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Autore: ScandalousLaRabiosa    23/06/2012    2 recensioni
I Phantomhive sono stati da sempre i padroni indiscussi della guardia alla malavita della regina. Eppure non sempre sono stati gli unici pretendenti per questa carica, in alcune generazioni.
Ad una serata di gala come tutte le altre fa il suo ingresso una ragazza con un inquietante maggiordomo, una ragazza che corrispone al nome di Daffodil.
Perchè questa ragazza sembra sapere i segreti di Ciel? Perchè è sempre un passo avanti a lui e al suo diavolo di maggiordomo? E come mai Undertaker sembra conoscerla molto bene?
E' arrivato un nuovo caso in città.
Il suo nome è Myrcella Daffodil.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.

-Io vado. Voi badate alla casa, mentre non ci sono.- raccomandò il conte Phantomhive ai quattro della servitù, mentre saliva in carrozza con Elizabeth.

-Yes, my lord!- risposero tutti in coro.

Sebastian chiuse la portiera e si sistemò di fianco al cocchiere.

Durante tutto il viaggio Elizabeth parlava sognante di come fosse contenta e tutto, facendogli domande alle quali lui rispondeva a monosillabe.

Lizzy portava un abito azzurro con fiocchi tra i codini, alla vita, sul petto e legati intorno ai polsi. Il vestito si stringeva sul busto e si allargava sulla vita, morbidissimo, facendolo sembrare una cascata turchese. L'oro dei suoi capelli boccolosi e l'azzurro scintillante dei suoi occhi risaltavano ancora di più.

Anche se Ciel non l'avrebbe mai detto, la trovava bellissima.

Però non si trovava altrettanto splendido, come l'aveva conciato Lizzy: indossava un frac nero, con tanto di cilindro e mantello. Uno dei suoi abbigliamenti più classici, se non fosse stato per il fiocco all'occhiello, quello intorno al cilindro, il papillon e il mantello tutto dello stesso colore del vestito di Elizabeth. Lui adorava i colori scuri, tutti gli altri li odiava su di sé.

Grazie al cielo, però, era riuscito a tenere la sua solita benda in cuoio nero.

Arrivarono alla villa del signor Greystone, la quale brulicava di persone. Donne con abiti sfarzosi, chi con colori accesissimi in quella sera, chi invece con colori più sobri, decisamenti più formali e meno appariscenti.

Gli uomini portavano quasi tutti un abito nero, anche se c'era chi indossava frac con tonalità tendenti al bianco, al grigio o comunque su quella scala cromatica.

Le carrozze si incastravano e si tagliavano la strada l'una all'altra , per riuscire ad appropriarsi di un parcheggio decente.

Alla fine riuscirono a trovare solo uno un po' distante dal luogo della serata.

Il cocchiere si scusò perchè avrebbero dovuto camminare un po', ma poco importava a quel punto.

Arrivarono alla festa dopo qualche minuto, Lizzy appesa all'avambraccio di Ciel, mentre Sebastian camminava dietro di loro.

Dopo essere entrati, si ritrovarono tutti nella grande sala, dove vi si potevano distinguere gran parte dei signori che avevano notato fuori, tra qui mille altri. Sembrava che quella gente non avesse più fine, quasi fosse un'oceano.

La gente si divideva in gruppetti a parlare e a ridere con voce forte.

E già apparivano i primi ubriachi, quelli più vicini ai tavoli imbanditi.

Lizzy andava per tutta la sala a fare i complimenti alle signore per i loro vestiti, alle volte trascinandosi dietro anche Ciel, che veniva prontamente salvato da Sebastian.

-Conte Phantomhive! Che piacere averla qui, stasera!- commentò un uomo sulla cinquantina venendogli incontro. Il signor GreyStone.

-Signor GreyStone. Mi pareva scortese rifiutare un così cordiale invito.- mentì il conte, invece di dire che era stato costretto dalla sua fidanzata.

Mentre la serata continuava così, come da classico, l'enorme portone d'ingresso si spalancò con un cigolio, rivelando un ritardatario. Anzi, una ritardataria.

Era una ragazza dell'età di Ciel,se non più grande.

Aveva lunghi capelli di un biondo delicato, così lisci e luminosi da sembrare seta, lasciati liberi sulle spalle e sulla schiena, se non per i ciuffi frontali che erano tirati indietro in una piccola treccia.

Aveva una pelle diafana, pari quasi alla luna, con un piccolo naso alla francese e due occhi viola, quasi inesistente in natura.

Portava un vestito abbastanza deplorevole: era rosa pesca,con delle spalline che si reggevano a metà spalla, di morbido pizzo del medesimo colore dell'abito.

La vita esile era fasciata da un nastro con gli orli ricamati di pizzo e la cosa più sconvolgente era la gonna: dietro e lunga, che sfiorava dolcemente il suolo per una buona somma di centimetri, ma davanti arrivava appena a metà coscia, provvista di balze che spuntavano timide sotto la sottana. Il resto delle gambe era fasciato da stivali neri lucenti che arrivavano sopra il ginocchio, con un tacco basso che risuonava nella sala, mentre si spediva a passi decisi verso la folla che la fissava, ammutolita con il suo ingresso.

Per essere così giovane, sembrava molto sicura di sé, e per niente intimorita da tutti quegli sguardi che la fissavano sbalorditi. Ciel compreso.

Aveva un'aria così familiare...

No, non poteva essere...

Poco dopo la seguì un ragazzo molto più grande e più alto di lei: aveva l'abito nero tipico dei maggiordomi inglesi, con le mani in tasca e una posa molto menefreghista e maleducata.

I capelli neri erano spettinati e ricadevano all'indietro fino alla fine della nuca.

La pelle era dorata,viso ovale con naso regolare.

Ai lobi aveva due anelli d'oro che scintillavano.

Aveva l'espressione imperturbabile, con occhi socchiusi che lasciavano intravedere delle iridi di un viola molto più scuro di quelli della sua signora.

Quello era una persona troppo messa male per essere un maggiordomo, troppo ragazzo di malavita.

Ma la sua padrona non era da meno: con quelle gambe scoperte, l'aria altezzosa e, Ciel l'aveva notato solo ora, quel pugnale che teneva stretto alla coscia sinistra, propriosull'ultimo centimetro dello stivale.

La sala si riempì di mormorii rivolti a lei, visto che nessuno aveva il coraggio di sparlare su quel maggiordomo che sembrava voler uccidere qualcuno da un momento all'altro.

Nel frattempo Lizzy si era rimessa a fianco di Ciel, un po' timorosa di quei due nuovi arrivati.

La ritardataria si diresse verso di loro, sempre con quel passo deciso.

-Lord GreyStone. Mi scuso per il ritardo, ma ho avuto un imprevisto. È sempre un piacere rivederla.- esordì la ragazza con un sorriso appena accennato sulle labbra rosee, facendo un lieve inchino.

-Oh, Milady! La sua presenza è piuttosto rara nella vita di gala.- le disse con tono esaltato, affrettandosi a baciarle il dorso della mano.

I mormorii si erano fatti più fitti, visto che la ragazza stava parlando con qualcuno e la tensione si era affievolita. Anche se il maggiordomo che si era appoggiato distante ad una parete incuteva comunque timore.

-Diciamo che negli ultimi tempi sono stata piuttosto impegnata.- rispose.

Con la coda dell'occhio guardò i tre che erano lì vicino.

-Oh, che maleducata, non mi sono nemmeno presentata.- disse rivolta a Ciel e Lizzy.

Fece lo stesso medesimo inchino:-Sono Myrcella Daffodil, meglio conosciuta anche come Milady; lieta di fare la vostra conoscenza.

A quelle parole il conte sbiancò.

Daffodil. Giunchiglia.

Si costrinse a fare un inchino con quel briciolo di ragione che ancora gli restava.

-Molto lieto. Io sono Ciel Phantomhive, della ditta Funtom.

Prese a braccetto Lizzy, che era ancora incantata da Myrcella.

-E lei è Elizabeth, la mia fidanzata.

Lizzy si riprese e si affrettò a fare un inchino e a presentarsi.

-Bene. Io vi devo lasciare per vedere come procede la festa.- disse GreyStone battendo le mani per reclamare l'attenzione su di sé, poi li lasciò.

-Sono sorpresa, sapete? Non mi sarei mai immaginata che il conte Phantomhive fosse così giovane.

-Se è per questo, neanche io mi sarei aspettato di vedere una Daffodil ad una serata di gala. Specialmente di quest'età.

Myrcella fece spallucce:-Che ci vuole fare, conte? Il destino è molto strano e quasi sempre casuale. È compito suo sconvolgere le nostre vite, no?

Ciel si inchinò:-Non posso che essere più daccordo con lei.

Alle sue spalle Elizabeth era parecchio a disagio, tanto da non proferire parola, mentre Sebastian rimaneva con la schiena diritta e imperturbabile.

L'attenzione della ragazza si rivolse al maggiordomo.

-Deduco che voi, gran bell'uomo impassibile, siate il maggiordomo del conte. O sbaglio?

Sebastian si inchinò e sorrise:-Non sbagliate affatto, signora.

-Eppure sembrate troppo affascinante per essere solo un maggiordomo.- gli disse avvicinandosi, con uno sguardo misto all'indagatore e al malizioso.

È parecchio sveglia per avere la mia età, pensò Ciel lievemente preoccupato. Che l'avesse notato? Che avesse dedotto la vera identità di Sebastian? No, impossibile...

-Oh no, vi sbagliate. Io sono solo un mero maggiordomo.- le disse con un sorriso cordiale.

-Uhm... dovrò credervi sulla parola.- commentò a braccia incrociate al petto.

Ciel ne approfittò per dare un'occhiata a maggiordomo di Myrcella.

Se ne stava sempre lì appoggiato al muro con le mani in tasca, con il capo chino, quasi stesse meditando.

Nessuno osava avvicinarsi, quasi avesse un odore sgradevole.

Aveva un qualcosa di strano, di poco convincente. Del resto serviva una Daffodil...

Forse non sarebbe stata una serata tanto noiosa, con queste nuove comparse sospette.

E perchè il conte considerasse qualcosa sospetto, voleva dire che lo era davvero.  

  
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