Compila alcuni moduli e poi li passa alla
segretaria, risistema la cravatta e torna a guardare New York sotto di lui. Con
Dan si devono vedere per pranzo tra meno di mezzora e lui non ha nessuna
novità, quello che avrebbe dovuto scoprire che fine aveva fatto Serena era
stato un inetto.
In aggiunta Lei non gli rispondeva e Nate sapeva
perfettamente che avrebbe dovuto prendere l’auto e chiedere scusa ma qualcosa
lo frenava, non l’orgoglio ma la vergogna di aver rovinato tutto.
Improvvisamente si ricordò che quel pomeriggio
doveva passare a casa per delle cartelle e poi voleva salutare Chuck. Chuck!
Lui sapeva certamente come trovare la sorellastra.
Quando Dan gli aveva detto della telefonata ssi
era sentito in colpa a non coinvolgere anche lui ma non gli sembrava il caso.
Ora però pensava alla mano che doveva dare a Serena e magari con una gran
quantità di fortuna sarebbe anche riuscito a far riaffiorare l’amicizia tra Dan
e Chuck. O forse sarebe riuscito ad evitare che si uccidessero.
Chiamata la segretaria l’avvisa che deve uscire.
Che sposti pure gli appuntamenti quando meglio preferisce. In auto telefona a
Chuck e lo avvisa che sta arrivando e si auguara sia tranquillo che ha una
proposta difficile da fargli.
Prima di entrare nell’attico avvisa Dan degli
sviluppi, l’amico non sembra per nulla convinto ma mugugna l’assenso.
Con Chuck impiega più di tre quarti d’ora
passando al setaccio ogni possibile motivo che potesse incentivare l’amico.
Persuaso dice a Nate che avrebbe chaiamato lui un tizio, ma avrebbero dovuto
aspettare qualche ora.
Ritornando in uffico Nate avvisa anche Dan:
aperitivo al Bic, puntuale.
Sente il caldo che le attanaglia il corpo. I capelli le si
attaccano al collo e la coda non riesce a risolvere il problema. Si abbassa il
cappello di paglia sul capo e saluta il portiere.
All’interno dell’androne l’invade il fresco
tepore dell’aria condizionata. Prima non era mai stata nella city alla fine di
agosto. Inciampando nel vuoto si sbuccia le ginocchia. Si rialza con difficoltà
e arranca verso l’ascensore.
Dorota corre nel salone con il viso bianco, il
mento tremulo e le mani che sventolano in aria. Ripensa a lei da piccola, alle
sue risate per casa a quanto le fosse affezionata.
-A,aiuto..-
A pochi passi di distanza il corpo inerte e
disteso sul marmo di Carrara tirato a lucido si ritorva supina la
ricercatissima Serena.
Blair accorre con il fiato in gola. Sente le
lacrime salate che scorrono velocemente, cerca di guardarla in faccia e poi si
ritrova a dire a Dorota di chiamare immediatamente il dottor Williams.