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Autore: boreal lele    25/06/2012    2 recensioni
Salve a tutti popolo di EFP!
SI AVVISANO COLORO CHE SEGUIVANO LA FIC CHE ESSA RIMARRà IN SOSPENSIONE FINO A NUOVO RITROVAMENTO DELLA PASSIONE PER ESSA DELLO SCRITTORE.
Spero che ciò che ho scritto fino ad adesso sia di vostro gradimento, vi auguro buona lettura!
Estratto:
... Solo in quel momento avvertì una fitta di dolore alla spalla destra. Un dolore lancinante che fece scomparire ogni cosa intorno a lui. E sentì una voce familiare chiamarlo, o , per essere più precisi, insultarlo...
(i personaggi sono un po' OOC, vi chiedo perdono)
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cameron, Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Le cronache dei mercenari

-10
Riconciliazione

Mike entrò nel grande solarium del padre. Là lo attendeva Lord Enderis. Il solarium era vasto, pieno di quadri raffiguranti combattimenti epici, grandi Lord del passato, leggiadre Lady sorridenti … Nella penombra della stanza, tutti quei volti, nonostante la loro innegabile bellezza, apparivano sinistri. C’ era un tavolo al centro del solarium, al cui capotavola era seduto un uomo. I suoi capelli bruni ricadevano lucenti sulle spalle. Gli occhi azzurri dell’ uomo si voltarono verso di Mike, fermo sulla soglia.
-Figlio. - Lo salutò il Lord dopo qualche secondo di silenzio. Un sorriso non poté fare a meno di affiorare sulle labbra di Mike.
-I tuoi saluti sono sempre così calorosi, padre?- Chiese in tono ironicamente gelido il ragazzo. Lord Enderis gli fece cenno di sedersi.
-Ieri dicevi di volermi parlare. Ora siamo qua, da soli. Di cosa vuoi parlare con tuo figlio? Di quanto sia un reietto? Di quanto sia imbecille? Di quanto abbia disonorato la tua famiglia?- Le domande uscirono dalla bocca da sole, senza nemmeno che Mike si sforzasse di pensarle, tante erano le volte che se le era fatte durante la notte. Quel giorno il moro era stranamente di pessimo umore, probabilmente a causa dal dolore alla spalla che continuava a crescere e non gli dava un attimo di tregua.
-Lascia perdere l’ ironia e togliti la casacca. Voglio vedere la tua ferita.- Disse senza giri di parole il Lord delle Terre Centrali. Mike, stupito dalla richiesta, si levò la casacca in cuoio nero che aveva indosso, levandosi la maglia in seta e rimanendo a petto nudo. Delle bende avvolgevano la sua spalla sinistra. Si tolse anche quelle. Prima di andare a dormire, il giorno prima si era recato da un guaritore del castello, un uomo sulla trentina appartenente all’ Ordine dei Pietosi, una congrega di maghi e di persone esperte nelle arti curative di ogni razza, che giuravano di aiutare ogni singolo essere vivente bisognoso del loro soccorso, senza discriminazioni, a dispetto della razza, della lingua, della religione, delle idee politiche e dello schieramento in battaglia. Detto in parole povere, non erano di parte. L’ uomo gli aveva spalmato sulla ferita un impasto rosso come il fuoco e gli aveva cambiato le bende. Il dolore sulle prime era passato, ma la mattina dopo era tornato più forte di prima. La ferita aveva un aspetto ripugnante: era incrostata di sangue, a tratti era giallognola, quando le bende venivano tolte puzzava in modo incredibile e sembrava infetta da chissà quale malattia. Il curatore aveva affermato che tutto ciò fosse normale, e che il dolore fosse un segno di guarigione. Mike aveva ribattuto sbottando che preferiva rimanere malato, piuttosto che doverlo sopportare.
Diede la schiena a suo padre, in modo che potesse osservare meglio. Lord Enderis mugugnò qualcosa di incomprensibile fra sé e sé.
- La conservi ancora la freccia che ti ha colpito? Voglio esaminarla.- Mike si grattò la testa chiedendosi a cosa gli sarebbe dovuta servire. Mandò un servo a chiederla a Cameron.
-Mi stai facendo una visita medica? Non dovevamo parlare?- Chiese stizzito. Lord Enderis lo zittì con un cenno seccato. Il servo arrivò dopo   qualche secondo con la freccia dalle piume nere. Non era stata mai lavata, perciò era ancora incrostata del sangue di Mike. Il Lord la analizzò per bene, grattando via il sangue incrostato dalla punta e studiandola attentamente. Quando finì di esaminarla la posò sul tavolo e si massaggiò gli occhi con fare stanco. Doveva aver avuto una giornata difficile.
-Il guaritore aveva visto giusto. Mi è stato riferito che sulla tua ferita sono state trovate delle tracce di veleno. Lacrime del Morto, più precisamente. Si tratta di un intruglio molto potente, poche gocce di esso bastano per eliminare un uomo robusto. La freccia che ti ha colpito era intrisa di questo liquido.- Mike guardò la freccia con un misto di sorpresa e preoccupazione.
-Sono vivo per miracolo, dunque. Come sarei riuscito a evitare la morte altrimenti?- Nessuno dei due seppe cosa rispondere a quella domanda. Lord Enderis interruppe il silenzio che era calato con tono acido, liberando i pensieri che ormai lo tormentavano da quando suo figlio era scappato.
-Se tu non ti fossi messo a fare lo stupido andando in giro per il mondo, non avresti corso questi pericoli! Non dovevi andartene! Tua madre è quasi morta di crepacuore quando ha saputo che eri fuggito. Sei un dannato irresponsabile! Come ti è saltato in mente di andartene, eh?- Mike rivolse al padre un’ espressione infastidita.
-Me lo chiedi anche? Quando ero qua al castello, tutto ciò che facevo, per te non era mai abbastanza! Per quanto mi sforzassi di fare ciò che mi dicevi, per quanto mi impegnassi ad essere come mi volevi, tutto ciò che ottenevo da te erano sguardi gelidi. Hai sempre e solo fatto così. Per te io ero un incarico da portare a termine, niente di più!- La sua rabbia si liberò come un fiume in piena. In quel momento, i pensieri di una vita si tramutarono in parole piene di risentimento.
-Quando ero un bambino tu per me eri un eroe, un modello da seguire. Avrei fatto di tutto per renderti orgoglioso di me, papà. Un solo sorriso da parte tua, per me sarebbe valso più di mille ricompense. Il mio unico obbiettivo era accontentarti in tutto e per tutto. Ma tu questo non lo hai mai capito. Non hai fatto altro che farmi notare i miei errori senza mai complimentarti per le cose giuste. A lungo andare diventa frustrante questo, lo sai?- Stava urlando, ma poco importava in quel momento. Mike voleva solo sfogarsi. Aveva cercato, cinque anni prima, di fare un discorso del genere, ma non ne aveva avuto la forza. Ora, invece, quel coraggio che non aveva avuto allora lo spinse a farlo. Chiarirsi con suo padre, qualunque fossero state le conseguenze, per lui sarebbe stato come levarsi un macigno dallo stomaco.
-Crescendo ho imparato che non avrei mai ottenuto nulla da te. I miei interessi diventarono ben altri. Non volevo più di diventare il Lord al posto tuo. Non volevo più essere il figlio servizievole pronto a tutto per renderti orgoglioso. Volevo essere libero, vagare senza meta per il mondo ed esplorarlo in tutta la sua grandezza. Ma i miei sogni non si sarebbero mai realizzati da dietro le mura di Città Del Sole. Questo mi ha spinto a scappare. Mi dispiace aver fatto soffrire mia madre con le mie azioni, ma era una cosa che andava fatta. Là fuori sono diventato più uomo vivendo stretto contatto con la gente comune e con i suoi problemi di quanto lo potessi diventare qua dentro.- L’ ira di Mike si placò velocemente come velocemente  era scoppiata. Ora rimaneva solo da osservare la reazione di suo padre. Se lo avesse colpito non avrebbe fatto una piega. L’ importante era avergli detto in faccia cosa pensava. Il Lord delle Terre Centrali abbassò i suoi occhi azzurri come il cielo. La sua espressione, quando tornò a fissare Mike, era incredula, quasi mortificata. Poi pronunciò una frase che il moro non si sarebbe mai aspettato di sentirgli dire.
-Ammetto di essermi sbagliato, ti chiedo scusa.- Su padre e figlio calò un silenzio opprimente. Nessuno dei due sapeva cosa dire. Lord Enderis tornò a parlare, la voce che tremava leggermente.
-Ho fatto molti sbagli con te, Mike, ma ti giuro che tutto ciò che ho fatto, lo ho fatto con le migliori intenzioni. Non ho mai visto oltre la punta del mio naso, e solo ora mi rendo conto che hai avuto tutte le ragioni di andartene. Ero talmente accecato dall’ odio che nemmeno per un secondo mi è passato per la mente che potevo essere io la causa della tua fuga. Mi dispiace figlio mio. Io volevo solo il tuo bene. Volevo che tu fossi un mio degno successore, ma evidentemente eri già allora molto più saggio di me.- Il possente Lord delle Terre Centrali, che raramente aveva dimostrato una qualsiasi emozione, ora appariva come un uomo pieno di sensi di colpa, mantenendo comunque il suo contegno. Mike lo abbracciò. Dopo cinque anni, finalmente si era riappacificato con suo padre.
-Ora è acqua passata. Sono tornato, ma non per restare. Ho svolto il mio dovere portando le due principesse in un luogo sicuro. Domani io e gli altri riprenderemo la marcia e le accompagnerò nella capitale degli Elfi Madyr, poi continueremo per la nostra strada.-
-Per te, qui ci sarà sempre posto. Se mai vorrai tornare, sarò ben lieto di accoglierti. Tu e i tuoi amici sarete sempre i benvenuti a Città Del Sole. Ti chiedo solo di stare molto attento. A mio avviso, quella freccia era destinata proprio a te. Chiunque l’ abbia scoccata sapeva chi eri e voleva essere sicuro di ucciderti. Il mese scorso due uomini hanno attentato alla mia vita. Naturalmente hanno fallito e li abbiamo impiccati. Prima di morire, però, hanno detto che li avevano pagati, e che io e i miei discendenti saremmo morti tutti assassinati. Guardati le spalle figlio.- Mike annuì, nascondendo la sua felicità. Rimise a posto la fasciatura alla ferita e uscì, senza nemmeno rimettersi la maglia in seta. Il dolore alla spalla era svanito. Si avviò per i corridoi, vagando per il castello senza una meta ben precisa. C’ era molta gente di ogni razza in giro.
Arrivò in un ampio giardino a cielo aperto circondato da dei portici scavati nelle mura della torre Nido dei Draghi. Era uno dei parchi d’ addestramento del castello. Le persone vi si riunivano sia per svago, sia per addestrarsi nel tiro con l’arco, nel combattimento corpo a corpo, nel combattimento a cavallo … Per ogni parco si esercitavano due discipline. Mike era capitato in quello del combattimento corpo a corpo e del tiro con l’arco. In quel momento si stava concludendo una competizione di quest’ ultima disciplina. Una piccola folla di soldati, arcieri, cavalieri e scudieri si era radunata attorno ai due finalisti. Il moro si avvicinò per sapere chi fossero. Dovevano avere una mira incredibile per colpire i bersagli, posizionati in alto sulle mura. Riuscì a intravedere uno degli sfidanti, un uomo alto e magro, i cui muscoli parevano essere le uniche parti del corpo che non fossero composte solo da pelle, pelato, dagli gli occhi bianchi e rossi. Due grosse orecchie appuntite lo identificavano come Elfo. Tendeva un arco alto quasi quanto lui, in legno rosso. La freccia che scoccò mancò di poco l’ obbiettivo, colpendo un corvo che svolazzava su di esso. L’ altro sfidante non si riusciva a scorgere, tanta era la folla che lo circondava. Mike riuscì a cogliere il lampo della freccia che si librava in aria. Si fissò esattamente nel centro del bersaglio, trapassandolo da parte a parte e uscendone, perdendosi nel cielo. La folla esultò, inneggiando al vincitore. Un uomo grande e grosso si portò sulle spalle arco e arciere. Fu allora, una volta che fu ben visibile, che il moro riuscì a vedere: Una ragazza sorridente, gli occhi neri che sprizzavano di gioia, e una cascata di capelli rosso fuoco che svolazzavano al vento.

Angolo autore
Ciao a tutti! Dopo giorni di assenza sono tornato! Mi scuso per il ritardo, ma la mia connessione ultimamente fa veramente pena, e non riuscivo ad entrare nel mio account. Vi è piaciuto il capitolo? Purtroppo, il prossimo arriverà probabilmente solo dopo la prima metà di Luglio, poiché dove vado in vacanza internet non ce l’ ho, quindi ora vi saluto, ci vediamo quando torno!
Boreal Lele

  
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