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Autore: madamina    22/06/2012    2 recensioni
Settimo anno ad Hogwarts per il Magico Trio che ritorna a scuola dal momento che Voldemort non ha mai creato i suoi Horcrux. Ma molte cose sono cambiate ed altre ancora cambieranno radicalmente, rivoluzionando la loro vita; chi era amico ora non lo è più, e chi era nemico si potrebbe rivelare il più prezioso dei tesori.
Draco Malfoy è morto, Piton sembra scomparso nel nulla e la guerra è in pieno svolgimento.
Harry decide di scoprire l'assassino di Draco, ma non sarà una cosa semplice. Per fortuna può contare su nuovi amici, in particolare su un nuovo studente dal passato misterioso.
Riuscirà Harry a scoprire l'assassino, e soprattutto a sconfiggere Voldemort nella battaglia finale?
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo 20

§ Cap. XX – Black Holes and Revelations §

 

Salì i gradini a due a due, fino all’entrata della sala comune di Corvonero, lasciata appositamente aperta dal professor Vitious per facilitare l’evacuazione degli studenti.

Si trovò davanti Bryan, con una leggera sacca da viaggio a tracolla, pronto a lasciare la scuola.

“Vai da qualche parte?” gli chiese Harry con tono tagliente.

“Si lontano da qui. Non è la mia battaglia questa” gli rispose con voce incolore, come se stesse parlando del tempo.

“Quindi non ti interessa se Hermione resterà qui a combattere?”

Un lampo attraversò gli occhi di ghiaccio di Bryan. “No” rispose asciutto.

“Lei combatterà anche per te. E combatterà per Malfoy” la voce di Harry spaventosamente simile ad un ringhio.

“Malfoy è morto” gli fece notare Bryan sempre calmo e con voce melliflua, un sopracciglio alzato.

“E tu questo lo sai bene, visto che ci sei dentro fino al collo!” esplose a quel punto il ragazzo Sopravvissuto.

"Hai ragione Potter! La morte di Draco Malfoy è avvenuta per colpa mia.... L’ho ucciso io proprio con questa bacchetta" affermò Bryan sollevando la sua bacchetta davanti al viso e poi senza dare all'altro il tempo di replicare se la punto contro, riprendendo il suo vero aspetto.

Al contrario di quanto aveva pensato Bryan, Harry non batté ciglio.
"Non mi guardare stupito, avevo già intuito la tua vera identità, ma una persona di cui mi fido mi ha convinto a tacere, perché credeva che fossi cambiato, ma vedo che non è così. Ci hai ingannati tutti quanti, ci hai fatto credere di essere nostro amico, ti sei anche messo con Hermione! Ma perchè? Non ci hai guadagnato nulla da questa storia..." chiese Harry con la voce che andava alzandosi ad ogni parola. Aveva bisogno di capire.
"Calmati Potter" gli rispose con voce atona e distaccata, molto diversa da quella amichevole che gli aveva sempre rivolto. Ed il ritorno al cognome per Harry fu come una pugnalata alle spalle. Allora tutto il tempo insieme non aveva veramente significato nulla.

L'altro gli rivolse un'occhiata gelida. "Noto che l'arroganza è rimasta quella di una volta. Che dovrei fare? Ringraziarti per tutti i soprusi e le prepotenze che ci hai fatto subire in questi anni? E l'odio che mi hai sempre gettato contro? E forse non ti ricordi che Silente è morto per colpa tua! Avrei anche potuto pensare che in questo periodo che hai trascorso tra noi come Bryan, come l'amico a cui abbiamo voluto bene tu fossi cambiato, ma il fatto che siamo tornati ai cognomi mi fa pensare che in realtà non è cambiato proprio nulla. Mi chiedo solo quale sia il tuo piano..."

"Non credo che sapendo chi sono veramente tu voglia ancora essere mio amico, Potter". Fece una pausa aspettando una reazione dell'altro che però non arrivò. Lo interpretò come un muto invito a  parlare. "Dici che non ci ho guadagnato nulla. Beh non è vero. Finalmente ho potuto avere la vita se non felice e spensierata ma almeno serena che non ho mai avuto. Ho avuto degli amici di cui mi sono fidato, che mi sono stati vicini e che mi hanno aiutato quando ne ho avuto bisogno. Ho potuto conoscere delle persone che altrimenti non avrei neanche potuto avvicinare. E poi sono riuscito a restare lontano dall'Oscuro, dai suoi servitori e da tutti gli orrori che questo comporta. Ti sembra niente?". Aveva sputato con veemenza quelle cose che si teneva dentro da tanto tempo ed ora si sentiva meglio, ma anche spossato. Leggermente arrossato in viso, negli occhi aveva una luce nuova che non gli aveva mai visto. O meglio era la luce che in quei mesi aveva visto accendersi a poco a poco negli occhi di Bryan Akira Hope, l'amico che aveva imparato a conoscere ed a cui si era affezionato. Ma ora brillava selvaggia negli occhi della persona che gli stava davanti. Una delle persone che più aveva odiato in passato. Dopo una breve pausa continuò con un tono più basso, piatto, mellifluo.

"Ma tu non puoi capire cosa voglia dire vivere in mezzo a loro, quello che ho dovuto sopportare senza poter fare nulla. Loro sono troppo forti per una persona sola".

Voltò le spalle ad Harry. "Non so neanche perché ti dica queste cose visto che è tutto finito. Forse perché con voi mi sono sentito finalmente una persona normale, apprezzato per quello che sono e non per quello che rappresento. Forse è il mio modo di ringraziarvi. Salutami tutti gli altri e ringraziali da parte mia. Per tutto". Dopodiché, superando Harry, iniziò a camminare con passo deciso verso l’entrata del dormitorio, per uscire nei giardini e raggiungere il cancello da cui si sarebbe smaterializzato per ricominciare la sua fuga.

"Aspetta..". Una mano sicura sulla sua spalla lo invitava a fermarsi. "Aspetta... dove stai andando?"

"Sto andando via, Potter. E' stato bello finché è durato, ma ora è il momento che ricominci la mia fuga. Non posso restare, gli altri non mi accetteranno mai, men che meno Hermione. E non sopporterei il disgusto che leggerei nei suoi occhi vedendo il mio vero aspetto. Perché anche se non ci credi, le voglio veramente bene".

"Ti credo"

"Va bene, ora è meglio che vada... Un momento, che cosa hai detto?!?" disse girandosi lentamente a guardarlo negli occhi.
"Ho detto - prese un sospiro per il peso di quelle parole - che ti credo. In questi mesi ho conosciuto una persona nuova. Bryan è un ragazzo con tanti difetti, ma anche con dei pregi. E sono anche convinto che Bryan sia quello che è sempre stato nascosto sotto la tua solita maschera. La dimostrazione è proprio quello che mi hai appena detto. Avresti potuto aggredirmi e invece sei rimasto qui a parlare e a spiegarmi. Non mi importa del tuo passato o del tuo aspetto. Per me resti un buon amico. E ora tutti noi abbiamo bisogno di te. Se veramente ti sei affezionato a noi, allora resta, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Combatti insieme a noi, al nostro fianco" e detto questo gli tese una mano.

L'altro rimase qualche secondo interdetto, poi sollevò la sua mano titubante, ma quando incontrò quella di Harry la strinse vigorosamente.
"Va bene Potter, resterò".

"Preferisco Harry, se non ti spiace. I miei amici mi chiamano per nome" gli rispose dandogli una pacca sulla spalla.
"Va bene Harry. Ma forse è il caso che io torni Bryan. Preferisco spiegarmi con più calma agli altri, non prima della Battaglia Finale. Specialmente con Hermione" e con un gesto della bacchetta tornò il ragazzo moro dai lunghi capelli neri e dagli occhi di ghiaccio.

"Adesso andiamo" gli disse Harry, iniziando a correre verso il punto dove gli altri li aspettavano.

"Grazie" disse Bryan e l'altro gli rispose con un cenno del capo dirigendosi verso la Sala Grande.

Appena entrato, Bryan raggiunse Hermione con lo scopo di parlarle e dirle la verità. Ora che aveva deciso di rimanere a combattere quella poteva essere l’ultima occasione che aveva di parlarle.

"Herm, ti posso parlare? E' importante". Tentò di prenderla per mano ma lei si scostò scoccandogli un'occhiataccia.
"Che c'è tesoro? Ho fatto qualcosa?"

Lei gli rispose con uno sguardo gelido. "Non mi dovevi parlare, tesoro?"

"S...si" fece lui titubante davanti a quell'atteggiamento insolito, e si diresse verso un'aula vuota, seguito da Hermione. Entrò, tenendo la porta aperta alla sua ragazza.

"Ecco.. io non so da dove cominciare..."

"Comincia col dirmi quanto ti sei divertito a prendermi in giro -  gli disse lei con la voce che irradiava gelo - So chi sei veramente".
"Cos... Ma come l'hai scoperto?" rispose lui sorpreso.
"Ho seguito Harry su alla torre di Corvonero prima, per essere sicura che non facesse sciocchezze, e ti ho visto riprendere il tuo vero aspetto. Cielo, quanto sono stata stupida a non accorgermi di niente in tutto questo tempo! Eppure di indizi ce ne erano! La tua profonda conoscenza dei Serpeverde, la tua grande preparazione in Pozioni, e poi tutti i particolari sui Mangiamorte... Solo uno di loro avrebbe potuto conoscerli! Stupida! Stupida! Stupida!" strillava Hermione mentre percorreva a grandi falcate l'aula gesticolando come una pazza.

"Herm, ascolta..." tentò di avvicinarsi, ma lei lo scostò bruscamente.
"Stammi lontano! E non mi toccare!"

Sul viso del ragazzo comparve tutta la sua sofferenza. "Ecco perchè mi sono nascosto ed ho deciso di cambiare aspetto prima di tornare. Nessuno di voi riesce ad accettarmi per come sono. Neanche dopo avermi conosciuto realmente. Neanche tu hai capito. Sarebbe stato meglio se non fossi mai tornato...". Poi si girò bruscamente verso la porta, dando le spalle ad Hermione.
"Al diavolo Potter e tutte le sue belle parole! Nessuno riuscirà mai ad accettarmi per quello che sono! Me ne andrò subito da questo posto, lontano dai vostri pregiudizi e dalle vostre ipocrisie!
Con te mi sono aperto completamente. Tu hai visto la mia anima messa a nudo. Con nessuno mi sono mai esposto così - le disse ancora di spalle, ma con la voce ardente di rabbia - se neanche tu riesci ad accettarmi, come potranno farlo gli altri?".

Detto questo uscì dalla porta, sbattendola violentemente alle sue spalle, diretto con passo veloce verso i confini di Hogwarts da cui si sarebbe smaterializzato.

Perso nel fuoco della rabbia che gli ardeva dentro e nel dolore profondo che gli lacerava l'anima per essere stato rifiutato dalla sua amata Hermione, non si accorse di alcuni passi veloci che gli si avvicinavano alle spalle. Si ridestò sentendo una voce alle sue spalle.

"Aspetta..." non una voce, ma la sua voce. "Aspetta" e lui si fermò lì in mezzo al corridoio, senza accennare però a girarsi.
Sentì Hermione abbracciarlo da dietro e poggiare la testa contro la sua schiena, in un gesto carico di affetto.

"Hai ragione, ormai dovrei conoscerti, ma è stato un brutto colpo scoprire che non eri la persona che credevo... Oltre allo shock di ritrovarti di nuovo qui dopo tutto questo tempo..."
Lui le accarezzò dolcemente le mani, poggiandovi sopra le sue. Poi sospirò stancamente.

"Herm, ti giuro che tutto quello che ti ho sempre detto era la pura verità. Tu hai conosciuto la parte più vera di me. Per assurdo nel momento in cui mi sono mostrato con un aspetto diverso, è stato proprio il momento in cui mi sono tolto tutte le mie maschere e mi sono mostrato per quello che sono veramente, con i miei sentimenti e le mie debolezze.

Io ti amo Hermione, e se tu non riesci a ricambiare ora che sai la verità, allora me ne andrò via, non ha senso per me restare se tu non sarai al mio fianco. Non avrei nulla per cui combattere".
Per tutta risposta Hermione lo abbracciò ancora più stretto.
"Non andartene, ti prego. Ti amo anche io. Resta e combatti con me per il nostro futuro.

Bryan sciolse l'abbraccio di Hermione e si girò per guardarla negli occhi. Vi lesse tutto l'amore che vi sempre trovato prima che lei scoprisse la verità. Lei aveva capito. E lo aveva accettato.
Allora forse c'era ancora una speranza per lui...

Lentamente la riprese tra le braccia e posò delicatamente le labbra sulle sue in un gesto carico di affetto.

Hermione subito ricambiò il bacio, rendendolo più profondo e cercando di trasmettere così i suoi sentimenti al suo ragazzo.
Lo abbracciò stretto e continuò quella specie di battaglia che caratterizzava il loro rapporto: nessuno dei due accettava di sottomettersi completamente all'altro, in un continuo scontro di personalità molto forti e decise.

Continuarono a baciarsi con passione, finché non si dovettero staccare per riprendere aria.

Bryan posò la fronte su quella di Hermione e le sussurrò: "Resterò, ora so per cosa combattere".

Tornarono quindi in Sala Grande dove trovarono Harry che discuteva con i membri dell’Ordine della Fenice e con i capi degli Auror che stavano arrivando per fare la loro parte in battaglia.

Decisero quindi di spostarsi tutti quanti nell’ampio salone d’ingresso, pronti ad uscire dal grande portone non appena i Mangiamorte avessero iniziato l’attacco. La battaglia si sarebbe svolta principalmente nei giardini, ma l’intento era di spostare quanto più possibile il combattimento all’interno delle mura, dove l’esercito di Voldemort era decisamente svantaggiato non conoscendo il posto come i suoi occupanti.

Harry era al centro dell’ambiente, tutti gli occhi puntati su di lui che avrebbe dato il segnale per uscire a combattere. Accanto a lui Bryan ed Hermione e dietro Blaise, Michael e Pansy.

Bryan sospirò pesantemente, come se avesse preso la decisione più difficile della sua vita, ed in effetti era così. “Tra poco la battaglia finale avrà inizio – fece una pausa per guardare negli occhi Hermione che gli prese una mano – ed io sono scappato abbastanza”.

Harry si girò a guardarlo, comprendendo le sue intenzioni e gli mise una mano sulla spalla annuendo.

“Voglio che il nemico mi guardi in faccia e sappia chi ha veramente davanti” continuò Bryan, guardando stavolta tutti i presenti attorno a sé. “Ben detto amico” confermò Harry ancora con una mano sulla sua spalla e lasciandola poi cadere per permettere a Bryan di fare ciò che desiderava.

Il ragazzo estrasse la sua bacchetta e come aveva fatto poco prima nella torre di Corvonero se la puntò contro e riprese il suo vero aspetto, lasciando tutti sconvolti. Se non fosse stato per Hermione che gli teneva saldamente la mano e per Harry che lo aveva appena chiamato amico, in quel momento sarebbe stato colpito da decine di schiantesimi.

Con una carnagione così chiara da sembrare scolpita nel marmo ed i capelli biondissimi quasi bianchi, Draco Malfoy era al centro del salone di ingresso. Solo gli occhi lo collegavano al ragazzo che era stato fino a qualche secondo prima.

Dopo qualche momento di silenzio assoluto si alzò un gran vociare. Michael rimase impietrito sul posto, Pansy scoppiò in un pianto liberatorio, mentre un imbestialito Blaise Zabini gli si parò davanti e gli scaricò con tutta la forza che aveva in corpo un violento pugno sullo zigomo, che lo fece volare a terra.

“Draco, brutto bastardo figlio di puttana – gli urlò contro gettandoglisi addosso e tentando di strangolarlo – Hai una vaga idea di quello che ho passato credendoti morto?!?” continuava ad urlare come un invasato senza mostrare la minima di intenzione di voler almeno allentare la presa sul suo collo.

Per fortuna intervennero Pansy e lo stesso Harry che riuscirono a scollarglielo di dosso, prima che Draco venisse ucciso, questa volta per davvero. Ci vollero parecchi minuti perché Blaise sbollisse i suoi istinti omicidi, durante i quali Hermione si prese cura di Draco.

“Bene, credo che tu mi debba qualche spiegazione, amico – gli disse Blaise con il tono più gelido di cui fu capace, ancora furente – E vedi di essere convincente, altrimenti non ci metto niente ad ammazzarti sul serio, brutto bastardo!”.

“Blaise non ho molto da spiegare. Semplicemente la notte che è morto Silente mi è sembrata una buona idea fuggire, e quale modo migliore per far perdere le tracce che simulare la propria morte? Così mi sono nascosto, ma nessun luogo era davvero sicuro per me. Voldemort ha spie ovunque e rischiavo di essere ritrovato. Così ho deciso di tornare qui e per non essere riconosciuto ho cambiato il mio aspetto. Tutto qui” raccontò brevemente Draco.

“Tutto qui?!? – Blaise aveva gli occhi fuori dalle orbite – Potevi dirmelo! Hai idea di quanto sia stato male credendoti morto? Ho creduto di aver perso un fratello!”.

“No, non potevo. Ti avrei esposto ad inutili rischi. Avresti potuto tradirti accidentalmente e allora la loro vendetta avrebbe colpito anche te. Ti avrebbero creduto mio complice. E non credere che tutto il tempo passato lontano da te sia stato una passeggiata. Anche io ho perso un fratello, finchè non sono riuscito a riavvicinarti. Avrei voluto mettere fine al tuo dolore, credimi, mi ha fatto veramente male vederti soffrire, ma ti dovevo proteggere!”.

“Io… Io… Oh al diavolo! Bentornato Draco!” strillò Blaise commosso abbracciando forte il suo amico.

Improvvisamente un boato squarciò il silenzio. Il momento era arrivato.

Harry riprese il suo posto al centro della sala. Hermione e Draco al suo fianco, dietro a lui Blaise, Michael e Pansy, tutto intorno gli altri studenti, i professori, i membri dell’Ordine della Fenice, gli Auror. Erano pronti.
  
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