ancora comodamente seduto.
- Cinque mesi e ventitre giorni, cari compagni di vita - annuncia, preciso.
Rido. - Davvero hai contato i giorni? -
- Uno per uno - afferma, convinto di ciò che ha fatto.
- Hai un futuro come promemoria - si complimenta Harry.
- Ci stavo pensando in effetti di intraprendere una carriera in quel campo - confessa Louis, serio come non mai.
- E le tue mansioni sarebbero? - chiedo.
- Ricordare alle persone i loro impegni, ma mi sembra ovvio - mi guarda come se fossi un ritardato, come se fosse ovvio che una persona sogna di diventare un promemoria - che altro dovrei fare, preparare panini?- 
- Magari come funzione aggiuntiva - propone Harry.
- Sì, optional tipo: compra tutto il pacchetto e in omaggio due panini freschi con insalata e prosciutto - continua l'altro, apparentemente pensandoci seriamente.
- Sei il migliore, Louis - Harry apre il palmo della mano, e Louis gli bate il cinque, orgoglioso delle sue idee.
- Modestamente - conferma, sorridendo.
- Piccioncini - li riprende Liam, sorridendo alla scena - Niall è uscito, è pronto, io pure, voi tre anche per cui..? Andiamo?- 
Controllo l'orologio che ho legato al polso. Le sette. Oh sì, credo che sia proprio ora di andare. Alle sette e trenta è il nostro appuntamento, e con un po' di fortuna Paul non ci farà arrivare in ritardo. Certo, se non guida come una lumaca come suo solito..
- Paul, so che ami il brivido della velocità e il vento fra i tuoi lunghi capelli - dice infatti Niall, dirigendosi per primo verso la porta - ma vai piano, amico, non vorrei fare un incidente. Non raggiungere i 50 chilometri orari come la volta scorsa.-
Ridiamo tutti a quelle parole. Giuro, è di una lentezza esasperante.
Paul gli dà solo una debole pacca sulla nuca, che comunque Niall si massaggia, fingendo che abbia fatgto male.
- Avanti, burlone, cammina che altrimenti arriviamo in ritardo sul serio. - lo rimprovera Paul, anche se sorridendo.  



AAAAAALLORA, vi ho abbandonato di proposito ma nemmeno così riesco a ottenere recensioni? u.u 
Per chi scrivo se nessuno mi considera ? D: 

Fatemi sapere se vi piace la storia! Cosa ne pensate?? 
  
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