Capitolo secondo
Kurt
seguì Blaine verso il retro delle stalle.
Passarono
in mezzo a numerosi recinti pieni delle specie più diverse
di animali, e riuscì
a scorgere delle pecore ammassate in uno di essi, vide le gabbie dei
conigli e
riuscì a distinguere, lontanamente, il pollaio.
Il pollaio.
Ci
avrebbe di sicuro fatto una capatina dopo, e magari sarebbe anche
riuscito a
sopprimere la causa del suo essersi svegliato decisamente presto quella
mattina.
Sì,
una
prospettiva decisamente allettante.
Quando
arrivarono sul retro Blaine vestì un sorriso furbo e,
spostandosi di lato con
un inchino esagerato, gli presentò il suo incubo peggiore.
“Ecco
a
te il recinto dei maiali, elfo” disse indicando un posto
davanti a lui
“dimostrami cosa sai fare”
Poi gli
lanciò un paio di guanti da lavoro tutti sporchi ed un paio
di stivali di
plastica completamente infangati.
Un
attimo, ma se non c’era fango allora quelle macchie
cos’erano?
Un
brivido lo scosse completamente, e Kurt inalò lentamente,
cercando di calmarsi.
Era un
Hummel.
Gli
Hummel ce la fanno in tutto.
Quindi
fece il sorriso più orgoglioso che aveva nel suo repertorio,
e, scroccandosi le
dita con fare teatrale, si diresse verso il recinto.
“Ehi
ehi
non così in fretta bellezza!” Blaine si
affrettò a seguirlo “Non sai neanche
cosa fare!”
“Beh,
cosa ci vorrà, prendo un po’ di sapone, li immergo
in vasca, e ta-da! Sono
puliti!” rispose Kurt
cercando di sembrare sicuro.
Cosa che
a quanto pare gli uscì decisamente male perché
tutto quello che Blaine fece fu
guardarlo con un espressione incredula per poi scoppiare a ridere.
“Oh-
O
MIO DIO!” disse gettandosi a terra e rotolandosi dal ridere.
(A
quanto pare Kurt non era l’unico con manie di
teatralità)
“Non ci credo! Mi
prendi in giro! Poi
cosa? Gli facciamo i massaggi all’ olio
di mandorle ed usiamo il balsamo per rendere i peli più
morbidi? Kurt” e
lì la voce venne spezzata da una
risata più forte “non hai proprio idea di come si
faccia, vero?”
Ed
un’
espressione di tenero divertimento gli passò negli occhi,
per poi scomparire
tanto velocemente quanto era arrivata.
Kurt si
ritrovò a pensare che con un’ espressione del
genere, priva della solita
arroganza, quegli occhi nocciola sembravano addirittura più
grandi e brillanti.
“Ehm”
arrossì guardandosi i piedi “E’
così ovvio?”
“Io
lo
trovo adorabile” gli sorrise Blaine, e fu un vero sorriso,
non di scherno, non
malizioso, semplicemente un sorriso “Dai vieni che ti
spiego” e gli porse la
mano.
E Kurt
la prese.
Non
appena le dita forti dell’ altro si strinsero attorno alle
sue, Kurt si sentì
tirare verso la direzione del recinto, ed una sensazione di calore
partì dalle
sue dita intrecciate a quelle di Blaine e si propagò in
tutto il corpo.
Quando
il ragazzo davanti a lui aprì il cancello e lo
trascinò dentro con sé, sentì i
piedi sprofondare nella melma sotto di lui, ma non ci fece esattamente
caso,
troppo concentrato a decifrare la sensazione piacevole che, non avrebbe
voluto
ammetterlo, derivava decisamente dalla stretta del ragazzo davanti a
lui.
“Kurt”
la voce di Blaine lo distolse dai suoi pensieri, e si accorse che si
erano
fermati davanti ad un esemplare di maiale decisamente enorme e con una
faccia
decisamente poco amichevole. “Questo è
Whiskey.”
“Santo
cielo ma che nome orribile! Chi mai chiamerebbe un maiale con il nome
di un alcolico?”
Kurt non riuscì proprio a trattenersi, ma quando vide il
viso di Blaine
intristirsi,e lì capì che probabilmente il nome
gliel’aveva dato lui, si diede
mentalmente dello stupido, perché, davvero,
l’espressione che aveva in quel
momento era così dolce che l’unica cosa che Kurt
voleva fare era avvicinarsi ed
accarezzargli la schiena e digli che, ehy,
stava scherzando, e che il nome era bellissimo.
In tutta
risposta Blaine alzò il mento, posò una mano
sulla schiena dell’ animale e
disse, con tono teatralmente menefreghista “Vieni Whiskey,
Kurt non ci merita.
Siamo troppo fantasticamente fantastici
per lui.”
“Oh
beh”
disse Kurt trattenendo le risate “vorrà dire che
mi occuperò io della pulizia
dei maiali. Inizierò dallo shampoo” e calcò bene
l’ultima parola, abbastanza
perché Blaine si girasse di scatto con un’
espressione di puro orrore sul
volto.
“Non
ci
provare” disse fra i denti, quindi Kurt rise di gusto ed
acconsentì a farsi
insegnare.
Ovviamente
dopo esser stato costretto a salutare Whiskey ed a chiedergli
scusa per l’intera faccenda del nome.
“Bene”
Blaine battè le mani, l’espressione del volto
concentrata “direi che potremmo
iniziare col dargli da mangiare. Kurt?” lo chiamò
facendogli poi cenno di
seguirlo “Qui ci sono le sacche degli avanzi, puoi svuotarle
nelle mangiatoie”
“Perfetto”
rispose il soprano, e poi fece per sollevare uno dei sacchi.
Sfortunatamente
aveva calcolato male o il loro peso o la sua forza, perché
non appena tentò di
alzarlo cadde a terra, senza averlo spostato di un millimetro.
Rosso di
umiliazione ignorò la risata del ricciolo e la sua offerta
di aiutarlo,
liquidandola con un “Sono capace di farlo da solo”,
e ci riprovò una seconda
volta, calibrando bene gli sforzi, ma gli servì ben poco
tempo per capire che
non sarebbe riuscito a muoversi di un millimetro se avesse continuato
in quel
modo, così decise di provare a tirarlo.
Fortunatamente
funzionò, e così, mentre vedeva Blaine andare
avanti ed indietro e trasportare
addirittura due sacchi alla volta, santo
cielo i muscoli delle spalle che aveva, Kurt
riuscì ad arrivare alle
mangiatoie facendo il triplo della fatica dell’ altro e
trasportando un quinto
dei sacchi.
Non
appena giunse alla meta lasciò il sacco e si pulì
il sudore dalla fronte,
cercando di nascondere il fiatone che gli era venuto anche per uno
sforzo così
piccolo.
“Sei
sicuro di farcela a sollevarlo per mettere il cibo nelle
mangiatoie?” la voce
di Blaine gli arrivò ironica da dietro le spalle.
Maledizione,
Kurt non ci aveva pensato.
E ora?
“Assolutamente” rispose risoluto. Ma
quando notò che Blaine
non accennava a spostarsi e lo guardava con fare divertito gli chiese
con
irritazione: “Che fai?”
“Mi
godo
il momento in cui cadrai nella melma a causa della tua cocciutaggine,
elfo”
ghignò l’altro.
Kurt
sbuffò irritato, poi, concentrandosi più che
poteva, abbracciò il sacco e lo
alzò di colpo.
Un’
espressione di vittoria gli attraversò il volto quando si
accorse che il sacco
non toccava più terra, ma venne però presto
rimpiazzata da una di puro terrore
quando di accorse che le gambe avevano iniziato a cedere.
No.
No.
Nononononono-
Ma non
poté
fare niente per fermare l’inevitabile caduta, dritta in mezzo
al fango.
No, non
fango, si ricordò Kurt.
Dio che
schifo!
“Santo
cielo ti prego aiutami!” urlò in preda ad una
crisi isterica “Non ci credo, è
tutta colpa tua!”
Cercò
di
rialzarsi ma scivolò sulla melma e ci ricadde di schiena.
Alzò
gli
occhi, non capendo perché l’altro tardava tanto ad
arrivare, e lo vide che, per
l’ennesima volta, si stava sbellicando dalle risate, con le
braccia che
avvolgevano lo stomaco.
“Dovresti
vederti, sul serio” un
scoppio di
risate più forte “Sei ridicolo!”
Kurt
sbuffò irritato, tentò nuovamente di alzarsi ma
proprio non ci riusciva.
Poi
decise tutto in un millisecondo.
Blaine
gli stava offrendo la mano per aiutarlo, Kurt la afferrò
saldamente e,
approfittando del suo momento di distrazione, tirò con forza
fino che anche
l’altro non cadde a terra
sporcandosi completamente la faccia.
“Chi
è
il ridicolo adesso?” chiese soddisfatto.
In tutta
risposta Blaine prese una manciata di melma e gliela spalmò
tutta nei capelli.
“Di
sicuro non io” ghignò.
“Non
l’hai fatto” disse sotto shock Kurt
“TU!”
E poi
prese a sua volta un pugno di quella sostanza quasi liquida e
tracciò la linea
del suo torace con le sue mani sporche.
Blaine
in tutta risposa rise e prese Kurt per i polsi forzandolo a terra, gli
si mise
sopra a cavalcioni ed iniziò a ricoprirlo di fango
mentre il soprano cercava di divincolarsi senza successo.
In quel
momento, solo in quel momento, si ritrovò ad imprecare
contro il muscoli ben
definiti dell’ altro che lo tenevano bloccato senza
lasciargli via di scampo.
Tuttavia
si concentrò e, con un colpo di reni, ribaltò le
posizioni cercando disperatamente
di sporcare il più possibile l’altro, e con una
mossa piuttosto audace della
quale, al momento, non carpì i possibili sottointesi,
afferrò il suo sedere per
costringerlo a girarsi di schiena.
Blaine
rise borbottando qualcosa che assomigliava tanto ad un “devo
ricredermi”.
In
riferimento a cosa, Kurt non lo voleva sapere.
Fu solo
qualche secondo dopo che Kurt si accorse dell’eccesiva
vicinanza dei loro
corpi, le mani ancora ferme nei capelli di Blaine.
Poteva
sentire la pressione di una mano di Blaine aperta sulla schiena, ed
intravedere
la sottile linea a “v” del suo torace attraverso la
maglietta leggermente
alzata.
Inalò
bruscamente, accorgendosi di aver trattenuto il respiro troppo a lungo.
I
polmoni gli facevano male dal troppo ridere, e gli occhi ormai erano
fissati in
quelli dell’ altro, che lo guardava con un espressione
indecifrabile sul volto.
E Kurt
davvero non avrebbe voluto soffermare il suo sguardo lì, ma
le sue labbra- Dio sembravano
così morbide che avrebbe
tanto voluto avvicinarsi e saggiarne la consistenza-
“Ehi
elfo lo sai che i capelli color cioccolato ti donano?” la
voce ironica dell’
altro lo interruppe improvvisamente e lo riportò alla
realtà.
Una
realtà fatta di scarti di cibo andati a male, melma ed
escrementi di maiale che
gli gocciolavano nella schiena.
Si
alzò
di scatto, questa volta riuscendoci al primo colpo, e
registrò solo in quel
momento che si era addirittura divertito, per quel poco che era durato.
Nel
frattempo Blaine si era rialzato con uno scatto fulmineo e gli aveva
poggiato una mano
sulla spalla.
“Mi
sa
che più che pulire i maiali c’è
più bisogno di pulire noi, o sbaglio?” e
sorrise cercando di calmarlo.
Kurt
annuì e rispose con un timido sorriso a sua volta.
“Forza,
vieni” disse Blaine incamminandosi verso l’uscita
del recinto.
Kurt lo
seguì, facendosi strada tra l’aria intrisa degli
odori delle stalle e del
rumore delle loro risate che ancora aleggiava nell’ aria.
“Mi
dici
dove stiamo andando?” Kurt chiese per l’ennesima
volta.
Era da
più di un’ ora che stavano camminando, ne era
sicuro, eppure Blaine non
sembrava accennare a fermarsi.
“Io
ho
una doccia, sai?” continuò stizzito ”Non
so se voi non provincialotti schizzinosi sapete
cosa sia, ma era decisamente
più vicina e più comoda da raggiungere”
Blaine
rise sardonicamente “Sì, Kurt, per
l’ennesima volta, so cosa sia una doccia.
Ma, di nuovo per l’ennesima volta, conosco un posto migliore
per lavarci.”
“Mmphf”
sbottò Kurt “Inizio a sentire la pelle irritata.
Sai quanto dedico alla cura
della pelle Blaine? Due ore al giorno! E se per causa tua mi
ritroverò la pelle
rovinata io-“
“Santo
cielo
Kurt, vuoi stare zitto? La tua pelle resterà bellissima come
sempre, ok?”
Kurt
rimase spiazzato per qualche secondo. “Pensi davvero che la
mia pelle sia
bellissima?”
“Non
era
quello che volevo dire” borbottò Blaine arrossendo.
“E
invece era proprio quello!” lo canzonò Kurt
soddisfatto.
“Decisamente
no!” Blaine iniziò a camminare più
veloce, e Kurt aumentò il passo solo per
stargli dietro, troppo soddisfatto dalla sua piccola conquista per
desistere.
“Decisamente
sì!” esultò.“Oh ma
tranquillo, non te ne devi vergognare, molta gente rimane
stregata dal fascino di Kurt Hummel”
Blaine,
in tutta risposta, aumentò ancora di più il
passo, cercando di nascondere il
rossore crescente.
“Oh
guarda, siamo arrivati!” esclamò tirando un
sospiro di sollievo.
Kurt
borbottò
un “non finisce qui” ma si affrettò a
completare la piccola salita ed a
raggiungere il ricciolo.
E quando
arrivò in cima restò senza fiato.
Non
appena sopra la salita si apriva una piccola pianura d’erba,
che aveva da un
lato il bosco, e dall’ altro un piccolo strapiombo ai cui
piedi scorreva un
fiume grande, nel quale finiva un’ enorme cascata trasparente.
Era
sicuro di non aver mai visto niente di più spettacolare
nella sua vita.
“Wow”
si
lasciò sfuggire dalle labbra, incantato.
“Già”
annuì Blaine, lo sguardo perso nel panorama
“”Bello eh?
Kurt era
incantato. Davvero aveva vissuto diciannove anni della sua vita odiando
qualsiasi cosa che avesse a che fare con la natura, odiando uscire di
casa e
dedicandosi solo ai vestiti e ad i suoi capelli, perdendosi quello
spettacolo?
Si
avvicinò allo strapiombo e si sedette sul bordo, lo sguardo
perso ad ammirare i
disegni delle gocce d’acqua che venivano spruzzate dalla
cascata.
“Blaine”
disse poi sospettosamente, ricordandosi che erano lì per
lavarsi “Non è che hai
intenzione di lavarti lì dentro vero?” ed
indicò il fiume che scorreva
tranquillo lì sotto.
Al posto
che rispondere l’altro ragazzo si avvicinò alla
cascata ed iniziò lentamente a
togliersi i vestiti.
“Coraggio!”
gli urlò per sovrastare il rumore “E’
divertente!”
“Ma
è
alto!” Kurt era a dir poco scioccato.
“Male
che vada muori, Kurt!”
Della
serie: come convincere una persona.
Blaine
nel frattempo si era già tolto la maglietta e si stava dedicando ai
pantaloni.
Kurt
deglutì ed inalò aria bruscamente. Quella
situazione non sarebbe sicuramente
andata a finire bene.
Si
strinse le ginocchia al petto e ci poggiò il mento. Lui non
era un ragazzo che
faceva cose del genere.
Dai,
insomma, la cosa più coraggiosa che aveva fatto in tutta la
sua vita era stata
abbinare un paio di pantaloni viola ed una maglietta arancione! Ed era
Halloween!
Sentì
dei passi dietro di lui e si voltò così in fretta
che quasi gli fece male il
collo.
Blaine
si era accucciato di fianco a lui, con niente indosso che un paio di
boxer
neri.
Kurt
cercò, sul serio, cercò di non fissare la linea
della schiena che curvava
dolcemente, oppure la sottile linea nera che dall’ ombelico arrivava a nascondersi
sotto la stoffa che
gli fasciava i glutei, ma
il corpo del
ragazzo accanto lui
era semplicemente
straordinario.
Fortunatamente
per lui Blaine sembrò non notare lo sguardo insistente di
Kurt.
“Tutto
bene?” chiese preoccupato.
“Io-
non
so se è una buona idea-“ non sapeva se dirglielo o
no, aveva paura che lo
prendesse di nuovo in giro.
“Kurt,
se non te la senti-“ iniziò Blaine con fare
gentile.
“No,
è
solo il freddo” mentì alzandosi.
“Sicuro?”
“Sicuro.”
Si
avvicinò al bordo della cascata e guardò
giù.
L’altezza
non gli faceva paura. Certo, saltare in un fiume di cui neanche sapeva
la
profondità rischiando di colpire una roccia non era
esattamente in cima alla
lista delle sue cose preferite, ma no, quello che gli faceva paura era che Blaine le vedesse.
Vedesse
le cicatrici che gli costellavano la schiena e lo ritenesse un debole.
Perché
Kurt non era un debole, lui aveva combattuto per poter essere
sé stesso, e,
nonostante li odiasse, i lividi sulla schiena dimostravano che almeno
lui aveva
lottato per qualcosa, non lo aveva tenuto nascosto.
Ma
quella che era vista da lui come una vittoria, dagli altri era vista
come una
debolezza, e Kurt odiava sembrare debole.
Amava
avere il controllo di quello che gli altri pensavano di lui, il
semplice fatto
che Blaine potesse provare pietà o tristezza, gli faceva
venire la nausea.
Ma non
poteva passare per il provincialotto schizzinoso, quindi, con la mano
leggermente tremante, iniziò a sfilare i bottoni dalle asole
della sua camicia,
e quando ebbe finito, se la sfilò dalle braccia e la
poggiò di lato.
Lo
stesso fece con i pantaloni, sentendosi estremamente in imbarazzo ed
esposto,
ma non potendosi permettere di curarsene.
Si
girò
per appoggiarsi su una roccia quando una mano fresca gli si
poggiò sulla
schiena, accarezzandone le ferite più scure.
“Vuoi
parlarne?”
E Kurt
proprio non capiva. Non capiva perché quel ragazzo riuscisse
ad avere due
caratteri completamente diversi.
Delle
volte era così maledettamente stronzo e sboccato, e delle
altre il suo sorriso
gentile lo faceva sentire quasi protetto.
“Preferirei
di no” sussurrò quindi il soprano girandosi a
guardare il fiume.
“Sai”
la
mano di Blaine continuava a tracciare le linee, a volte sottili a volte
più
spesse, delle macchie bluastre “Quando avevo quattordici anni
credevo che il
massimo della cattiveria fosse avere un padre che ti costringe a
costruire una
macchina con lui per cercare di eliminare
la tua omosessualità.” Fece una pausa e
sospirò tristemente “Mi sbagliavo”
Kurt si
girò verso il ragazzo, la cui mano si era ormai bloccata ed
il cui sguardo era
perso nel vuoto.
“Andai
ad un ballo a scuola, e stupidamente” iniziò con
una risata amara “credevo che
andarci con un altro ragazzo non fosse questo gran problema. Insomma,
ognuno
poteva continuare a ballare ed ad andare avanti con la sua vita
perfetta senza
badare a due poveri ragazzi che cercavano un po’ di
felicità tenendosi per
mano, no? Ero così ingenuo-”
I
lineamenti di Blaine erano contratti, forse era il dolore del ricordo,
ma la
sua espressione era così vulnerabile in quel momento. Kurt
non riusciva a
distogliere lo sguardo, sentiva il bisogno di affetto che irradiava dal
corpo
dell’ altro, ed istintivamente poggiò una mano
sulla sua spalla.
“Ci
picchiarono, Kurt. Ci picchiarono fino a farci vomitare
l’anima. Andammo in
ospedale, e lui non mi volle neanche più vedere. Mi sentivo
così un rifiuto, Kurt,
Era tutta colpa mia, solo
colpa mia.” Sospirò pesantemente, e Kurt poteva
giurare di aver visto i suoi
occhi inumidirsi “Mi arresi, sai? Sono stato un codardo. E
ancora me ne pento.”
Restarono
così per un tempo infinito, le braccia intrecciate,
l’uno che cercava di
proteggere sé stesso ed il ragazzo di fianco a lui.
Poi
Blaine sembrò come riscuotersi dai suoi pensieri e
scrollò leggermente la
testa, come a voler far andare via i ricordi.
Guardò
Kurt con aria imbarazzata “Scusa, non era il caso, io
non-“
“Armadietti”
disse il ragazzo all’ improvviso.
Blaine
lo guardò interrogativo.
“Mi
sbattevano contro gli armadietti, il gruppo degli atleti.”
Rabbrividì al ricordo
“Poi un giorno uno di loro, David Karofsky si chiamava, mi
spinse più forte del
solito, io lo seguii perché ero stanco,
di
essere la vittima, e lui mi baciò.”
Sentì
Blaine sussultare accanto a lui.
“Io
lo
respinsi, e lui minacciò di uccidermi se lo avessi
raccontato in giro. Ho lottato
fino alla fine, Blaine, ho incassato i colpi ed ho continuato a
sopportarli,
per essere me stesso, per essere chi ero veramente, per essere
gay.”
Il
silenzio che scese non aveva bisogno di essere riempito.
“Ma
suvvia!”
esclamò Kurt dopo un po’ cercando di riportare la
conversazione ad argomenti
più felici “ Ci laviamo o no? La cascata ha un
aspetto invitante e non posso
dire altrettanto della mia pelle!”
Blaine
sorrise e si diresse verso il bordo, il momento che avevano vissuto
prima
sfumato come le goccioline
d’acqua che irradiavano
dalla cascata.
“Al
mio
tre”
Kurt
annuì e si posizionò di fianco a lui.
“Uno”
Blaine
si piegò in avanti, ed i muscoli della schiena si
contrassero.
“Due”
Kurt
davvero non riusciva a concentrarsi con la visione che stava avendo del
ragazzo
che aveva accanto.
“TRE!”
Blaine
afferrò a sorpresa la mano del soprano e lo tirò
con lui.
Un
urlò
partì dalla sua gola, e Kurt si sentì morire
quando il suo corpo urtò la
superficie fredda dell’ acqua.
Provò
a
muovere freneticamente le mani per cercare di darsi una spinta e
raggiungere la
superficie, e quando arrivò a galla prese un’
enorme boccata d’aria.
Due
furono le sensazioni che si impossessarono di lui in quel momento.
La prima
fu di cieco terrore per la paura che aveva avuto durante la caduta.
La
seconda fu di completa, innegabile, euforia.
“Uoah!”
urlò quindi “E’ stata
l’esperienza più bella della mia vita!”
Si
girò
per cercare Blaine ma non lo vedeva da nessuna parte.
“Blaine?”
chiamò preoccupato “Blaine?”
Niente,
la superficie limpida dell’ acqua non rivelava la sua
presenza ad nessuna
parte.
E se
avesse colpito una roccia?
La paura
si impossessò di Kurt, che iniziò a muovere
freneticamente le gambe per cercare
tracce del ricciolo.
“Blaine?”
la voce era intrisa di panico “Dove sei? BLAINE!”
All’
improvviso qualcosa gli afferrò una caviglia e lo
trascinò sott’ acqua.
Preso
alla sprovvista la ingoiò, e, quando tornò a
galla, tossendo e sputacchiando
tutt’ intorno, si trovò un Blaine in perfetta
forma fisica che rideva come un
matto, di nuovo.
“Sei
un cretino,
sibilò tra i denti”
“E
tu
sei adorabile, te l’ho già detto che sei adorabile
quando ti irriti, vero?”
E quella
fu la goccia ce fece traboccare il vaso, e Kurt, il posato e composto
Kurt, si
gettò sull’ altro ragazzo ingaggiando una lotta
all’ultimo sangue a chi
affogava per primo l’altro.
“Wow”
Kurt si gettò steso a terra, esausto ma, almeno, pulito
“non credevo che un
fiume potesse essere un posto così divertente!”
“Blaine si stese al suo fianco e gli porse una salvietta che,
Kurt non l’aveva
notato, aveva portato con sé prima.
“Grazie”
mormorò mentre di rimetteva seduto strofinandosi i capelli
cercando di
asciugarsi.
Guardò
di sbieco il ragazzo di fianco a lui e giurò che i suoi
occhi, in quel momento,
fossero diventati più scuri, lo sguardo privo di ogni
inibizione che vagava sul
corpo del soprano-
“Ehi
Blaine!” una voce famigliare interruppe il momento
“Ehi fratellino! Dove sei
stato tutta la mattina? Giù al porcile
c’è un disastro ed i maiali non sono
neanche puliti!”
Blaine
si alzò di scatto e guardò dietro di lui con uno
sguardo infuriato “Kathy,
quante volte ti ho detto di non chiamarmi fratellino?
Ho un anno in più di te!”
“Eh,
un
anno che sarà mai? E se poi parliamo in termini di
maturità-“
Ma si
bloccò improvvisamente quando raggiunse la cima del sentiero.
Gli
occhi spalancati che si muovevano da Blaine a Kurt, da Kurt a Blaine.
E fu in
quel momento che Kurt si accorse effettivamente della situazione.
Lui e
Blaine erano mezzi nudi, vicini, e bagnati.
Arrossì
di botto e si affrettò ad alzarsi.
“Io-“
iniziò la ragazza a disagio indietreggiando “Io
non volevo-scusate-“
“No
Kathy, non è come sembra!” Kurt si mosse di scatto
verso di lei.
“Perché?”
un voce da dietro di lui gli fece ricordare che non era solo.
“In
verità, Kathy, è esattamente
quello che sembra.”
Ecco,
addio Blaine simpatico e gentile, bentornato Blaine stronzo.
“Kathy,
stavamo solo lavandoci-“ tentò di spiegare Kurt
che nel frattempo era
addirittura arrossito di più.
“Già,
il
sudore dopo certi tipi di situazioni
è difficile da far andare via” disse Blaine
maliziosamente.
L’espressione
di Kathy si trasformò da imbarazzata a scandalizzata.
“No!
Kathy, sta scherzando, lo sai che scherza-“
“Oh,
tesoro, non vergognarti di quello che c’è fra di
noi-“ Blaine si avvicinò e gli
carezzò la schiena.
“No
Kathy, guardami-“ implorò Kurt “Stavamo
dando da mangiare ai maiali e sono
caduto, siamo venuti qui per lavarci, davvero!”
La
ragazza sembrò piuttosto convinta dall’
espressione di Kurt, perché fece un
timido sorriso e guardò Blaine di sbieco.
“Si
beh,
conosco il mio fratellino, gli piace tormentare le persone”
Blaine
sbuffò rivolgendo un’ espressione scocciata al
soprano.
“Beh,
comunque” disse Kathy “ero venuta a dire a Blaine
che zia Grace ha appena
iniziato a cucinare e che le servono le uova. Puoi andare tu nel
pollaio a
prenderle?”
Blaine
annuì distrattamente mentre si rivestiva.
“Allora
elfo, ti va di conoscere le nostre galline dalle uova
d’oro?”
Kurt
annuì e si affrettò a seguirlo, dopo essersi
rivestito, e, allo sguardo
interrogativo della ragazza, riguardo al perché venisse
chiamato elfo, rispose con una
scrollata di
spalle ed un’ alzata di occhi al cielo.
Lei
gli
espresse la sua comprensione.
BluCannella
Eccomi
ritornata con
un nuovo capitolo!
Beh, che dire, innanzitutto grazie! Davvero, il responso che ha avuto
questa
storia è il maggiore che io abbia mai avuto!
Ringrazio tutti, da chi mi ha lasciato una recensione a chi ha messo la
storia
tra preferiti, ricordati o seguiti!
Io
vi amo, e non mi
stancherò mai di dirlo.
Passando
al capitolo,
innanzitutto mi è piaciuto molto scriverlo, e vi posso dire
che sono già molto
avanti con i capitolo quindi non dovreste preoccuparvi per gli
aggiornamenti,
questa storia mi sta prendendo molto, sono EMOZIONATA!
Ehm, le cose si smuovono, eh?
Sì,
lo so, sto
inserendo tutti i clichè che esistono sulle fattorie, come
il bagno al fiume,
il fango ecc..Ma mi diverte troppo!
Vi posso dire che presto Kurt e Blaine si dedicheranno ai pollai, la
mungitura,
il formaggio, ed andranno in un posto molto, molto particolare *.*
Beh,
dopo questa nota
chilometrica, non mi resta che dirvi
GRAZIE
Spero che il capitolo vi sia piaciuto
Me
lo lasciate un
pensierino?
Un abbraccione :)