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Autore: o donnell    22/06/2012    3 recensioni
April è la migliore amica di Harry, ma i due non si vedono da molto; quando Harry torna a casa dal World Tour con la sua band, April lo trova cambiato. La loro amicizia supererà gli ostacoli o si trasformerà in un sentimento diverso?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9-She's pretty close.

HARRY POV
Ormai guardarla dormire accanto a me era diventato il più bel passatempo che potessi desiderare. Avrei potuto tracciare i lineamenti perfetti del suo viso anche ad occhi chiusi.
Era immobile, e sentivo solo il suo respiro che condizionava anche il mio. Ogni tanto il suo viso tradiva un sorriso, chissà magari stava sognando qualcosa di bello. Poi d’improvviso aprì gli occhi, che oggi erano di un grigio spento, ma sempre bellissimi soprattutto se sapevi che ti stavano scrutando.
-Non dirmi che è domenica-disse girandosi per affondare la faccia ne cuscino
-Sì, è domenica-risposi io pensando a che giorno fosse ieri. April si alzò di scatto dal letto e si sfilò la mia maglia, gettandomela addosso. Cercò sotto il letto i suoi pantaloni e cercando di infilarseli percorse tutta la stanza saltellando come una bambina piccola, mentre io la guardavo divertito, sarei rimasto tutta la vita lì a guardarla. Poi si avvicinò a me, che cercai di sostenerla mentre tentava di vestirsi
-Quanti ne abbiamo oggi?-chiese lei abbottonandosi i pantaloni
-Ventuno, perché?-chiesi io facendo il conto con le mani
-Allora oggi è il compleanno di mia madre.-affermò con la testa bassa, basita, per poi correre in bagno, mettendosi la maglietta.
-Ma perché per te il risveglio è sempre così traumatico?-chiesi io, che avrei voluto portarle almeno una volta nella vita la colazione a letto.
-Non è colpa mia se oggi mia madre compie gli anni !-gridò lei dal bagno, mentre io racimolavo i miei vestiti sparsi per la camera.
-Le hai preso qualcosa almeno?-chiesi io sistemandomi i capelli ai piedi del letto. Non ricevetti risposta, così la raggiunsi in bagno e la trovai che si stava spruzzando il mio profumo.
-No, non le ho preso nulla- come immaginavo. Lei faceva sempre le cose all’ultimo minuto, anche se c’era da darle atto che le riuscivano sempre maledettamente bene.
Come quella volta del progetto di biologia. Stavamo di coppia insieme, e dovevamo consegnare la ricerca dopo un mese dall’assegno. Ci riducemmo a fare la ricerca la sera prima del giorno della consegna, e il professore ci diede una A.
Poi mi ricordai che la mamma per Natale aveva ricevuto da una sua amica un cofanetto, così andai in camera sua, e lo trovai ancora sul comodino, avvolto nella carta. Non le era mai piaciuto.
-April, ho trovato questo, è un cofanetto che la mamma ha ricevuto per Natale, ma a quanto pare non ha gradito il pensiero..-le proposi mentre si accingeva a sistemarsi i capelli. Lo prese e lo rigirò tra le mani.
-Andrà più che bene, grazie-rispose lei prendendo a scendere le scale.
-Te ne vai?- chiesi io seguendola per le scale, provando a bloccarla per il braccio.
-Sì. pranzo in famiglia-mi rispose annoiata
-Ti accompagno?-chiesi io appoggiandomi al tavolo dell’entrata. Mi ero appena svegliato, ma starle dietro non era facile.
-Sono solo cinque minuti di strada a piedi- disse lei uscendo di casa
-Camminare fa bene!- le risposi chiudendo la porta, scendendo le scalette.
-Resta anche tu con me- mi pregò stringendomi il braccio
-No April, non posso, non c’entro nulla con la tua famiglia-risposi io, in imbarazzo
-Dai almeno saluti la mamma. Parte oggi-continuò lei imperterrita
-Appunto, visto che è l’ultimo giorno che puoi vederla passalo con lei-dissi cercando una scusa.

Entrammo nel vialetto di una casa in mattoncini, con la porta verde, April bussò e finalmente le aprì una bambina mora, con gli occhi marroni. Doveva essere sua cugina. Non si assomigliavano affatto. Non che due cugine si debbano assomigliare per forza, intendo.
-Vieni April!-disse la bambina tirandola per la maglia. Nonostante gli scossoni che April mi diede per farmi muovere da lì, non cedetti.
-Avanti, entra!-mi sussurrò lei con aria supplichevole- Non sapendo resistere al suo sguardo, mi feci guidare dalla sua mano, che teneva stretta la mia.
Entrando in casa notai subito lo stile semplice che contraddistingueva la mobilia, tutto era in vimini bianco e alle pareti erano attaccate delle foto.
La bambina ci portò in camera sua, tutta rosa e viola, con un letto che ogni bambina avrebbe desiderato.
-Lui chi è?-chiese la bimba ad April indicandomi.
-Ciao, io sono Harry-mi presentai chinandomi verso di lei.
-Ciao Harry, io sono Ashley, e lei è Barbie-disse avvicinandomi la bambola alla faccia.
-Ashley, vado a dare una mano di là, rimani qui con Harry.-affermò April accarezzando la testa mora della bambina.

Passarono alcuni minuti in cui Ashley mi isegnò come fa sedere una bambola, e come pettinarle i capelli, non si sa mai nella vita cosa potresti ritrovarti a fare.
-Scusate se vi interrompo sul più bello, ma il pranzo è pronto!-disse April con sguardo divertito. Evidentemente era lì da un po’, e aveva assistito a tutta la scena. Ashley corse velocemente a tavola, passando tra me ed April.
-Scusa, probabilmente avresti avuto di meglio da fare che giocare con le barbie-mi sussurrò all’orecchio.
-No, ad essere sinceri no- le risposi ammiccando. Almeno sarei potuto stare con lei.
-Mamma! Lui è Harry, il mio nuovo fidanzato!-urlò Ashley giunta in cucina. La madre si girò di scatto verso di me, pulendosi le mani nel grembiule.
-Salve Harry! Io sono Susanne. Scusala, è colpa della televisione, sta sempre parcheggiata lì davanti-disse la donna, giustificando la figlia.
-Ciao ragazzo, io sono Carl- disse stringendomi la mano un uomo alto dall’aria seria.

L’ora della partenza della madre di April arrivò velocemente, il pranzo era squisito, la zia e la mamma di April erano state due cuoche straordinarie, il regalo improvvisato di April fece un figurone e io non avevo neanche fatto troppe figuracce finora, così c’andammo a sedere in soggiorno.
-Riguardo a te April, ci ho pensato su. I tuoi zii saranno i tuoi tutori legali e di conseguenza vivrai sotto il loro tetto, visto che non sei ancora maggiorenne-esordì la madre di April rompendo il silenzio creatosi per l’imbarazzo.
April si girò verso di me con sguardo interrogativo, pregandomi di aiutarla.
-Signora, mi scusi se mi intrometto, ma pensavo che lei avesse acconsentito affinchè April venisse a stare da me, sa, lei stessa è una cara amica di mia madre, e io ed April siamo praticamente cresciuti insieme, pensavo che..-dissi dopo essermi schiarito la voce.
-Lo so Harry, conosco Anne da molto tempo, e so che voi due siete molto legati, si vede da come vi brillano gli occhi, ma purtroppo l’amicizia vale zero davanti alla legge, perciò April dovrà stare da Susanne,alla quale è legata da un rapporto di parentela, finchè non sarà maggiorenne mentre la nostra casa sarà venduta.-mi spiegò la donna da bravo avvocato.
-Ah- sospirò April pregando tra sé e sé che quelle lacrime non uscissero proprio ora.
-Mi dispiace lasciarvi così, ma sono già in ritardo, e il volo non aspetta me.-disse sorridendo la madre di April, alzandosi dal divano per prendere le valigie.
Tutti ci alzammo per salutarla, April andò per prima, poi fu il mio turno
-Ciao Harry, prenditi cura di lei, se puoi.-mi sussurrò mentre le baciavo le guance
-Arrivederci Signora- la salutai dopo averle fatto un cenno affermativo col capo, in risposta.
-Harry, vuoi sposarmi?-mi chiese Ashley prima di scomparire dietro la porta. Quella bambina era davvero un peperino.
Gli zii di April accompagnarono la madre all’aeroporto, April non c’andò. Non le sono mai piaciuti i saluti. Eravamo soli e il silenzio cadde nella casa.
-Ora puoi piangere, se vuoi.-le dissi sedendomi vicino a lei accarezzandole la spalla.
Lei mi abbracciò forte, sentivo il suo torace gonfiarsi per prendere aria, e le sue dita descrivere cerchi sulla mia schiena.
-Se è per la casa, posso comprarla io-le proposi gentilmente, ancora abbracciato a lei
-No, non è per la casa, ma grazie comunque.-rispose lei. La sua voce mi fece vibrare il corpo.
Lei si staccò da me, e mi guardò con i suoi occhi grigi che supplicavano affetto.
-E’ per Ashley? Non essere gelosa!-tentai scherzando facendo una pausa -Te lo prometto, ci sentiremo ogni benedetto giorno.-continuai quasi inconsciamente riferendomi a quei lunghissimi tre mesi che mi aspettavano in America.
Ogni volta che io mi riferivo al tour, lei si mostrava indifferente nei miei confronti e deviava sempre discorso. Lei aveva sempre pensato che rimandare la sofferenza nel momento in cui stai lasciando una persona è meglio che soffrire ogni giorno aspettando il momento in cui se ne andrà. Non aveva tutti i torti.
-Ehi,-le dissi sollevandole la faccia son le dita-andiamo a farci una pizza stasera?-continuai cercando di distrarla
-Sì, ma solo da Ethan’s-rispose lei accennando un sorriso.
-Certo, e poi non dimenticarti che mi devi aiutare col vestito per il défilé. Mercoledì è vicino.-aggiunsi prendendole le mani.
-E’ vero, me ne ero quasi dimenticata.-rispose lei portandosi una mano alla bocca.
-Dai lascia un biglietto ai tuoi zii, e di loro che andiamo a farci un giro-proposi io frugandomi le tasche in cerca di un pezzo di carta.

Sono uscita con Harry, farò tardi, non aspettatemi.
April.


April concludeva tutti i biglietti con non aspettatemi. Magari perché lei stessa era stufa di aspettare qualcuno, e sperava che qualcuno attendesse solo lei, eppure io l’avevo cercata per una vita.


 
Salve a tutte !
Come avete potuto notare, la storia sta diventando a dir poco noiosa. Insomma io non mi sarei mai immaginata di arrivare fino al capitolo 9, e ringrazio tutte voi che recensite, preferite, ricordate e leggete questa storia, e mi scuso con voi, perchè so di aver deluso le vostre aspettative oltre che le mie, e non so veramente dove sia finita tutta la fantasia che avevo una volta e soprattutto cosa abbia fatto deprimere me e i protagonisti, nel corso della storia. Bohh.
Aspettando che ritorni in me, ringrazio tutte. Vi voglio bene :)
Al prossimo (?)

-Misery

  
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