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Autore: yllel    24/06/2012    2 recensioni
"Figurati se il matrimonio di Sherlock Holmes poteva anche solo essere minimamente normale" questo e' quello che passa per la mente di John in un giorno di settembre... Dopo le altre storie, il cammino di Sherlock e Molly verso l'altare.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il motivo per cui torno sempre indietro'
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Ci siamo! Piu’ o meno...
Grazie ancora a SvaneH per la sua ultima, bella recensione.
 

IL MATRIMONIO DI SHERLOCK HOLMES E MOLLY HOOPER

SETTEMBRE – PARTE 1

 
12 settembre
Ore 13.00
 
“Eh dai! Sai anche tu che qualcosa dobbiamo fare, e questo puo’ essere l’unico modo!”
John Watson osservo’ dubbioso l’ispettore Lestrade.
“Non lo so... credi davvero che possa funzionare?”
Greg annui’ entusiasta “Certo! Gli piacera’, vedrai... e poi lo sai bene anche tu, Molly gli ha chiesto di non prendere casi, nell’ultima settimana prima del matrimonio. Sherlock diventa intrattabile, se si annoia!”
“Intrattabile e’ un eufemismo” sospiro’ John “e comunque sarebbe solo una serata, non e’ poi cosi impegnativo. Come pensi di fare?”
“Recupero i fascicoli di casi vecchi risolti, risalenti a ben prima che Sherlock facesse... quello che fa. Gli diamo cinque indizi e lui deve individuare il colpevole”
“Un addio al celibato alquanto particolare” si intromise Mike Stamford, appoggiando le tre tazze di caffe’ che era andato a prendere al bancone del bar.
“Io avrei preferito il classico modo, ma penso siamo tutti d’accordo che non potrebbe affatto funzionare” dichiaro’ l’ispettore.
Per un attimo al tavolo calo’ il silenzio, mentre tutti e tre sembravano pensare alla scena di Sherlock in un locale di spogliarelliste.
“No!” esclamarono quindi all’unisono.
“Gli piacera’, ragazzi. E ogni volta che individua il colpevole, e lo fara’ sempre, noi ci berremo su qualcosa. Ci sbronzeremo a sue spese e lui sara’ soddisfatto di aver tenuto in allenamento il suo fantastico cervello.” Lestrade alzo’ la tazza di caffe’ a mo’ di brindisi e gli altri due si unirono con un sorriso.

***

12 settembre
Ore 17.00
 
“Assolutamente no.”
Sherlock non alzo’ lo sguardo dal microscopio.
“Ma perche’?”
“Perche’ non ho nessuna intenzione di aderire a un’usanza sciocca e inutile, come quella dell’addio al celibato. Dovreste ringraziarmi, i vostri fegati ne trarranno beneficio, senza tutto quell’alcol in corpo”
Lestrade sbuffo’.
“Non e’ un’usanza sciocca e inutile. E’ un modo per celebrare un passaggio, l’inizio di una nuova fase della vita... e’ un rituale!”
John lo osservo’ stupito. Questa doveva proprio essersela preparata.
Sherlock roteo’ gli occhi.
“Ma per favore, volete solo legittimare un’occasione per ubriacarvi!”
“E va bene” dichiaro’ Lestrade in tono casuale, guadagnandosi un’altra occhiata stupita da parte di John per quell’improvvisa arrendevolezza “e’ chiaro che se hai paura di fallire io non posso farci niente. In effetti e’ una prova difficile, alcuni di quei casi risalgono agli anni cinquanta...”
D’un tratto, ebbe tutta l’attenzione di Sherlock.
“Io non ho affatto paura di fallire. Le mie straordinarie capacita’ non risentono dei vari periodi temporali!” esclamo’ con tono irritato.
“Beh, ma se non vuoi farlo...”
“Ah, smettila Lestrade! Certo che lo faro’! Qualcuno deve pur dimostrarvi quanto siete inetti e lenti nel risolvere i casi!”
John sorrise.
Fregato.

***
 
15 settembre
Ore 15.00
 
“Sara’ divertente” il tono di Molly era allegro.
“Sara’ oltremodo tedioso, non so nemmeno perche’ ho accettato” replico’ Sherlock, bilanciando il telefonino sulla spalla mentre, dopo sei mesi di esperimento, buttava le muffe nel cestino dell’immondizia. In qualche modo, negli ultimi giorni aveva preparato l’appartamento all’arrivo di Molly, cercando di ripulire un po’ e liberare dello spazio, anche se quasi tutte le sue cose erano gia’ li.
“Perche’ Lestrade ha fatto leva sul tuo smisurato ego. Ehi, io sono contenta che non sia il classico addio al celibato con spogliarello!” si immagino’ la smorfia di Sherlock e non pote’ trattenere una risata.
“Non credi davvero che avrei preso in considerazione una cosa simile, giusto?” Sherlock recupero’ da sotto il letto il suo frustino e lo appoggio’ sul comodino. Contemporaneamente, si accorse della presenza di un osso.
Non umano. Relativo a quel caso del cavallo da corsa drogato.
Con un lancio perfetto, mando’ l’osso a raggiungere le muffe nella spazzatura.
“E comunque” aggiunse mentre spostava un paio di manette “se mi dici che possiamo passare la serata insieme, annullo tutto” stava usando il suo miglior tono seducente, ma Molly scoppio’ in un’altra risata.
“Sherlock no!”
Lui si fermo’ in mezzo alla stanza e afferro’ meglio il telefonino.
“Molly, non capisco questa tua insistenza nel voler rispettare assurde tradizioni che non hanno un minimo di fondamento scientifico e non sono altro che scaramanzie inutili!”
“Non sono inutili” Molly sospiro’ all’idea di rispiegare per l’ennesima volta il suo desiderio “gli sposi non devono vedersi la notte prima del matrimonio. E’ una tradizione antica, e va al di la della semplice scaramanzia e del non voler portare sfortuna. Crea il senso dell’attesa. Domani saro’ tua moglie e poi avrai tutta la vita per starmi vicino”.
Dall’altro capo del telefono, le arrivo’ solo del silenzio e lei si penti’ di aver pronunciato una frase tanto stucchevole.
“Non farlo” Sherlock parlo’ finalmente di nuovo.
“Che cosa non devo fare?”
“Pensare che tu non possa dirmi frasi del genere, perche’ credi che io non le sopporti.”
Molly scosse la testa.
“Sei rimasto in silenzio quando l’ho pronunciata” gli disse infine.
“Solo perche’ stavo cercando di elaborare una risposta adeguata, lo sai che per me e’ difficile, ma questo non vuol dire che non possa riuscirci”
“Scusa. Non e’ che non ti credo capace, solo non voglio...”
 “Mi piace l’idea” la interruppe lui.
“Eh?”
“Mi piace l’idea di sposarti e di averti vicino per il resto delle nostre vite. Mi piace l’idea che tu sia mia moglie”
“Anche a me” gli rispose Molly sorridendo, avvertendo comunque un senso di inquietudine.
Sciocca. Non puo’ proprio succedere nulla.

***

15 settembre
Ore 22.30
 
“Oh per favore! Il cuoco, naturalmente!”
Lestrade appoggio’ sul tavolo la fotografia di una cucina da ristorante, che aveva mostrato a Sherlock, e alzo’ il suo bicchiere, seguito a ruota da John e Mike.
La piccola folla che si era radunata intorno a loro nel pub rimase per un attimo muta, poi scoppiarono gli applausi e tutti si misero a sorseggiare birra, commentando stupiti l’ennesima prova positiva di Sherlock.
Nessuno aveva avuto l’intenzione di trasformare l’addio al celibato in uno spettacolo, ma qualcuno si era avvicinato incuriosito, notando i quattro uomini che esaminavano fotografie e indizi di reati e si era sparsa la voce, cosi Sherlock si era ritrovato a dimostrare le sue grandi capacita’ davanti a un piccolo gruppo di clienti, che non si perdevano neanche una parola delle sue spiegazioni.
“Il cameriere era mancino, si osserva da come predisponeva il carrello per servire ai tavoli. Era impossibile potesse aver colpito il titolare con il coltello in quel modo... davvero ci avete messo tre giorni per capirlo?” Sherlock guardo’ Lestrade scuotere le spalle.
“Era il 1972. Io neanche c’ero, per la cronaca”
John sorrise e dentro si se’ si complimento’ con l’ispettore per l’idea di quella serata. Una parte di lui aveva avuto il dubbio che potesse essere un disastro e invece, si stavano divertendo e Sherlock sembrava rilassato, a suo agio.
“Ok, ok” eclamo’ Mike “prossimo caso. Omicidio di una donna” tiro’ fuori una fotografia da una cartellina che mostrava un appartamento, poi quella di un giardino e il referto dell’autopsia. Naturalmente, nessuno di loro aveva pensato di portarsi in giro le immagini dei cadaveri.
Sherlock studio’ un po’ piu’ a lungo che in precedenza gli indizi, e John si fece piu’ attento. Per un attimo, gli era sembrato di cogliere sul viso del suo amico una smorfia di... disappunto.
Tutto intorno, si era creato di nuovo silenzio.
“Il postino. Prima ha consegnato la posta poi e’ passato dal retro.”
Quando John vide Lestrade annuire, liquido’ la sua impressione come un effetto della birra, che cominciava ad essere presente ad un livello considerevole nel suo organismo.
Non sono ubriaco, ma poco ci manca.
“Io ero solo un agente, ai tempi” commento’ Greg “il colpevole e’ morto dopo due mesi in prigione”
Intanto la gente intorno aveva di nuovo applaudito e si era rimessa a bere.
“Bene” Sherlock batte’ le mani e si alzo’ “signori, buona notte!”
Si levo’ un mormorio di disappunto.
“Ma come? Abbiamo ancora dei casi da analizzare!’ si lamento’ Lestrade.
“Intendi dire che hai ancora della birra da bere” puntualizzo’ Sherlock, rimettendosi la giacca “io pero’ mi sposo fra poco ore, ora vado a casa e rifletto sul grosso cambiamento che la mia vita sta per avere”
“E’ un po’ tardi, amico!” gli grido’ qualcuno dal gruppo intorno a loro.
“Non ho affatto detto che ci voglio ripensare” puntualizzo’ Sherlock. “John?”
Il dottor Watson si affretto’ ad alzarsi.
“Ci vediamo al matrimonio” saluto’ con un cenno Lestrade e Mike.
Gli altri due gli risposero alzando il bicchiere,  e lui si affretto’ a seguire Sherlock fuori dal pub.
 “Bene, sembra proprio che non piovera’” commento’, seguendolo sulla strada con il viso rivolto alle stelle.
L’altro non gli rispose.
“Non provarci.”
Sherlock si arresto’ e si giro’ a guardarlo.
“Non provarci a fare cosa?” gli chiese con tono innocente.
E in quel momento, John ebbe conferma dei suoi sospetti.
“Non e’ stato il postino, vero? Ho visto il tuo sguardo quando hai esaminato gli indizi. Tu hai capito che non e’ stato lui,  ma l’hai detto lo stesso, perche’ sapevi che l’avevano arrestato... tutta quella voglia improvvisa di andare a casa a riflettere...non vuoi sul serio risolvere il caso  ora, vero?”
Sherlock sorrise.
“John, non vorrai che un’ingiustizia continui a essere perpetrata?”
“Quell’uomo e’ morto! Senti, mi dispiace per lui se le cose stanno davvero cosi, ma tu ti sposi tra poche ore! Non possiamo rimandare a dopo il matrimonio?”
Sherlock ricomincio’ a camminare e fece segno a un taxi di fermarsi.
“Molly ti ha chiesto di non prendere casi in questi giorni!”
Sherlock si avvicino’ alla vettura che aveva accostato al marciapiede e per un attimo, sembro’ esitare, ma poi scosse la testa.
“Tecnicamente, non sto prendendo un caso. Nessuno me l’ha offerto, sto solo verificando alcune informazioni, ecco tutto. Abbiamo ancora un sacco di tempo, John!” disse aprendo la portiera “perche’ dovrei utilizzarlo annoiandomi?”
L’altro lo raggiunse sul sedile e la macchina parti’.
“Perche’ invece non dovresti utilizzarlo riflettendo sul serio e preparandoti?” cerco’ di insistere, sapendo comunque che era una causa persa. Ma dopotutto, era il suo dovere di testimone.
Sherlock lo fisso’, sinceramente confuso.
“Prepararmi a cosa?”
John appoggio’ la testa e chiuse gli occhi.
“Lascia stare, come non detto”

***

16 settembre
Ore 13.30
 
Quindici ore dopo, John aveva mentalmente ripassato gli avvenimenti che l’avevano portato a essere legato al futuro sposo in una cantina, a poche ore dal matrimonio.
Erano arrivati alla casa teatro dell’omicidio e Sherlock si era recato sul retro, passando dal giardino come il postino era stato accusato di avere fatto. John l’aveva sentito borbottare qualcosa a proposito di un segno sul davanzale, che doveva per forza dimostrare che l’assassino era piu’ robusto, un segno che doveva essere ancora li,  perche’ naturalmente l’assassino era il figlio stesso della donna, che non si era mai spostato, visto che l’aveva uccisa per avere la casa tutta per se’.
Sherlock aveva proprio ragione. Nel senso che il figlio abitava ancora li. E nel senso che era robusto. Molto robusto.
E dopo che  li aveva colti di sorpresa (e John ammetteva che la birra aveva contribuito a rallentargli i riflessi), li aveva tramortiti e trasportati in cantina, legandoli e lasciandoli a litigare sulle reciproche responsabilita’.
Ed era allora che John Watson si era detto che naturalmente, neanche il giorno del proprio matrimonio poteva essere normale, per Sherlock Holmes.
Il quale si era messo a correggere  la sua sintassi. Era davvero troppo.
“Sta zitto, Sherlock” aveva esclamato infastidito.
L’altro si era chiuso in un silenzio offeso.
Fantastico.
 
 
 
 
 
 
 
  
  
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