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Autore: Kagome008    09/01/2007    7 recensioni
Chi può dire veramente chi siamo? Forse nemmeno noi stessi... o forse ci sono date situazioni che ce lo possono insegnare. Una storia dove nulla è scontato, dove ci sono mille segreti intrecciati stranamente, dove l'arroganza nasconde qualcosa di più...che solo l'amore potrà spiegare
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU), OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti. Premetto che è un sacco che non scrivo fan fiction e che ne devo ancora terminare alcune, ma questo, lasciatemelo proprio dire, per me nn è affatto un bel periodo. Presa così, dagli esami a scuola e da questa vita che a quanto pare non ha la minima intenzione di sistemarsi nonostante tutti i miei tentativi, torno al mio primo amore…ovvero scrivere! Scrivo di getto, sulla base di una fanfic a cui stavo pensando da molto! Perdonate allora se il mio stile risulterà un po’ arrugginito… chissà questo non sia un nuovo inizio ^_^

LACRIME VIRTUALI
CAPITOLO 1
SFIDA

Il ticchettio dell’orologio risuonava nella piccola stanza buia, spandendosi come un rumore continuo e regolare per nulla fastidioso, anzi, quasi di compagnia. Voltandosi di lato, una figura indefinita, distesa a pancia in giù su di un comodo letto, osservò con sguardo stanco le lancette correre nel piccolo quadrante della sua sveglia, mettendoci un paio di secondi a focalizzare l’ora esatta.
Stanca si distese a pancia in su, coprendosi il viso con le mani. Quanto aveva pianto?
Minuti…ore… giorni… non lo contava nemmeno più il tempo, perché per lei tutto era diventato immobile: i suoi gesti, le sue azioni, anche i suoi pensieri sembravano uscire da una scatola preconfezionata di tristezza e dolore, e con il cuore ormai, periodicamente, sullo stomaco, pesante come un macigno, tutto le era diventato d’incanto inutile. Non riusciva a trovare uno scopo o un qualsiasi qualcosa da fare che la potesse far sentire meglio. Si era talmente abituata a quella sensazione di solitudine, da non poter concepire altro ormai.
Nel buio della stanza, coperta come avrebbe voluto coprirsi lei agli occhi della gente, solo la luce verde, a tratti ad intermittenza, del computer sulla sua scrivania, le dava la sicurezza di non essere sola.
Prendendo un grande respiro si alzò dal letto.
Lunghi capelli corvini le incorniciavano un volto dalle fattezze delicate e al tempo stesso decise. Gli occhi, dal tratto forte e di buon spirito, erano rossi per le troppe lacrime versate, ma ugualmente gentili e dolci.
Sedutasi sulla sua scrivania Kagome accese il computer, accedendo automaticamente alla chat che di solito usava frequentare. Il suo nick, che era solita usare, era Shikon… ah, nome strano e quasi senza senso, il primo che le era venuto in mente e al quale si era ormai affezionata.

.:Ice Lord:.
Ciao piccola, come va?

Eccolo lì, Ice l’aveva appena contattata. Era uno dei suoi amici di rete… forse il migliore che avesse mai avuto. Con lui si sentiva libera di parlare di qualsiasi cosa, forse perché era più grande e l’ascoltava senza dare giudizi, forse perché non aveva paura di aprirgli il suo cuore, credendosi sicura dietro quello schermo e quella tastiera, forse perché era un vero amico, tutto qui.

Shikon:
potrebbe andare meglio!

Kagome sorrise nel scrivere quella frase. A lei le cose potevano solo andare peggio!

.:Ice Lord:.
Cos’è successo?

Shikon:
Non mi va molto di parlarne

.:Ice Lord:.
Sicura non posso fare nulla per te? Sai che non mi piace vederti triste.

Shikon:
Grazie Ice, ma no, davvero… domani ricomincia la scuola, non so nemmeno perché ho acceso il pc!

.:Ice Lord:.
Per parlare con me, mi sembra ovvio XD

Kagome sorrise. “ Sbruffone il ragazzo” pensò.

Shikon:
XD chi lo sa, può darsi. Ora scusami davvero… buona notte

.:Ice Lord:.
Buona notte piccola… mi raccomando, stay up!

Kagome sorrise, poi spense il computer. Lo sguardo fisso che non voleva lasciare lo schermo ormai nero. Portandosi le mani al volto le lacrime cominciarono ad uscire di nuovo… quella sarebbe stata una lunga notte.
***
Il sole era ormai sorto da parecchi ore e la città, ancora accoccolata nel tepore della notte, si stava lentamente svegliando. Macchine lungo le strade, i negozi che aprivano le saracinesche per una nuova giornata di lavoro, le mamme che portavano a scuola i bambini… tutto ricominciava di nuovo, come ogni giorno, come sempre.
Kagome si fermò d’innanzi al cancello della scuola, chiudendo gli occhi e prendendo grandi respiri. Come tutto ricominciava anche la sua finzione avrebbe ricominciato.
“Va tutto bene… a te non serve nessuno!” pensò decisa. Aveva un ruolo da interpretare e ora più che mai era certa di voler essere come tutti la credevano: ribelle, senza regole, senza leggi…senza cuore. La ragazza si era spesso chiesta cosa l’avesse portata ad assumere un comportamento simile, datosi che, soprattutto ultimamente, aveva imparato di non essere affatto indifferente al dolore e per nulla invulnerabile. Forse era per la sua indole… non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno e con un carattere così forte come il suo era diventato subito una ragazza simbolo, una ragazza da ammirare e… una ragazza da temere. Una cosa trascina l’altra e senza accorgersene si era ritrovata capo di una piccola banda che in lei vedeva un modello. Kagome sorrise cinicamente. “ Bel modello!” pensò irrisoria, poi entrò nella sua prigione di cristallo, dove signora viveva in un mondo che non le apparteneva.

-< Che sonnoooooooooooooooooooooooooooooooooooo! > sbadigliò un ragazzo col codino, dondolandosi sulla sedia.
-< Guarda che così cadi! > sentenziò un altro ragazzo, seduto al suo fianco. Aveva lunghi capelli d’ebano e occhi ametista, profondi pozzi di un anima indomabile e taciturna. Le grandi spalle entravano a pennello nella camicia della divisa scolastica, lasciata sbottonata sul colletto, dove una cravatta annodata male e alla meno peggio ricadeva goffa.
-< Inuyasha, perché dobbiamo stare qui ad annoiarci? La campanella è appena suonata e questa tortura ricomincia.. perché sei voluto entrare in anticipo? > chiese il ragazzo che si dondolava sulla sedia.
-< Non voglio venir bocciato anche quest anno! > rispose il ragazzo dai profondi occhi.
-< E credi che ti boccino per il ritardo al primo giorno? > chiese il suo amico.
-< Miroku… 1. Scuola nuova, abitudini nuove 2. Dagli errori si impara 3…. Guarda che cadi… > rispose Inuyasha.
-< Non dire scemenze, sono famoso per il mio equ…li…briiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii… >

SBAM! BOOOM! STRAK!

-< Te lo avevo detto che cadevi! > sorrise Inuyasha.
In quello stesso istante suonò la campanella e gli alunni incominciarono ad entrare in classe. Tutti i ragazzi guardavano stranamente Inuyasha e Miroku, non avendoli mai visti prima. Erano infatti nuovi di quella scuola e nessuno li conosceva. Anche la professoressa fece il suo ingresso in aula, ricordando a tutti, con il suo tono di voce imperiosa, che l’anno nuovo era appena iniziato e che le vacanze erano finite, come il tempo di divertirsi.
Inuyasha sbadigliò annoiato, mentre Miroku si disperava per i bei tempi estivi passati a guardare le ragazze in costume.
D’un tratto la porta si aprì di scatto, producendo un rumore sordo contro la parete. L’insegnante guardò con sguardo maligno fuori della porta.
-< Signorina Tajia, Signorina Higurashi, grazie di averci riservato anche quest anno la vostra gentile e ben educata entrata in scena… > balbettò la professoressa.
Una ragazza slanciata, dai lunghi capelli castani raccolti in un alta coda, dagli occhi fini e castani, truccata pesantemente ma allo stesso tempo con cura e delicatezza, fece il suo ingresso in aula, avvicinandosi lentamente all’insegnante.
-< è un piacere prof! > sorrise cinicamente la ragazza.
-< Sango! > l’apostrofò l’amica che la succedeva -< Non importunare l’insegnante! >
Era una ragazza dai lunghi capelli d’ebano, lo sguardo deciso e dalla figura sottile e delicata. Ben proporzionata e dalle labbra piene, la divisa le cadeva a pennello, nonostante non la portasse alla maniera consona: la gonna era più corta del dovuto, la camicia aperta sul collo, invece dei calzettoni portava calze a rete e alle mani braccialetti variopinti.
-< Kagome… eddai… > piagnucolò Sango.
-< Sediamoci e basta! > disse Kagome, dirigendosi verso il banco in cui sedevano Inuyasha e Miroku -< … e voi… > disse guardandoli male -< … questi sono i nostri posti… >
Inuyasha alzò lievemente un soppraciglio.
-< Cercatene un altro bella! > disse, senza troppa gentilezza.
-< Perché non te ne cerchi un altro tu! > rispose a modo Kagome.
Tutti trattenevano il fiato… Kagome Higurashi non era certo famosa per la sua pazienza e autocontrollo e quel povero novellino stava giocando con il fuoco. Anche l’insegnante rimaneva in silenzio… mai intromettersi in una lite tra studenti.
-< Senti….io voglio quel posto e ti conviene cedermelo… e anche alla svelta! > disse Kagome, poggiando le mani sul tavolo e sporgendosi verso il ragazzo. Inuyasha si alzò in piedi, fronteggiando lo sguardo di Kagome.
-< E se non volessi… >
-< Tu me lo cederai! >
-< No! >
-< Allora contendiamocelo! > propose Kagome.
-< Ci sto! >
-< Alla ricreazione, dietro il cortile… > disse Kagome, cercandosi un nuovo banco -< … e sarà meglio che tu ti faccia vivo! >
Inuyasha sorrise cinicamente.
-< Inu…yasha… ti ricordo…che….ci siamo trasferiti per… > balbettò Miroku.
-< Lo so, lo so…ma una sfida è una sfida! > rispose Inuyasha, entusiasta.

Continua capitolo 2…
  
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