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Autore: BlueCinnamon15    25/06/2012    8 recensioni
E’ tempo di vacanza per gli Hummel-Hudson, ed indovinate un po’ dove il povero Kurt sarà costretto a passare le vacanze?
Esatto! In un agriturismo nel Tennessee, perché poi nel Tennessee ancora se lo chiede, dove ci saranno anche le stalle!
Già, ma non ricordiamoglielo perché sennò inizierà ad urlare che i suoi vestiti non sono fatti per un posto del genere.
Comunque, dicevamo, non è detto che delle vacanze diverse siano per forza destinate ad andare male, no?
E se per caso trovasse un bel contadino sexy che iniziasse a tormentarlo ed ad introdurlo nel misterioso mondo della natura?
Farmer!Blaine
***
Burt parcheggiò velocemente la macchina e subito scese.
“Ah, aria di vita!” esclamò aprendo le braccia al cielo e respirando rumorosamente.
Wow, pensò Kurt, l’aria di vita sa di merda di mucca, fantastico.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo secondo

Kurt seguì Blaine verso il retro delle stalle.

Passarono in mezzo a numerosi recinti pieni delle specie più diverse di animali, e riuscì a scorgere delle pecore ammassate in uno di essi, vide le gabbie dei conigli e riuscì a distinguere, lontanamente, il pollaio.

Il pollaio.

Ci avrebbe di sicuro fatto una capatina dopo, e magari sarebbe anche riuscito a sopprimere la causa del suo essersi svegliato decisamente presto quella mattina.

Sì, una prospettiva decisamente allettante.

Quando arrivarono sul retro Blaine vestì un sorriso furbo e, spostandosi di lato con un inchino esagerato, gli presentò il suo incubo peggiore.

“Ecco a te il recinto dei maiali, elfo” disse indicando un posto davanti a lui “dimostrami cosa sai fare”

Poi gli lanciò un paio di guanti da lavoro tutti sporchi ed un paio di stivali di plastica completamente infangati.

Un attimo, ma se non c’era fango allora quelle macchie cos’erano?

Un brivido lo scosse completamente, e Kurt inalò lentamente, cercando di calmarsi.

Era un Hummel.

Gli Hummel ce la fanno in tutto.

Quindi fece il sorriso più orgoglioso che aveva nel suo repertorio, e, scroccandosi le dita con fare teatrale, si diresse verso il recinto.

“Ehi ehi non così in fretta bellezza!” Blaine si affrettò a seguirlo “Non sai neanche cosa fare!”

“Beh, cosa ci vorrà, prendo un po’ di sapone, li immergo in vasca, e ta-da! Sono puliti!” rispose Kurt cercando di sembrare sicuro.

Cosa che a quanto pare gli uscì decisamente male perché tutto quello che Blaine fece fu guardarlo con un espressione incredula per poi scoppiare a ridere.

“Oh- O MIO DIO!” disse gettandosi a terra e rotolandosi dal ridere.

(A quanto pare Kurt non era l’unico con manie di teatralità)

 “Non ci credo! Mi prendi in giro!  Poi cosa? Gli facciamo i massaggi all’ olio di mandorle ed usiamo il balsamo per rendere i peli più morbidi? Kurt” e lì la voce venne spezzata da una risata più forte “non hai proprio idea di come si faccia, vero?”

Ed un’ espressione di tenero divertimento gli passò negli occhi, per poi scomparire tanto velocemente quanto era arrivata.

Kurt si ritrovò a pensare che con un’ espressione del genere, priva della solita arroganza, quegli occhi nocciola sembravano addirittura più grandi e brillanti.

“Ehm” arrossì guardandosi i piedi “E’ così ovvio?”

“Io lo trovo adorabile” gli sorrise Blaine, e fu un vero sorriso, non di scherno, non malizioso, semplicemente un sorriso “Dai vieni che ti spiego” e gli porse la mano.

E Kurt la prese.

Non appena le dita forti dell’ altro si strinsero attorno alle sue, Kurt si sentì tirare verso la direzione del recinto, ed una sensazione di calore partì dalle sue dita intrecciate a quelle di Blaine e si propagò in tutto il corpo.

Quando il ragazzo davanti a lui aprì il cancello e lo trascinò dentro con sé, sentì i piedi sprofondare nella melma sotto di lui, ma non ci fece esattamente caso, troppo concentrato a decifrare la sensazione piacevole che, non avrebbe voluto ammetterlo, derivava decisamente dalla stretta del ragazzo davanti a lui.

“Kurt” la voce di Blaine lo distolse dai suoi pensieri, e si accorse che si erano fermati davanti ad un esemplare di maiale decisamente enorme e con una faccia decisamente poco amichevole. “Questo è Whiskey.”

“Santo cielo ma che nome orribile! Chi mai chiamerebbe un maiale con il nome di un alcolico?” Kurt non riuscì proprio a trattenersi, ma quando vide il viso di Blaine intristirsi,e lì capì che probabilmente il nome gliel’aveva dato lui, si diede mentalmente dello stupido, perché, davvero, l’espressione che aveva in quel momento era così dolce che l’unica cosa che Kurt voleva fare era avvicinarsi ed accarezzargli la schiena e digli che, ehy, stava scherzando, e che il nome era bellissimo.

In tutta risposta Blaine alzò il mento, posò una mano sulla schiena dell’ animale e disse, con tono teatralmente menefreghista “Vieni Whiskey, Kurt non ci merita. Siamo troppo fantasticamente fantastici per lui.”

“Oh beh” disse Kurt trattenendo le risate “vorrà dire che mi occuperò io della pulizia dei maiali. Inizierò dallo shampoo”  e calcò bene l’ultima parola, abbastanza perché Blaine si girasse di scatto con un’ espressione di puro orrore sul volto.

“Non ci provare” disse fra i denti, quindi Kurt rise di gusto ed acconsentì a farsi insegnare.

Ovviamente dopo esser stato costretto a salutare Whiskey ed a chiedergli scusa per l’intera faccenda del nome.

“Bene” Blaine battè le mani, l’espressione del volto concentrata “direi che potremmo iniziare col dargli da mangiare. Kurt?” lo chiamò facendogli poi cenno di seguirlo “Qui ci sono le sacche degli avanzi, puoi svuotarle nelle mangiatoie”

“Perfetto” rispose il soprano, e poi fece per sollevare uno dei sacchi.

Sfortunatamente aveva calcolato male o il loro peso o la sua forza, perché non appena tentò di alzarlo cadde a terra, senza averlo spostato di un millimetro.

Rosso di umiliazione ignorò la risata del ricciolo e la sua offerta di aiutarlo, liquidandola con un “Sono capace di farlo da solo”, e ci riprovò una seconda volta, calibrando bene gli sforzi, ma gli servì ben poco tempo per capire che non sarebbe riuscito a muoversi di un millimetro se avesse continuato in quel modo, così decise di provare a tirarlo.

Fortunatamente funzionò, e così, mentre vedeva Blaine andare avanti ed indietro e trasportare addirittura due sacchi alla volta, santo cielo i muscoli delle spalle che aveva, Kurt riuscì ad arrivare alle mangiatoie facendo il triplo della fatica dell’ altro e trasportando un quinto dei sacchi.

Non appena giunse alla meta lasciò il sacco e si pulì il sudore dalla fronte, cercando di nascondere il fiatone che gli era venuto anche per uno sforzo così piccolo.

“Sei sicuro di farcela a sollevarlo per mettere il cibo nelle mangiatoie?” la voce di Blaine gli arrivò ironica da dietro le spalle.

Maledizione, Kurt non ci aveva pensato.

E ora?

“Assolutamente”  rispose risoluto. Ma quando notò che Blaine non accennava a spostarsi e lo guardava con fare divertito gli chiese con irritazione: “Che fai?”

“Mi godo il momento in cui cadrai nella melma a causa della tua cocciutaggine, elfo” ghignò l’altro.

Kurt sbuffò irritato, poi, concentrandosi più che poteva, abbracciò il sacco e lo alzò di colpo.

Un’ espressione di vittoria gli attraversò il volto quando si accorse che il sacco non toccava più terra, ma venne però presto rimpiazzata da una di puro terrore quando di accorse che le gambe avevano iniziato a cedere.

No.

No.

Nononononono-

Ma non poté fare niente per fermare l’inevitabile caduta, dritta in mezzo al fango.

No, non fango, si ricordò Kurt.

Dio che schifo!

“Santo cielo ti prego aiutami!” urlò in preda ad una crisi isterica “Non ci credo, è tutta colpa tua!”

Cercò di rialzarsi ma scivolò sulla melma e ci ricadde di schiena.

Alzò gli occhi, non capendo perché l’altro tardava tanto ad arrivare, e lo vide che, per l’ennesima volta, si stava sbellicando dalle risate, con le braccia che avvolgevano lo stomaco.

“Dovresti vederti, sul serio” un scoppio di risate più forte “Sei ridicolo!”

Kurt sbuffò irritato, tentò nuovamente di alzarsi ma proprio non ci riusciva.

Poi decise tutto in un millisecondo.

Blaine gli stava offrendo la mano per aiutarlo, Kurt la afferrò saldamente e, approfittando del suo momento di distrazione, tirò con forza fino  che anche l’altro non cadde a terra sporcandosi completamente la faccia.

“Chi è il ridicolo adesso?” chiese soddisfatto.

In tutta risposta Blaine prese una manciata di melma e gliela spalmò tutta nei capelli.

“Di sicuro non io” ghignò.

“Non l’hai fatto” disse sotto shock Kurt “TU!”

E poi prese a sua volta un pugno di quella sostanza quasi liquida e tracciò la linea del suo torace con le sue mani sporche.

Blaine in tutta risposa rise e prese Kurt per i polsi forzandolo a terra, gli si mise sopra a cavalcioni ed iniziò a ricoprirlo di fango mentre il soprano cercava di divincolarsi senza successo.

In quel momento, solo in quel momento, si ritrovò ad imprecare contro il muscoli ben definiti dell’ altro che lo tenevano bloccato senza lasciargli via di scampo.

Tuttavia si concentrò e, con un colpo di reni, ribaltò le posizioni cercando disperatamente di sporcare il più possibile l’altro, e con una mossa piuttosto audace della quale, al momento, non carpì i possibili sottointesi, afferrò il suo sedere per costringerlo a girarsi di schiena.

Blaine rise borbottando qualcosa che assomigliava tanto ad un “devo ricredermi”.

In riferimento a cosa, Kurt non lo voleva sapere.

Fu solo qualche secondo dopo che Kurt si accorse dell’eccesiva vicinanza dei loro corpi, le mani ancora ferme nei capelli di Blaine.

Poteva sentire la pressione di una mano di Blaine aperta sulla schiena, ed intravedere la sottile linea a “v” del suo torace attraverso la maglietta leggermente alzata.

Inalò bruscamente, accorgendosi di aver trattenuto il respiro troppo a lungo.

I polmoni gli facevano male dal troppo ridere, e gli occhi ormai erano fissati in quelli dell’ altro, che lo guardava con un espressione indecifrabile sul volto.

E Kurt davvero non avrebbe voluto soffermare il suo sguardo lì, ma le sue labbra- Dio sembravano così morbide che avrebbe tanto voluto avvicinarsi e saggiarne la consistenza-

“Ehi elfo lo sai che i capelli color cioccolato ti donano?” la voce ironica dell’ altro lo interruppe improvvisamente e lo riportò alla realtà.

Una realtà fatta di scarti di cibo andati a male, melma ed escrementi di maiale che gli gocciolavano nella schiena.

Si alzò di scatto, questa volta riuscendoci al primo colpo, e registrò solo in quel momento che si era addirittura divertito, per quel poco che era durato.

Nel frattempo Blaine si era rialzato con uno scatto fulmineo e gli aveva poggiato  una mano sulla spalla.

“Mi sa che più che pulire i maiali c’è più bisogno di pulire noi, o sbaglio?” e sorrise cercando di calmarlo.

Kurt annuì e rispose con un timido sorriso a sua volta.

“Forza, vieni” disse Blaine incamminandosi verso l’uscita del recinto.

Kurt lo seguì, facendosi strada tra l’aria intrisa degli odori delle stalle e del rumore delle loro risate che ancora aleggiava nell’ aria.

 

 

“Mi dici dove stiamo andando?” Kurt chiese per l’ennesima volta.

Era da più di un’ ora che stavano camminando, ne era sicuro, eppure Blaine non sembrava accennare a fermarsi.

“Io ho una doccia, sai?” continuò stizzito ”Non so se voi non provincialotti schizzinosi sapete cosa sia, ma era decisamente più vicina e più comoda da raggiungere”

Blaine rise sardonicamente “Sì, Kurt, per l’ennesima volta, so cosa sia una doccia. Ma, di nuovo per l’ennesima volta, conosco un posto migliore per lavarci.”

“Mmphf” sbottò Kurt “Inizio a sentire la pelle irritata. Sai quanto dedico alla cura della pelle Blaine? Due ore al giorno! E se per causa tua mi ritroverò la pelle rovinata io-“

“Santo cielo Kurt, vuoi stare zitto? La tua pelle resterà bellissima come sempre, ok?”

Kurt rimase spiazzato per qualche secondo. “Pensi davvero che la mia pelle sia bellissima?”

“Non era quello che volevo dire” borbottò Blaine arrossendo.

“E invece era proprio quello!” lo canzonò Kurt soddisfatto.

“Decisamente no!” Blaine iniziò a camminare più veloce, e Kurt aumentò il passo solo per stargli dietro, troppo soddisfatto dalla sua piccola conquista per desistere.

“Decisamente sì!” esultò.“Oh ma tranquillo, non te ne devi vergognare, molta gente rimane stregata dal fascino di Kurt Hummel”

Blaine, in tutta risposta, aumentò ancora di più il passo, cercando di nascondere il rossore crescente.

“Oh guarda, siamo arrivati!” esclamò tirando un sospiro di sollievo.

Kurt borbottò un “non finisce qui” ma si affrettò a completare la piccola salita ed a raggiungere il ricciolo.

E quando arrivò in cima restò senza fiato.

Non appena sopra la salita si apriva una piccola pianura d’erba, che aveva da un lato il bosco, e dall’ altro un piccolo strapiombo ai cui piedi scorreva un fiume grande, nel quale finiva un’ enorme cascata trasparente.

Era sicuro di non aver mai visto niente di più spettacolare nella sua vita.

“Wow” si lasciò sfuggire dalle labbra, incantato.

“Già” annuì Blaine, lo sguardo perso nel panorama “”Bello eh?

Kurt era incantato. Davvero aveva vissuto diciannove anni della sua vita odiando qualsiasi cosa che avesse a che fare con la natura, odiando uscire di casa e dedicandosi solo ai vestiti e ad i suoi capelli, perdendosi quello spettacolo?

Si avvicinò allo strapiombo e si sedette sul bordo, lo sguardo perso ad ammirare i disegni delle gocce d’acqua che venivano spruzzate dalla cascata.

“Blaine” disse poi sospettosamente, ricordandosi che erano lì per lavarsi “Non è che hai intenzione di lavarti lì dentro vero?” ed indicò il fiume che scorreva tranquillo lì sotto.

Al posto che rispondere l’altro ragazzo si avvicinò alla cascata ed iniziò lentamente a togliersi i vestiti.

“Coraggio!” gli urlò per sovrastare il rumore “E’ divertente!”

“Ma è alto!” Kurt era a dir poco scioccato.

“Male che vada muori, Kurt!”

Della serie: come convincere una persona.

Blaine nel frattempo si era già tolto la maglietta e si  stava dedicando ai pantaloni.

Kurt deglutì ed inalò aria bruscamente. Quella situazione non sarebbe sicuramente andata a finire bene.

Si strinse le ginocchia al petto e ci poggiò il mento. Lui non era un ragazzo che faceva cose del genere.

Dai, insomma, la cosa più coraggiosa che aveva fatto in tutta la sua vita era stata abbinare un paio di pantaloni viola ed una maglietta arancione! Ed era Halloween!

Sentì dei passi dietro di lui e si voltò così in fretta che quasi gli fece male il collo.

Blaine si era accucciato di fianco a lui, con niente indosso che un paio di boxer neri.

Kurt cercò, sul serio, cercò di non fissare la linea della schiena che curvava dolcemente, oppure la sottile linea nera che dall’ ombelico  arrivava a nascondersi sotto la stoffa che gli fasciava i glutei,  ma il corpo del ragazzo accanto  lui era semplicemente straordinario.

Fortunatamente per lui Blaine sembrò non notare lo sguardo insistente di Kurt.

“Tutto bene?” chiese preoccupato.

“Io- non so se è una buona idea-“ non sapeva se dirglielo o no, aveva paura che lo prendesse di nuovo in giro.

“Kurt, se non te la senti-“ iniziò Blaine con fare gentile.

“No, è solo il freddo” mentì alzandosi.

“Sicuro?”

“Sicuro.”

Si avvicinò al bordo della cascata e guardò giù.

L’altezza non gli faceva paura. Certo, saltare in un fiume di cui neanche sapeva la profondità rischiando di colpire una roccia non era esattamente in cima alla lista delle sue cose preferite, ma no, quello che gli faceva paura  era che Blaine le vedesse.

Vedesse le cicatrici che gli costellavano la schiena e lo ritenesse un debole. Perché Kurt non era un debole, lui aveva combattuto per poter essere sé stesso, e, nonostante li odiasse, i lividi sulla schiena dimostravano che almeno lui aveva lottato per qualcosa, non lo aveva tenuto nascosto.

Ma quella che era vista da lui come una vittoria, dagli altri era vista come una debolezza, e Kurt odiava sembrare debole.

Amava avere il controllo di quello che gli altri pensavano di lui, il semplice fatto che Blaine potesse provare pietà o tristezza, gli faceva venire la nausea.

Ma non poteva passare per il provincialotto schizzinoso, quindi, con la mano leggermente tremante, iniziò a sfilare i bottoni dalle asole della sua camicia, e quando ebbe finito, se la sfilò dalle braccia e la poggiò di lato.

Lo stesso fece con i pantaloni, sentendosi estremamente in imbarazzo ed esposto, ma non potendosi permettere di curarsene.

Si girò per appoggiarsi su una roccia quando una mano fresca gli si poggiò sulla schiena, accarezzandone le ferite più scure.

“Vuoi parlarne?”

E Kurt proprio non capiva. Non capiva perché quel ragazzo riuscisse ad avere due caratteri completamente diversi.

Delle volte era così maledettamente stronzo e sboccato, e delle altre il suo sorriso gentile lo faceva sentire quasi protetto.

“Preferirei di no” sussurrò quindi il soprano girandosi a guardare il fiume.

“Sai” la mano di Blaine continuava a tracciare le linee, a volte sottili a volte più spesse, delle macchie bluastre “Quando avevo quattordici anni credevo che il massimo della cattiveria fosse avere un padre che ti costringe a costruire una macchina con lui per cercare di eliminare la tua omosessualità.” Fece una pausa e sospirò tristemente “Mi sbagliavo”

Kurt si girò verso il ragazzo, la cui mano si era ormai bloccata ed il cui sguardo era perso nel vuoto.

“Andai ad un ballo a scuola, e stupidamente” iniziò con una risata amara “credevo che andarci con un altro ragazzo non fosse questo gran problema. Insomma, ognuno poteva continuare a ballare ed ad andare avanti con la sua vita perfetta senza badare a due poveri ragazzi che cercavano un po’ di felicità tenendosi per mano, no? Ero così ingenuo-”

I lineamenti di Blaine erano contratti, forse era il dolore del ricordo, ma la sua espressione era così vulnerabile in quel momento. Kurt non riusciva a distogliere lo sguardo, sentiva il bisogno di affetto che irradiava dal corpo dell’ altro, ed istintivamente poggiò una mano sulla sua spalla.

“Ci picchiarono, Kurt. Ci picchiarono fino a farci vomitare l’anima. Andammo in ospedale, e lui non mi volle neanche più vedere. Mi sentivo così un rifiuto, Kurt, Era tutta colpa mia, solo colpa mia.” Sospirò pesantemente, e Kurt poteva giurare di aver visto i suoi occhi inumidirsi “Mi arresi, sai? Sono stato un codardo. E ancora me ne pento.”

Restarono così per un tempo infinito, le braccia intrecciate, l’uno che cercava di proteggere sé stesso ed il ragazzo di fianco a lui.

Poi Blaine sembrò come riscuotersi dai suoi pensieri e scrollò leggermente la testa, come a voler far andare via i ricordi.

Guardò Kurt con aria imbarazzata “Scusa, non era il caso, io non-“

“Armadietti” disse il ragazzo all’ improvviso.

Blaine lo guardò interrogativo.

“Mi sbattevano contro gli armadietti, il gruppo degli atleti.” Rabbrividì al ricordo “Poi un giorno uno di loro, David Karofsky si chiamava, mi spinse più forte del solito, io lo seguii perché ero stanco, di essere la vittima, e lui mi baciò.”

Sentì Blaine sussultare accanto a lui.

“Io lo respinsi, e lui minacciò di uccidermi se lo avessi raccontato in giro. Ho lottato fino alla fine, Blaine, ho incassato i colpi ed ho continuato a sopportarli, per essere me stesso, per essere chi ero veramente, per essere gay.”

Il silenzio che scese non aveva bisogno di essere riempito.

“Ma suvvia!” esclamò Kurt dopo un po’ cercando di riportare la conversazione ad argomenti più felici “ Ci laviamo o no? La cascata ha un aspetto invitante e non posso dire altrettanto della mia pelle!”

Blaine sorrise e si diresse verso il bordo, il momento che avevano vissuto prima sfumato come le  goccioline d’acqua che irradiavano dalla cascata.

“Al mio tre”

Kurt annuì e si posizionò di fianco a lui.

“Uno”

Blaine si piegò in avanti, ed i muscoli della schiena si contrassero.

“Due”

Kurt davvero non riusciva a concentrarsi con la visione che stava avendo del ragazzo che aveva accanto.

“TRE!”

Blaine afferrò a sorpresa la mano del soprano e lo tirò con lui.

Un urlò partì dalla sua gola, e Kurt si sentì morire quando il suo corpo urtò la superficie fredda dell’ acqua.

Provò a muovere freneticamente le mani per cercare di darsi una spinta e raggiungere la superficie, e quando arrivò a galla prese un’ enorme boccata d’aria.

Due furono le sensazioni che si impossessarono di lui in quel momento.

La prima fu di cieco terrore per la paura che aveva avuto durante la caduta.

La seconda fu di completa, innegabile, euforia.

“Uoah!” urlò quindi “E’ stata l’esperienza più bella della mia vita!”

Si girò per cercare Blaine ma non lo vedeva da nessuna parte.

“Blaine?” chiamò preoccupato “Blaine?”

Niente, la superficie limpida dell’ acqua non rivelava la sua presenza ad nessuna parte.

E se avesse colpito una roccia?

La paura si impossessò di Kurt, che iniziò a muovere freneticamente le gambe per cercare tracce del ricciolo.

“Blaine?” la voce era intrisa di panico “Dove sei? BLAINE!”

All’ improvviso qualcosa gli afferrò una caviglia e lo trascinò sott’ acqua.

Preso alla sprovvista la ingoiò, e, quando tornò a galla, tossendo e sputacchiando tutt’ intorno, si trovò un Blaine in perfetta forma fisica che rideva come un matto, di nuovo.

“Sei un cretino, sibilò tra i denti”

“E tu sei adorabile, te l’ho già detto che sei adorabile quando ti irriti, vero?”

E quella fu la goccia ce fece traboccare il vaso, e Kurt, il posato e composto Kurt, si gettò sull’ altro ragazzo ingaggiando una lotta all’ultimo sangue a chi affogava per primo l’altro.

 

 

“Wow” Kurt si gettò steso a terra, esausto ma, almeno, pulito “non credevo che un fiume potesse essere un posto così divertente!”
“Blaine si stese al suo fianco e gli porse una salvietta che, Kurt non l’aveva notato, aveva portato con sé prima.

“Grazie” mormorò mentre di rimetteva seduto strofinandosi i capelli cercando di asciugarsi.

Guardò di sbieco il ragazzo di fianco a lui e giurò che i suoi occhi, in quel momento, fossero diventati più scuri, lo sguardo privo di ogni inibizione che vagava sul corpo del soprano-

“Ehi Blaine!” una voce famigliare interruppe il momento “Ehi fratellino! Dove sei stato tutta la mattina? Giù al porcile c’è un disastro ed i maiali non sono neanche puliti!”

Blaine si alzò di scatto e guardò dietro di lui con uno sguardo infuriato “Kathy, quante volte ti ho detto di non chiamarmi fratellino? Ho un anno in più di te!”

“Eh, un anno che sarà mai? E se poi parliamo in termini di maturità-“

Ma si bloccò improvvisamente quando raggiunse la cima del sentiero.

Gli occhi spalancati che si muovevano da Blaine a Kurt, da Kurt a Blaine.

E fu in quel momento che Kurt si accorse effettivamente della situazione.

Lui e Blaine erano mezzi nudi, vicini, e bagnati.

Arrossì di botto e si affrettò ad alzarsi.

“Io-“ iniziò la ragazza a disagio indietreggiando “Io non volevo-scusate-“

“No Kathy, non è come sembra!” Kurt si mosse di scatto verso di lei.

“Perché?” un voce da dietro di lui gli fece ricordare che non era solo.

 “In verità, Kathy, è esattamente quello che sembra.”

Ecco, addio Blaine simpatico e gentile, bentornato Blaine stronzo.

“Kathy, stavamo solo lavandoci-“ tentò di spiegare Kurt che nel frattempo era addirittura arrossito di più.

“Già, il sudore dopo certi tipi di situazioni è difficile da far andare via” disse Blaine maliziosamente.

L’espressione di Kathy si trasformò da imbarazzata a scandalizzata.

“No! Kathy, sta scherzando, lo sai che scherza-“

“Oh, tesoro, non vergognarti di quello che c’è fra di noi-“ Blaine si avvicinò e gli carezzò la schiena.

“No Kathy, guardami-“ implorò Kurt “Stavamo dando da mangiare ai maiali e sono caduto, siamo venuti qui per lavarci, davvero!”

La ragazza sembrò piuttosto convinta dall’ espressione di Kurt, perché fece un timido sorriso e guardò Blaine di sbieco.

“Si beh, conosco il mio fratellino, gli piace tormentare le persone”

Blaine sbuffò rivolgendo un’ espressione scocciata al soprano.

“Beh, comunque” disse Kathy “ero venuta a dire a Blaine che zia Grace ha appena iniziato a cucinare e che le servono le uova. Puoi andare tu nel pollaio a prenderle?”

Blaine annuì distrattamente mentre si rivestiva.

“Allora elfo, ti va di conoscere le nostre galline dalle uova d’oro?”

Kurt annuì e si affrettò a seguirlo, dopo essersi rivestito, e, allo sguardo interrogativo della ragazza, riguardo al perché venisse chiamato elfo, rispose con una scrollata di spalle ed un’ alzata di occhi al cielo.

Lei gli espresse la sua comprensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BluCannella

Eccomi ritornata con un nuovo capitolo!
Beh, che dire, innanzitutto grazie! Davvero, il responso che ha avuto questa storia è il maggiore che io abbia mai avuto!
Ringrazio tutti, da chi mi ha lasciato una recensione a chi ha messo la storia tra preferiti, ricordati o seguiti!

Io vi amo, e non mi stancherò mai di dirlo.

Passando al capitolo, innanzitutto mi è piaciuto molto scriverlo, e vi posso dire che sono già molto avanti con i capitolo quindi non dovreste preoccuparvi per gli aggiornamenti, questa storia mi sta prendendo molto, sono EMOZIONATA!
Ehm, le cose si smuovono, eh?

Sì, lo so, sto inserendo tutti i clichè che esistono sulle fattorie, come il bagno al fiume, il fango ecc..Ma mi diverte troppo!
Vi posso dire che presto Kurt e Blaine si dedicheranno ai pollai, la mungitura, il formaggio, ed andranno in un posto molto, molto particolare *.*

Beh, dopo questa nota chilometrica, non mi resta che dirvi

GRAZIE
Spero che il capitolo vi sia piaciuto

Me lo lasciate un pensierino?
Un abbraccione :)

 

   
 
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