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Autore: ItGirl_    22/06/2012    1 recensioni
Guardai un’ultima volta la foto di Jake e altre lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi, i suoi capelli castani, i suoi occhi grandi e scuri e la sua bocca, tutto mi mancava tutto.
-Hei, sappi che da quando te ne sei andato io non vivo più. Hai infranto la nostra promessa, non ci sarà mai il mio per sempre felici e contenti. Io ti amo, continuo ad amarti, ti amo e questo non cambierà mai. Sei la mia vita. Baciai di sfuggita quella lapide e asciugandomi le lacrime mi apprestai ad uscire da quel luogo.
Camminavo a testa bassa evitando di incrociare un qualunque sguardo.
Inaspettatamente qualcuno mi toccò la spalla e automaticamente mi voltai.
-Ciao…
Disse il ragazzo di fronte a me.
-Ehm…ciao.
Risposi, e vidi i suoi occhi verdi illuminarsi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Part of me.



-Sono 5.20 £
Disse cordiale il negoziante.
Frugai per un momento nella mia borsa alla ricerca del denaro e una volta contate le banconote e gli spicci li porsi al signore baffuto che era davanti a me.
-Arrivederci!
Lo congedai con un sorriso forzato sulle labbra. Mi risultava davvero difficile sorridere in certe circostanze, da un anno a quella parte.
Mi allontanai e ripercorsi quella strada in modo quasi autonomo.
Annusai i  fiori che avevo appena comprato e chiusi gli occhi, ma appena le mie palpebre si chiusero la mia mente giocò il suo ennesimo scherzo. Non mi concedevo mai di pensare a lui, solo in quei pochi momenti lasciavo i miei pensieri senza freni inibitori, anche se il suo volto nella mia mente provocava un dolore indescrivibile, io non dovevo dimenticarlo, era una promessa.
Varcai il grande cancello arrugginito sempre con il suo volto nella mente, sorrideva, con quel suo sorriso capace di rendere tutto migliore, quel sorriso che ho amato tanto, quel sorriso che non vedrò mai più. I miei occhi ancora una volta cedettero e in un secondo mi ritrovai il viso rigato di lacrime che nessuno sarebbe mai stato in grado di asciugare.
Accelerai il passo guardandomi intorno, e come ogni volta il mio cuore perse un battito nel vedere quel susseguirsi di colori, di fiori e di pietre che di allegro non avevano davvero niente.
“che strano posto” pensai “di solito tutti questi colori, questi profumi, questo sole quasi accecante sono sinonimi di gioia, e allora perché io sto piangendo come una bambina a cui è stata appena rubata la sua bambola preferita? Forse perché non c’è proprio niente da ridere in tutto questo, forse perché questo paradosso di colori e morte non è affatto divertente.”
Una leggera folata di vento scompigliò i miei capelli che da troppo tempo non curavo, e seccò le lacrime che ormai erano diventate incessanti sulle mie guance.
Camminavo e mi voltavo ad osservare tutte quelle vite rubate, finite, pensavo al dolore provato alle persone che erano state abbandonate, pensavo a tutti gli amori finiti e poi pensavo a me e alla mia vita che ormai non aveva alcun senso.
Odiavo vedere così tanta disperazione in un solo posto, a dire il vero odiavo tutto.
Il terreno leggermente dissestato mi fece perdere il mio equilibrio già precario e mi ritrovai per terra con il naso a pochi centimetri dalla foto sorridente di una ragazza, quella visione mi diede il colpo di grazia. Ci sarei dovuta essere io li, sotto terra, a marcire insieme a tutto il resto.
Appoggiai la schiena a quella lastra di marmo freddo e affondai la testa fra le ginocchia abbandonandomi al pianto più disperato.
Ma più chiudevo gli occhi più rivivevo tutti i momenti passati con lui, sentivo la sua voce pronunciare il mio nome, le sue mani sfiorarmi il viso e le sue labbra baciarmi nel migliore dei modi. Recuperai quel briciolo di calma che mi era rimasto e mi alzai, notando che i miei poveri fiori erano tutti rovinati.
Mi mossi velocemente, decisa ad arrivare il prima possibile a lui. Solo in quei momenti lo sentivo veramente vicino, avevo la sensazione che fosse ancora con me.
Una volta davanti la sua lapide mi fermai come sempre ad osservarla.
-Jake Stoken 11.02.1995- 23-06-2011, Ora brilli tra le stelle, ma sei di certo la stella più bella.
Lessi tutto d’un fiato. Odiavo quella frase, l’aveva scelta sua madre, non mi era stato nemmeno concesso quello. Infondo “Tu sei solo una ragazza, ti passerà, tra qualche anno ti dimenticherai di lui, infondo è stata solo una storiella la vostra.”o almeno così diceva quella perfida donna che lui chiamava mamma. Intanto lei era riuscita ad andare avanti, ad accettare la cosa e a fare un altro figlio con il suo nuovo compagno, dato che in seguito alla sua morte Caterina, così si chiama la donna, aveva divorziato con il marito.
Scacciai quei pensieri e mi sedetti per terra. Guardai la foto di Jake e sorrisi a mia volta vedendolo radioso in quell’immagine, era strano vederlo bello come sempre quando in realtà il suo corpo giaceva pochi metri sotto quella foto.
-Ciao amore…
Gli dissi.
-Sai oggi è una giornata di Sole, di quelle che piacciono a te, e fa veramente caldo, infatti mi sono messa i pantaloncini corti, si, quelli che ti piacciono tanto, sei contento? Beh, la scuola ormai è finita, sono passata anche quest’anno per fortuna! Quindi ora avrò tutto il tempo a disposizione per stare con te. Sai ti ho portato dei fiori, ma visto che sono un’idiota sono caduta e li ho schiacciati, quindi questo è il risultato, va beh, ma tanto tu lo sai che sono un’imbranata e non riesco a camminare senza cadere ogni minuti! Quest’anno amore non credo andrò in vacanza, non ne ho proprio voglia, anche se non mi stupisce la cosa visto che non ho voglia di fare niente ultimamente, vorrei solo stare sotto le coperte tutto il giorno. Ti ricordi quando noi stavamo ore a guardare un film o semplicemente ad abbracciarci sotto le coperte quando non avevamo voglia di uscire? Aaah amore Tommy sta bene, oggi non l’ho potuto portare perché è andato dal veterinario, però ti saluta anche lui!
Capii che stavo delirando nel momento in cui mi aspettai una risposta che ovviamente non arrivò.
Sfiorai la sua foto con la mano e appoggiai la testa a quella pietra bianca.
Mi tornò alla mente il giorno dell’incidente.
Eravamo sul suo motorino vagando senza una meta precisa.
Scattò il verde e partimmo, dalla nostra sinistra un’automobile sbucò all’improvviso, ricordo solo di aver stretto Jake più forte che potevo, poi il buio più completo.
Andai in coma per circa una settimana e quando mi svegliai trovai la mia sala d’ospedale gremita di gente che sorrideva per il mio risveglio, c’era mia madre, mio padre, mia nonna, i miei fratelli, c’erano tutti tranne Jake.
-J-j-jake?!? Dov’è Jake?
Urlai appena mi resi conto che non si trovava lì.
Ricordo mia madre che si avvicinò con delle evidenti occhiaie violacee e con un sorriso finto, mi abbracciò e mi baciò la fronte.
-Beh, tesoro mio, Jake…
Scoppiò in un pianto che diede conferma a tutti i miei peggiori presentimenti.
Com’è che dicono i dottori? Ah, si “Mi dispiace ma Jake non ce l’ha fatta.” E sicuramente avevano propinato questa banalissima formula anche per lui.
La mia prima reazione non fu di disperazione, ma di rabbia. Mi alzai da quell’orribile letto bianco gettando quelle coperte che odoravano di disinfettante per terra, sfilai l’ago che era inserito nel dorso della mia mano provocandomi un dolore acutissimo, e mi diressi verso il corridoio dell’ospedale senza sapere cosa fare realmente.
Poi un infermiere mastodontico mi prese con ben poca delicatezza e mi portò nel letto da cui ero appena evasa trattandomi come una matta.
-Lasciatemi, voglio andare da Jake!
Inizai a ripetere questa frase fin quando un fitto dolore si impadronì della mia testa facendomi piombare in un sonno profondo dal quale mi svegliai esattamente ventiquattro ore dopo.
Quando aprii i miei occhi realizzai finalmente tutto, Jake non c’era più, mi aveva abbandonato, ma la nostra era una promessa, noi credevamo nel “vissero per sempre felici e contenti.” Noi eravamo perfetti, ci amavamo da due anni, ed era un amore sincero, si, è vero, un amore da quindicenni, ma pur sempre amore, e io avevo intenzione di passare la mia vita con lui.
Eppure era finito tutto troppo presto. La sua vita era finita troppo presto e finendo la sua di vita era finita anche la mia.
Da quel giorno io non ero più stata me stessa, avevo smesso di curarmi, di pensare al mio aspetto, ai vestiti, ai capelli, alle amiche… passavo le mie giornate chiusa nella mia stanza a studiare o a dormire e le uniche volte che mettevo il naso fuori di casa era per andare al cimitero.
Proprio come quel giorno.
Guardai un’ultima volta la foto di Jake e altre lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi, i suoi capelli castani, i suoi occhi grandi e scuri e la sua bocca, mi mancava tutto.
-Hei, sappi che da quando te ne sei andato io non vivo più. Hai infranto la nostra promessa, non ci sarà mai il mio per sempre felici e contenti. Io ti amo, continuo ad amarti, ti amo e questo non cambierà mai. Sei la mia vita. Baciai di sfuggita quella lapide e asciugandomi le lacrime mi apprestai ad uscire da quel luogo.
Camminavo a testa bassa evitando di incrociare un qualunque sguardo.
Inaspettatamente qualcuno mi toccò la spalla e automaticamente mi voltai.
-Ciao…
Disse il ragazzo di fronte a me.
-Ehm…ciao.
Risposi, e vidi i suoi occhi verdi illuminarsi.







HOLAAAAA (?)
ciao ragazze ( mi sento molto ClioMakeUp) comunque volevo ringraziarvi per aver letto, vi prego se vi è piaciuto almeno un pò di lasciare una piccola minuscola insignificante recensione, così almeno sarò motivata a continuare.
Che dire sulla storia stavo praticamente piangendo mentre la scrivevo, ci ho messo il cuore diciamo.... 
Ok, basta fare la melodrammatica!
va beeeh la smetto di annoiarvi ulteriormente, grazie per l'attenzione e RECENSITEEE 
  
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