Capitolo
14: “Discussion”
_Evelyn
Ero
ancora nella camera di Jong-Hyun quando sentii la porta
dell’ingresso aprirsi e
richiudersi, seguita subito dopo da un lieve vociare, segno che erano
rientrati
tutti. Così uscii velocemente dalla stanza, ricevendo un
breve abbraccio di
incoraggiamento da parte del rapper.
Quando
raggiunsi il salone li trovai tutti già seduti sul divano,
pronti a non far
niente. Yo-Seob, però, si alzò non appena mi
vide, e mi venne incontro per
stritolarmi in un abbraccio, mentre gli altri mi stavano salutando.
-“Allora,
ti è piaciuta la sorpresa?” mi domandò,
indicando tutti i fiori ancora sparsi
in qua e là.
-“Certo!
Però sarà meglio metterli tutti da una parte,
altrimenti rischiamo di
inciamparci.” risposi, mentre il mio sguardo cercava
Gi-Kwang.
-“È
un peccato che non vi siete potuti godere la giornata. Comunque Jun
stava
davvero male al ristorante, era tutto bianchiccio e sembrava sul punto
di
svenire da un momento all’altro.”
Perfetto!
Allora stava male sul serio all’inizio e nessuno sapeva la
verità, meglio così.
Poi Seobie si accorse della mia irrequietezza.
-“Uff!
Speravo che mi considerassi un po’ di
più.” scherzò “Se stai
cercando Kiki è
nella “nostra” camera.”
Senza
aspettare altro tempo, mi avviai subito verso la stanza. Non bussai
nemmeno,
ero talmente agitata che me ne dimenticai. Una volta dentro volli
diventare
invisibile.
Gi-Kwang
aveva solo i boxer addosso e stava per mettersi una tuta. Probabilmente
la mia
bocca si spalancò, dato che improvvisamente non riuscivo
più a respirare e
necessitavo di più aria possibile.
-“Eve…?”
disse imbarazzato.
-“I-
io… scusami, mi sono scordata di bussare.” feci un
passo indietro, dirigendomi
nuovamente verso la porta, con l’intento di tornare
più tardi, ma lui non era
dello stesso avviso.
-“Aspetta,
mi vesto velocemente.” afferrò i pantaloni dalla
sedia e se li infilò, poi fece
la stessa cosa con la maglietta.
Almeno
ora potevo ricominciare a respirare regolarmente, altrimenti avrei
rischiato
che il mio cervello andasse in fumo. Una volta pronto mi si
avvicinò.
-“Ci
hai parlato?” mi chiese, con lo sguardo leggermente
preoccupato.
Io
abbassai il mio, non riuscendo a sostenere
l’intensità con cui mi guardava,
mentre il rimorso si stava facendo nuovamente largo tra le mie
sensazioni.
-“Si.”
mi uscì un solo monosillabo. Ero diventata anche incapace di
parlare.
-“Com’è
andata?” ora la preoccupazione si poteva intuire facilmente
anche nel suo tono
di voce. Forse si immaginava che fosse accaduto qualcosa,
poiché cercavo di
evitare di guardarlo negli occhi.
-“Ha
confessato, per così dire. Ha detto che gli dispiace averci
interrotto, ma non
è riuscito a controllarsi.” la mia voce era piatta.
-“Come
immaginavo.” sospirò.
“C’è altro, vero?”
-“Ha
detto che mi ama, e che vuole farsi da parte perché ti vuole
bene e non vuole
portare discordia nella band.” mantenni sempre
lo sguardo basso.
-“T-
ti ama?” domandò. “N- non credevo che
fosse così…preso da te.”
-“Nemmeno
io lo pensavo.” sussurrai, e stavolta la mia voce assunse
un’incrinatura
spezzata.
-“Lyn…
ti prego, dimmi la verità. Cos’altro è
successo?” mi afferrò il mento con due
dita per incatenare il suo sguardo al mio.
Era
così intuibile che ci fossero altre cose da dire?
-“M-
mi ha baciata.” soffiai fuori quelle tre parole con estrema
difficoltà.
-“Ti
ha baciata???!!” sbraitò. “Come ha
osato?”
Nel
frattempo si era allontanato da me per incamminarsi verso la porta.
Stava per
aprirla quando io lo afferrai per un braccio, costringendolo a fermarsi.
-“Io
non mi sono ritratta come avrei dovuto fare. Mi sono lasciata
baciare.”
Per
la seconda volta in quel giorno, Gi-Kwang si sottrasse bruscamente
dalla mia presa,
ma stavolta sembrò farlo quasi con disgusto. Il suo sguardo
era sbalordito e
sembrava chiedere una spiegazione.
-“Credo
di aver sentito male. Cosa hai detto?” ormai era a un metro
di distanza e non
voleva credere alle mie parole.
-“Ho
detto che non mi sono tirata indietro.” solo dopo aver
parlato mi resi conto
che detto in quel modo sembrava che lo avessi fatto perché
mi andava di farlo.
Sul
suo volto si fece largo un’espressione arrabbiata e
addolorata allo stesso
tempo. Come potevo aver pensato, anche
solo un attimo, che lui fosse interessato a me solo fisicamente? La sua
reazione diceva che era l’esatto contrario di ciò
che avevo dubitato.
-“Non
ci voglio credere… perché?” mi
urlò contro tutta la sua rabbia.
-“Perché
tu non hai mai detto di amarmi, non hai mai detto neanche di volermi
bene.” le
lacrime cominciarono a rigarmi le guance, ancora una volta, mentre il
mio corpo
veniva scosso dai singhiozzi. “Ho pensato che avendo baciato
un ragazzo che mi
ama avrei capito cosa provi te per me…
poiché ho pensato che potevo interessarti solo
fisicamente.”
-“Davvero
hai creduto che mi interessasse solo il tuo corpo?” la sua
voce rifletteva
perfettamente la sua incredulità. “Credo di averti
dimostrato più volte di
provare qualcosa per te che andasse
aldilà della fisicità.”
Quelle
parole furono come uno schiaffo in pieno volto, e mi portai
istintivamente una
mano alla guancia, nonostante non vi fosse stata nessuna violenza su di
essa.
-“Io
non volevo, te lo giuro. Ma stavo male…stavo male per te. È stata la paura a
spingermi a farlo, so che ciò non mi
giustifica, ma, ti prego, perdonami.”
Mi
avvicinai a lui e posai le mani sul suo petto, per sentirlo
più vicino.
-“Non…
toccarmi” sibilò, separandosi ancora una volta.
“Ho bisogno di tempo per
riflettere, non sono più così sicuro che tu
voglia stare davvero con me.”
Era
già sulla soglia, pronto a varcarla definitivamente.
-“Ti
prego.” insistetti ancora. Non mi piaceva implorare le
persone, ma con lui era
diverso.
-“Devo
riflettere se ne vale ancora la pena.” furono le ultime
parole che udii, prima
che uscisse dalla stanza sbattendo la porta.
_Gi-Kwang
Uscii
dalla stanza furioso. Anche se non capivo se ciò che provavo
era rabbia o
altro, molto probabilmente si trattava anche di… dolore. Si,
era il dolore che
mi stava togliendo il respiro in quel momento.
Percorsi
il corridoio, senza voltarmi indietro per vedere se mi stava seguendo.
Non la
volevo guardare in faccia, sarebbe stato troppo difficile sopportarlo.
Passai
accanto alla camera di Jun-Hyung senza quasi accorgermene, poi feci un
passo
indietro, tentato di entrare, ma la buona ragione mi spinse a lasciar
perdere.
Così raggiunsi il salone e presi le chiavi di casa dal
mobiletto accanto alla
porta.
-“Kiki,
dove vai?” mi chiese Hyun-Seung.
-“A
prendere una boccata d’aria.” la mia voce
risultò secca.
Poi
uscii dall’appartamento, sbattendo la porta ancora una volta,
ormai non
riuscivo più a contenere le mie emozioni.
Quando
raggiunsi l’esterno cercai di fare un pieno d’aria,
inspirando più ossigeno
possibile.
Ma,
invece di farmi stare meglio, mi sentii mancare il
respiro, come se qualcosa me lo avesse strappato con forza.
Tossii
più volte, cercando di riassumere il controllo delle mie
reazioni, ma mi ci
volle più tempo del previsto. Poi, con qualche
difficoltà, mi appoggiai al muro
dell’edificio, socchiudendo appena gli occhi. Le parole che
mi aveva detto
Evelyn mi stavano ancora massacrando letteralmente il cranio, e il cuore.
Cosa mi
stava succedendo? Perché mi sentivo
così…debole?
Ricominciai
a respirare lentamente, cercando di regolare anche il mio battito
cardiaco, ma
la sensazione di oppressione che sentivo all’altezza del
petto sembrava non
volermi abbandonare affatto.
Dovevo
riordinare bene i pensieri,
dovevo fare
chiarezza su tutta la faccenda. Così ripercorsi mentalmente
la discussione che
avevo appena avuto con Evelyn.
In
poche parole lui l’aveva baciata e lei non si era tirata
indietro come avrebbe
dovuto. Jun aveva sbagliato, sapeva che lei era mia,
cazzo! E invece le aveva rubato un bacio. Ero arrabbiato con
lui, ma provai comunque a mettermi nei suoi panni, forse anche io avrei
fatto
la stessa cosa. In fondo si era anche scusato e le aveva detto che mi
voleva
bene quindi si sarebbe fatto da parte.
“Peccato
non l’avesse capito prima
di baciarla che doveva farsi da parte” pensai sarcasticamente.
Di
conseguenza, vedevo lei nel torto.
Stava con me, no? Eppure dalle sue azioni recenti sembrava quasi
essersene
dimenticata. Era rimasta completamente impassibile a quel bacio, lo
aveva
lasciato fare.
Mi
rifiutavo di crederci, non volevo… era troppo doloroso.
Era
anche vero che lo aveva fatto per capire se anche io la amavo, ma
avrebbe fatto
prima a chiedermelo, giusto? Come poteva
capirlo baciando un altro? Io non me ne capacitavo.
Certo,
forse si era lasciata prendere dalla paura, appunto, e aveva reagito
senza
pensarci.
Ma se
faceva così ogni volta che aveva paura, cosa sarebbe
rimasto di noi?
Pensavo
di averle dimostrato in più occasioni che io…si,
insomma, io la amavo. E mi sembrava
abbastanza evidente. Perché lei non se n’era
accorta? Mi conosceva davvero?
I
dubbi mi assalirono come un’unica ondata, provocandomi un
lieve mal di testa. D’istinto
chiusi gli occhi ancora una volta, ma fu un grave errore.
Mi
immaginai il momento del bacio tra lei e Jun-Hyung.
Vidi le
loro labbra che coincidevano… i loro occhi socchiusi
per la magia che stavano vivendo… la mano di lui che le
accarezzava una
guancia. No! Era troppo!
Sapevo che era la mia immaginazione
a farmi vedere proprio
ciò che non volevo vedere, ma non riuscivo a togliermi
quell’immagine dalla
mente.
Cominciai
a sentirmi sempre più debole, la vista mi si
annebbiò del tutto, le gambe
tremarono appena e alla fine cedettero, facendomi cadere a terra. Poi
sentii i
sensi abbandonarmi uno alla volta.
Il
primo a lasciarmi fu la vista, impedendomi così di vedere
quell’immagine dolorosa che si era ormai focalizzata nella
mia mente con tanto
di radici.
Quella
reazione era, probabilmente, un autodifesa di cui il
mio corpo necessitava, ma soprattutto ne aveva bisogno il mio cuore.
L’ultimo
senso ad abbandonarmi fu l’udito, e, di
conseguenza, non sentii la voce che mi stava chiamando preoccupata.
_Evelyn
Quando
avevo sentito la porta sbattere non ero riuscita a trattenermi e, dopo
qualche
attimo, avevo deciso di seguirlo fuori, per provare a parlarci di
nuovo.
Uscii
sotto gli sguardi sorpresi degli altri, che ormai avevano intuito gran
parte
della situazione, e, fortunatamente, mi lasciarono andare senza fare
domande.
Non
presi l’ascensore, preferii fare le scale di corsa,
rischiando più volte di
rovinare a terra.
Ero
al portone d’ingresso quando lo vidi. Se ne stava addossato
ad una delle pareti
dell’edificio, immobile e con lo sguardo fisso davanti a
sé, perso nel vuoto,
tranne un paio di volte in cui chiuse gli occhi.
Ero
incerta sul da farsi, così rimasi qualche minuto dentro,
sperando di trovare il
coraggio necessario per affrontarlo nuovamente.
Stavo
per aprire il portone una volta per tutte, quando lo vidi accasciarsi a
terra,
quasi privo di sensi. Allora mi precipitai fuori, raggiungendolo a
passo svelto
mentre lo chiamavo a gran voce. Non mi interessava se disturbavo i
pochi
passanti che stavano passando, appunto, da quella parte; erano la mia
preoccupazione minore, nonostante sapevo che sarebbero potute passare
anche
delle fan.
-“Kikwang!”
ripetei il suo nome non so quante volte, mentre lo schiaffeggiavo piano.
Fu
questione di un paio di minuti e i suoi occhi si spalancarono, quasi
spaventati, e, quando incontrarono i miei, vi lessi solo sofferenza.
Stava
così per colpa mia. Ed io che avevo addirittura
pensato che non ci tenesse a me. Ero stata una stupida…e,
forse, era troppo
tardi per rimediare.
Mi
allontanai, permettendogli di rialzarsi lentamente.
-“Dovresti
andare da un medico per un controllo di precauzione.” gli
dissi.
-“Non
è niente, sono solo svenuto.” replicò
lui, indifferente.
-“Solo
svenuto? E ti sembra poco, scusa?
Potresti avere la pressione bassa, hai comunque perso i sensi per
qualche
minuto!” esclamai.
-“Allora
ti interessa ancora qualcosa di me.” faceva anche del
sarcasmo!
Rimasi
a bocca aperta per quelle parole. A questo punto anche lui stava
cominciando a
dare i numeri.
Avevo
fatto una cazzata, e ne ero
consapevole. Mi sentivo tremendamente in colpa, le mie lacrime e il mio
dolore
lo avevano dimostrato, ed erano state anche il segno
dell’amore che provavo per
lui. Possibile che non lo capisse?
-“Stai
scherzando, vero?” sbottai. “Sono
allibita.”
-“Tu
eh! E io che dovrei dire allora? Se
non sbaglio sei stata te a baciare un altro! Comunque sia non ho voglia
di
parlarne ora. Ti ho già detto e ripetuto che ho bisogno di
tempo.” rientrò
nell’edificio, senza degnarmi di altre attenzioni.
Aveva
ragione…ero
stata io.
Sarei
riuscita a farmi perdonare?
Sono una scema, sarà una settimana che ho questo capitolo pronto, ma scrivendo anche il quindicesimo pensavo di averlo già postato, e invece... Comunque salve a tutti! u.U Spero perdonerete questa mia dimenticanza assurda -.-" Allora, stavolta comincio subito con l'angolo domande *-* : 1. Voi sareste riuscite a dirgli del bacio? O il suo magnifico fisico vi avrebbe distratto? Io opto per la seconda opzione *Q* 2. Che dite...sarà innamorato?? Piccolo, è addirittura svenuto per Evelyn (=stronza u.U) 3. Cosa succederà! Ta da da dan... Alla prossima carissime! Kisses, Alice..
RINGRAZIAMENTI: Quante volte vi avrò ringraziate??!! Io penso che non sia mai abbastanza, quindi continuo a ringraziare davvero tanto chi segue questa fan fiction... E, con sempre più looovveee, dico grazie a lil_monkey, Emma Min Ki Tomlinson, macky_love e Ace_B2uty95 per avermi recensito! *-* Spero che la storia continui a piacervi!