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Autore: babykit87l    23/06/2012    1 recensioni
La storia si svolge dopo la fine del manga, quando Hanamichi approda al secondo anno e come dice il titolo, sarà tutto diverso.. nuove sensazioni, nuove scoperte... la vita cambia e Hanamichi dovrà fare i conti con tutto ciò! Spero vi piaccia ^__^
ps. ho cambiato nome alla storia perché ho deciso di fare una serie: quest'ultima si chiamerà "Living" mentre questa storia in particolare sarà appunto "Nuovo anno... Nuova vita"... Buona lettura ^^
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Living'
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Note dell'autrice: allora sono passati solo due giorni ma eccoci di nuovo qui con un nuovo capitolo. In questi giorni mi sento particolarmente ispirata per cui mi raccomando date un' occhiata alla storia perchè credo che aggiornerò più velocemente ^__^ Spero vi piaccia anche questo capitolo e se ne avete voglia recensite pure, sia in negativo che in positivo, che sia però costruttivo ok? Alla prossima

Capitolo 13 – Confusione e nuovi cambiamenti

POV HANAMICHI
In quest’ultimo anno, la mia vita è stata totalmente stravolta dagli eventi. Non so più chi sono. Non mi parlo più con Yohei, il mio ormai ex migliore amico. Non mi parlo più con il mio gruppo di amici storico. Ho iniziato un rapporto con Rukawa, che nemmeno io so definire. Non so come faccia ad accettare questa situazione. Io se fossi in lui mi sarei già mandato a quel paese e invece lui continua ad accogliermi tutte le volte, il che in realtà è peggio perché, con la confusione che ho, il suo atteggiamento mi spiazza. Sono due mesi che va avanti così e io non so cosa fare. So che ha ragione quando dice che io non mi comporterei così se fossi come sono sempre stato convinto, però magari è solo un momento e potrei incontrare qualcuna che mi faccia perdere la testa e allora vorrebbe dire che questa è solo una sbandata tipica dell’adolescenza e basta.
Ora sono fuori da scuola a prendere un po’ di fresco prima di andarmene a casa. Sono seduto su una panchina con la sacca degli allenamenti ai piedi. In queste ultime settimane, anche se la scuola è chiusa per le vacanze di fine anno, continuiamo ad andare in palestra ad allenarci, per non perdere il ritmo. Sento dei rumori dietro di me, mi giro e vedo Sendo che si avvicina a me e si siede al mio fianco.
- Che ci fai qui Porcospino? Lo sai che è lo Shohoku vero?- Lui sorride, come sempre. È come se avesse una paresi questo ragazzo, però lo sguardo è diverso.
- Certo che lo so. Mi devo vedere con Mitsui ma visto che c’ero e avevo bisogno di vederti ne ho approfittato e sono venuto qualche minuto prima-
- Con Mitsui?- Lui annuisce
-Voi due uscite insieme? Aspetta un momento, vedermi? Cos’è vuoi carpire i segreti del grande genio del basket?- Gli dico io mantenendo questa mia aria, nonostante ormai quasi non ci creda più nemmeno io.
- No, non per questo- Sorride più convinto- Ti devo parlare- Diventa serio. Il che è strano e mi dà da pensare. Che sarà successo per togliere la maschera della felicità a un tipo come lui?
- Non so come dirtelo, per cui lo dico e basta, così come viene, pazienza se ti arrabbi e ti offendi- Sembra parli più a se stesso che a me.
- Non credo tu ti stia comportando in maniera corretta- Non ci sto capendo nulla.
- Che intendi scusa?- Gli chiedo io allora.
- Ti stai comportando da stronzo con una persona che non se lo merita affatto- E qui capisco. Eccome se capisco. Mi chiedo solo come fa lui a saperlo.
- Non so di cosa parli- Voglio vedere se si riferisce davvero a quello che penso io oppure ad altro.
- Certo che lo sai. Sai di chi parlo. Non far finta di non capire- Rimango zitto qualche secondo guardandolo dritto in faccia poi rispondo.
- E va bene. E come fai tu a sapere cosa è successo?-
- Vedi ci confidiamo a vicenda, per cui io so tutto. Ti ripeto stai facendo lo stronzo e non se lo merita-
- Da quando ha bisogno di un avvocato difensore?-
- Non ne ha bisogno infatti, sono io che ho voluto parlarti, perché questa situazione non va bene affatto. Te ne stai approfittando e lui te lo permette perché, anche se tu non te ne accorgi, dato che sei un idiota, a te ci tiene e non vuole perderti, ma non ci si comporta come stai facendo tu-
- Ma che ne sai di quello che sto provando io eh? Non immagini nemmeno quanto stia male io-
- Ah no? Tu dici? Ci siamo passati tutti Sakuragi, ogni omosessuale ha dovuto fare i conti con questo. Nessuno però, te lo assicuro per esperienza personale, c’ha mai marciato sopra facendone una scusa per fare i propri comodi- Allora anche lui è gay. Non ne avevo idea.
- Non è così. Non sto facendo i miei comodi alle sue spalle, per niente. Sto solo cercando di capire-
- E questo è il tuo modo di capire? Ti do un consiglio, perché vedo che ne hai proprio bisogno. Quando si è confusi il modo per capire chi si è non è andare a letto con un altro, piuttosto meglio rimanere da soli. Se però hai bisogno di qualcuno, ed è normale che tu ne abbia credimi, con quel qualcuno ci devi solo parlare, non scopare. Solo il dialogo aiuta e non ti rendi nemmeno conto di quanto lui in questo sia perfetto- Io lo guardo confuso perché sì, forse devo parlare con qualcuno, ma non capisco come Rukawa potrebbe essere perfetto per parlare. Lui deve aver capito dal mio sguardo perché mi risponde senza che nemmeno debba porre la domanda.
- Rukawa sa ascoltare se tu hai bisogno di parlare. Altrimenti puoi anche rimanere da solo, a volte anche la solitudine aiuta a chiarire con se stessi- Il suo viso è di nuovo rilassato e mostra il suo solito sorriso.
- Ora devo andare. Tanto ci vediamo domani alla festa di fine anno a casa di Mitsui no?-
- Si certo. Ma perché vieni anche tu?-
- Eh si. Pensa a quello che ti ho detto- Mi saluta con una stretta di mano poi si gira. Fa qualche passo poi torna indietro.
- Non dirgli che sono venuto a parlarti o si infurierà con me e non mi parlerà più- E stavolta se ne va davvero.
Chissà forse ha ragione, continuare in questa situazione non è per niente salutare, ne per me ne tantomeno per lui. Mi incammino verso un campetto che conosco, ho bisogno di rilassarmi un po’ e l’unico modo è diventato quello di fare qualche tiro a canestro. Se me l’avessero detto alla fine delle medie che mi sarei innamorato di questo sport gli avrei dato una testata in fronte, e invece adesso non posso più farne a meno. Rimango a giocare fino a tarda notte poi decido di tornare a casa, ho bisogno di dormire un po’, magari domani vedrò le cose sotto il giusto punto di vista e saprò cosa fare.
 
***
Ok, l’idea di dormire è andata a farsi fottere nel momento in cui ho appoggiato la testa sul cuscino. Le parole di Sendo continuavano a girarmi in testa appena chiudevo gli occhi. “Con quella persona ci devi solo parlare non scopare” questa frase mi sta facendo impazzire. “Puoi anche rimanere da solo, a volte anche la solitudine aiuta a chiarire con se stessi” forse dovrei davvero chiuderla qui con Rukawa, magari da solo riuscirò a capire meglio. Ormai è praticamente giorno così decido di alzarmi. Ho deciso di chiudere qui tutta questa storia, non sto risolvendo nulla continuando a temporeggiare. Mi preparo ed esco. Direzione: casa di Rukawa.
Il tragitto mi sembra lungo chilometri ma appena vedo davanti a me la villetta il tempo è volato e ho come l’impressione di averci messo un millesimo di secondo ad arrivare qui. Ho il cuore che batte all’impazzata e ho lo stomaco in subbuglio, non ho nemmeno fatto colazione oggi. Faccio dei respiri profondi per farmi coraggio poi suono il campanello.
Attendo qualche minuto, tanto che penso non ci sia nessuno in casa, poi la porta si apre e vedo Rukawa con solo dei pantaloni lunghi e una canotta addosso e mi rendo conto che effettivamente è proprio un bel ragazzo. Noto anche il fatto che in casa sua non ci sono mai i genitori, forse per questo è venuto su in modo tanto chiuso e riservato.
-  Hanamichi… Che ci fai qui a quest’ora?- Mi dice con l’aria ancora piuttosto assonnata. In effetti sono le 7:30 del mattino. Come fa a rimanere con quei quattro stracci addosso? Quasi nevica e fa un freddo tremendo.
- Scusa dell’orario però devo parlarti- Il suo sguardo si fa più concentrato, come se questa mia frase lo abbia svegliato del tutto.
- D’accordo entra pure- Mi fa cenno di entrare in casa ma so che se dovessi accettare non riuscirei a dire tutto quello che mi sono preparato nella mente. Devo chiudere questo circolo vizioso prima che sia troppo tardi.
- No, preferisco rimanere qui, altrimenti finirei per non dire nulla- Fa cenno che gli va bene con la testa ed esce sul portico di casa chiudendosi la porta alle spalle.
- Che mi devi dire?- Mi chiede mentre si siede su una panca, che non avevo mai notato prima.
- Non hai freddo così?- Lui fa spallucce, come se non gli interessasse.
- Cosa dovevi dirmi?- Il suo sguardo è serissimo. Forse ha capito qualcosa. Faccio qualche altro sospiro, chiudendo gli occhi e cercando le parole più adatte.
- Ecco, stanotte ho cercato di fare un po’ di chiarezza su questa situazione- Non gli dico che ho parlato con Sendo, come promesso- E mi sono reso conto che… Non possiamo andare avanti così-
Lui mi guarda in silenzio, poi annuisce e mi esorta a continuare.
- Io credo di dobbiamo finirla qui- I suoi occhi si aprono di più impercettibilmente.
- Perché?- Non c’è tono nella sua voce che faccia trasparire quello che prova davvero, ma io lo so cosa prova.
- Perché io voglio capire davvero cosa mi sta succedendo e continuando così non riuscirò a capirlo. Ho bisogno di stare solo, questo nostro “rapporto”, se così lo vogliamo definire, non fa bene a te, ne tantomeno a me. Mi dispiace, io ho capito che ti piaccio… E anche tu… Non mi sei indifferente, questo l’ho capito. Non vorrei però che fosse solo una sbandata e che poi torni tutto come prima, a quel punto tu soffriresti ancora di più e non voglio. Insomma per capire chi si è si deve parlare, non scopare, come facciamo noi- Le parole di Sendo in effetti sono più che vere. I suoi occhi diventano per un secondo di ghiaccio. Poi tornano come prima.
- È vero se vuoi capire chi sei devi parlare con qualcuno, ma quel qualcuno potrei essere io-
- No, perché io ti piaccio e se dovessi raccontarti delle cose, magari anche su delle ragazze, non credo potresti capirmi. Poi mi rendo anche conto che, ad ora, io mi sento, come dire, attratto da te e non riuscirei nemmeno a parlare liberamente. Lo capisci vero?-
Ha abbassato lo sguardo e mi fa cenno di sì con la testa. Si è alzato in piedi e va verso la porta di casa. Appena mette la mano sulla maniglia mi dice che va bene e che ora è meglio se vado. Così lo saluto mi scuso ancora per tutto e me ne vado.
Ora devo svuotare la mente e fare i conti con tutte le sensazioni e le emozioni che provo. Solo così capirò davvero chi sono.

   
 
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