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Autore: Directioner_98    25/06/2012    3 recensioni
Valerie è una ragazzina di 16 anni bella e popolare in tutta la scuola. Ha una vita per lo più simile alla maggiorparte delle sue coetanee. Tutto ciò verrà sconvolto da un sogno, inizialmene ritenuto tale, che la accompagnerà a scoprire le sue origini.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando partì non sapeva ancora del tuo arrivo, nessuno dei due sospettava niente. Quando lo scoprii lo chiamai subito e appena seppe era già fiero di te. Parlammo più volte del nostro futuro insieme a te e fecimo molti progetti. Lui sarebbe stato arruolato ancora per meno di un mese, poi sarebbe finalmente tornato a casa”-
 Si fermò e le lacrime le rigarono nuovamente il viso. L’abbracciai per infonderle conforto. Poi la guardai come per dirle vai avanti.
-“ Mi ricordo ancora tutto come fosse accaduto ieri: ero da sola in casa e il telefono squillò. Pensavo fosse la mia amica Lia che mi avesse chiamato per un lavoro e invece appena alzai la cornetta sentii una voce maschile che mi disse “La signora Tagliaferri?” “No mio nonno!”(-.-‘’) mi venne da rispondere. “Come scusi?!” ribatté il mio interlocutore “No, mi scusi, mi dica” “Signora… suo… sì, insomma mi dispiace”
Balbettava e io mi stavo irritando. Non sapevo chi fosse, o meglio preferivo non capire.
-“Ma è uno scherzo o cosa?!? Parli come un umano, non come un deficiente!!!”
Ero arrabbiata, anzi furiosa. Dopodiché solo un lungo ed interminabile silenzio.
-“Allora?” Dissi urlando ancora di più. “Insomma signora suo marito è morto!” disse il presunto militare. Poi sentii dei singhiozzi che durarono un attimo per poi spegnersi definitivamente.
Tu-tu-tuu faceva il telefono. Mi accasciai a terra e rimasi lì fino a sera fissando malinconicamente il soffitto il muro bianco.”-
La mamma sospirò probabilmente per ricacciare indietro le lacrime, poi proseguì -“ Ero persa, arrabbiata e triste, ma non riuscivo a piangere. Mi sembrava che ora la mia vita senza tuo padre non avrebbe più avuto senso. Al contempo ero arrabbiata con quel militare; era davvero un perfetto idiota. Capisco solo ora cosa debba aver provato, che compito ingrato gli avessero affidato: comunicare a una futura mamma che d’ora in poi sua figlia non avrebbe più avuto un padre. Passai le ore più da incubo della mia vita: vedevo tutti i nostri progetti dissolversi come fossero rugiada che evaporava sotto effetto del sole. Erano ore che stavo lì senza fare niente e tutto ciò iniziava ad essere controproducente. Così presi con me tutto ciò che rimaneva della mia vita ( mi guardò :’)) e chiamai il numero che Leonardo…”- Appena la mamma pronunciò quel nome un fremito mi attraversò da capo a piedi lasciandomi un senso di piacere misto ad amarezza. D’un tratto vidi la mamma che si era fermata e mi fissava. Così le feci un cenno e lei riprese. -“ Il numero che Leonardo mi aveva lasciato; composi il numero con decisione e attesi non sapendo chi mi avrebbe risposto.
“ Pronto?” disse una voce maschile dal tono allegro “Buongiorno con chi parlo?” “Beh mi verrebbe da chiedere la stessa cosa” rispose in tono scherzoso. Mi trattenni dal rispondergli in malo modo e dissi secca  “ Vedova Tagliaferri” appena pronunciai quelle parole sentii un silenzio tombale. Capii che l’avevo spiazzato; mai e poi mai si sarebbe permesso di offendermi e infatti si scusò imbarazzato più che mai.
Scoprii che il protagonista della gaffe era l’ufficiale a capo della pattuglia di papà, così gli chiesi spiegazioni sull’accaduto. Ti riassumo perché la narrazione durò più di 2 ore.
L’ufficiale mi disse che 2 mattine prima erano usciti per una spedizione e quando erano tornati papà non c’era. L’avevano cercato per ore, ma poi erano stati costretti a tornare alla base. Così anche se non avevano trovato effettivamente il suo corpo ipotizzarono che fosse morto”-
-“Ecco qua”- disse. Si era liberata da un enorme pensiero. Ora toccava a me portare  il peso di questo pensiero.
 
  
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