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Autore: niniell95    23/06/2012    2 recensioni
"La luce del sole che penetrava dalla fessura degli sportelli illuminava i suoi occhi, bellissimi, verdi come il mare e limpidi come un diamante. Sentivo il calore della sua mano sulle mie labbra, che teneva chiuse per paura che io potessi urlare, ma non l’avrei mai fatto. Come si può urlare di fronte tanta bellezza? "
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Arrivarono i primi clienti, e cercai di mettere da parte i miei problemi personali per non essere maleducata. Era passata solo un’ora da quando avevo discusso con Giulia, e già non ci stavo pensando più. Appena iniziò il film nella sala blu, mi rilassai per cinque minuti, togliendomi gli stivaletti neri che indossavo da tutta la mattinata.

Ero completamente assente, sdraiata sulla sedia d’ufficio a rotelle e con i piedi incrociati appoggiati sul tavolino. Gli occhi socchiusi, la mente spenta. Sentii un leggero odore di pop-corn invadere il mio condotto olfattivo, sorrisi nel mio stato di dormiveglia e aprii piano piano le palpebre, per poi sbuffare all’improvviso. Ero Marco che mi aveva svegliata, portandomi qualcosa da sgranocchiare.

“Lo sai che odio i pop-corn” gli dissi, infastidita.

“E tu lo sai che non puoi permetterti queste posizioni…come dire, indecenti?” ribatté, posandosi sulla scrivania, iniziando a mangiare quello che doveva essere il mio spuntino.

“Ma non le avevi portate a me quelle?” risposi, guardandolo stranamente.

“Si, ma dato che tu non le vuoi, ne approfitto io!” e me ne tirò una in faccia. Era stupido, Dio quant’era stupido!

“Okay…a quanto pare oggi io e te abbiamo parlato un po’ troppo…adesso vai a fare quello per cui sei pagato, e lasciami riposare” dissi alzandomi dalla sedia e avvicinandomi alla porta, aprendola per fargli capire che se ne doveva andare.

“Mamma mia quanto siamo acide!” appallottolò il sacchetto di carta bianco delle pop-corn e gettandolo nel cestino, sia avvicinò al mio orecchio e sussurrò:0

“Stai sprecando solo tempo con quel tizio che ti sta facendo soffrire. Non ti accorgi che di fronte a te hai qualcuno che ti ama così come sei, e che ti desidera infinitamente. Sei una sciocca.” E uscì sbattendo la porta.

Rimasi un attimo a pensare a quello che mi aveva appena detto…e seccata uscii di corsa dal gabbiotto della biglietteria e gli corsi dietro. 

“Dove diavolo vai?!” 

“Vado a lavorare, io!” mi disse con tono superbo voltandosi verso di me. Come se io mi grattassi dalla mattina alla sera!

Abbassai lo sguardo, e feci per girarmi. Non era il caso di mettersi a discutere con un tipo del genere. “Stai sprecando solo tempo con quel tizio che ti sta facendo soffrire” però queste parole mi avevano fatto male…forse troppo…

“La smetti? La vuoi piantare di perseguitarmi?” mi girai all’improvviso verso di lui, che era rimasto a fissarmi mentre mi ero imbambolata con lo sguardo rivolto al pavimento.

“Cosa?!” 

“Chi sei tu per dirmi cosa devo fare e cosa non devo fare? Come ti permetti di dire che sto sprecando il mio tempo? Che ne sai che sto facendo la scelta sbagliata!!!?” in quel momento, nel silenzio più assoluto del cinema ci sentiva solo la mia voce, che si alzava a seconda della rabbia che mi portavo dentro.

“…Eli…calmati…stai facen…” provò a dire a bassa voce.

“NO! Non mi calmo assolutamente! Dici di amarmi, ma secondo me non sai neanche il significato di quella parola! Se lo sto ancora aspettando inconsciamente ci sarà un motivo…e…” caddi per terra, con le braccia tese sul pavimento e lo sguardo basso, mentre le lacrime mi rigavano nuovamente il viso.

“e io lo amo più di ogni altra cosa al mondo” dissi, allo stremo delle mie forze. Ormai non riuscivo più a parlare, le parole mi si strozzavano in gola. 

Si avvicinò a me e mi abbracciò.

“Scusami” disse, lasciandomi un bacio sulla fronte. Mi ripresi un pochino e mi aiutò ad alzarmi.

“Sai…non esistono scelte giuste o scelte sbagliate, se sono prese con il cuore” gli dissi, guardandolo negli occhi. Poi mi voltai e corsi nella mia postazione. Presi al borsa e uscii da quel cinema, distrutta da quella giornata che mi aveva rispezzato il cuore che stavo rimettendo man a mano a posto.

Mi avvicinai alla porta di vetro scorrevole, e estraendo il cellulare della borsa feci il numero di Giulia. Dovevo parlare con lei, dove dirle quello che pensavo…dovevo rispondere alla sua domanda. “Se tornasse lo accetteresti?”

“Giulia…io…perdonami per prima!” le dissi affranta per quello che era successo.

“No, tranquilla! Sono io che mi devo scusare con te…insom…”

“Se tornasse lo accetteresti?” le chiesi, ritornando alla sua domanda.

“…ah…ci stai ancora pensando?”

“Ho una risposta Giù…ce l’ho! Adesso so cosa voglio e so cosa non voglio!” le disse, fiera della mie scelta.

“ALLORA?? Rispondimi ti prego…” disse quasi supplicandomi. Non capivo perché le importasse così tanto…

“ecco io…penso ch…” rimasi in silenzio e il sorrisino idiota che avevo mentre stavo dicendo quelle cose diventò una smorfia di incredulità. Non credevo a quello che avevo di fronte. Il mio iPhone cadde per terra scivolando dalle mie mani, e la mascherina in plastica grigia volò via, confondendosi con il cemento del parcheggio.

Le gambe mi tremavano, e la testa mi girava. Strizzai fortemente gli occhi, e mi diedi un pizzicotto sul braccio per avere la conferma che non stessi sognando. Mi abbassai e presi il mio telefono, ricomponendolo. Dall’altra parte Giulia strillava il mio nome, preoccupata che mi fosse successo qualcosa.

“P-pronto…”

“Oi! Che ti è successo?!” 

“Chiamami un ambulanza che questa è la volta buona che ci lascio le penne” le disse, a mezza voce. 

“Perché? Che è successo?” rideva a più non posso, come se sapesse quello che avevo appena visto.

“È successo un miracolo…mi sento male!” le dissi con le lacrime agli occhi.

“Beeet…dai dim..”

“Devo andare, ci sentiamo dopo!” e attaccai. Misi il telefono in borsa, mentre continuavo a fissare imperterrita la scena che mi si riproponeva. Iniziai a camminare prima piano, poi sempre più svelta, fino quasi a correre verso quella figura che con la luce del sole sembrava ancora più bella di come ricordassi.

Si voltò notandomi e facendo cadere i foglietti di carta che aveva in mano, in cui stava firmando autografi. Era tornato.

 

 

(POV’S HARRY)

Prima di prendere il taxi, decisi di andare a prendere qualcosa al bar. Infondo era tutta la mattina che camminavo per Roma, e avevo una sete tremenda. Entrai in un delizioso bar romano, pieno di gente che sicuramente era uscita un attimo a prendersi un caffè nella pausa lavorativa. Ordinai un bicchiere di succo alla mela e dopo averlo bevuto chiesi gentilmente con il mio buffo accento italiano di poter usare il bagno.

Non c’era nessuno, così ne approfittai, togliendomi il cappello per sistemarmi un po’ i ricci e gli occhiali da sole per darmi una sciacquata al viso e ai denti. Ci tenevo alla mia pulizia e alla mia perfezione, soprattutto quel giorno, dato che avrei rivisto Bet. Non stavo nella pelle.

Misi i miei occhiali sul cappello che avevo appena rimesso, e entrai nella zona “WC”. Appena tirai su la tavoletta del water, abbassando la testa, i miei occhiali ci caddero dentro, come al mio solito. Succedeva quasi sempre, e ancora non avevo imparato la lezione! Solo che un conto era a casa mia o in tour...e un conto era quando mi trovavo da solo, a Roma, con milioni di fan che ti immaginano in Inghilterra a passare del tempo con la tua famiglia dopo un anno di lontananza da casa. Ero nella merda.

“Non intendo toccarli di nuovo” dissi tra me e me, fissandoli.

Sbuffai e uscii da quel bagno nervoso fradicio. Pagai il barista sotto gli sguardi dubbiosi delle persone.

Corsi via, chiamando il primo taxi che mi passò davanti. A Roma i tassisti sono molto più cordiali e disponibili di quelli di Londra...

“Hello! Cinema Codigliani” dissi all’autista con il mio buffo accento italiano.

Il percorso da quel bar al cinema non finiva più. Forse perché ero agitato e la voglia di vederla faceva sembrare tutto più enorme…o forse era per il traffico che si trovava sulla via del lungotevere. Passammo davanti a molti monumenti importanti, ma non ci feci più di tanto caso. Volevo solo Elisabetta.

“Siamo arrivati” disse il signore che stava guidando. Pagai e scesi subito, dirigendomi velocemente verso l’entrata. non mi avvicinai neanche alla porta scorrevole, che dal vetro vidi una ragazza alta, bionda e sexy che stava urlando contro un ragazzo. Non vedevo benissimo le due figure, però mi nascosi ugualmente per gustarmi tutta la scena.

“NO! Non mi calmo assolutamente! Dici di amarmi, ma secondo me non sai neanche il significato di quella parola! Se lo sto ancora aspettando inconsciamente ci sarà un motivo…e…e io lo amo più di ogni altra cosa al mondo” era caduta a terra e piangeva. Quella voce…quei capelli così angelici. Non potevo credere a quello che stavo vedendo…era davvero lei?? E a chi si riferiva quando diceva che lo stava ancora aspettando?

Sentii una mano tirarmi la polo bianca. Mi girai e vidi una bambina con un foglietto rosa in mano. Mi aveva riconosciuto.

Firmai il suo autografo e per non dare troppo nell’occhio, mi levai dall’ingresso del cinema, decidendo che l’avrei aspettata fuori nel parcheggio. In un attimo, mi ritrovai assalito da un milione di fan che chiedevano foto e autografi. Era tutta colpa degli occhiali che erano andati a farsi fottere nel water. Ridevo solo al ricordo di quell’immagine imbarazzante.

Un pensiero però mi tormentava: era possibile che in un anno fosse cambiata così tanto? I suoi capelli…il suo abbigliamento…prima era così carina e dolce…e adesso era così dannatamente sexy! 

Non riuscivo ad ottenere una posa normale in quelle foto, perché il sole mi accecava ed io ero troppo eccitato all’idea di rivederla…di ritoccarla…di riabbracciarla…di ribaciarla. Mi voltai verso un’altra ragazza e presi il suo blocchetto per firmarlo, ma lo feci cadere di istintivamente. Da lontano, la venere di Botticelli fatta persona mi stava fissando, e stava venendo verso di me. 

“non battere così forte, ho una reputazione da difendere” dissi con i denti stretti, riferendomi al mio cuore che in quegli attimi stava dando di matto. 

Finalmente quel momento tanto atteso era arrivato, e io mi stavo decisamente sentendo male. Era tornata.


 
LaLaLaLa <3 Ma ciaooo! :)
Quanto mi piace questo capitolo ** sono fiera di me ù.ù riguardo agli occhiali di Harry...ho preso l'idea da una sua foto che ha pubblicato su twitter! LOL
Stà per finire tutto...purtroppo. E so già che sentirò la mancanza di Bet ç.ç
In questi ultimi capitolo sto prendendo un po' di punti di vista diversi perchè sennò non riuscirei a far coincidere delle cose D:
Grazie mille a tutte voi che recensite! siete fantastiche **
Grazie anche a chi legge solamente...vedere tutte quelle visualizzazioni mi fa sentire benissimo!!
Mi aspetto un po' più recensioni dato che questo è il penultimo capitolo (penso) :)
Alla prossima!! :3

*BigLove* <3
  
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