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Autore: Devon    23/06/2012    6 recensioni
-Dai maschiaccio, non ti eccita l'idea di viaggiare in macchina con Synyster Gates?
Gli lanciai un'occhiataccia. Sapeva che odiavo essere chiamata così.
Che i miei genitori non fossero nelle loro piene facoltà mentali quando decisero il mio nome all'anagrafe era ormai più che palese, ma non era comunque un buon pretesto per prendersi gioco di me.
Molto bene, uno di questi giorni qualcuno organizzerà una congiura nei miei confronti in quanto sto iniziando una terza fanfiction. Ma questa volta ho l'intera trama in mente e so come svilupparla PER INTERO. Non lascerò niente in sospeso, promesso. :3
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver ricevuto una serie di auguri e congratulazioni, mi avvicinai al bancone per prendere un drink.
-Allora, alla sposa è piaciuto il matrimonio?
Mi voltai verso Jimmy e gli gettai le braccia al collo.
-Questo è un sì? - lo sentii ridere.
Non risposi. Non potevo essere più felice di così.
Dopo aver sciolto l'abbraccio gli sorrisi.
-Grazie grazie grazie grazie grazie - esclamai -è tutto perfetto. Non potrei chiedere di meglio.
-Sono felice, Devon - ricambiò il mio sorriso -questo ed altro per i miei amici.
-Non so come avremmo fatto senza di te. Sei fantastico.
Jimmy abbassò gli occhi e sorrise tristemente, scuotendo la testa.
-Non sono fantastico - sospirò -non sono perfetto. Ci sono tante cose che non vanno bene in me.
-Strano, io non ne vedo nemmeno una. - replicai.
-Sei un angelo - incontrò il mio sguardo e mi sorrise.
-No, non è vero - obiettai -vedo semplicemente ciò che sei veramente. Sei uno dei regali più belli che i ragazzi potessero mai ricevere; sei una brava persona, un artista nato e un ottimo amico. Non c'è niente che non va in te.
Lui restò a fissarmi per qualche secondo per poi riabbracciarmi.
-Beh, grazie - sospirò.
-Jimmy - dissi.
-Sì?
Indugiai per qualche istante.
Eh no, non puoi metterti a piangere proprio adesso.
-Promettimi che non mi abbandonerai - tirai su col naso.
-Per te ci sarò sempre, tesoro - mi garantì -è una promessa.
Mi staccai dall'abbraccio.
-Ehi, non ci provare! - esclamò lui, puntando l'indice verso di me. -Avevi promesso che non avresti pianto.
-Lo so - mi asciugai frettolosamente le prime lacrime -è colpa tua. Anzi, colpa VOSTRA.
-Te l'avevo detto che avremmo organizzato tutto alla perfezione.
-Già - sospirai.
Lui mi sollevò il mento con un dito e sorrise.
-Dai, - mi diede una pacca e fece un cenno in direzione della sala -torna da tuo marito o penserà che tu lo stia già tradendo - e rise.
Mi sforzai di ridere anche io e mi allontanai mentre lui mi strizzava l'occhio.
-Hai deciso di abbandonarmi? - mi chiese Brian, quando tornai tra le sue braccia.
-Può darsi - sorrisi innocentemente, e lui ricambiò. -Lo stavo solo ringraziando; è pazzesco ciò che ha fatto. Ciò che HANNO fatto.
-Sì - annuì lui -su questo non posso che concordare.

-Adesso decisamente si respira di più.
Avevamo deciso di allontanarci un po' dalla sala e ci eravamo spostati lungo il cortile, dove ci eravamo seduti su una panchina.
-Sei bellissima - sussurrò, facendomi arrossire.
-Mi pare di cogliere dello scetticismo da parte tua, mia cara - continuò, incontrando i miei occhi.
Ridacchiai.
-Ah io volendo potrei anche crederti - risposi -però c'è una superficie trasparente sopra il lavandino del bagno che mi convince sempre del contrario. Si chiama specchio.
-Forse non ti vedi veramente per ciò che sei.
Argh.
-Ho centrato il bersaglio, vero? - sorrise, prendendomi una mano.
-Non lo so, a dire il vero.
Lui scosse la testa e avvicinò dolcemente il suo volto al mio.
Mi baciò con tenerezza, accarezzandomi i fianchi.
Ecco. Questa è la mia definizione di piccolo pezzo di Paradiso.
Decisi che era il momento di fermarlo quando iniziò a farmi sdraiare sulla panchina. Per quanto l'idea mi allettasse, non era il caso di osare tanto al proprio matrimonio. Ci sarebbero state altre occasioni per farlo.
-Tu non hai nessun limite - sospirai.
-E ti dispiace? - alzò le sopracciglia, ammiccante.
-Non cambi mai, eh? - risi, seguita a ruota da lui.
-Ti amo - disse, mentre mi coccolava -qualsiasi cosa succeda, ricordatelo.
-Ti amo anche io.
Ci sono momenti in cui tutto va per il verso giusto. Non devi spaventarti, Devon, sono momenti che passano.
 
IMPORTANTE:
LO SO cosa state pensando. è corto, lo so, è MOLTO corto. Ma non ho potuto fare di più. Questa fic finisce qua (i capitoli son troppi poi uno si stufa a leggerli xD) quindi ho pensato di dividerla in due parti: nella seconda parte continuerò a raccontare la vicenda da dove l'abbiamo lasciata, e spero di riuscirci a breve. Pensavo anche di scriverne una sulle vicende dei fratelli Baker, ma sinceramente non so. Voi cosa ne pensate? Grazie ancora a chi mi segue e mi recensisce, ciao :3


 

 
   
 
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