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Autore: sweet_hyra_97    26/06/2012    3 recensioni
-Questa fanfiction ha partecipato al contest "la tua one-shot" indetto da Skyler sul forum di Efp (sostituita da Whatshername (Ex Luna Ginny Jackson) )-
La serata che aveva passato non era una delle migliori. Si era detta che avrebbe cercato di divertirsi ma evidentemente tutto andava controsenso perché la peggiore delle serate era sempre stata lì ad aspettarla.
Niente ormai le andava per il verso giusto. Dopo alcuni minuti passati in silenzio, si girò con la faccia rivolta al soffitto e si mise a pensare.
Genere: Generale, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Gwen, Trent
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Nickname sul forum: Saruccia97_LTD
Nickname su Efp: sweet_hyra_97
Fandom: Total Drama/A tutto reality
Titolo: La mia malattia sei tu…
Genere: Generale, Malinconico, Triste
Avvertimenti: One-shot
Introduzione: La serata che aveva passato non era una delle migliori. Si era detta che avrebbe cercato di divertirsi ma evidentemente tutto andava controsenso perché la peggiore delle serate era stata sempre lì ad aspettarla.
Niente ormai le andava per il verso giusto. Dopo alcuni minuti passati in silenzio, si girò con la faccia rivolta al soffitto e si mise a pensare.

___

Erano ormai passate due ore da quando si era chiusa in camera a piangere: era stanca, arrabbiata, triste, delusa. Non ce la faceva più.
La serata che aveva passato non era una delle migliori. Si era detta che avrebbe cercato di divertirsi ma evidentemente tutto andava controsenso, perché la peggiore delle serate era stata sempre lì ad aspettarla.
Niente ormai le andava per il verso giusto. Dopo alcuni minuti passati in silenzio, si girò con la faccia rivolta al soffitto e si mise a pensare.

***

Tutto era cominciato alcune ore prima, quando Duncan era arrivato a casa sua per andare alla festa assieme: la festa era un ritrovo dei concorrenti del reality e la novità era che c’erano anche i concorrenti nuovi, perché Chris aveva avuto la brillante idea di farli socializzare tutti in onore della nuova stagione che avrebbe inaugurato da lì a poco.
-Dolcezza! Sei pronta?- gridò Duncan da fuori il portone.
Gwen roteò gli occhi: lui era già arrivato e ancora non sapeva cosa mettere; quindi lo fece entrare.
-Siediti dove vuoi e aspettami. Devo finire di prepararmi.- disse quindi fredda, e andò in bagno.
Entrata, invece di vestirsi si sedette sul bordo della vasca da bagno e iniziò a pensare: in quei giorni non si sentiva in ottima forma e inoltre non stava più così tanto bene con Duncan.
Era da un paio di giorni poi, che stava pensando di lasciarlo. Anche se controvoglia, si alzò e indossò quel vestito che aveva poggiato sul mobiletto accanto al lavello: era un vestito sul viola scuro, lungo fino al ginocchio e senza spalline.
Dopo prese la matita e la mise agli occhi, sia sulle palpebre che sotto. Si guardò allo specchio poco soddisfatta e, seccata, uscì dal bagno.
Duncan, per  “ammazzare il tempo” si era acceso la tv; appena la vide uscire, rimase sbalordito: quella era la prima volta che la vedeva con un vestito così scollato e corto.
-Allora… Hai smesso di fotografarmi con gli occhi, oppure...? Siamo anche in ritardo: dobbiamo essere là alle ventuno e sono già le venti e trenta!-
-Ok…- disse Duncan senza staccarle gli occhi di dosso.
Gwen, notando che Duncan non dava segni di vita, spense la tv e lo trascinò per il braccio; usciti dalla porta lui “riprese” conoscenza e si diresse verso l’automobile mentre lei chiudeva la porta.
Il viaggio fu decisamente silenzioso fin quando Duncan non decise di accendere la radio, così mise la canzone preferita di Gwen che, pensierosa com’era, non se n’era nemmeno accorta. La musica continuò ad andare avanti fino a quando non arrivarono: quindi Duncan spense la musica, il motore dell’auto ed entrambi scesero.
Erano arrivati a villa McLeane e si notava anche; la casa era davvero enorme, altrettanto il giardino; da fuori il cancello si vedevano tutti i tavolini imbanditi, le luci e la musica che provenivano da dentro la casa e, chi dentro e chi fuori, gli altri ex-partecipanti del reality.
Duncan suonò il campanello e una voce conosciuta -forse anche troppo- rispose:
-Chi è?-
-Duncan… E Gwen!- disse Duncan seccato. Chi poteva essere altrimenti?
-Ok. Entrate.-
E il cancello si aprì.
Allora entrarono: Gwen si sentiva troppo osservata nonostante tutti fossero impegnati a ballare, o come Owen, a mangiare, quindi andò dentro casa mentre Duncan si diresse subito dai suoi amici.
Sedutasi sul primo divano che trovò, Gwen, poté notare che non mancava decisamente nessuno, a meno che non mancasse qualcuno di quelli nuovi perché, diciamocela tutta, la quarta stagione non l’aveva nemmeno seguita a parte quella puntata in cui era stata “invitata”.
Pensierosa com’era, per la terza volta, non notò nemmeno che qualcuno si era seduto accanto a lei, quindi appena si sentì chiamare sobbalzò.
-Ehi ragazza, ma quando sei arrivata?-
-LeShawna… Mi hai fatto spaventare.- disse Gwen.
LeShawna la guardò perplessa un momento, poi riprese a parlare:
-Io? Eri tu che non eri presente. A quanto pare hai qualche problema. Cos’è che ti turba?-
Così cominciarono a parlare mentre qualcuno dall’altra parte della stanza guardava Gwen un po’ triste. Era Trent; da quando lei e Duncan erano arrivati, non aveva smesso di guardarla: purtroppo, nonostante tutti i tentativi e gli sforzi che aveva fatto per dimenticarla, non c’era riuscito.
Duncan invece, si trovava in giardino con Geoff e Bridgette che si sbaciucchiavano.
Tornando a Gwen, era ancora con LeShawna che discuteva:
-Quindi come ti ho già detto, non so più come fare…-
-Non so… Io penso che dovresti lasciarlo… Qualcuno ancora ti aspetta!-
Appena LeShawna pronunciò le ultime parole Gwen si turbò ancora di più perché nonostante tutto le faceva male sapere che qualcuno stava male per lei.
-Basta… Non voglio più parlarne! Andiamo a prendere qualcosa?-
-Sempre se Owen non ha già divorato tutto-  disse ridendo LeShawna.
Gwen sorrise appena, così si diressero entrambe in giardino.
Il tavolo era strapieno di prelibatezze varie: patatine, dolci al cioccolato e alla crema, pop-corn, pizza e tante altre cose seguite dalle bevande varie.
LeShawna prese della pizza senza esitazioni mentre Gwen aveva solo l’imbarazzo della scelta; quindi prese una sfoglia e della coca-cola.
Mentre mangiavano discutevano e mentre discutevano Gwen si distraeva a guardare tutti quei strani ragazzi che muovevano e si comportavano stranamente davanti a lei: c’era una ragazza, vestita troppo attillata per i suoi gusti e con dei capelli che definiva appiccicati, che si muoveva da truzza qual era e trascinava un ragazzo magro gridando qualcosa del tipo “ Vituccio, ti va di ballare con me?” mentre il poverino cercava di scappare dalla sua morsa; aveva anche notato un ragazzo e una ragazza che facevano a braccio di ferro: lei era una ragazza bionda mentre lui uno che le somigliava molto ad un militare.
-Strani questi…- sussurrò.
-Cosa dolcezza?- disse LeShawna.
-No, no… niente.- rispose Gwen con lo sguardo perso chissà dove.
-Vabbè… Io vado a ballare.- quasi gridò LeShawna allontanandosi verso la pista da ballo.
Proprio nello stesso momento un ragazzo le toccò una spalla facendola sobbalzare:
-Ma chi…- stava per dire Gwen, finché non si voltò e vide che dietro di sé c’era Trent con un grosso sorriso sulle labbra.
-Trent… Ma che piacere vederti!- disse allora un po’ in imbarazzo. All’improvviso si sentì le gambe tremare ma non lo diede a vedere.
-Io tutto bene. Tu?-
-Io… Io sto benissimo grazie…-
-Con Duncan?- azzardò Trent aspettandosi una qualsiasi risposta da parte di Gwen.
-Duncan? Tutto bene pure con lui.- rispose Gwen cercando di avere un tono di voce piuttosto normale.
-Tu invece?-
-Io? Piuttosto bene direi…- disse Trent con un tono decisamente più basso del normale.
Duncan si era accorto della presenza di, come lo chiamava lui, Elvis, e li stava tenendo d’occhio da un po’; notò che dopo alcuni minuti cominciarono a camminare e, per evitare che succedesse qualcosa di strano, li seguì, lasciando i suoi amici.
Trent infatti aveva invitato Gwen a ballare, la quale aveva accettato vedendo che Duncan era per i fatti propri, non sapendo però che non aveva smesso di guardarli un solo minuto.
Quindi si avvicinò ai due e li toccò entrambi sulla spalla, non tanto delicatamente. Quindi si voltarono entrambi e notarono un Duncan non tanto di buon umore: pareva decisamente scocciato.
-Gwen vieni con me! E tu… Non provare di nuovo ad avvicinarti a lei!-
Gwen non si mosse, mentre Trent guardava Duncan bieco, come volesse fulminarlo.
-Non sei tu a dirmi cosa fare e cosa non!- disse allora Trent. Gwen lo guardava un po’ stranita perché questo comportamento non era da lui.
Duncan allora fece per parlare ma Gwen lo fermò, sapendo che non sarebbe finita bene; quindi si allontanò sola lasciandoli entrambi che si guardavano faccia a faccia.
All’improvviso successe il peggio: Trent si ritrovò a terra e Duncan guardava il suo pugno con soddisfazione. Tutti si girarono spaventati ma non Gwen: lei non voleva. Sperava non fosse successo ciò che pensava, ma alla fine si girò. Vide un Trent che cercava di alzarsi mentre si teneva un occhio e Duncan che ghignava.
In un attimo si sentì mancare, la testa le girava e le gambe non se le sentì più: cadde per terra e non vide più niente.
Quando si svegliò vide solo il caos più totale. Ricordava solamente la lite che c’era stata poco prima e poi di essere caduta; non capiva dove si trovasse. Tutti erano attorno a lei che si chiedevano se stava bene, poi si rese conto che l’avevano sdraiata sul divano dentro casa; si stropicciò gli occhi e si mise a sedere.
Si guardò un attimo attorno e mormorò qualcosa, poi disse:
-Basta! Io me ne vado! Ciao a tutti.-
LeShawna, la seguì: Gwen era a piedi, quindi aveva bisogno certamente di un passaggio.
Uscirono dalla villa, quindi Gwen seguì istintivamente LeShawna silenziosamente e tornò a casa.

***

Gwen si trovava ancora lì, sdraiata su quel letto che l’aveva accolta sempre: ormai aveva smesso di piangere perché aveva esaurito le lacrime.
Non riusciva più a stare in quel mondo di persone inutili. Non riusciva più a sopportare nessuno perché tutti erano solo in grado di far soffrire.
Il cellulare ancora squillava ma lei non aveva la minima intenzione di rispondere perché non voleva sentire più nessuno per quella sera.
Appena il cellulare smise di suonare lo prese, ma solo per guardare chi era:
10 chiamate perse: Duncan
2 chiamate perse: Trent
5 chiamate perse: LeShawna
Quindi lo posò e chiuse gli occhi e il buio la trasportò nel sonno più profondo.
Un messaggio le arrivò pochi minuti dopo:
Mittente: Trent

Scusa per questa serata…
Non ti preoccupare per me:
io sto bene, a parte l’occhio nero
ma guarirà presto…
l’unica malattia da cui non posso
guarire è l’amore che provo per te.







Saruccia97_LTD con “La mia malattia sei tu…”

Grammatica e lessico: 9.5/10

Originalità: 9.5/10

Stile: 9.4/10

Caratterizzazione dei personaggi: 9.7/10

Gradimento personale: 9.6/10

Totale: 57.3/60

 

Grammatica e lessico

Di per sé la grammatica e la punteggiatura sono piuttosto buone, tuttavia ci sono alcune cose che vorrei segnalarti.

Errori:

-Ti consiglio di mettere il punto fuori dai trattini dei dialoghi;

-“[…]Evidentemente tutto andava controsenso perché la peggiore delle serate[…]”  tra “controsenso” e “perché” ci sta bene una virgola;

-“Devo finire di prepararmi. Disse quindi fredda e andò in bagno.”, tra “prepararmi” e “fredda” ci sta una virgola, così come tra “fredda” ed “è”;

-“Hai smesso di fotografarmi con gli occhi oppure?” tra “occhi” e “oppure” starebbe bene una virgola;

-“Si era acceso la tv” sarebbe “Aveva acceso la tv”

-Hai fatto un paio di ripetizioni, ma te le segnalo in “Stile”;

-“Non ci era riuscito” è “Non c’era riuscito”;

-Hai scritto due volte “Lì” senza accento;

-“[…]e Duncan che guardava il suo pugno” il che in questo caso è superfluo.

Originalità

Ti segnalo solo una cosa: hai parlato di “personaggi” del Reality. Ora, è ovvio che sono personaggi, però sarebbe stato meglio dire “concorrenti” o “partecipanti”. Tornando all’originalità, comunque, mi sembra abbastanza originale dal punto di vista del contenuto e dell’idea. Magari quella della rimpatriata dei concorrenti del Reality è un’idea un po’ usata e vecchia, ma quella del triangolo Gwen/Duncan/Trent è sempre bello da leggere e a parer mio sei andata bene. Brava!

 

Stile

Avevo accennato ad un paio di ripetizioni nella storia. In effetti ce n’è qualcuna che diminuisce la scorrevolezza del testo: già il linguaggio è molto semplice e viene una cosa un po’ forzata. Eccole:

-“In quei giorni non si sentiva in ottima forma e inoltre non si sentiva  più tanto bene con Duncan”. Il secondo “Non si sentiva” si può anche sostituire con un semplice “non stava”.

Un’altra cosa che ti faccio notare:

-“Il tavolo era strapieno di prelibatezze varie: patatine, dolci al cioccolato e alla crema, pop-corn, pizza e tante altre cose seguite dalle bevande varie.”

Ti consiglio in futuro di cercare magari dei sinonimi alle parole per non appesantire troppo la lettura.

 

Caratterizzazione dei personaggi

Ti dirò, i “tuoi” Duncan, Gwen e Trent non mi sembrano affatto Ooc, così come LeShawna e i personaggi anche solo citati o accennati. Sono perfetti. Solo Gwen, la protagonista, manca un po’ di profondità. Credo che sia l’unica piccola pecca della storia. Si poteva un po’ approfondire, non dico i pensieri, quelli li hai espressi fin troppo bene, ma anche i motivi per cui con Duncan non sta bene come prima e perché lo vuole lasciare.

Ma per il resto sono IC.

Solo un appunto: Chris di cognome fa McLean, mi sembra, non McLane.

 

Gradimento personale

Sì, mi è piaciuta, mi sono sentita parecchio coinvolta all’interno della storia. Magari tenendo conto degli appunti che ti ho fatto nei punti precedenti, ti avrei dato anche di più. Molto bene, però, nell’insieme: ti è risultata una bella storia.

 

Utilizzo del pacchetto

Un ricordo: Non ho capito bene come hai utilizzato questo prompt, e solo per questo ti ho tolto -0.1, ma ho pensato che fosse “inserito” nel personaggio di Trent.

Triste: Il genere e il carattere generale della storia è sicuramente triste. Soprattutto nell’introduzione.

Momento Nostalgico: Credo che la fine sia propriamente nostalgica, si adegua bene al carattere della storia.

Nel complesso hai utilizzato bene le cose suggerite dal pacchetto.

  
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