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Autore: Lusio    25/06/2012    10 recensioni
Dall'odio può nascere l'amore; ma dall'amore può nascere l'odio? Sì perché l'amore è un cespuglio di rovi, una rosa con più spine che petali che, per fiorire, ha bisogno delle gocce di sangue che escono dalle mani quando le stringiamo troppo. E odiamo la persona che amiamo quando temiamo di non essere gli unici nel suo cuore... Eppure, non possiamo fare a meno di smettere di amare, pur continuando ad odiare. Questo è il mio dramma.
Dite che tutto ciò non ha senso? Allora non sapete cosa vuol dire amare con tutto se stesso.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Valzer della Gelosia secondo Saffo

 

 

 

Sai rispondere a questa domanda? Puoi amare talmente tanto una persona da arrivare ad odiarla?

Si parla sempre dell’amore nato dall’odio ma nessuno sembra soffermarsi sul contrario.

Io la mia risposta l’ho trovata, ed è “sì”. Chiunque direbbe che è un controsenso ma non si può ritenere impossibile innaffiare l’amore con gocce d’odio per renderlo eterno.

E qui verranno giù le risate e le teste che si scuotono in segno di compatimento.

Che vadano a farsi fottere.

Sto innaffiando, con le gocce di sangue che mi escono dalle mani e con il vomito che ho rigettato assieme alla mia bile, quel cespuglio di rovi che ho nel cuore. O una rosa o dei rovi, fa sempre male al tatto.

 

Mi appare simile agli dei

l’uomo che ti siede dinanzi

e da vicino ascolta te che parli

dolcemente

 

Nessuno di coloro ai quali tu ti rivolgevi, regalando i tuoi sorrisi spontanei, era bello come una divinità, almeno ai miei occhi. Anzi, li trovavo repellenti come insetti che corteggiano un fiore di maggio.

Il primo era un cieco che nemmeno ti vedeva, il secondo… quanta pena faceva anche a me, e il terzo, così patetico e fastidioso. Ma questo qui, con i suoi capelli scuri ondulati che al sole sembrano più chiari, col suo sorriso sbarazzino e il suo fisico atletico. Quanto è bello.

E a te piace.

 

e sorridi incantevole, questa visione

sconvolge il mio cuore in petto:

perché appena ti guardo più non mi riesce

di parlare,

 

Li riconosci questi versi? Sono di Saffo, quella poetessa che “amava amare”, sono parole tue. Ci capiamo poco di poesia ma sappiamo che sono un primo stadio delle canzoni ed è per questo che ti dedico questo frammento, per farti capire cosa provo.

Non devo prendermela con te che sei così buono né con lui, anche se vorrei tanto gonfiargli gli occhi a furia di pugni, ma con me che sono sbagliato. Sono umano perché provo questi sentimenti e sono guasto, come un giocattolo rotto, inceppato, che non smette più di lanciare pugni contro un sacco da boxe imbottito; che perde liquido dalle sue giunture e dalla sua bocca. E così divento più grottesco, con la maschera deformata del mio viso.

Continua a guardare quel ragazzo intanto che sono ridotto così; non voglio che i tuoi occhi vedano il mio degrado. Ecco quanto ti amo: provo rabbia ma scarico la colpa solo su di me; tu sei innocente. Nei tuoi occhi c’è solo quello.

 

la lingua si inceppa, subito un fuoco sottile

corre sotto la pelle,

gli occhi non vedono più, le orecchie

rombano,

 

Io sono quello sottomesso, per te farei tutto. Sono il tuo cagnolino? Mi va bene, mi va bene qualunque cosa, tutto pur di stare con te.

Dicono che non ho dignità? Che vadano a farsi fottere, ancora e ancora e ancora.

Posso essere biasimato se amo sentire le tue braccia attorno a me? Se desidero stringerti per farti dimenticare tutto quello che ci circonda quando sei triste? No.

E se provo l’irrefrenabile impulso di afferrarti per il braccio, per portarti via da lui, trascinarti contro il primo angolo lontano da occhi indiscreti e ricoprire di baci i tuoi occhi verde-azzurri spalancati e le tue labbra socchiuse e imbronciate? Le tue labbra così morbide e belle.

E’ così sottile il confine tra il “tu sei mio” e il “io sono tuo”. Ogni volta che facciamo l’amore lo sento.

 

il sudore mi scorre, un tremore

mi afferra tutta, sono più verde

dell’erba, mi vedo a un passo

dall’essere morta.

 

Mi costa tanto questa gelosia, che mi spinge a distogliere lo sguardo per non vederti assieme a quello, perché ti ho perso. Non ci sei più; ti sei allontanato con quel ragazzo così bello.

“Dove sei Kurt? Perché te ne sei andato?”

Non c’è risposta a queste domande, perché te ne sei andato.

Cola più sangue dalle mie mani, mentre le unghie mi straziano la carne e i pugni battono contro un muro di pietra. E innaffio il mio amore con gocce salate e amare di rabbia e odio.

Sotto un getto di acqua gelida cerco di convincermi che è finita, forse; che stavolta è finita e l’ultima immagine che conserverò di te è uno sguardo e un sorriso rivolti ad un ragazzo che non sono io. Che magari hai deciso di dare un taglio a tutto, lasciandomi da solo a capirlo e a continuare ad innaffiare questo cespuglio di rovi che abbiamo coltivato assieme.

Nel nostro letto c’è ancora il tuo profumo. Quando è stata l’ultima volta che abbiamo fatto l’amore? Solo ieri notte. Mi sembra siano passati giorni.

La tua immagine è ancora impressa qui, sento la tua pelle sotto le mie dita, morbida e liscia, simile alla buccia di una pesca. Man mano tutto acquista la consistenza della stoffa delle lenzuola, quello che sembrava il tuo corpo si sgonfia come una bolla d’aria. Un brivido attraversa le mie membra nude sotto le coperte.

Ho freddo. Perché tu non ci sei.

Sono tentato di prendere il cellulare e scriverti questo messaggio, come ultima, possibile, ancora di salvezza in questo oceano nero, gelido e nebuloso che mi avvolge: “Se è qualcosa, chiamami… fammi sapere… io sono qui… se vuoi”.

Troppi punti sospensivi; un messaggio non può essere così.

 

E’ tramontata la luna

e le Pleiadi; a mezzo del suo corso

è la notte, l’ora passa

e io dormo sola.

 

A destarmi dal mio bagnato dormiveglia è il rumore di una porta che si apre e, subito dopo, si richiude; poi dei passi che si fanno sempre più vicini e nitidi; li conosco troppo bene. Sono sfiorato dal pensiero che sia solo una mia fantasia onirica ma il buio che copre i miei occhi è troppo nitido e delineato per essere frutto della mia mente. E il mio respiro e il mio battito sono regolari, con solo una punta d’emozione.

Sei tu? Sei tornato? Kurt?

Un respiro accanto al letto, fruscio di vestiti tolti e messi su una sedia, una cerniera che cala, altri fruscii; un peso che si adagia sull’altro lato del letto mi spezza un battito rimasto a metà.

Infine, c’è quel dolce contatto che accompagna tutte le mie notti con te. Le tue braccia che si allacciano attorno al mio petto, il battito del tuo cuore contro la mia schiena, il tuo sesso contro i miei glutei, le nostre gambe intrecciate, i nostri piedi che si accarezzano, le tue labbra sul punto in cui il mio collo si unisce alla spalla e la tua voce nelle orecchie.

- Ti amo Blaine.

- Lo so.

Lo so.

 

 

FINE

 

 

 

Nota dell’autore:

Questa piccola one-shot nasce, come molto altro, da un mio sfogo personale. Alla fin fine, visto che i personaggi vengono citati per nome solo una o due volte e credo che siano abbastanza OOC (ma ormai ho capito che l’OOC, per molti, è questione di punti vista), potevo metterla come storia originale ma quelle evito di pubblicarle essendo lavori originali e poi qui vedevo solo loro due come personaggi.

Le parti in corsivo sono due poesie di Saffo, la famosa “Ode alla gelosia”, e il frammento 168b (il mio preferito) che è l’ultima quartina.

Non pretendo che sia un capolavoro ma spero che lo apprezziate. Mi sono strappato ogni parola da dentro.

Per il resto vi rimando alla mia pagina ufficiale su fb: http://www.facebook.com/pages/Lusio-EFP/162610203857483

Ciao a tutti.

 

Lusio

  
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