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Autore: CrHacker98    24/06/2012    1 recensioni
Zack, un normale ragazzo adolescente, e un monastero usato dai campeggiatori. Sembra tutto apparentemente innocuo, ma l'eremo nasconde più segreti ed orrori di quanti se ne possano immaginare.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Lies'
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- Senti senti chi viene a chiedermi aiuto- disse ancora ridacchiando :- E poi non ho alcuna idea sul come aiutarvi, siamo tutti nella stessa barca- disse facendo le spallucce e addentando il frutto. Sarah era terrorizzata solo dalla presenza del ragazzo. Escludendo il suo modo inumano di considerare i fatti appena avvenuti, la cosa che più la spaventava erano quegli occhi appena visibili sotto la frangia, ma che comunicavano una sensazione di perfidia e di puro divertimento. Non resistette alla tensione e si alzò per correre incontro a Zack, per abbracciarlo terrorizzata. Tremava visibilmente sotto alla braccia del giovane, mentre Liar dava un altro morso al frutto, del tutto indifferente alla situazione, e anzi osservandola divertito. Sorrise maligno mettendo in evidenza i canini, una cosa che face rabbrividire Zack. - Allora?!? Non puoi aiutarci...?- chiese speranzoso il ragazzo. - No, mi dispiace, non posso in nessun modo...- disse ancora sorridendo maligno. Si alzò sollevando la ragazza :- In questo caso puoi tranquillamente levarti da piedi- disse cattivo Zack, ricambiando lo sguardo con altrettanta ferocia. - E perché dovrei? Il divertimento inizia proprio ora...- disse ridendo forte. Sarah iniziò a piangere disperata e spinse via Zack, correndo urlando per il corridoio delle camere delle ragazze. Il giovane cercò di fermarla ma inutilmente. Stava per correrle dietro quando Liar lo bloccò. - Dai, non mi diverto se le corri in aiuto...- disse maligno. Il ragazzo era sconcertato, allora era davvero lui l’assassino. Un urlo provenì dal sotterraneo, ma non poteva fare niente, il giovane gli bloccava la strada. Le urla si fecero più forte, rintronando per tutto il monastero vuoto. Piano piano si fecero più deboli, fino a scomparire. Il cuore di Zack batteva forte, dalla disperazione e dal terrore, era come un martello che non riusciva a fermarsi. Era nel panico più totale, non riusciva a ragionare e una nebbia gli offuscava i pensieri. Era la sua fine, Liar lo avrebbe ucciso brutalmente come aveva fatto con i suoi amici. Era rimasto solo, non poteva contare su nessuno e quella vipera di ragazzo lo osservava come un serpente osserva famelico la preda prima di stritolarla tra le spire. - Ah...adoro il suono delle grida di agonia, non trovi siano come il canto del cigno, Zack?- disse Liar. Zack era furibondo e terrorizzato nello stesso tempo. Urlando corse verso il ragazzo cercando di colpirlo, ma inutilmente. Quello era scomparso e il giovane si trovò da solo nella stanza. - Dove ti sei cacciato, brutto assassino?!?- urlò furioso. - Eheheh, sono proprio dietro di te...- rispose. Il cuore del ragazzo si fermò per un istante. Non aveva il coraggio di girarsi e affrontare l’avversario. Se non ce l’avevano fatta Jared, Jill, Hanna, Sarah e Matt, come ce l’avrebbe fatta lui, lui da solo? Si girò piano e si trovò faccia a faccia con il ragazzo. Occhi contro occhi, e stava tremando. - Sai che questo sguardo può trovare le tue paure più nascoste, può sprigionarle e farti impazzire di disperazione...?- - E’...è così che sono morti gli altri?- disse Zack. - Già...esatto. Sono “esplosi” di terrore, soprattutto Matt – ridacchiò maligno :- Sono proprio curioso di vedere come morirai tu. Sai, tutto il tempo che sono stato con voi, diciamo che non ero io. Era l’altra parte di me, l’altro Liar, quello astioso e indifferente, ma pur sempre umano – asserì ridacchiando. Al ragazzo venne un brivido di terrore giù per la schiena. - Ma...allora tu chi sei?- gli chiese con la voce rotta. - Io sono l’altra metà di Liar. Sono, come si può dire, la sua parte malvagia. Sono io che guido e dico cosa fare alla mia metà tranquilla, che mi ubbidisce in tutto e per tutto. In altre parole, oltre ad essere Liar, sono quella persona che amministra la morte, ma, diciamo, divertendomi. Le faccende di Paradiso ed Inferno non mi riguardano. Io prendo le anime della gente e le spedisco alla morte. Puoi chiamarmi anche Tristo Mietitore, se ti è più comodo- concluse ridendo con quel suo fare meschino e cattivo. Zack era pallido, si trovava di fronte ad un pazzo, non poteva credere che quel ragazzo fosse il Mietitore, insomma, dov’era la falce? Liar ( o chi diavolo fosse ) iniziò a fissarlo negli occhi. Le pupille si restrinsero in una fessura e l’iride iniziò a brillare di un verde intenso. Tutte le paure del giovane si concentrarono ed esplosero in una sola volta. Era un dolore lancinante alla testa, come se gliel’avessero schiacciata tra due presse. La vista gli si oscurò e non vide più niente, solo un dolore persistente e un senso di solitudine e disperazione più assoluti. Improvvisamente una risata lo riportò alla realtà. Vide Liar che rideva a gran voce, mentre il torsolo della mela era caduto a terra. Gli girava tutto in un vortice confuso, ebbe solo il tempo di sentire le ultime parole di Liar - Zack, lo sai che Liar vuol dire bugiardo...anche la vita è un inganno, solo un breve momento dell’esistenza reale...quello che ti attende è a dir poco peggio di quello che stai provando ora- il ragazzo non vide, ne sentì, ne percepì più niente. Si ritrovò nella più completa oscurità ed urlò, urlò a gran voce, di dolore, paura e rabbia. Scomparve nelle tenebre, mentre la morte spiccava via il volo ridendo della sua paura e trascinandolo via.

   
 
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