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Autore: Neverlethimgo    25/06/2012    13 recensioni
Tutte le ragazze sognano il ballo scolastico, giusto?
Sbagliato, non Holly. Non la ragazza che odia le cheerleader e i trucchi spastici sul visto, non lei.
Ma cambierà presto idea quando si tratterà di incontrare il suo amore impossibile...
Tratto dai capitoli:
“Guarda il lato positivo: ora sei proprio come Cenerentola! Spera solo che non ti chieda di rincasare a mezzanotte!”
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.'
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chaz, Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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32.



La mattina seguente, Justin fu costretto ad allontanarsi da lei, a sciogliere quell’abbraccio attorno alla sua vita che l’aveva cullato durante quelle ore di sonno. Senza fare troppi movimenti bruschi, infilò un paio di quaderni ed un astuccio dentro allo zaino con l’idea di recarsi a scuola ed uscì di casa salutando con un cenno di mano sua madre.
Mentre camminava lungo le strade ancora poco affollate di quella grande metropoli, lo sguardo del biondo si posò sull’insegna di un negozio di tatuaggi, si avvicinò a quella vetrina leggermente oscurata dalla luce ancora spenta e vi ci schiacciò contro il naso.
Disegni di ogni forma, tipo e colore erano appesi lungo quelle pareti scure e fu in quel momento che maledisse il fatto di sentirsi costretto ad andare a scuola; il negozio non avrebbe aperto prima di due ore e nonostante avesse voluto, non avrebbe potuto tardare ancora di molto.
 Parecchio tempo prima, gli era balenata in testa l’idea di marchiare sulla pelle un segno indelebile, qualcosa che gli avesse fatto spuntare un sorriso ogni qualvolta che vi si avesse posato lo sguardo. E lo avrebbe fatto, era deciso più che mai a farsi tatuare sulla pelle quel nome.
Durante il tragitto che lo separava dalla nuova scuola, occupò la maggior parte dei suoi pensieri su come e dove marchiare la sua pelle, ma le idee erano ancora fin troppo confuse.
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo fin troppo precoce alla nuova scuola, dove, una volta entrato, fu quasi assalito dagli addetti alla segreteria che gli mostrarono quante più cose gli fossero lecite sapere.
Quando ebbe finalmente terminato il giro turistico all’interno dell’edificio scolastico e dopo aver conosciuto i vari professori che lo condussero nella sua aula, aprì il primo quaderno che gli capitò a tiro ed iniziò a scarabocchiarci sopra decine e decine di lettere, scritte con modi differenti e caratteri che andavano dal corsivo semplice, al maiuscolo erroneamente complicato.
Trascorse così le due ore successive finché non trovò lo stile più adatto a quel nome ed il posto più indicato dove farlo tatuare.
 
Nel frattempo, Holly si svegliò, realizzando solo dopo qualche istante di trovarsi così lontana dalla sua amata Atlanta e soprattutto del fatto di non vedere Justin accanto a lei.
Si guardò attorno, ancora leggermente spaesata ed indecisa sul da farsi, finché non posò lo sguardo sulla scrivania posta di fronte a lei e su di un piccolo quadernetto adagiato sopra ad alcuni libri.
Non esitò nemmeno un secondo di più, lo aprì alla prima pagina ed iniziò a leggere ciò che vi era scritto.
Era una sorta di diario che, a sua insaputa, Justin teneva da tempo: quelle parole scritte così disordinatamente, le conosceva ormai bene, perciò non si soffermò troppo a rievocare alla memoria la serata del ballo scolastico in cui credeva di aver danzato sulle note di canzoni lente con il Nomade o di quando si erano scambiati il primo bacio. Girò diverse pagine finché non giunse all’ultima di esse bagnata dall’inchiostro nero di una penna: questa volta le parole erano state scritte in modo ordinato e disposte a mo’ di poesia, così sembrava.
 

Non lascerò che lei si metta in mezzo tra di noi,
so quel che voglio, so che lo posso ottenere.
Ho solo bisogno di te al mio fianco,
voglio soltanto te.

 

Ho bisogno di un solo amore, il tuo,
sei l’unica in grado di darmelo.
Non voglio nessun’altra quando sto con te,
perché nessuna mi da quel di cui ho bisogno.
 
Sai, ho fatto degli errori, uno dopo l’altro,
ma non oggi, non ti lascerò andare finché non mi perdonerai.
So che sei arrivata per restare, so che sei tu l’unica di cui ho bisogno,
nessun’altra, solo tu.
 
Il tuo amore è come una montagna russa,
tra alti e bassi, riesce sempre a farmi mancare il fiato.
E’ come se ogni volta che sono con te mi mancasse la terra sotto ai piedi,
non ho paura anche se spesso mi sembra di cadere.
Ho bisogno di un solo amore, il tuo,
sei l’unica in grado di darmelo.
Non voglio nessun’altra quando sto con te,
perché nessuna mi da quel di cui ho bisogno.

 
Sebbene, forse, non avrebbe mai conosciuto il ritmo di quella canzone, provò ad immaginarsi come sarebbe stato ascoltare la sua voce mentre gliela cantava, se mai lo avrebbe fatto.
Aveva letto e riletto più volte una pagina di quel quadernetto che l’aveva fatta riflettere per interi minuti su quando effettivamente fosse accaduto con Lindsay, sebbene fossero soltanto parole, avrebbe dovuto ricredersi.
Una piccola lacrima le rigò la gota destra mentre un dolce sorriso le si dipingeva sul volto, non sarebbe riuscita ad odiarlo, nemmeno se lo avesse voluto. Anche dopo uno sbaglio così grande, si sentiva quasi in dovere di perdonarlo; dopotutto Justin stava lottando così tanto per riaverla sua, nessuno avrebbe mai fatto tanto per lei.
 
La campanella pose fine alle lezioni e senza aspettare un solo secondo di più, il biondo uscì frettolosamente da quell’aula ed infine da quel grande edificio dai colori fin troppo spenti.
Ancora titubante e non del tutto sicuro di ciò che stava per fare, si recò al negozio di tatuaggi che ora trovò aperto; vi entrò a passo lento soffermandosi interi secondi a guardarsi intorno finché un uomo sulla cinquantina si presentò davanti a lui.
Aveva entrambe le braccia colme di strani disegni, alcuni di essi vivacemente colorati, persino sul collo spuntavano alcuni ghirigori che molto probabilmente proseguivano sul petto sino a riempirlo completamente.
Justin lo guardò dal basso verso l’alto con un’espressione di stupore, mista a paura, dipinta in volto, “S-salve” biascicò poi cercando di mantenere un contatto visivo con lui.
L’uomo ricambiò il saluto per poi domandargli quale tipo di servizio richiedeva, “Vorrei fare un tatuaggio” rispose il biondo con voce ancora tremante, “Ce l’hai il permesso di un adulto?” chiese quello di rimando.
Justin impallidì all’istante, l’unica in grado di accordargli il permesso sarebbe stata sua madre, ma avrebbe preferito non dirglielo, almeno per ora. Ci pensò su un attimo finché la porta di tale negozio si spalancò celando una figura a lui conosciuta: “Justin, che cosa ci fai tu qui?” gli domandò Jeremy avanzando all’interno del locale, “I-io avevo intenzione di farmi un tatuaggio.
Il padre sorrise, provocando ancora stupore sul volto di Justin, “D’accordo” disse infine avvicinandosi all’uomo che ora sostava dietro ad un vecchio bancone.
Davvero?” chiese stupito il biondo temendo di non aver inteso bene il consenso del padre, “Sì, perché no? Non vedo cosa ci sia di male. Ne ho diversi anche io
Ecco un’altra cosa che di lui non sapeva: gli vietava di uscire e di lasciare la città, ma gli permetteva senza la minima esitazione di marchiare perennemente la sua pelle. Scosse la testa ripetutamente quasi a voler scacciare tutte quelle inutili preoccupazioni e si avvicinò al proprietario del negozio che gli fece segno di seguirlo all’interno di un’altra ala.
Cosa vorresti farti tatuare?” gli domandò l’uomo sedendosi su di uno sgabello accanto un lettino di pelle, Justin frugò nervosamente all’interno del suo zaino per poi estrarne il quaderno dove qualche ora prima vi aveva scarabocchiato alcune bozze, gli mostrò quella definitiva e poi aggiunse: “Lo vorrei qui” disse indicando il petto, all’altezza di dove si trovava la punta del cuore. L’altro annuì e Justin si tolse la maglietta sdraiandosi sul lettino ed aspettando impazientemente che quell’ago si posasse sulla sua pelle. “F-farà male?” domandò con voce tremante, “Il dolore è soggettivo, pizzicherà forse un po’” cercò di tranquillizzarlo l’uomo, ma non appena quell’ago si posò sul suo petto, il biondo cacciò un urlo per niente soffocato che fece ritrarre all’istante il tatuatore. “Sicuro di voler continuare?
Justin annuì mentre si mordeva il labbro inferiore, l’uomo procedette con il suo lavoro dovendo sorbire le urla continue del biondo mentre a fatica tentava di ricacciare indietro alcune lacrime.
Dopo circa mezz’ora, quell’ago si allontanò definitivamente da lui lasciandogli il tempo di sospirare e rilassarsi; il tatuatore coprì la scritta con un grosso cerotto quadrato e lo lasciò andare.
A giudicare dalle tue urla, ha fatto male” ironizzò Jeremy, Justin non sapeva se stare al gioco oppure no, era la prima volta che notava un’espressione così radiosa sul volto del padre, una cosa da non lasciarsi sfuggire: “Giusto un po’, ma ne è valsa la pena.
Ora vai, qui ci penso io” si affrettò a dire l’altro, “Grazie” gli rispose Justin sorridendo ed uscì dal negozio raggiungendo poi casa sua.
Al suo arrivo trovò Holly e sua madre impegnate ai fornelli a preparare chissà quale pietanza, non le disturbò, si sedette sul divano intendo a guardare la televisione ed a massaggiarsi di tanto in tanto il petto che fortemente gli doleva.
 
Di tanto in tanto Holly lanciava alcune occhiate a Justin pentendosi di aver letto i suoi pensieri più segreti e soprattutto di aver pesantemente discusso la sera prima.
Non proferirono parola se non quando, dopo cena, si rintanarono in camera da letto; “Com’è andato il primo giorno di scuola?” gli domandò Holly sedendosi sul letto, “Normale” biascicò lui sistemando approssimativamente quando vi era sulla scrivania, ma si bloccò quando il suo cellulare prese a squillare.
Pronto?” rispose lui avvicinando l’apparecchio all’orecchio, “Ciao Justin, sono Lindsay” disse una voce femminile dall’altro capo del  telefono.
Che altro vuoi?” sbottò lui sbuffando ed appoggiandosi al muro, Holly lo guardava interrogativa cercando di immaginare con chi stesse parlando, ma l’unica persona che le venne in mente fu proprio lei.
Non immaginavo che cambiare aria ti avesse fatto diventare più scorbutico, volevo soltanto salutarti” ribatté la bionda ridacchiando, “Non è stato il cambiamento d’aria a farmi diventare più scorbutico, come dici tu” disse acido lui.
Non ce l’avrai ancora con me per quel pomeriggio passato insieme, vero?
Vuoi davvero saperlo? Non ti è bastato sapere quello che è successo?
Lindsay sbuffò sonoramente e nuovamente Justin le disse: “Fammi un favore: evita di cercarmi, evita di parlare con Holly raccontandole stronzate. Peggiori soltanto le cose.
Detto ciò chiuse la chiamata facendo scivolare il telefono sulla scrivania, “Che cosa voleva ancora da te?” domandò Holly incrociando le braccia al petto.
Meno di niente” rispose il biondo levandosi la maglietta e dandole le spalle, “Justin, voglio saperlo” insistette lei; “So che non ti fidi di me, ma, davvero, non voleva niente” sibilò lui a denti stretti.
 
Si buttò a peso morto sul letto fissando il soffitto mentre lei volgeva ancora lo sguardo su di lui per poi soffermarlo su quel grosso cerotto che gli sovrastava una parte del petto.
Justin, che cosa c’è sotto a quel cerotto?” gli chiese, “Nulla d’importante ormai” biascicò lui dandole le spalle.
Fammi vedere” insistette lei sollevandosi sui gomiti. Justin, dopo aver sbuffato sonoramente, si arrese e lentamente si tolse quel cerotto bianco che sovrastava il tatuaggio appena fatto.
Leggere il suo nome, così perfettamente scritto in corsivo sul petto di quello che era, o forse ancora sarebbe stato, il suo ragazzo, la fece quasi rabbrividire.
No, non ci posso credere: ti sei fatto tatuare il mio nome sopra al cuore?” domandò stupita lei mentre un sorriso si dipinse all’istante sul suo volto,
Già, era da parecchio che ci pensavo. Ma, evidentemente, avrei dovuto pensarci su un altro po’
Justin…
Non c’è davvero bisogno che tu dica altro” la interruppe lui mantenendo lo sguardo abbassato.
Perdonami, ma oggi ho letto il tuo diario” le confessò lei, il biondo si voltò immediatamente verso di lei con aria delusa. “Tu cosa? Chi ti ha dato il permesso di farlo?” sbottò arrabbiato, “M-mi dispiace, ma se non lo avessi fatto probabilmente non avrei capito parecchie cose e ho letto anche le parole di quella che sembrava una canzone” sorrise lei;
Non dovevi leggerlo” si ostinò a ribadire lui.
Holly sospirò per poi sollevarsi di poco la maglietta e celare così una scritta posta appena sopra il bacino destro, “Justin, guarda” gli disse poggiando una mano sulla sua spalla. Lui si voltò posando lo sguardo sulla scritta che recava il suo nome, disegnata in modo non tanto diverso dal tatuaggio che poche ore prima si era fatto lui, sgranò gli occhi ed ancora incredulo le domandò: “È quello quando lo avresti fatto?
Ne era felice, non poteva negarlo, non se lo aspettava.
Il giorno dopo che abbiamo fatto l’amore” disse lei sorridendo, “D-davvero? Non me lo avevi mai detto prima” continuò Justin quasi contemplandolo.
Non lo sa nessuno, non ho voluto dirlo a nessuno. Era una cosa che… che volevo tenere solo per me
Sono felice che tu lo abbia fatto, Holly” le sorrise infine lui.


Spazio Autrice:
{Leggimi u.u}
Chiedo ufficialmente perdono per il mio costante ritardo, arrivo sempre all'ultimo çç
Dunque, parlando del capitolo, la 'canzone' che lui ha scritto per lei, ha preso bellamente spunto da One Love del nuovo cd di Justin, ho giusto cambiato qualcosina nel caso in cui non si fosse capito LOL
L'idea del tatuaggio mi è venuta perché sta balenando in testa pure a me l'idea di farne uno, quindi ecco spiegato tutto :)
Ora vi abbandono (?), no scherzo, non potrei, dico solo che con questo capitolo sto esaurendo le idee per continuare la storia, al momento non ne ho nemmeno mezza. Probabilmente domani cambierò idea, come al solito del resto LOL
Voi, si voi che leggete e mi lasciate sempre recensioni e tweet stupendi: siete meravigliose!

Alla prossima!
Much Love,
Giulia
@belieber4choice
on twittah and instagram

   
 
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