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Autore: 11cerbero    23/06/2012    1 recensioni
Gaia è un romanzo fantasy d'azione, mirato a diventare lo Shonen letterario. Pagina Facebook: http://facebook.com/GaiaElementalWorld
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mikah apre gli occhi. Si trova in un luogo sconosciuto, sembra una chiesa. In piedi, vicino a una colonna, si trova un ragazzo muscoloso, dai capelli corti e il pizzetto. Indossa una lunga tunica, sporca di cenere e polvere.

“Finalmente ti sei svegliato, Mikah.”

“Lewis? Come sei cambiato..” Commenta il ragazzo.

“Non fare lo stupido. Io sono La Temperanza, il monaco.”

Mikah si guarda circospetto intorno. C'è un altro ragazzo svenuto, con gli stessi vestiti e pieno di sangue e ferite. “E lui chi è?”

“Il mio compagno, Il Salvatore.”

Il ragazzo si massaggia le tempie. “Dov'è Lewis?”

“È andato a prendere i vostri zaini. Ha incontrato qualcuno di molto forte, adesso non c'è più.”

“È morto!?” Urla Mikah, spaventato.

“No, è volato via. Non chiedermi come.”

Il ragazzo cerca di alzarsi, indebolito. “Devo.. cercarlo.”

“È via da un giorno. Non credo lo rivedrai presto, forse non lo vedrai mai più.”

“Credi sia vivo?”

“Sì.”

Mikah sorride. “Allora tornerà.”

Il ragazzo gira in tondo, sgranchendosi tutte le ossa. “Fino ad allora dovrò prendere a calci tutti i caporali.”

“Ne hai sconfitto uno e ti sei ridotto in questo stato. Il mio compagno è molto più forte di te, ha ricevuto un allenamento profondo e intenso fin da quando era piccolo ed è stato sconfitto da una dei caporali, si faceva chiamare La Justice.”

Mikah si incupisce. È vero, lui è debole. Come può sconfiggere tutti quei mostri? E soprattutto, ne varrebbe la pena? “Mi racconti cosa è successo da quando sono svenuto?”

La Temperanza si limita a spiegare tutto ciò che sa da quando è arrivato nella città di Tera. I sopravvissuti che sono stati uccisi dalle guardie, il combattimento contro La Justice, l'incontro con Lewis, l'energia magica bloccata nel corpo di Mikah.

“Tu non hai mai usato la magia, e sei finito nei guai per questo motivo.” Dice La Temperanza “Eppure.. sei incredibile.”

“Perché?”Mikah storce il naso.

“Sai cos'è la dualità degli elementi?”

Il ragazzo scuote la testa, rassegnato. Ciò che lui sa di magia è pari a zero. Stringe a sé il Libro delle Fiamme, perennemente nascosto dietro la sua felpa.

“Ogni elemento è debole all'altro, creando un cerchio perfetto. Fuoco divora l'aria, che è immune alla terra, che si nutre d'acqua, che spegne il fuoco. La dualità degli elementi sono quei lati particolari ed estremamente rari che permettono di invertire la ruota.”

Mikah ascolta attentamente. Contro ogni aspettativa, sta comprendendo ciò che quel ragazzo misterioso sta dicendo. Aveva ragione: non era lui a essere stupido, ma gli insegnanti a non saper spiegare. Quest'uomo è diretto e parla senza fronzoli. Sempre secco e dritto al punto. “L'aria può diventare fulmine, che assorbe potenza dal fuoco. L'acqua diventa ghiaccio che congela gli alberi. Ma la terra può essere roccia, che schiaccia e consuma il fuoco. E infine il fuoco può essere esplosione, che allontana ogni elemento esistente. I primi tre elementi sono facili da dualizzare. Quasi tutti gli stregoni di terra riescono a evocare sia il potere delle rocce che quello degli alberi. La forza dei fulmini e del ghiaccio sono già più rari, ma i maghi capaci di utilizzare il potere dell'esplosione si possono contare sulle dita di una mano. Uno è colui che, probabilmente, ha evocato questa grandissima calamità, mentre l'altro..”

“Sono io?” Chiede stupito Mikah.

“Già.”

Il ragazzo fa un passo in avanti. “Ma io non sono capace di utilizzare un potere del genere. Non puoi insegnarmi a farlo?”

La Temperanza mantiene un'espressione silente e severa. “Sono solo un monaco, questo è compito di un mago.”

È incredibile come il ragazzo riesca a fidarsi di già di queste persone. Forse è perché è risaputo che i monaci siano buoni e propensi ad aiutare. Forse perché c'è qualcosa, nello sguardo di La Temperanza, che ispira fiducia. Lewis ha affidato un Mikah morente, il suo migliore amico inerme, a due sconosciuti. Probabilmente è per questo. Se una persona intelligente come Lewis si è fidata di loro in una situazione così critica, allora anche Mikah farà bene a fidarsi.

“Sembri saperne tanto di magia, monaco.. io voglio semplicemente essere più forte. Per difendere il mio migliore amico e chiunque ne abbia bisogno. Per ora ho procurato solo guai. Non è nel tuo ruolo aiutare i più deboli?”

“Se vuoi davvero essere più forte posso insegnarti qualche fondamento dei monaci. È l'unica cosa che posso fare.”

Mikah torna a sedersi e annuisce con la testa. Deve fare in fretta, deve cercare il suo migliore amico, deve salvarsi. Gli manca stare al sicuro e fantasticare su avventure che non arriveranno mai.

“Porgimi il braccio scoperto.” Dice La Temperanza.

Il ragazzo obbedisce, silenziosamente. Il monaco gli afferra il braccio e tocca diversi punti della pelle, specialmente nell'incavo del gomito.

“Sai cos'è il ki?”

“Ovviamente no.”

La Temperanza gli lancia uno sguardo severo. “È la nostra forza spirituale. La chiamiamo così noi monaci, ma è conosciuta anche come forza magica, chakra, reiki, o ancor meglio anima. Una delle prime cose che insegniamo ai nuovi monaci è riuscire a utilizzare efficacemente il ki. Porgimi l'altro braccio.”

Mikah obbedisce. “Normalmente un allenamento del genere durerebbe anni. Ma io ti sto liberando la via del ki nei punti fondamentali. Così la fuoriuscita dell'energia ti sarà molto più semplice.”

“A cosa dovrebbe servirmi?”

“Potrai evocare i tuoi incantesimi molto più facilmente. Ma prima, devi imparare a invocarli. Non hai una minima preparazione al riguardo, quindi dovrò darti un allenamento basilare. A partire da adesso, dovrai passare il tempo a immaginare. Pensa a qualcosa, qualsiasi cosa che abbia una forma e un colore.”

“Tutto qui?”

“Ti sembra facile, ma agli inizi non lo è. La tua mente si distrarrà e l'immagine tenderà a cambiare forma. Deve rimanere sempre la stessa e più a lungo possibile.”

Mikah sembra deluso. Credeva di ricevere un addestramento di chissà quale livello, e invece si limiterà a pensare.

Sotto ordine di La Temperanza, Mikah resta seduto in un angolo a meditare. Effettivamente l'esercizio è più difficile di quanto immaginasse. Sta pensando alla mela, a una semplice mela. Ma quel frutto diventa un'arancia, poi una banana, poi una spada e poi uno spadone tutto decorato. Torna a essere una mela, ma dopo qualche secondo è già una giraffa. Maledetta mente.

Passano ore e i progressi sembrano veramente troppo pochi. Il suo stomaco comincia a brontolare. “Ho fame, chissà da quant'è che non mangio.”

“Abbi pazienza, io sono a digiuno da quasi un mese.”

“Sei impazzito? Come fai a non essere praticamente morto?”

La Temperanza lo guarda severo. “Ti do un altro esercizio. Vai a cercare del cibo, ma intanto continua a pensare all'immagine. Fare altre cose mentre ti eserciti renderà tutto più difficile, ma sarà un allenamento efficace.”

Il ragazzo si alza e se ne va, preoccupato. “Un'ultima cosa: porta del cibo anche per Il Salvatore. È a digiuno da tanto anche lui, ma non si riprenderà mai se non mangia qualcosa.”

Mikah abbandona la banca preoccupato. Chi diamine sono quei due? Non si aspettava che i monaci fossero così pazzi. L'esercizio risulta molto più difficile mentre cerca provviste. Deve stare attento alle case dove può entrare, ad accorgersi se sta girando qualche soldato, a vedere se le abitazioni non stiano per crollare da un momento all'altro. E soprattutto deve combattere contro la fame. A ogni brontolio dello stomaco la mente di Mikah si svuota. È frustrante. Entra in una casa abbandonata, dove la porta si consuma solo a guardarla, e cerca disperatamente qualcosa di utile. Fortunatamente non solo riesce a trovare del cibo in scatola, ma anche una borsa dove riporla. Contro ogni aspettativa, Mikah si abitua presto all'esercizio. Avere da fare e intanto pensare ad altro è praticamente una sua specialità. Lo faceva ogni giorno quando andava a scuola.

Dopo esser stato in giro diverse ore, riesce a tornare alla banca con la borsa piena di cibo, due cuscini e una coperta.

La Temperanza prende senza troppi complimenti un barattolo di omogeneizzati. Lo apre e ne versa il contenuto nella bocca del suo compagno, dopodiché gli massaggia la gola per farglielo ingoiare. Mikah aveva previsto che il ragazzo svenuto avesse avuto bisogno di mangiare qualcosa di non masticabile. Ma il monaco non gli fa neanche un complimento, e dopo il primo barattolo si appresta ad aprirne un altro.

“Credo di aver padroneggiato l'esercizio.” Dice trionfante Mikah.

“Ora cambia forma.”

“Cosa?”

La Temperanza lo guarda con quegli occhi glaciali e penetranti. “Allunga l'immagine, restringila, rendila diversa ma non stravolgerla del tutto. Devi padroneggiare la tua fantasia, non l'immagine.”

L'esercizio è ancora più complicato. Mentre ingurgita dei wrustel in salamoia, prova ad allungare e roteare la mela. Ma questa cambia subito forma. Mikah ha capito il concetto base dell'esercizio: non deve sostituire l'immagine ma modificarla. Invece la mente gli propone già una mela lunga, bella pronta. Non va bene così.

La parte peggiore arriva quando La Temperanza lo costringe a esercitarsi anche fisicamente. Mikah accetta di malumore, e mentre compie le sue flessioni cerca di immaginare la mela che ingrassa come un maiale.

“Per quanto tempo resterai qui?” Chiede il ragazzo tra un esercizio e l'altro.

“Finché Il Salvatore non si sveglierà. Poi sarà lui a decidere dove andare e cosa fare.” Il monaco ha tolto la tunica al ragazzo, e ora tocca punti precisi del suo petto nudo. Classiche e misteriose tecniche da monaco.

“E secondo te cosa farà?”

“Vorrà fermare questo sterminio, conoscendolo. Ma non saprà come, quindi si limiterà ad agitare i pugni contro qualsiasi cattivone.”

Mikah procede con gli addominali. E intanto immagina. “A te va bene?”

“Certo, è la mia missione.”

La mela si fa grande e poi piccola. Grande e piccola. “Tu cosa vuoi fare? Che obiettivo hai nella vita?”

“Come ogni monaco voglio raggiungere la perfezione. Ma il maestro mi ha dato un'ultima missione: devo far sì che Il Salvatore sopravviva e faccia sì che la profezia si avveri.”

La mela si allarga e si restringe, si deforma e torna normale. “Quale profezia?”

“Riuscirà a salvare questa terra. Per questa ragione gli hanno dato come nome Il Salvatore. E tu cosa vuoi fare?”

Mikah si siede, affaticato. “Voglio viaggiare per il mondo. È ciò che ho sempre desiderato.”

“Sai che non puoi farlo ora come ora, vero?”

“Lo immaginavo.” Il ragazzo sorride amareggiato. “Ci sono dentro fino al collo, eh? Come se fossi un ricercato.”

“Esatto.”

Mikah guarda un punto imprecisato della banca, distratto. “Quindi devo far sì che questo casino termini. Insomma, io e Il Salvatore abbiamo un obiettivo in comune.”

“Così parrebbe.”

Diverse ore dopo, qualcosa interrompe la sua meditazione. Il classico grugnito di un ragazzo che si è appena svegliato. Finalmente il monaco ha ripreso conoscenza.

“Non ci credo.. ti sei seduto.” Mugugna riferito al suo compagno, dopodiché si rialza. Mikah nota che ogni sua ferita è praticamente scomparsa. Eppure si ricorda benissimo quelle ferite: tagli lunghi e profondi. Come possono guarire così velocemente ferite del genere? Effettivamente anche lui era messo male, ma ora non c'è traccia dei danni provocati dal combattimento contro Le Chariot.

“Come ti senti?” Chiede La Temperanza.

“Sano come un pesce. Le tue tecniche mi stupiscono sempre. Che fine ha fatto La Justice?”

Il ragazzo ha i capelli mossi e scuri, tra le ciocche sono infilate tre perle azzurre. Le spalle grosse e gli occhi a mandorla azzurri lo fanno sembrare una persona affabile. Un eroe dovrebbe avere proprio quell'aspetto, pensa Mikah. Ed è strano per lui avere considerazioni del genere.

“Le ho fracassato le ossa, ma se la caverà. Immagino tu voglia conoscere il tuo compagno di convalescenza.”

Il Salvatore lo guarda entusiasta. “Quindi sei un sopravvissuto? Sono contento che La Temperanza sia riuscito a salvarne un altro.”

“A dire il vero, più che sopravvissuto, si tratta di un guerriero. Ha combattuto contro un caporale. Ma al contrario di te, ne è uscito vincitore.”

Mikah teme per un attimo che l'atmosfera si faccia più pesante. E invece qualcosa lo sorprende: il sorriso genuino del ragazzo. Un sorriso di apprezzamento.

“Fantastico! Il mio nome da monaco è Il Salvatore, piacere di conoscerti. Spero di imparare un sacco di cose da te.”

Il ragazzo distoglie lo sguardo imbarazzato. Non sa cosa gli faccia più piacere, se tutta la stima del monaco o il fatto che La Temperanza l'abbia chiamato 'guerriero'.

“Ho appena cominciato, a dire il vero. Probabilmente imparerò più io da te che viceversa.”

“Non si finisce mai di imparare dagli altri.” Il Salvatore sorride. “Quindi potremo essere compagni di allenamento. Resterai con noi, vero?”

Mikah esita per un attimo. “Sì, resterò con voi se me lo permetterete. Siamo in un mare di guai: questo posto brulica di soldati, e più tempo passerà, più si riempirà di gente molto forte. Come i caporali contro cui abbiamo combattuto. Come procediamo?”

Il ragazzo guarda La Temperanza, in attesa di una delle sue sagge parole. Ma lui non risponde, resta muto e come premesso lascia la decisione al suo compagno.

“Ma è ovvio, continuiamo a girare per la città salvando vite e combattendo contro i caporali.”

“Sei scemo?” chiede innervosito Mikah “Ci sconfiggeranno se andremo in giro come degli idioti.”

“È vero” Aggiunge La Temperanza “Finché resti debole come sei.”

Mikah si sente sprofondare. Non lo aveva appena chiamato 'guerriero'?

“Il Salvatore potrebbe cavarsela, ma tu no.”

Il monaco più giovane si alza da terra, entusiasta. Prende per il braccio Mikah e lo costringe a seguirlo. “Un attimo, dove mi porti?”

“A fare un allenamento sul posto, ovvio! Prendi la tua arma se ne hai una.”

Il ragazzo goffamente si china a cercare la sua spada, riposta per terra di fianco al libro.

“Ne sei sicuro?”

Interviene La Temperanza “Non potrei essere più d'accordo. Hai detto che vuoi restare con noi, e siamo dei monaci. Non esistono persone più adatte a insegnarti qualcosa.”

E alla fine Mikah viene trascinato al centro della strada ricoperta di sabbia nera.

“Estrai la spada. Io utilizzerò il braccio.”

Il ragazzo stringe il manico della spada rubata a Le Chariot, elegantemente decorata. “Sei impazzito?”

L'espressione dell'avversario però è più che determinata. Il ragazzo si ricorda che anche lui è un monaco. Probabilmente più debole di La Temperanza, ma comunque con capacità straordinarie.

“Mettiti in posa di combattimento.” Suggerisce il monaco più esperto.

“Quale posa?”

La Temperanza sospira. “Possiedi una spada corta e non hai uno scudo. Vuol dire che la tua arma avrà sia la funzione d'attacco che da difesa.”

Mikah neanche ci aveva pensato a questo. “Quando combatti scopriti il meno possibile. Porta in avanti solo il braccio dove mantieni l'arma.”

“Ma così sembro un cretino. E poi sarò svantaggiato verso altri possibili avversari.”

“È vero. Ma è la tecnica più adatta per..”

“No, fammi combattere come voglio io.”

La Temperanza sospira. “Il Salvatore, fagli vedere quanto ha torto.”

Mikah combatte mostrando il petto, a spada abbassata. Ottanta percento del suo corpo è scoperto ed è facilmente colpibile da qualunque arma.

Il Salvatore scatta in avanti, ruotando un braccio come fosse una spada. Prova a colpirlo sul petto, ma Mikah alza improvvisamente la spada, utilizzando il piatto per colpirgli l'arto. È la stessa tecnica di difesa che ha usato contro Le Chariot: utilizza tutta la lunghezza della spada per deviare qualsiasi colpo.

Il Salvatore lo colpisce allo stomaco, facendolo piegare in due.

“L'avversario non si limiterà a fare un attacco per volta. Quella difesa non funzionerà.”

“Prova a colpirmi ancora.” Mikah digrigna i denti.

Il monaco rotea ancora il braccio, prova a colpirlo sul collo. Il ragazzo alza ancora la spada per difendersi dal colpo e la riabbassa improvvisamente, per difendersi dal secondo pugno di Il Salvatore. E si difende anche dal terzo efficacemente. Dopodiché scatta in avanti e sferra lui un pugno sul volto del monaco. Infine fa scattare la spada e la punta verso il collo del rivale. Questo turno ha vinto Mikah. Il Salvatore sorride e dice “Riproviamo”

I due continuano ad azzuffarsi in tutti i modi. La cosa più esasperante di Mikah è che utilizza la spada solo per difendersi. La maggior parte dei colpi che dà è con il pugno sinistro.

Sebbene ormai siano pieni di lividi, i ragazzi si stanno divertendo. È come se stessero giocando. La Temperanza si rassegna al fatto che non può insegnare nulla di serio a Mikah, finché lui non vuole veramente imparare. L'unica cosa di cui ha bisogno davvero è l'esperienza. La cosa più importante delle battaglie è riuscire a prevedere il nemico, imparare i suoi movimenti il prima possibile, per poi sconfiggerlo nel modo migliore.

“Mikah!” Un urlo pieno di rabbia proviene da un angolo della strada. I due smettono di combattere e si rialzano. Un giovane uomo si fa avanti per la strada piena di cenere. Un'armatura leggera nuova, completamente nera, un lungo mantello rosso dall'orlo ricoperto di pelliccia con su lo stemma dell'Oroboro. Ha i capelli rossi, tirati all'indietro, e tiene un'alabarda in una mano.

Il volto ha due ustioni pesanti, ognuno su un lato della faccia, formando quasi un tatuaggio simmetrico.

“Le Chariot?” Esclama ad alta voce Mikah. Il ragazzo che lui ha sconfitto qualche giorno prima è tornato.

“Sono venuto a prendermi ciò che è mio.” Ringhia il nemico.

“Dici questa?” Mikah sorride sarcastico mentre sbandiera la spada che gli ha rubato “È un trofeo di guerra. Ora è mia.”

Le Chariot si avvicina, e il mantello svolazza col vento. “No, intendo la vendetta. Ti ucciderò come avrei dovuto fare fin dall'inizio, riprenderò il mio onore, la mia gloria e la mia spada.” Dopodiché indica i due monaci. “Siete stati voi a rompere le ossa a La Justice, vero? Ucciderò Mikah, dopodiché farò fuori anche voi.”

“Cosa ti fa credere che riuscirai a batterci?” Chiede il ragazzo.

“L'ultima volta vi ho sottovalutato, sono stato sconfitto per la sorpresa. Adesso le cose cambieranno, utilizzerò tutte le mie forze.”

Le Chariot avanza ancora di più, paziente. “Lo sai che il tuo colpo mi ha spezzato tutti i denti? Tutti, davvero, ma non ha fatto male. È stato il disonore per aver perso contro una mezza cartuccia come te ciò che ha bruciato davvero.”

Il volto di Mikah si dipinge di una smorfia di disgusto. Le Chariot mostra i denti, trionfante. Glieli hanno sostituiti con altri, metallici e appuntiti.

La Temperanza osserva attentamente il comportamento di quell'uomo. Sembra nervoso più che adirato. Lancia spesso occhiate alle sue spalle, come se si ci fosse qualcuno. Forse c'è davvero qualcuno. Chiunque sia gli sta mettendo addosso un'enorme pressione.

“Ti mostrerò come mai mi chiamano il lupo. Ti azzannerò e strapperò la tua schifosa carne da quello schifoso corpo!”

Il Salvatore si para avanti. “Fatti sotto!”

“No.” Interviene La Temperanza “Lascialo combattere da solo, come io lascio combattere te.”

Il monaco fa qualche passo indietro, silenzioso. Ha notato l'energia che possiede quell'uomo. È il tipo di forza che fuoriesce e si moltiplica con la rabbia. Molto simile a quella che possiede Mikah, ma quest'ultimo non ha una ragione valida per tirarla fuori. Le Chariot sì, ha la vendetta, l'umiliazione, la frustrazione.

Il caporale non aspetta neanche che l'avversario si difenda. Si getta in avanti roteando orizzontalmente l'alabarda. Mikah para abilmente il colpo con la spada. L'impatto provoca scintille. Il braccio del ragazzo formicola terribilmente.

Le Chariot continua a colpire, come un lupo che non vuole perdere la preda. Il ragazzo continua a difendersi, ma ogni colpo diventa sempre più potente e le sue braccia cominciano a cedere. L'ultimo colpo dell'avversario è il peggiore. L'arma si ricopre di fuoco magico, e fa sbilanciare Mikah. Preso alla sprovvista, non sa cosa fare.

Le Chariot si getta in avanti e gli dà un pugno sulla faccia, facendolo cadere. Lo afferra da terra, per la collottola. E sorride.

“Non sei niente.”

Mikah gli dà un calcio e riesce a liberarsi. Compie qualche passo indietro, ansimando. Lancia uno sguardo rapido ai suoi compagni: loro non hanno intenzione di fare nulla, sono in piedi a braccia incrociate e aspettano. Vuol dire che deve davvero cavarsela da solo. Maledizione.

“Non sei niente!” Le Chariot fa roteare l'alabarda velocemente. Il bastone colpisce il volto di Mikah più e più volte, facendogli uscire sangue dal naso. L'ultimo colpo viene parato. Il ragazzo ha il volto rigato dalle lacrime per i colpi troppo potenti alla testa. Le guance sono rosse e sanguinanti, Mikah riesce a stento a restare cosciente. Prova disperatamente a colpirlo al volto con la spada. Le Chariot para il colpo con un braccio, senza subire neanche un minimo di danno. Gli strappa l'arma da mano e gli dà un pugno sullo stomaco, ricoperto da fiamme. Lascia andare l'alabarda, approfitta dello sfiancamento di Mikah per colpirlo ancora alla schiena con due pugni.

“È una di quelle persone che più sono arrabbiate più sono forti. Mikah non ha speranza, è già stato sconfitto.” Commenta La Temperanza.

Mikah cerca di rialzarsi con fatica. Le Chariot gli poggia la scarpa ricoperta d'armatura sulla schiena. “La cosa che mi fa più incazzare, figlio di puttana, è che mi hai sconfitto per pura fortuna. Se fossi stato un avversario in gamba allora sarei stato persino giustificato.”

Silenzio. Mikah non risponde, resta giù per terra. “Non sei affatto un guerriero.”

Le Chariot punta la spada riappropriata verso il suo corpo. “Ora puoi morire.”

Mikah urla, con tutta la rabbia del corpo. “Sono un guerriero invece!” Una luce bianca lo avvolge per qualche secondo. Le Chariot viene respinto indietro di qualche metro. Il ragazzo ha evocato un'esplosione senza neanche rendersene conto. Ancora indebolito, si alza con la furia che gli fa tremare il corpo. Mikah si fionda contro di lui. Gli sferra un pugno, che viene parato. Ma il colpo è intriso di tutta la sua forza spirituale. Grazie a ciò che ha imparato da La Temperanza, riesce a scatenare altre esplosioni. Le Chariot viene respinto di nuovo indietro. Il secondo colpo viene nuovamente parato. Sebbene ci sia stata la deflagrazione, il nemico è riuscito a non sbalzare per l'impatto. Anzi, gli ha bloccato il braccio.

L'avversario gli dà un calcio alla gamba, poi al petto. “Non sei abbastanza arrabbiato. Se davvero condividiamo la stessa forza, non hai motivo per essere arrabbiato. Anzi, puoi solo avere paura.”

Con un ultimo calcio, Le Chariot stordisce Mikah, fino a farlo svenire. Il combattimento si è concluso.

“Adesso basta, caporale. Hai sconfitto il mio amico.” Si fa avanti Il Salvatore “Ora il tuo avversario sono io.”

Le Chariot sa che se provasse a finire il suo avversario, si scoprirebbe troppo. Il monaco cercherebbe di fermarlo e verrebbe colpito come un pollo. No, lui lo sa che deve stare attento. Loro sono monaci, hanno una specie di codice d'onore o qualcosa del genere. Le Chariot adora l'onore, ama come questo permetta di agire con gli altri come se fossero sempre dei pari. Questo è il rispetto per i propri avversari che ha sempre cercato.

Ma lui questo onore deve metterlo da parte. Deve scalare i gradi dell'esercito come una montagna, e riuscire a raggiungere la cima il prima possibile. Solo così può cambiare veramente le cose. Ma adesso è caporale, e per quanto improbabile possa essere lui deve obbedire sempre e comunque agli ordini.

Il Salvatore stringe il manico del suo remo. Le Chariot ha smesso di sottovalutare gli avversari. Quel tizio ha ridotto male la sua compagna, La Justice. Quindi non importa se usa un remo come arma, non deve sottovalutarlo.

I due si avvicinano sempre di più, studiandosi a vicenda con molta attenzione. Come due bestie che si esaminano prima di attaccare. Un lupo inferocito contro un drago. Il monaco ha l'arma puntata in avanti diagonalmente. Con una mano stringe il manico, con l'altra mantiene la punta. Stupefacente, è una tecnica davvero incredibile. L'ha vista da pochissime persone, e da quello che può intuire Le Chariot, quel monaco l'ha adottata da solo e personalizzata. Il Salvatore utilizza il remo come se fosse uno spadone. Il problema di quest'arma è che è molto difficile da maneggiare, si finisce a utilizzare sempre gli stessi fendenti. Mantenendo il pomolo con il palmo della mano invece la manovrabilità aumenta esponenzialmente. Il remo rispetto a uno spadone è infinitamente più leggero. Quindi ci guadagna manovrabilità, leggerezza, raggio d'azione. Ma la lama? Come può far male un'arma del genere?

L'alabarda de Le Chariot scatta in avanti verso la testa del monaco, come un lupo che azzanna la sua preda. Il suo avversario schiva prontamente chinando la testa. Dopodiché rotea il remo abilmente cercando di colpirgli la spalla, come un drago che attacca per distruggere intere città.

Il caporale si fa colpire apposta. Il remo sbatte contro la sua armatura che non si scalfisce minimamente. Ma il braccio de Le Chariot comincia a sanguinare.

“Oh.. affascinante.” Il lupo sorride, mostrando i suoi denti “La tua arma ha una lama spirituale. Colpisce solo la carne, quindi persone che indossano armature come me rischiano comunque la pelle. Complimenti.”

Il Salvatore sorride entusiasta al complimento. Molto bene. Le Chariot sa che basta osservare per bene tre mosse dell'avversario. Dopodiché si può comprendere il suo stile di combattimento, e contrattaccare nel modo migliore. Il monaco porge il remo in avanti, in una posizione difensiva, ma non usa mai la sua arma per difendersi perché sa che è fragile, e potrebbe rompersi in un modo o nell'altro. Il caporale vuole provare questa sua teoria. Fa slittare improvvisamente la sua lunga arma verso il petto dell'avversario. È un colpo stupido, lo stesso che ha fatto a Mikah. Basta parare con l'arma e contrattaccare. Invece lui salta di fianco, evitando fisicamente il colpo. Bene, il caporale aveva ragione. Ma quanto si può schivare un'alabarda? Questa è un'altra tecnica che ha adottato. Sa benissimo che i suoi avversari, coscientemente o meno, studiano allo stesso modo i suoi passi. Attaccando verticalmente per due volte di fila, il monaco crederà che sia il suo stile di combattimento. La terza volta schiverà ancora, lui lo sa perfettamente.

Le Chariot attacca per l'ultima volta con l'affondo. Il monaco schiva nuovamente e si prepara con il contrattacco. Ma l'azione del caporale non è finita. Lascia cadere la punta dell'alabarda per terra, e abbandona lo stile da lancia per adottarne uno nuovo. Il migliore modo per vincere è sorprendere l'avversario. Stringe il manico della sua arma come se fosse un'ascia, sprigiona tutta l'energia magica che è dentro di lui. L'arma vomita fuoco, il suo elemento. Le Chariot rotea l'alabarda con tutta la forza possibile, creando un vero e proprio ciclone. E intanto ride.

Il Salvatore preso alla sprovvista non riesce a schivare. Il colpo non è un affondo, ma un vero e proprio fendente di ascia. Alza l'arma per parare. La lama dell'alabarda si conficca nel remo, ma al posto di bruciare si spegne immediatamente. Perché?

Il monaco sorride. Ha richiamato il suo elemento, l'acqua, per spegnere il colpo dell'avversario. Ha perso la sua arma, ma paradossalmente l'ha fatto anche il suo avversario. I due si vedono costretti ad abbandonare le loro lunghe armi.

“Vediamo come te la cavi nel combattimento ravvicinato.” Esclama il monaco.

Ma improvvisamente si immobilizza, e fa qualche passo indietro terrorizzato. Anche Le Chariot lo sente, capisce perché è così spaventato. Delle energie spirituali estremamente potenti hanno appena fatto capolino da un angolo della strada. Tre uomini raggiungono Le Chariot. Tutte persone che lui conosce perfettamente.

“ Non ti sei umiliato abbastanza, Le Chariot?” Chiede una voce maschile penetrante. Le Bateleur, l'ex professore della scuola di Tera, si fa avanti. Avvolto nel suo mantello, sorride con lo sguardo arcigno. Il naso aquilino il volto lungo lo fanno sembrare un falco pronto ad attaccare.

“Lascialo stare. Ha perso i denti, la faccia e l'onore. È ovvio che voglia riscattarsi.”

Un'altra voce maschile, molto più giovane. Si tratta di Le Pendu. Un ragazzo che ha da poco superato i diciotto anni, ma ha dimostrato così tanto valore e forza da esser stato accolto subito tra i caporali dell'Oroboro. Estremamente magro, con i capelli lunghi mossi e dei pantaloni a tema scozzese che sono un vero e pugno nell'occhio. In mano mantiene una mazza da guerra, dura e minacciosa.

“I suoi avversari non sono da sottovalutare. Le Justice e L'imperatrice sono stati sconfitti, e questa non è di certo opera di fortuna.”

Un biondo dall'aria e la voce pacata si fa avanti. Si tratta di Le Pape, l'arcivescovo e caporale dal sorriso sforzato. La sua voce gentile e tranquilla sono così sconcertanti da terrorizzare chiunque.

“Siete venuti a darmi una mano?” Chiede sghignazzante Le Chariot.

“Sì” Risponde Le Bateleur. “La quarta catastrofe potrebbe arrivare in qualsiasi momento, dobbiamo sbrigarci..”

Il Salvatore compie qualche passo indietro, sconcertato. Quattro caporali in un sol colpo. Non ce la farà mai.

“Oh.. e chi sarebbero questi?”

   
 
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