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Autore: Directioner_98    22/06/2012    3 recensioni
Valerie è una ragazzina di 16 anni bella e popolare in tutta la scuola. Ha una vita per lo più simile alla maggiorparte delle sue coetanee. Tutto ciò verrà sconvolto da un sogno, inizialmene ritenuto tale, che la accompagnerà a scoprire le sue origini.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scesi e le andai in contro.
-“Ciao Amore!”- disse raggiante.
-“Te lo faccio passare io quel sorrisetto”- pensai. Forse però diventò più che un semplice pensiero, perché mia mamma mi guardò dicendomi -“Come scusa?!”-
Ma quando imparerò a tenere la bocca chiusa!
-“Cambiati e raggiungimi”- le dissi secca. -“Ti devo parlare”-
E’sorprendente come in meno di cinque minuti si possa cambiare l’umore di una persona.
Mia mamma era entrata in casa con il sorriso stampato sulle labbra e io gliel’avevo spento con il mio umore nero.
Dopo una manciata di minuti mia mamma tornò giù in cucina, o meglio si catapultò in cucina pronta ad ascoltarmi; se non fosse stata una bugiarda avrei provato quasi tenerezza per lei.
-“Dimmi tutto”- mi disse.
Prima di iniziare a parlare pensai a come diglielo. Volevo fargliela pagare per avermi raccontato tutte quelle bugie, volevo che si sentisse in colpa, volevo che capisse quanto male mi avesse fatto.
Presi il respiro e iniziai -“So tutta la verità si papà”- Le mie parole fecero il loro effetto; mia mamma rimase pietrificata. Provai un non so che di piacere nel vederla spaesata e sbalordita. Lei improvvisamente iniziò a balbettare -“ Ma-ma-ma come fai… insomma”- si irrigidì e sul suo viso apparve un espressione arrabbiata.
-“Ti avevo detto di non aprire quel file!!!”- urlò. Rimasi per un po’ in silenzio, poi però dissi -“Non cambiare discorso! Per 16 anni non hai fatto altro che raccontarmi bugie sul mio passato, sulle mie radici.”-
Mi fermai per riprendere fiato -“ Non ci posso credere mamma io mi fidavo di te; mi sono sempre fidata di quello che mi hai detto e invece mi hai fatto credere che papà ci avesse abbandonate, mi hai fatto credere che papà fosse un mostro, ma il vero mostro sei stata tu”-
Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso: mia mamma, che fino ad allora aveva trattenuto a stento le lacrime, aveva iniziato a piangere ininterrottamente. Avevo un po’ esagerato, ma quello che mi aveva nascosto era troppo grande per essere lasciato perdere.
Non smetteva di piangere, così le porsi un fazzoletto e  le dissi ammorbidendo il tono –“ Raccontami tutto, raccontami la verità almeno questa volta”-
Si asciugò le lacrime e si schiarì la gola, poi iniziò a parlare lentamente -“ Tuo padre ed io ci conoscemmo quando io ero molto giovane mentre lui era un po’ più anziano di me, ma nonostante l’età eravamo innamorati e quindi decidemmo di sposarci. Allora io non lavoravo ancora come libero professionista e non avevo nemmeno un posto di lavoro fisso. Tuo padre inizialmente aveva trovato posto in una fabbrica che fabbricava le divise mimetiche anti-proiettile per i militari.
Non eravamo ricchi sfondati, ma con il lavoro di papà e con il mio che andava e veniva riuscivamo a vivere dignitosamente. Tutto ciò andò avanti per molti anni fino a che rimasi in cinta di te. Già da un po’ papà sospettava che l’azienda non andasse più come prima e ne ebbe la conferma quando ricevette la lettera per la cassa integrazione. Non potevamo di sicuro vivere col mio stipendio, così tuo padre andò a parlare col direttore dell’azienda.
Quest’ultimo gli disse che l’unica chance che gli era rimasta era arruolarsi nell’esercito. Così ne discutemmo. Io ero contraria, ma lui era troppo orgoglioso per starsene con le mani in mano, così contro il mio volere partì.
 
  
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