Dopo aver ricevuto una serie di auguri e congratulazioni, mi avvicinai al bancone per prendere un drink.
-Allora, alla sposa è piaciuto il matrimonio?
Mi voltai verso Jimmy e gli gettai le braccia al collo.
-Questo è un sì? - lo sentii ridere.
Non risposi. Non potevo essere più felice di così.
Dopo aver sciolto l'abbraccio gli sorrisi.
-Grazie grazie grazie grazie grazie - esclamai -è tutto perfetto. Non potrei chiedere di meglio.
-Sono felice, Devon - ricambiò il mio sorriso -questo ed altro per i miei amici.
-Non so come avremmo fatto senza di te. Sei fantastico.
Jimmy abbassò gli occhi e sorrise tristemente, scuotendo la testa.
-Non sono fantastico - sospirò -non sono perfetto. Ci sono tante cose che non vanno bene in me.
-Strano, io non ne vedo nemmeno una. - replicai.
-Sei un angelo - incontrò il mio sguardo e mi sorrise.
-No, non è vero - obiettai -vedo semplicemente ciò che sei veramente. Sei uno dei regali più belli che i ragazzi potessero mai ricevere; sei una brava persona, un artista nato e un ottimo amico. Non c'è niente che non va in te.
Lui restò a fissarmi per qualche secondo per poi riabbracciarmi.
-Beh, grazie - sospirò.
-Jimmy - dissi.
-Sì?
Indugiai per qualche istante.
Eh no, non puoi metterti a piangere proprio adesso.
-Promettimi che non mi abbandonerai - tirai su col naso.
-Per te ci sarò sempre, tesoro - mi garantì -è una promessa.
Mi staccai dall'abbraccio.
-Ehi, non ci provare! - esclamò lui, puntando l'indice verso di me. -Avevi promesso che non avresti pianto.
-Lo so - mi asciugai frettolosamente le prime lacrime -è colpa tua. Anzi, colpa VOSTRA.
-Te l'avevo detto che avremmo organizzato tutto alla perfezione.
-Già - sospirai.
Lui mi sollevò il mento con un dito e sorrise.
-Dai, - mi diede una pacca e fece un cenno in direzione della sala -torna da tuo marito o penserà che tu lo stia già tradendo - e rise.
Mi sforzai di ridere anche io e mi allontanai mentre lui mi strizzava l'occhio.
-Hai deciso di abbandonarmi? - mi chiese Brian, quando tornai tra le sue braccia.
-Può darsi - sorrisi innocentemente, e lui ricambiò. -Lo stavo solo ringraziando; è pazzesco ciò che ha fatto. Ciò che HANNO fatto.
-Sì - annuì lui -su questo non posso che concordare.
-Adesso decisamente si respira di più.
Avevamo deciso di allontanarci un po' dalla sala e ci eravamo spostati lungo il cortile, dove ci eravamo seduti su una panchina.
-Sei bellissima - sussurrò, facendomi arrossire.
-Mi pare di cogliere dello scetticismo da parte tua, mia cara - continuò, incontrando i miei occhi.
Ridacchiai.
-Ah io volendo potrei anche crederti - risposi -però c'è una superficie trasparente sopra il lavandino del bagno che mi convince sempre del contrario. Si chiama specchio.
-Forse non ti vedi veramente per ciò che sei.
Argh.
-Ho centrato il bersaglio, vero? - sorrise, prendendomi una mano.
-Non lo so, a dire il vero.
Lui scosse la testa e avvicinò dolcemente il suo volto al mio.
Mi baciò con tenerezza, accarezzandomi i fianchi.
Ecco. Questa è la mia definizione di piccolo pezzo di Paradiso.
Decisi che era il momento di fermarlo quando iniziò a farmi sdraiare sulla panchina. Per quanto l'idea mi allettasse, non era il caso di osare tanto al proprio matrimonio. Ci sarebbero state altre occasioni per farlo.
-Tu non hai nessun limite - sospirai.
-E ti dispiace? - alzò le sopracciglia, ammiccante.
-Non cambi mai, eh? - risi, seguita a ruota da lui.
-Ti amo - disse, mentre mi coccolava -qualsiasi cosa succeda, ricordatelo.
-Ti amo anche io.
Ci sono momenti in cui tutto va per il verso giusto. Non devi spaventarti, Devon, sono momenti che passano.
IMPORTANTE:
LO SO cosa state pensando. è corto, lo so, è MOLTO corto. Ma non ho potuto fare di più. Questa fic finisce qua (i capitoli son troppi poi uno si stufa a leggerli xD) quindi ho pensato di dividerla in due parti: nella seconda parte continuerò a raccontare la vicenda da dove l'abbiamo lasciata, e spero di riuscirci a breve. Pensavo anche di scriverne una sulle vicende dei fratelli Baker, ma sinceramente non so. Voi cosa ne pensate? Grazie ancora a chi mi segue e mi recensisce, ciao :3