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Autore: BlackSnow    25/06/2012    0 recensioni
I muri di Hogwarts sanno molte cose.
Due auror italiani vengono trasferiti nel Dipartimento degli Auror Britannici per questioni estremamente importanti assieme alle loro famiglie.
Noemi e Giulia sono le loro due figlie quindicenni e dovranno ambientarsi nella nuova scuola: Hogwarts.
"Così, sfinite, si addormentarono, entrambe nel letto della cercatrice della Torre Sud.
Appena un paio di ore prima che la luce del 1° di settembre picchiasse contro i loro visi." -Tre-
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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-Capitoletto  di passaggio. Non aspettavi tante cose nuove : ) Il prossimo sarà più bello, promesso : )  BlackSnow-


Erano passate tre settimane da quella giornata a Diagon Alley.                                                         
Fino al 1° di settembre le ragazze avrebbero albergato ad una locanda vicino al Paiolo Magico, Il Cappello della Strega; era la notte del 31 agosto e l’indomani sarebbero partite con un’auto volante del Ministero alla volta di King’s Cross, la stazione più grande di Londra, per salire sul leggendario Espresso per Hogwarts al Binario 9 e ¾, di cui si parlava anche al di fuori della Gran Bretagna.

All’ arrivo alla locanda, si erano subito rese conto di quanto la loro stanza fosse opprimente: era ampia la giusta quantità per viverci tre settimane e contemporaneamente per non soffocarci dentro. C’era una sola finestra con il vetro appannato dalla mattina alla sera, nascosta per giunta da un’imponente tenda di velluto grigio, che in un tempo fin troppo lontano era stata probabilmente candida, ma che lentamente si era vestita di uno strato di polvere di almeno mezzo centimetro; di fronte ai due letti a baldacchino ricoperti dallo stesso tessuto grigiastro della tenda (non vollero indagare di che colore fosse originariamente…) era piazzato un armadio a due ante, di un legno scadente e senza una maniglia, per completare l’aura idilliaca che amanava la stanza.                               
Dietro ad una minuscola porticina sulla destra poi c’era un piccolo lavandino, una piccola doccia ed un piccolo water, tutti color ocra, sperando che lo fossero stati anche appena acquistati.     
                                                                                                                             
Quel trionfo di polvere era stato per tre settimane la loro casa, lì Giulia e Noemi avevano potuto conoscersi davvero bene.           
Andavano la mattina presto a fare colazione dalla locandiera, una donna sulla quarantina che per tutta la durata del loro soggiorno non si era cambiata i vestiti nemmeno una volta e che che serviva loro sempre un bicchiere di latte e una fetta di torta che avevano ribattezzato “Rocciolina”, talmente era dura. 
Verso le nove poi chiedevano a Tom del Paiolo Magico di farle passare attraverso il muro di mattoni per farsi un giro a Diagon Alley, dove ormai avevano memorizzato ogni oggetto di ogni vetrina di ogni negozio e non dimenticavano mai di dare un’occhiata ai Tiri Vispi poichè con George si era stabilito un buon rapporto venditore-aquirente che andava oltre scellini, falci e galeoni.  
Nel tardo pomeriggio tornavano da Duster la locandiera, ordinavano la cena, si facevano una doccia e mangiavano sul letto, passava la cameriera a ritirare i piatti sporchi e andavano a dormire, stremate.                                                                                    
Per quelle tre settimane la noia era stata la loro terza compagna, ma nonostante ciò erano comunque riuscite a divertirsi in ogni modo possibile dato che avevano definitivamente capito quanto erano diventate importanti l’una per l’altra…

Improvvisamente il tempo si era accorciato. Giulia stava dormendo, in quell’ultima notte alla locanda, ma Noemi era ancora sveglia. 
Strattonò le coperte, le cacciò ai piedi del letto e rivolse i suoi grandi occhi scuri verso un punto del soffitto illuminato dalla luce proveniente finestra, tutto era così incredibilmente opaco e ovattato.

-Giulia…-   sussurrò, anche se oltre Giulia non avrebbe rischiato di svegliare nessuno.
-Mmm…-  un mugugno si librò dall’atro letto.                                                                                                 
-Giulia!
-Dormi. Sono le tre di notte.
-Non riesco a dormire…
-Vieni vicino a me dai.
Si alzò dal letto barcollando e si buttò sull’altro, infastidendo una molla minacciosa.
-Dimmi tutto.
-Ho una paura pazzesca Giulia…
-Paura di cos…CAZZO!- Si era tirata fuori dalle coperte e seduta sul letto come un fulmine.  –Cazzo me n’ero dimenticata!
-Rincoglionita pensi solo a dormire! Io che mi riempio di seghe mentali su domani e tu che dormi?! Ti odio. – Poi scoppiarono in una fragorosa risata.
–Sssh! Che svegli tutti!- -Me n’ero dimenticata ti giuro!
-Guarda, ho una paura tremenda.
-Eddai…pensa che domani a quest’ora saremo già a Hogwarts!
-Ma è questo che mi spaventa! Sai come sono fatta… ho paura di iniziare a incepparmi domani.
-Ma va…
-Non riuscirò nemmeno a dire come mi chiamo.
-Ma smettila, sì che ce la fai. Facciamo una prova. Come ti chiami?
-Ah. Ah. Simpatica.
-Sbagliato,ti chiami Noemi.
-Ah. Ah. Ah. No seriamente Giulia. Sto malissimo… tutte le persone nuove… e se non mi mette in Grifondoro? Non sopporterei di essere smistata nelle altre case.
-Ma cosa avrà di così tanto speciale Grifondoro??? Harry Potter? IIIIILLLL FAMOOOOSOOO BAMBINOOO SOPRAVVISSUTOOO?
-Per me è importante.
-E perché, sentiamo.
Fece una pausa.
-Mia madre. Lei è una Grifondoro.- si rabbuiò.
-Ah. Tua madre. Tasto dolente. Beh, allora lo sarai di sicuro anche tu.- Il suo era un sorriso rassicurante, ma non abbastanza.
-Va beh, se lo dici tu…ma sappi che non mi fido. Comunque… tu invece? Dove vuoi essere smistata?- Noemi mascherò il suo volto con un altro sorriso, simile a quello di Giulia.
-Che ne so?! Però mi piace Corvonero…
-Corvonero? Ma avevi detto…
-Sì lo so...però da George ho conosciuto…
-Nome? Cognome? Età? Sesso? Spero sia maschio.- I ragazzi erano il suo argomento preferito.
-Ehi frena! Non so niente di lui…- Anche con quella poca luce, Noemi notò che Giulia stava iniziando ad arrossire. L’ argomento “ragazzi” andava forte anche con lei.
-Lui? E’ un cavaliere allora!
-E’…alto…capelli scuri, occhi scuri… è bellissimo…
-E scusa come fai a sapere che è Corvonero?
-Beh ho visto che aveva due segni scuri sulle dita e gli ho chiesto cos’erano. Così lui…
-Cosa ha detto? Dai muoviti dimmelo!
-Eh se mi lasci parlare! Dicevo. Lui mi ha detto che erano dei tatuaggi: “…due artigli. Sai, Corvonero.” .
-Ahhh se una figa! Però cazzo. A me non succedono mai ‘ste cose. – Il suo tono di voce era sceso di colpo.
-Ma guarda che mi ha solo detto questo! E poi mi ha chiamata “signorina Piu Nera” perché avevamo addocchiato la stessa piuma nera…
-Puttana. Ti odio ancora di più adesso.- Visto che il suo “record del broncio” era di mezzo secondo scoppiò a ridere, prese il cuscino e iniziò a tirare cuscinate all’amica. 
Giulia, scattante anche se appena sveglia, afferrò il suo, di cuscino, e fece altrettanto. Si dichiararono guerra con i cuscini e iniziarono con le cuscinate finchè un’ondata di piume invase la stanza e Armstrong prese a beccare la gabbia infastidito.

Così, sfinite, si addormentarono, entrambe nel letto della cercatrice della Torre Sud.

Appena un paio di ore prima che la luce del 1° di settembre picchiasse contro i loro visi.
  
  
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