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Autore: Emmy_Nerisse    26/06/2012    4 recensioni
Eccomi qui^^ Inizialmente questa doveva essere una One-Shot, ma dato che mi sono accorta che verrà lunghissima ho deciso di trasformarla in una FanFiction. Ma questo a voi non interesserà... Quindi arrivo al sodo.
Questa è una storia, la storia, di Farfalà e Blumiere. L'ho costruita riavvolgendo la pellicola del videogioco "Super Paper Mario", risalendo a tutti i Ricordi che compaiono tra le varie Porte della Torre di Svoltadilà e sviluppando una mia versione dei fatti sul tempo che hanno trascorso insieme, prima di quel giorno...
Spero vi piacerà e vi annuncio subito che ci saranno particolari... particolari, che nella vera storia non vengono citati e che probabilmente neanche esistono, ma... chi lo sa?
Inoltre cercherò di andare a fondo su alcuni punti, per esempio... Oh, ma che sto qui ad annoiarvi! Leggete la storia e lo saprete, no? ^^
Genere: Drammatico, Fluff, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VI - Guardando La Festa Del Villaggio [Parte I]

Il mattino seguente, Farfalà si alzò di buon'ora. Il sole era ancora a dormire nel suo letto a est, ma il cielo tendeva già a un azzurrino chiaro.
La ragazza approfittò della luce non ancora accecante e della temperatura mite e benevola per uscire a fare colazione sotto la sua amata quercia, quella che dava sul versante della collina dove abitualmente si recava per riflettere.
"Spero di rincontrarlo presto. Ho tante cose che vorrei domandargli. Sugli Obscuri, sul Castello, sui loro controlli, perché certamente anche loro ne possederanno; poi sulle loro abitudini, su di lui..." arrossì a quel pensiero, mentre addentava una fetta di pane ai cereali e marmellata di fragole sfornata direttamente dalla madre di Luvbì, Cannella*, una donna dolce e amorevole nonché ottima cuoca "Devo ricordarmi di farle i complimenti la prossima volta che vado a comprare qualcosa al suo negozio." disse distrattamente tra sé e sé.
Tornò a osservare la collina, dato che prima si era concentrata a guardare l'erba del prato, soffermando lo sguardo sul gigantesco albero al centro. Decise che quella sera sarebbe tornata lì sopra per studiarla meglio e per sperare di incontrare Blumiere.
Il cinguettio dei merli di primo mattino venne sovrastato da un rumore di passetti incerti e leggeri provenienti da dietro le sue spalle.
Farfalà, non volendo farsi scoprire lì, a quell'ora, da una qualsiasi persona, si acquattò contro il tronco dell'albero.
I passi si fecero sempre più vicini, finché non si fermarono poco più indietro della quercia. La persona sospirò, lasciandosi cadere a terra, o almeno così constatò Farfalà dal per lei percipibilissimo spostamento d'aria.
- Vorrei tanto capire cosa Far ci trovi di tanto attraente in quella collina. A me sembra misteriosa, anche troppo... e il mistero mi spaventa. Se si parla di Obscuri, poi. -
Farfalà ci mise un po' a riconoscere Luvbì. Quel tono non le si addiceva, era completamente diverso dal suo usuale modo squillante, allegro e sicuro. Ora, però, le sembrava intimorita.
La bionda sospirò ancora - Non vorrei che a furia di pensarci riuscisse a trovare il modo per arrivare in cima alla collina... Potrebbe essere pericoloso, per lei e forse in futuro per tutti noi. Se incontrasse un Obscurio o un'Obscuria non so cosa potrebbe accaderle. Tu mi capisci, vero, Tippi? -
Quelle parole furono pronunciate in un triste sussurro.
"Un momento... Tippi?!" pensò Farfalà, sorpresa.
La bimbetta di tre anni si agitò tra le braccia della sorella - Celto che tì, solellona! - e anche se non pronunciava correttamente tutte le parole, per una della sua età era decisamente la campionessa di chiacchiere.
Al confronto di quello di Luvbì, il tono di Tippi era felice e spensierato. Stava prendendo quelle frasi come una specie di racconto, ma del resto era ancora troppo piccola per comprendere il significato profondo di esse.
Farfalà sorrise - Non pensare che io non lo faccia, Luv. - disse facendo sussultare l'amica che, istintivamente, strinse più forte a sé la sorellina. Poi si rilassò appena vide il sorriso sincero, i capelli rossi al vento con un ciuffo legato nel solito fiocchetto a farfalla e gli occhi verde acceso della sua migliore amica.
- Quindi... - iniziò Luvbì, ma Farfalà la precedette.
- Sì, ho sentito tutto. Per ora puoi stare tranquilla, non ho trovato nessuna soluzione né per arrivare in cima alla parete di roccia, né per raggiungere la terra degli Obscuri. Sai, in fondo anch'io spero di non riuscirci mai, del resto chi non avrebbe paura di loro se se ne ritrovasse uno davanti? - mentì pesantemente, sapendo meglio di chiunque altro che, oltre ad aver dormito una notte intera sotto le fronde di quell'albero enorme sull'altura, aveva addirittura salvato la vita a un Obscurio!
Luvbì si lasciò scappare un risolino - Allora non sei una matta svitata completa come pensavo! - e come risposta Farfalà non trattenne una linguaccia. Era tornata la spiritosona di sempre.
Dopo aver riconosciuto la sua amica, la bionda aveva lasciato che la sorellina girovagasse un po' in giro e quando la vide tornare da lei tutta sporca di fango ed erba sulla soglia delle lacrime, il suo morale si abbatté - Oh, no! Tippi, e ora chi ti lava?! Che mi hai combinato? -
- Sono caduta e oa sono tutta spocca! - gridò mentre dei grandi lacrimoni cominciavano a rigarle le guance.
Farfalà si mise a ridere - Oh cielo, ora ti toccherà fare un bel bagnetto! -
La piccola si morse il labbro inferiore - No! Il bannetto no! -
- Dài, starò poco. Dimmi solo se vuoi l'acqua fresca o caldina. - disse sorridendole per incoraggiarla.
Tippi mise il broncio - Voio l'acqua assiutta! -
Luvbì e Farfalà la guardarono esaurite.
- Tu pretendi troppo! Se l'acqua è bangata di suo non può mica essere anche asciutta! - esclamo Luvbì.
- C'è il vapoe. - disse la piccola con fare furbetto.
Farfalà si trattenne dal lasciarsi cadere a terra - Ehm... Il vapore bagna lo stesso, sai? -
- Allola niente bannetto! - s'impuntò la bimba battendo i pugni per terra.
- Quindi meglio cambiare tattica. Dimmi, Tippi, a te piacciono le fontane? - chiese l'Antiqua dell'Acqua chinandosi all'altezza della bambina.
Gli occhi di Tippi si accesero di gioia - Tì! La fontana è bellittima! Tì, tì, tì! Viva li spluzzi! - gridò iniziando a saltellare.
Farfalà si girò e fece l'occhiolino all'altra Antiqua - Ecco la soluzione. -

Se Farfalà a quell'ora era ben sveglia e impegnata con Tippi, da parte sua Blumiere se la stava dormendo pesante, con la testa appoggiata su una pagina di un Libro Proibito e il monocolo scivolato sulla scrivania.
La sera prima, quando era andato a trovare sua madre, aveva fatto una scoperta terrificante.
[ Dopo aver bussato alla porta, Blumiere era entrato nella stanza dove la donna gravemente malata giaceva distesa su un letto.
- Madre, come state? - domandò spostando una sedia adagiata al muro vicino al letto.
La Contessa Noreii lentamente aprì gli occhi e si voltò a guardare il figlio - Blumiere... Oh, un po' meglio... grazie. - disse affaticata.
Blumiere sorrise tristemente.
- So che in questi ultimi giorni hai fatto molte scoperte... - continuò la donna.
Il ragazzo la guardò interrogativo - Come... come lo sapete? -
Noreii gli sorrise - Io e Brack parliamo spesso volentieri, mi racconta sempre tutto su di te... -
L'espressione di Blumiere divenne tetra, ma la madre si affrettò ad aggiungere - Stai tranquillo, non direi mai tutto ciò a tuo padre, saprei benissimo la sua reazione e non aspetterebbe un secondo prima di cacciarti dal Castello... - ma venne inerrotta dal figlio. - No, tanto lo sa già e per mia fortuna non crede che sia in grado di leggerli. E' Brack... Se viene a dirvi ogni cosa che faccio non so se posso fidarmi davvero di lui. - disse serio. La donna lo guardò negli occhi - Brack è una brava persona. Semplicemente ci tiene molto a te e si preoccupa. Comunque anche se lui non glielo avesse detto ad Arishot, lo stesso non avrei potuto farlo io. Tuo padre non viene mai da me, ormai non sono più nulla per lui da quando... - ma si bloccò. Errore. L'attenzione di Blumiere salì al massimo.
- Da quando...? - chiese incuriosito.
La Contessa fece un leggero segno di diniego con il capo - Nulla, Blumiere caro, non farci caso... -
L'Obscurio le si avvicinò - Madre, per favore... Voi conoscete tutto ciò che scopro man mano, anche se è Brack e rivelarvelo. Perché io non potrei conoscere il motivo di quel "da quando"? - insistè.
La donna sospirò - Blumiere... Sai perché, nonostante sia già passato un anno da quando mi sono ammalata, non sono ancora riuscita a guarire? - il ragazzo scosse la testa e Noreii continuò - Perché questa malattia non si può curare con nessun rimedio Obscurio... - sussurrò con aria triste.
Blumiere sgranò gli occhi. Non poteva...
- Infatti questo è un malanno di origine Antiquo. - rivelò poi la Contessa.
L'Obscurio si alzò dalla sedia, rischiando di farla rovesciare all'indietro - Cosa?! -
La donna chiuse gli occhi - E solo gli Antiquos possono ammalarsi di questo virus... -
- Quindi t-tu... io... Ma c-come? - balbettò Blumiere, più per sospresa che per spavento.
- Al tempo, quando la collina non esisteva, gli Obscuri e gli Antiquos vivevano in totale armonia tra loro e non esisteva una distinzione tra le due razze e molti erano i matrimoni misti. Io discendo dall'ultimo di questi trasferitosi poi nel Castello. Col passare degli anni e con le unioni tra soli Obscuri, il gene Antiquo che i miei antenati possedevano è andato sempre più sminuendosi. Per tutto questo tempo, però, riuscirono a nascondere il segreto. Quando divenni inferma e mi sottoposero agli esami del sangue per scoprire in che malattia mi imbattei, scoprirono che possedevo un uno-per-cento di sangue Antiquo. Il profondo odio che tuo padre Arishot nutre per gli Antiquos si riversò quindi anche su di me e ora non mi calcola più, sono diventata un nulla per lui. - confessò Noreii.
Blumiere era letteralmente pietrificato contro la parete - E... i-io... -
- Con me è stata conclusa la circolazione di quel gene. Figlio mio, tu sei il primo Obscurio completamente puro discendete dalla mia famiglia. - disse poi la donna.
Il ragazzo un po' si rilassò, ma non del tutto. Quello che aveva appena appreso era troppo - Quindi... se continuiamo così non avrai speranza di guarire! -
La Contessa si rigirò nel letto, guardando fuori dalla finestra.
Dopo un minuto incessante di silenzio, Blumiere parlò - Forse ho la soluzione. -
Noreii non reagì, ma l'Obscurio continuò - I Libri Proibiti parlano degli Antiquos e del loro Villaggio, tradizioni e quant'altro, scritti molto tempo fa da loro stessi. Probabilmente parleranno anche delle malattie... -
La donna si voltò di nuovo e tentò di alzare il capo dal cuscino, senza riuscirci - Blumiere, ti prego, è pericoloso! -
Il ragazzò non l'ascoltò - Devo cercare... Devo trovare la cura. - si avvicinò alla porta - Non temete per me, madre. Non corro rischi... Piuttosto è giunta l'ora per me di fare qualcosa. Ma voi mi raccomando, cercate di stare il meglio possibile, non angosciatevi, va bene? - così dicendo, uscì dalla stanza.
Noreii tornò a chiudere gli occhi
"Sapevo di non doverglielo dire... Ora corre un rischio ancora più grande. Come lui è il primo Obscurio puro, lui fu l'ultimo Antiquo al cento-per-cento che portò il cognome "Iligriv"... Il fratello dell'ultimo Saggio che sposò un'Obscuria prima della guerra..." ]
Così, dalla sera precedente si era messo alla ricerca, senza trovare nulla, però.
- Blumiere... Svegliati, sono le sette del mattino. Se il Conte non ti trova alla Torre Conteica non credo te la farebbe passare liscia. - gli annunciò Brack, dandogli delle pacche sulla spalla.
Il giovane si stropicciò gli occhi - Che ore hai detto che sono? - domandò con la voce impastata dal sonno.
- Sono le sette. - ripetè il custode.
Blumiere saltò dalla sedia - Oh, dannazione nera! - esclamò rischiando di far cadere il monocolo a terra per la seconda volta.
Corse fuori dalla stanza a una velocità pazzesca - Se non mi trova in Sala alle sette e cinque sono un principe morto! CIAO BRACK CI SENTIAMO DOPO!! - gridò tutto d'un fiato prima di disintegrarsi via.
Brack uscì dalla biblioteca a prendere una boccata d'aria e guardò la meridiana affissa alla parete - Oh perbacco, ho sbagliato a leggere l'ora. Sono le otto. Ehh... La fretta è cattiva consigliera... - sospirò, immaginandosi lo sguardo incendiato di Arishot davanti al povero, ritardatario Blumiere.
Infatti...
- BLUMIERE! QUANDO IMPARERAI A SVEGLIARTI IN ORARIO!! - gli sbraitò contro, una volta averselo trovato davanti, di fronte alla Sala da Pranzo - Sei in ritardo di un'ora! Lo sai cosa significa?! Che se non ti metti in riga entro domani mattina ti faccio fuori! Bisogna essere PUNTUALI! - continuò, sempre gridandogli, indicando la meridiana accanto alla terrazza della torre.
Infatti segnava le otto.
"Brack..." pensò il giovane rivolgendogli uno sguardo d'odio a distanza.

Farfalà prese in braccio la piccola Normale, appena asciugata con una ventata d'aria tiepida, e l'affidò tra le braccia dell'amica.
- Ecco qua, la birbantella di nuovo pulita e splendente. - esclamò con un aperto sorriso la rossa.
La biondina accolse la sorellina, stringendola a sé - Grazie mille, Far. Senza di te ora sarebbe ancora sporca come un porcellino. - disse ridacchiando.
- Che belli li spluzzi! Fanno il solletico! Ancoa, ancoa! - gridò Tippi battendo le mani.
- Santo cielo, quanto parli! E pensare che hai solo tre anni. Chissà allora in futuro, mi farai esasperare... - sbuffò Luvbì.
Farfalà prese una manina alla piccola Tippi - Eh, già. Diventerà proprio una gran chiacchierona! -
Ad un tratto, una voce proveniente dal Villaggio attirò la loro attenzione - LUVBI'! TIPPI! DOVE SIETE? -
- ARRIVIAMO, MAMMA! - fu la risposta della maggiore.
- Vengo anch'io - disse Farfalà - Così approfitto di fare i complimenti a Cannella per le sue splendide marmellate. Sono una delizia! -
Quando arrivarono, Tippi si gettò ai piedi della mamma.
- Tippi! Come sei pulita! - esclamò sorpresa prendendo in braccio la piccola.
- Falfalà mi ha fontanato! E' stato bellittimo! - rispose la Normale.
Cannella si voltò a guardare Farfalà - Fontanato? - domandò incuriosita.
- Ahahah! Già, proprio così. - e le raccontò tutta la faccenda nei minimi dettagli, aggiungendo alla fine le sue congratulazioni per le ottime marmellate.
- Be', ti faccio i miei complimenti. Non è da tutti riuscire a lavare mia figlia. E grazie anche te, sono felice che le mie marmellate ti piacciano. - disse la donna sorridendo. - Ah, dimenticavo. E' passato il postino, aveva una lettera per te, ma dato che non ti ha trovata in casa l'ha lasciata in negozio... Ecco, tieni - spiegò porgendo alla ragazza una busta.
Luvbì si sporse a sbirciare - Magari è da parte di un tuo ammiratore segreto... - la stuzzicò.
- Ma quale ammiratore! E' dei miei genitori, anzi... Per la precisione me l'ha spedita la mamma. - ridacchiò.
Luvbì roteò gli occhi - E ti pareva... -
Farfalà ridacchiò, poi lesse a mente la lettera:
<< Cara la mia Farfalà,
Spero che tu abbia passato bene questa settimana, nonostante la nostra assenza.
Noi stiamo bene, tuo padre è riuscito a risolvere quel piccolo problema che girava
giù in Città, così ora possiamo tornare da voi al Villaggio.
A proposito, mi auguro che tu non ti sia scordata che oggi è il giorno in cui si
festeggia la creazione del Villaggio. Non è così? Quindi, tesoro, dato che tuo padre,
tra i tanti impegni, se n'è dimenticato, potresti provvedere tu ad organizzarla?
Mi raccomando, cerca di fare tutto in fretta, noi torniamo questa sera alle otto.
Fai del tuo meglio!

A dopo, cara
    La tua mamma Sapphie.

P.S. : Se hai bisogno di una mano chiedi pure a Cannella, sono certa che ti potrà aiutare
con tutti i preparativi. >>

Dopo aver ripiegato la lettera, la ragazza alzò gli occhi al cielo - Un po' di preavviso no, eh? -
- Che c'era scritto? - chiese Luvbì curiosa.
- Oggi i miei genitori ritornano ed è anche l'anniversario della fondazione del Villaggio, quindi la mamma vuole che organizzi io la festa. - spiegò.
"E io da brava dimenticona me ne ero completamente dimenticata. Eheh... Ho preso tutto da papà" pensò poi.
Cannella mise a terra la bimba - Non preoccuparti, Farfalà, lascia fare a me. Io sono un'esperta di feste che comprendono tutta la nostra comunità. Quindi tu vai pure a divertirti e alle lezioni sui domini, magari solo stasera potresti aiutarmi con gli addobbi. -
- Grazie mille, Cannella. Ti sono debitrice. - disse la ragazza.
- Oh, ma quale debito! - esclamò la donna, stupita - Al massimo come ricompensa potresti comprare un altro po' di barattoli di marmellata. -
Scoppiarono a ridere.
- A proposito di lezioni - interruppe Luvbì - Mi sembra di averne una proprio tra mezz'ora. Oh, è vero! Oggi c'è anche quel ragazzo tanto carino! - disse con aria sognante.
- Chi? Nuhm? - cercò di indovinare Farfalà.
Luvbì scosse il capo - No, Nuhm ormai è nel dimenticatoio. Ora ce n'è un'altro che occupa il mio cuore! -
- Ah be', del resto è di te che stiamo parlando, no? - ricordò Farfalà, con espressione sconvolta ma perfettamente mascherata.
Dopo essere arrivate alla palestra, sul cancello incontrarono il solito Mejoritus che, se non avesse avuto la targhetta di lavoro con scritto nome, cognome e ruolo, si avrebbe davvero potuto rischiare di confonderlo per un accessorio di mobilia.
Dopo essersi allontanate abbastanza per impedire che le sentisse, Luvbì sussurrò - A me quel tizio più che incutere timore fa morir dal ridere... -
Farfalà trattenne una risatina.
- Ciao ragazze! - gridò Saffron, comparendo dal nulla davanti a loro e facendole sobbalzare, tanto da riuscire a far cadere all'indietro la povera Luvbì.
- Avanti, mica sono un mostro! - esclamò ridendo per la scena esilarante che le era stata presentata.
Mentre aiutava Luvbì a tirarsi in piedi, Farfalà domandò - Che ci fai qui, Saf? -
- Devo essere a lezione di controllo del Fuoco tra due minuti e sarebbe meglio che mi sbrighi. Quindi, ciao ciao! - disse correndo via.
Le due Antique rimaste sbatterono le palpebre - Quella è una tipa mooolto strana... - constatò la bionda.
- Compare e scompare più in fretta di un fantasma... - fu l'osservazione di rimando dell'altra.

Era la trentesima volta che tirava pallonate di Bolle Oscure a quell'albero e il povero arbusto sembrava stesse per piegarsi dalla forza d'urto che era costretto a sopportare.
- Cos'è, sorellona? Hai intenzione di radere al suolo l'intera vallata? - domandò Kozìkozì comparendole alle spalle.
- Come se non fosse già abbastanza spoglia? Esatto! - altra pallonata.
Kozì sbuffo - Papà ci chiama per pranzo. -
Ennesimo calcio andato a segno.
Kozì si disintegrò e le ricomparve davanti - Ma di un po', mi ascolti!?! -
Si abbassò prima che una Bolla potesse travolgerlo in pieno.
- Levati dai piedi! - gli gridò la sorella.
- Komeva, ma che hai?! - ribatté l'Obscurio senza scansarsi di un millimetro.
La ventisettenne creò un altra Bolla Oscura e cominciò a farla palleggiare sul piede in attesa di lanciarla. - Quel tuo amichetto... Iligriv, là. E' pericoloso... -
- Blumiere? E perché mai? Va be' che è cocciuto, sempre fissato con quella collina laggiù e che non fa altro che fulminarmi, ma a me sembra un tipo innocuo. Insomma, ci conosciamo da quando avevamo tre anni! Non farebbe del male a una mosca, te l'assicuro. -  esclamò stupito il fratello minore.
- Non è lui in sé che mi preoccupa... - altra pallonata, stavolta schivata a filo - Sono le sue amicizie che mi insospettiscono... -
Kozì la guardò interrogativo e la sorella si affrettò a correggersi - Non intendo tu, che comunque non è che sia la migliore persona che si possa ritrovarsi come migliore amico e tantomeno come fratello. -
- Anch'io ti voglio bene, Kome. - commentò il ragazzo sarcasticamente.
Komeva continuò come se Kozìkozì non avesse detto nulla. - Un Pixl... -
All'Obscurio venne da ridere, ma guardando la faccia tenebrosa della sorella divenne serio - Un Pixl... al Castello? E quando? -
- Ieri sera tardi. Ero uscita con il mio ragazzo, e rientrando a casa nel pieno della notte sono passata accanto alla Torre Conteica, inevitabile tappa del tragitto. E lì l'ho visto, una creaturina luminosa a forma di spirale dorata con due lancette, affacciato ad una delle finestre. Poi ha iniziato a girare intorno a tutta la struttura. Ha guardato attraverso ogni vetrata, una per una, e sono più che sicura che stesse cercando Blumiere. Infine è scomparso. - terminò calciando un altra Bolla.
Kozì la guardava ad occhi aperti - E solo per aver visto un Pixl che si aggirava attorno alla 'Conteica hai pensato che quel cosino potesse essere amico di Blu. Komeva... è assurdo! Sarà semplicemente passato di lì perché si era perso, che ne puoi sapere? -
La sorella con uno scatto lo afferrò per la maglia e lo sollevò da terra - Tu non sai cosa vuol dire. - sibilò - Supponendo che quel Pixl fosse anche solo stato di passaggio non cambia nulla. Quei cosi non dovrebbero esistere al Castello da centinaia d'anni! Si sono tutti trasferiti dove vivono gli Antiquos, oltre la collina. E su entrambi i lati esclusa la vallata sovrastante l'altura c'è una barriera invisibile che impedisce di entrare o uscire dall'alto mentre si vola. Noi come loro siamo in una gabbia, Kozìkozì! - s'interruppe, sperando che il fratello riuscisse ad arrivarci. - Ma allora come faceva quel Pixl ad essere qui? - marcò per assicurarsi che il ragionamento gli entrasse appieno.
Mollò la presa e l'Obscurio cadde a terra come un sacco di patate, ma non ne fece caso. Era diventato bianco come un cencio dal timore di quello che poteva esserci inconsapevolmente stato per tutto quel tempo - V-vuoi dire che... -
Komeva lo guardò truce - Sì. Nella collina c'è un passaggio che collega la Tribù dell'Oscurità alla Tribù degli Antichi e temo che Iligriv lo abbia scoperto. -
- Davvero pensi che Blumiere...? - balbettò Kozì tirandosi in piedi.
La ragazza creò un altra Bolla - Secondo te perché se ne sta chiuso ore in biblioteca da Brack, rimanendo in uno sgabuzzino e leggendo i Libri Proibiti? Anzi, scommetto che è ancora là... -
- CHE COSA?! - quella dei Libri Proibiti lui non la sapeva.
- E' così, Kozì. L'ho visto un giorno che se li portava a braccio furtivamente. - dopo aver centrato di nuovo l'albero massacrato e ora caduto a terra, Komeva si avvicinò al fratello - Devi tenerlo d'occhio. Sei l'unico che lo può fare senza destare sospetti. Ma mi raccomando, non dirgli nulla, va bene? -
L'Obscurio annuì stravolto.
Dopo avergli dato un paio di pacche sulla spalla, Komeva si allontanò sorridendo - E ora andiamo a mangiare, prima che tutto si raffreddi! -
- Mi è passato l'appetito... - confessò l'altro.


*** Asterischi ***
* Cannella - La cuoca del Bistrot "Ghigno malefico" di Svoltadiqua. Non c'entra nulla di nulla, assolutamente nulla u.ù



Eccomi qui, dopo un secolo che non posto xD
Come capitolo mi sono accorta che verrà lunghissimo e ho deciso di dividerlo in due parti, infatti il titolo è rivolto per lo più al prossimo^^. Inoltre è pieno di novità (ve ne sarete accorti, immagino xD) e il mistero s'infittisce (o almeno spero...)
Spero che comunque vi sia piaciuto e che scorra bene^^ Fatemi presto sapere come la pensate ;D
Aspetto le vostre recensioni^^
   Emmy_Nerisse

P.S. : E questa doveva essere una One-shot?!? o.O Certe volte ho problemi a visualizzare il futuro... (Stupido libraccio, non ne azzecchi una >.< ... Eheheh... voi non avete letto niente di quello scritto tra parentesi, verooo?? ^_^'') xD

  
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