CASA DI BAMBOLE
Sedeva composta sulla seggiolina, reggeva educatamente tra le dita il piattino e la tazzina vuota. Sorrideva.
Lopmon ricambiava mestamente, con circostanza, intenerita dalla purezza e dall’innocenza della sua Domatrice, che pure riusciva talvolta ad essere tanto seccante quanto la matematica che tentava di insegnarle.
Poco prima che Henry se ne andasse avevano assistito alla discussione tra lui e la mamma.
Ed ora restavano nella loro casa di bambole improvvisata, dove le preoccupazioni non c’erano, dove nulla poteva toccarle.
Dove Lopmon poteva proteggere la sua piccola dolce Suzie da tutto, semplicemente offrendole un biscotto che non c’era davvero.