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Autore: noneraunabattuta    22/06/2012    2 recensioni
Remus John Lupin stava giocando in giardino con un trenino magico,che andava da solo e faceva fumo vero,fischiando ad intervalli regolari.
Era un tardo pomeriggio di fine maggio del 1964. Aveva quattro anni.Storia sull'infanzia di Remus Lupin.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Capitolo 1.
I grandi non piangono

 

 
Remus John Lupin stava giocando in giardino con un trenino magico,che andava da solo e faceva fumo vero,fischiando ad intervalli regolari.
Era un tardo pomeriggio di fine maggio del 1964. Aveva quattro anni. Suo padre,John Lupin,era considerato dal figlio uno dei migliori maghi di tutti i tempi. Come d’altronde la pensano quasi tutti i figli sui loro genitori.
Si assomigliavano molto. Erano entrambi magri e pallidi,con i capelli castani e gli occhi azzurri. John era Nato Babbano,ma aveva avuto successo nel mondo magico grazie alle sue capacità.
La madre di Remus,Annabel,era Purosangue,ma non di quel tipo che considera Nati Babbani e Mezzosangue indegni di usare la magia. Era una donna intelligente e molto dolce,con folti ricci biondi e occhi verdi.
Quando i suoi genitori si erano sposati,si erano trasferiti in quella casa appena fuori un piccolo villaggio di campagna,abitato quasi interamente da maghi,che Remus adorava. La loro casa era grande,su due piani,con i muri in pietra e le finestre grandi che illuminavano le stanze. Il giardino era molto vasto,e ad un albero era appesa un’altalena.
Sul retro c’era anche un granaio,benché inutilizzato. Ma Remus andava sempre a giocare in quel posto.
Non si annoiava mai in quella casa.
Era figlio unico,ma aveva numerosi amici al villaggio. Fin dai primi anni aveva dimostrato di possedere notevoli capacità magiche,cosa che rendeva i genitori orgogliosi.
Avevano la convinzione che tutto sarebbe sempre andato bene. La loro vita era semplice,ma perfetta.
In quel momento la madre era in cucina a preparare la cena,aiutata dall’elfo domestico Eddy.
Il padre avrebbe dovuto tornare tra una mezz’ora. Lavorava al Ministero della Magia,nell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia.
A Remus sarebbe piaciuto un giorno seguire le orme del padre,poiché sentiva sempre parlare bene di lui dai suoi colleghi.
Aspettava con impazienza il suo ritorno,come tutti i giorni. Aveva l’abitudine di attenderlo in giardino,e,appena lo scorgeva in lontananza,corrergli incontro.
Il sole stava tramontando dietro le colline in lontananza,e i suoi ultimi raggi imprimevano una sfumatura dorata alle cose. Anche i capelli di Remus traevano vantaggio da questo effetto,accendendosi di un bel castano dorato.
Finalmente,scorse una figura Materializzarsi all’improvviso dal fondo della via. Riconobbe l’andatura svelta ed elegante del padre,che,come al solito,si era Materializzato a duecento metri da casa per poter fare due passi con lui.
Remus scattò in piedi e si mise a correre,felice per il ritorno del padre,che,non appena lo vide,si fermò e si chinò per accoglierlo.
In pochi secondi Remus fu tra le sue braccia forti e rassicuranti.
-Papà!-gridò,felice.
Il padre gli sorrideva,ma Remus riconobbe,dietro l’espressione felice,un cipiglio più stanco e preoccupato.
-Cosa c’è,papà?-chiese.
-Niente. Niente,figliolo. Ho solo fame.-rispose lui,con la sua voce calda e morbida.
Fece scendere il figlio dalle sue braccia e insieme percorsero la poca distanza verso casa. Nel frattempo Remus gli mostrò,orgoglioso,come riusciva a far levitare i sassolini per alcuni secondi.
Il padre per poco non fece salti di gioia. Lo abbracciò e disse:
-Scommetto che quando sarai a Hogwarts diventerai il primo della classe!
Remus fu fiero di quelle parole. Non vedeva l’ora di andare a Hogwarts. Aveva un cugino,di otto anni più grande di lui,che viveva a Londra e frequentava il secondo anno lì.
Quando con la sua famiglia veniva a passare da loro il Natale,lui gli raccontava sempre ogni cosa della Scuola di Magia e Stregoneria,e Remus fremeva d’impazienza al solo pensiero di dover aspettare ancora sette anni per ricevere la lettera.
Entrarono in casa e trovarono la madre ad accoglierli.
-Ciao,Annie!-la salutò il padre.
-Che hai John? Mi sembri preoccupato.-disse lei.
Il padre sospirò,strofinandosi gli occhi.
-Oh,ti spiego dopo.
Durante la cena,John Lupin cercò di deviare l’attenzione della moglie e del figlio su altri argomenti,ma si capiva che era preoccupato per qualcosa.
Quando Remus finì di cenare,si alzò.
-Posso andare a giocare nel granaio?
-No.-scattò il padre.
Remus ci rimase male. La risposata del padre era stata dura. Non era mai stato così categorico con lui. Sia Remus che Annabel se ne stupirono.
Remus cercò nella memoria per capire se aveva fatto qualcosa di sbagliato,ma non trovò nulla.
-John,perché … ?-cominciò la madre,ma lui la interruppe.
-Remus,vai in camera tua,devo parlare con la mamma.-disse,più dolcemente.
Remus uscì dalla stanza. Ma non andò in camera sua. Voleva sentire cosa aveva di tanto importante da dire il padre.
Così rimase accostato alla porta,sperano che lui non lo scoprisse,e prestò attenzione alle sue parole.
Lo udì sospirare di nuovo.
-Con Greyback è andata male.-disse alla fine.
La madre si lasciò sfuggire un gridolino.
-Pensavo di incastrarlo,questa volta. Ma non c’è stato modo. -continuò il padre.
-Ma com’è possibile? Quante vittime ha fatto,finora? Venti,trenta? Quante? Possibile che se la cavi sempre?-la voce della madre tramava.
Era spaventata. E lo era anche il padre,Remus lo sapeva.
Greyback. Fenrir Greyback. Ne aveva già sentito parlare dai grandi. Ma ai bambini nessuno diceva nulla.
Accostò ancora di più l’orecchio alla porta,incuriosito. Forse quella sera avrebbe scoperto una volta per tutte chi era questo Greyback.
-Ha detto che me la farà pagare.-concluse John,interrompendo una pausa che a Remus era sembrata interminabile.
Poi lo udì scoppiare in singhiozzi.
-Sai cosa vuol dire questo.-disse,tra le lacrime.
Questo avvenimento fece stare malissimo Remus. Ebbe paura. Suo padre era il più forte,non aveva mai pianto. I grandi non piangono.
Questo Greyback era così terribile da fargli paura? Me la farà pagare. A Remus tornarono in mente le parole del padre.
Aveva paura che Greyback lo uccidesse. D’un tratto Remus capì,e il sangue gli si gelò.
Greyback voleva uccidere suo padre.
A Remus tremarono le gambe. Involontariamente,scoppiò a piangere. Non riusciva a controllare i singhiozzi. Sentì i passi dei genitori che si avvicinavano alla porta. Il padre la aprì e lo trovò seduto per terra,in lacrime.
Remus si aspettava di essere sgridato per non aver ubbidito,e invece il padre lo prese tra le braccia e lo cullò.
-Andrà tutto bene,Remus.-gli disse,con voce tremante.
-Io ti difenderò,papà! Non permetterò a quel Greyback di ucciderti!-esclamò.
Vide i genitori fissarlo,confusi. Poi gli occhi di entrambi si riempirono di lacrime.
-No,Remus,non lo permetterai.-confermò John.
-Dobbiamo andarcene.-disse la madre-Prendiamo il minimo indispensabile e andiamocene.
-Sì,sono d’accordo.-convenne il padre-La prossima luna piena è tra due settimane. Per allora ce ne saremo già andati. 


Angolo autrice
Premetto che è la prima FF che pubblico... in questo capitolo Remus non è ancora un lupo mannaro,e vive una vita felice con i genitori. Tra l'altro,ho voluto aggiungere particolari che evidenziano che la famiglia Lupin non aveva problemi economici,anzi,stava bene (la grande casa in campagna,l'elfo domestico),e il padre aveva un buon lavoro al Ministero. Questo per poter in seguito far risaltare di più la differenza causata dalla condizione di Remus.
Remus ovviamente non sa chi sia Greyback,e pensa che sia il padre ad essere in pericolo,non lui. I genitori,invece,l'ahanno capito e cercheranno di salvarlo.
Detto questo,spero vi piaccia. Le recensioni non mi danno fastidio,neanche quelle negative,anzi,mi fanno capire se devo continuare oppure no.
Mi pare che non manchi niente...
Alla prossima!
Marghe

  
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