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Autore: mikaela    26/06/2012    2 recensioni
Kurt e Blaine sono sposati, hanno un lavoro e vivono insieme nella grande mela. le loro giornate trascorrono tranquille e felici, ricche dell'amore dell'uno verso l'altro.
ma allora perchè Kurt si comporta in quel modo? cosa nasconde a Blaine?
e fu da li che iniziò una delle più grandi avventure che potessero mai intraprendere: divennero genitori.
Dal capitolo 1:
"Tutti donano giocattoli all’orfanotrofio. Dopo averli lasciati alla responsabile di turno però….- disse camminando in uno dei corridoi dell’istituto-… c’è stato un piccolo imprevisto-
-che imprevisto?- domandò confuso, prima che un tornado di ricci scuri si avventasse su suo marito. Poteva avere 5 anni, più o meno."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rule the World

 

 

Kurt si rigirò nel letto per l’ennesima volta, cercando una posizione conciliante per il sonno.
Non riusciva a dormire, troppi pensieri gli affollavano la mente.
Era passato circa un mese e mezzo da quando aveva presentato il piccolo Kyle a Blaine, e le cose procedevano a gonfie vele. Suo marito si era innamorato di quel bambino esattamente come aveva fatto lui tempo prima. Così la loro ruotine quotidiana si era trasformata in un “cerchiamo di passare più tempo possibile con Kyle”: cercavano di combinare le pause lavorative per andare insieme all’orfanotrofio, lavoravano il doppio per avere più tempo per uscire, e si occupavano costantemente dell’adozione.
Era questo che non faceva dormire Kurt, l’adozione. Blaine, testardo e avventato com’era, aveva iniziato le pratiche necessarie il giorno dopo che aveva conosciuto Kyle, e Hummel aveva paura.
Paura che un giorno Blaine se ne sarebbe pentito, paura di non essere un bravo genitore, paura che fosse troppo presto, paura non essere abbastanza ne per accudire Kyle, ne per supportare Blaine.
Odiava essere così paranoico, ma era una caratteristica del suo DNA e non poteva farci nulla. E il panico continuava a tormentarlo tutti i giorni, rovinando qualche volta, i bei momenti passati con suo marito e il piccolo.
Certo, il terrore non era mai stato forte come quella notte, perché il giorno dopo sarebbe stato speciale. Il giorno dopo era il suo compleanno.
Quel giorno era stato considerato sacro dal riccioluto che ora dormiva accanto a lui. Tutti gli anni organizzava qualcosa di speciale, solo loro due, senza lavoro, parenti o amici.
Diceva sempre che era una “giornata importantissima”, e che dovevano celebrarla al meglio, solo loro due.

Non aveva mai, e dico MAI, permesso a qualcun altro di partecipare a quella festa con loro.

Per cui quando Blaine gli aveva proposto di passare l’intera giornata con Kyle, Kurt si era soffocato con l’acqua dalla sorpresa.
E li la paura lo aveva investito più velocemente di una moto a una corsa di MotoGP.
Se Blaine stesse facendo tutto questo solo per far felice lui? E se in realtà cercasse di farsi piacere Kyle, solo per vedere suo marito felice?
Più di una volta Kurt lo aveva rimproverato perché lo viziava fin troppo, ma non era mai arrivato a certi livelli.
Il terrore che quella fosse la verità lo stava uccidendo, e gli impediva di prendere anche dieci minuti di sonno.
Adottare un bambino era una cosa seria, e non potevano farlo solo per soddisfare uno dei desideri di Kurt.

Per colpa di queste sue insicurezze, avrebbe di sicuro passato il compleanno con delle occhiaie.
Ma fu proprio questo pensiero, che lo fece addormentare: Kurt Hummel non avrebbe mai passato il compleanno con delle borse scure sotto gli occhi.

La mattina dopo si recarono all’orfanotrofio a prendere Kyle, come da programma. Dove sarebbero andati dopo era un mistero sia per Hummel che per il piccolo, visto che Blaine non si era lasciato sfuggire nulla nemmeno per sbaglio.
Per cui, Kurt fu piacevolmente sorpreso di trovarsi davanti a Central Park, e di vedere suo marito che tirava fuori l’occorrente per un pic nic dal bagagliaio del taxi.
Forse qualcuno avrebbe trovato il tutto troppo banale, ma Kurt non poteva chiedere di meglio: da quando erano a New York erano stati pochissime volte al parco, per via dei vari impegni. Fare una pic nic li era una di quelle cose che si ripromettevano sempre di fare, ma che alla fine non facevano mai. Con gran dispiacere di Kurt ovviamente, che aveva inserito quella cosa nella lista delle “cose da fare a New York”.

-che bello, il parco!- esclamò il piccolo Kyle tutto felice. Aspettò che Blaine pagasse il tassista, poi afferrò entrambi per mano e li trascinò dentro il parco, sotto i loro sguardi divertiti.
Dopo aver girato per una buona mezz’ora, visto che il festeggiato non riusciva a decidersi su dove potevano sistemarsi, Blaine poggiò la roba sotto un grande albero e stese la coperta che aveva comprato per l’occasione.
-posso andare a giocare?- disse il piccolo Kyle, indicando la riva di un piccolo stagno.
-certo piccolo, ma non allontanarti e stai attento- gli rispose Kurt sorridendogli. Il bambino annuì e lanciò un’occhiata sorridente a Blaine, che gli strizzò un occhio.
In realtà aveva chiesto a Kyle di lasciarli un po’ soli durante la giornata.
Kurt si sedette sulla coperta, e Blaine s’inginocchiò dietro di lui, abbracciandolo.
-ti è piaciuta la sorpresa?- gli chiese con tono dolce. Kurt prese la mano di Blaine e la baciò.
-tantissimo. Ti amo- gli rispose.

E passarono la giornata così, tra parole dolci, coccole, giochi, e risate. Kurt era felice come non mai, ma quel tarlo della preoccupazione, sebbene non fosse uscito fuori, restava sempre annodato nella sua mente.
-I regaliii!- esclamò Kyle il pomeriggio.
-che regali? Non era questo il regalo?- chiese Kurt, guardando Blaine stupito.
-no, questo era parte del regalo. Credevi di cavartela solo con una giornata al parco?- chiese Blaine, divertito.
-ma non ce n’era bisogno! A me il parco basta eccome!- ribattè Kurt.
-prima il mio, prima il mio!- disse Kyle, saltellando.
Si avvicinò alla cesta del pic nic, e tirò fuori un pacco di forma rettangolare, impacchettato in malo modo.
-la carta l’ho messa io!- esclamò il piccolo, orgoglioso.
-è bellissima!- disse Kurt, cercando di essere il più convincente possibile. La carta non copriva completamente il regalo, ma Kurt non riuscì a indovinare cosa fosse finchè non l’ebbe aperto.
-un album?!- esclamò sorpreso. Era blu, molto simile al colore dei suoi occhi, semplice ma bellissimo.
-si! Ci mettiamo tutte le foto di noi tre insieme!- esclamò il piccolo, entusiasta all’idea.
-il che potrebbe portarti a chiederti “come le faremo le foto?”, per cui entra in gioco il mio regalo- disse Blaine, mettendogli un pacco colorato in grembo.
-non mi avrai mica…- sussurrò scartando impaziente il regalo.
Una macchina fotografica. Una bellissima, meravigliosa e professionale macchina fotografica.
Senza pensarci un attimo saltò addosso e lo abbracciò, ripetendo un milione di volte “grazie” e “ti amo”.
La serata proseguì allegramente, con Kurt e Blaine che si alternavano per scattare foto.
Purtroppo verso le sette dovettero riportare Kyle all’orfanotrofio, e infine andarono a casa.

-passato una bella giornata?- gli chiese Blaine, porgendogli la sua tazza di the. Era seduto sul davanzale della finestra, e ammirava il panorama di New York illuminata durante la notte.
-bellissima- disse Kurt sospirando.
-che succede amore?- gli chiese Blaine, guardandolo con serietà. Aveva capito che Kurt aveva qualche preoccupazione per la testa, nonostante tutti i tentativi di quest’ultimo di nasconderlo, ma aveva deciso di aspettare il momento più opportuno per affrontare l’argomento.
Certo non si aspettava una risposta chiara e diretta.
-ho paura- disse, guardandolo intensamente negli occhi. Attese che Blaine dicesse qualcosa e, visto che non fiatò, riprese a parlare.
-ho paura di quello che succederà. Ho paura di non farcela, di non essere un buon genitore. Ho paura che tu faccia tutto questo solo per rendermi felice, e non perché lo vuoi quanto me. Ho paura di come potrebbe essere dura la vita di Kyle, con due genitori gay. Ho paura di tutto Blaine, e mi sento anche piuttosto stupido, perché so che sono delle sciocche paure, ma non posso fare a meno di provarle- concluse, abbassando lo sguardo.
Blaine gli prese la mano e la strinse tra le sue- non sono sciocche paure, Kurt. È normale essere terrorizzati, e credimi quando ti dico che provo le stesse cose. Ma devi sempre ricordarti una cosa Kurt: io sono qui con te. Siamo insieme in questa cosa, e sono sicurissimo che insieme ce la faremo. Abbiamo affrontato molte difficoltà nella vita, tesoro, e ce la siamo sempre cavata. Finchè noi siamo insieme, possiamo anche governare il mondo- concluse.
Kurt gli sorrise, rincuorato. Blaine sapeva sempre cosa dire, e quando dirla. Sapeva come farlo sentire meglio, come consolarlo e aiutarlo.
-e questo ci porta alla parte finale della sorpresa. Non sapevo che cosa ti passasse per la testa, ma credo di non aver fatto la scelta più azzeccata in vita mia come adesso.- proseguì Blaine tirando fuori la sua chitarra da dietro il mobile.
Kurt spalancò la bocca sorpreso, non credeva che ci sarebbe stato ancora dell’altro.

E quando Blaine iniziò a strimpellare le prime note, Kurt riconobbe subito la canzone e penso che si, non poteva fare una scelta più azzeccata.

You light the skies, up above me
A star, so bright, you blind me,
Don't close your eyes Don't fade away,
Don't fade away don't fade away, Ohhhhhhhhh! Oh
Yeah you and me we can ride on a star
 If you stay with me boy
We can rule the world!
Yeah you and me we can light up the sky
If you stay by my side
We can rule the world!

Take That- Rule the world

Blaine canto per lui, dedicandogli ogni singola parola, ogni nota, ogni emozione che poteva offrirgli.
E dentro di se pensava sempre che non sarebbe mai stato abbastanza. Che il suo Kurt meritava tutto il bene del mondo. Pensava che sarebbe stato un padre meraviglioso, che era abbastanza forte per affrontare qualunque cosa, che Kyle non avrebbe potuto trovare un papà migliore.
Quando Blaine terminò la canzone, Kurt si fece sfuggire una lacrima di commozione. Poggiò a terra la sua tazza, e abbracciò suo marito.
-ti amo tantissimo. Sei la cosa migliore che potesse mai capitarmi- sussurrò contro il suo petto.
-te lo prometto Kurt. Qualunque cosa succederà, io ci sarò sempre per te. Non ti abbandonerò mai, e vedrai che ci riusciremo-

 

 

 

ANGOLO PAZZA
eccomi ritornata alla Daddy!Klaine!!!!
Da oneshot per un concorso, a long raccolta/storia.
Sinceramente, la storia non ha una linea precisa, più che altro sono dei piccoli momenti della vita di Kurt e Blaine da sposati. E ho deciso che per ogni capitolo ci sarà un disegno di muchacha10, che ispirano tutta la storia.
Spero che il compleanno di Kurt vi sia piaciuto, e spero di aggiornare presto il prossimo capitolo.
Se tra di voi c’è qualcuno che segue la mia CrissColfer, ne approfitto per avvisare che visto che mia madre mi sta facendo lavorare, ho pochissimo tempo per scrivere il nuovo capitolo :(
Conoscete la canzone che ho messo? nel link li sopra c'è il video con la traduzione, e ho pensato che per loro non esistesse davvero canzone più azzeccata di questa.
Volevo chiedervi: la lunghezza dei capitoli vi va bene? sono poco più di quattro pagine di Word, ma se per voi sono troppo piccole, le posso allungare senza problemi :)
ODDIO sono nervosissima, ho proprio paura che questo capitolo non vi piaccia ç_ç
vi prego ditemi che ne pensate, ho proprio bisogno di un po’ d’autostima!
Comunque un enorme grazie a
Betty97 sakuraelisa e Ele05 per essersi prese la briga di recensire lo scorso capitolo *---*
Un milione di grazie anche alle 6 persone che hanno messo la storia tra le seguite, e le due che l’hanno messa tra i preferiti/ricordati.
Vado che muoio di sonno.

Mikaela

   
 
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