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Autore: Anansy90    11/01/2007    5 recensioni
*Raccolta di oneshot e songfic* Solo un uomo... e la donna che lo ama.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vincent Valentine, Yuffie Kisaragi
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ed ecco la terza oneshot della mia raccolta! Non sarà una songfic come le due precedenti: cercherò di cimentarmi in una storia vera e propria, chiaramente anche questa Yuffietine! Non so come verrà, è la prima volta che mi cimento in una simile impresa. Con la canzone è più facile, basta seguire il testo e hai praticamente già la fic scritta. Invece in questo caso... OMG @.@
Basta farneticazioni varie! Ringrazio Amelie Elektra che ha recensito 'She's Always A Woman': i tuoi complimenti mi lasciano sempre senza parole ^^  E un ringraziamento anche a kazuha-chan: ricevere questi commenti fa sempre piacere! Shirahime88, a te faccio prima a rispondere a voce... ^^

...

Era bellissimo.
Ogni volta che lo osservava se ne convinceva di più.
Varie sfumature di rosso e arancio coloravano il cielo rendendolo quasi etereo, impalpabile. Persino le rare nuvole assumevano una leggera sfumatura rosata, intonandosi così a ciò che le circondava. Sembrava che ogni elemento di ciò che la circondava fosse stato fatto appositamente per l'altro.
Yuffie aveva sempre adorato guardare il tramonto da Cosmo Canyon. Tutto quel calore improvviso le faceva ritornare voglia di andare avanti nonostante la battaglia imminente che avrebbe potuto uccidere sia lei che tutti i suoi compagni. Era uno spettacolo tanto bello da riuscire a metterle pace nel cuore anche nei momenti difficili come quello.
Era bello quasi quanto lui...
La giovane ninja arrossì improvvisamente, scuotendo energicamente la testa. Non doveva pensarci... sarebbe solo stata peggio.
In fondo, cosa avrebbe potuto importargli di una ragazzina appena sedicenne, con un corpo che era tutto fuorché sviluppato e con il senso dell'umorismo come unico pregio?
Forse se il lui in questione fosse stato un ragazzo normale avrebbe potuto cercare di piacergli in qualche modo... Ma se l'oggetto della sua adorazione si chiamava Vincent Valentine le speranze erano pressoché nulle.
Aveva cercato di convincersi di questo in ogni modo possibile, ma qualunque cosa facesse il pensiero di lui tornava prepotentemente a farle visita, risvegliato da piccole cose o gesti apparentemente di alcun valore.
Come il colore predominante di quel tramonto: era il rosso del suo mantello, della sua bandana... dei suoi occhi... gli occhi in cui avrebbe desiderato specchiarsi per tutta l'eternità...
Ci stava cadendo ancora.
"Basta!" disse a se stessa, cercando di far chiaro nella sua mente. Non esistevano occhi rossi come il sangue, non conosceva un uomo chiamato Vincent Valentine, e, soprattutto, lei non amava assolutamente uno che si chiamasse in quel modo.
'Bella opera di autoconvinzione...' pensò. 'Ripetersi che non esiste quando lo vedo tutti i santi giorni...'
"Yuffie!"
Una voce la chiamò, e lei si voltò indietro. Tifa le stava sorridendo da poco lontano.
"Cid ha detto che possiamo imbarcarci" le annunciò l'amica mentre si avvicinava. "E me lo dici con questo tono così allegro?" ribatté Yuffie, il solo pensiero di salire sull'Highwind che la faceva stare male. Tifa rise. "Forza, vieni!" disse afferrandole un braccio e tirandola in piedi. La ninja si fece trascinare, sospirando rassegnata.
"Dai, tirati su! In fondo non è così male viaggiare in aeronave!" esclamò Tifa, sempre sorridente. "Dici bene tu! Per fortuna non soffri di mal d'aria! A me basta salirci sopra per avere la nausea..." "Ma no... Basta soffermarsi su qualcosa che distragga dall'idea di stare volando e passa tutto, potresti pensare... che so, al ragazzo che ti piace, per esempio... Mi sembra un ottimo argomento!"
A quelle parole Yuffie si rabbuiò. Il tono un po' querulo che ostentava in precedenza svanì del tutto mentre diceva all'amica: "No, non lo è affatto"
"Come no? Cosa c'è di meglio che pensare alla persona per te più importante?" chiese Tifa. La ninja la comprendeva: lei stava a guardare per ore Cloud sospirando di continuo e magari immaginandosi un radioso futuro assieme a lui. Ma era proprio questo il punto: se Tifa aveva una possibilità, sebbene remota, di passare la sua vita con l'uomo che amava, lei non ne aveva nessuna con Vincent. Preferiva non illudersi e occupare la mente con altre questioni.
Desiderando tenere per sé le proprie preoccupazioni su questo campo, la ragazza non rispose e si chiuse in un silenzio forzato.
"Yuffie? Cosa c'è?" le chiese l'amica, guardandola seriamente. "Niente" svicolò la ninja. Tifa si fermò di botto e le si mise di fronte per sbarrarle la strada. "Niente? Io non direi così... Forza, sputa il rospo, a me puoi dirlo"
"Ma ti dico che..." "C'entra un ragazzo, per caso?"
Yuffie non poté far altro che abbassare la testa con aria colpevole. Non aveva la forza di mentire a una delle sue migliori amiche, così annuì debolmente.
"Lo sapevo!" esultò Tifa. "Chi è il fortunato?"
"Vuoi proprio saperlo? Ne sei sicura?" chiese con fare insicuro la ninja, e quando l'amica annuì prese fiato come se stesse per gridare.
"Vincent!" esclamò a voce piuttosto alta, chiudendo gli occhi per non vedere la reazione di Tifa che, era sicura, sarebbe stata di assoluto stupore.
"Lo immaginavo!" disse invece la sua amica con tono assolutamente calmo. "Come... Si vede così tanto?" si preoccupò la giovane, arrossendo non poco. "Non preoccuparti, non fai nulla di eclatante tipo sbavargli dietro... ma ormai ci manca solo quello! Credo che anche tutti gli altri l'abbiano almeno pensato"
"Anche... lui?" chiese ancora con un filo di voce Yuffie, praticamente fumante dall'imbarazzo. Tifa le lanciò un'occhiata complice. "Davvero pensi che Vincent Valentine, il nostro Vincent Valentine, si sia preoccupato di qualcosa che non sia autopunirsi per il suo passato? No, credo proprio che non ci abbia capito niente"
La ninja sospirò di sollievo. "Mantieni il segreto!" intimò poi a Tifa, che si limitò ad annuire sorridendo.

...

"Ma porca p******! Dove c**** sono andate a finire quelle due?! Io voglio andarmene da qui!"
"Cid, non so come farei senza le tue gentilissime constatazioni che mi accompagnano giorno e notte..."
"E non rompermi i c*******, nano di m****!"
Appena fuori Cosmo Canyon si respirava un'aria di assoluta gentilezza e complicità creatasi soprattutto tra il burbero capitano dell'Highwind e un tenero gattino meccanico...
"Siamo alle solite..." si esasperò Barret, seduto da una parte a lucidare la sua protesi-mitragliatrice.
Red XIII sembrava non essere minimamente toccato dal cordiale scambio di opinioni che intercorreva tra Cid e Caith Sith, forse perché ormai c'era abituato, e se ne stava a sonnecchiare pacificamente, illuminato dalla luce del sole morente. Cloud camminava nervosamente avanti e indietro, la mano che ad intervalli regolari andava a sfiorare l'elsa della Buster Sword assicurata alla schiena. Era visibilmente un fascio di nervi e anche lui sembrava voler ignorare i due compagni.
E infine, last but not the least, Vincent Valentine aveva la sua solita aria impassibile, il volto seminascosto dall'alto colletto del mantello e lunghe ciocche di capelli che gli ricadevano sulle spalle.
D'un tratto Cid sembrò disinteressarsi al suo interlocutore per spostare la sua attenzione proprio sul taciturno componente dell'Avalanche.
"TU, VAMPIRO DI 'STO C****!" lo chiamò col suo solito linguaggio delicato. "COM'E' POSSIBILE CHE TU NON DICA MAI UNA PAROLA? MA CE L'HAI DUE P**** O NO?!"
"Non capisco cosa c'entri nominare queste parti dell'anatomia col fatto che non parlo..." ribatté Vincent col suo solito tono di ghiaccio. Le sue parole suscitarono risate o smorfie di divertimento in tutti i suoi compagni tranne che in Cid, che lo fissò come se gli avessero appena comunicato che soffriva di una qualche malattia incurabile.
"Vinnie-chan! Questa... questa è la frase più lunga che ti abbia mai sentito pronunciare da quando ti conosco!" esclamò correndogli incontro e slanciandosi per abbracciarlo. Senza nemmeno cambiare espressione Vincent si spostò di lato quanto bastava a schivare 'l'assalto' di Cid, che inevitabilmente finì sdraiato a terra.
"........... E questa è la prima frase priva di volgarità o doppi sensi che dici in una vita" concluse incrociando le braccia e ignorando volutamente il nomignolo che il biondo gli aveva affibbiato.
Il capitano dell'Highwind si alzò a sedere, la testa dolorante. "Sei cattivo, Vinnie-chan... Io volevo solo dimostrarti il mio affetto..." protestò con tono piagnucolante.
Una volta poteva passarci sopra... ma due no!
"Non chiamarmi più in quel modo o giuro che te ne pentirai..." sibilò. Cid scoppiò a ridere. "Sì, certo, certo! Come se non sapessi che stai scherzando! Dai, lo so che in fondo ti piace sentirti chiamare così, a me puoi dirlo... Magari se ci fosse stata una bella donna al mio posto l'avresti presa diversamente, eh, marpione?!" lo schernì, tirandogli al contempo molte pacche complici sulla schiena... Ma la sua espressione assolutamente giuliva svanì non appena si ritrovò l'artiglio della mano sinistra di Vincent pericolosamente vicino alla gola. "Va bene, la smetto, la smetto! Non ti inc******!"
"Ehi, banda di fannulloni! Ve la spassate senza noi, eh?"
Yuffie si annunciò con una delle sue solite battute e poi corse loro incontro. Tifa era dietro di lei, e sembrava divertirsi un mondo a guardare il buffo teatrino improvvisato da Cid e Vincent.
"Ehi, vecchietto! Quando si parte?" chiese la ninja rivolta a Cid, che si sfilò dalle labbra il sigaro per buttarlo a terra e tirarne fuori un altro nuovo.
"Se solo non aveste ritardato saremmo già andati via di qui... E comunque, vecchietto sarà lui! Ti ricordo che ha più di sessant'anni!" ribatté indicando Vincent col dito.
"Oh, ma almeno lui non li dimostra... Direi che..." Yuffie si interruppe, rendendosi improvvisamente conto di quanto fosse vicina all'uomo che ormai popolava tutti i suoi sogni. Le sarebbe bastato protendersi appena per ritrovarsi completamente premuta addosso a lui...
Era così assorta che quasi non si rese conto che si era interrotta e che tutti la stavano fissando senza capirne la ragione. Scosse velocemente la testa, convinta di essere rossissima in viso, e disse tutto d'un fiato: "... Al contrario di te, lui li porta benissimo ed è decisamente molto bello!"
Non appena si rese conto di cosa le era uscito dalla bocca per poco non scavò una fossa a terra per sotterrarsi viva.
Aveva definito Vincent decisamente molto bello davanti a tutti i suoi compagni di viaggio.
No, non poteva avere fatto una cosa simile...
Doveva essersi immaginata tutto... Non poteva averlo detto ad alta voce...
"Ehi, Vinnie-chan! Non so cos'è più rosso tra te e il tuo mantello!"
Non appena sentì le parole canzonatorie di Cid, la verità le crollò addosso come un macigno.
Alzò appena lo sguardo per vedere Vincent voltarsi di spalle, ma riuscì comunque a scorgere parte del suo volto e ad accertarsi che Cid non stesse esagerando.
"Sta' zitto!" ribatté il 'vampiro' con un tono esageratamente emotivo per lui. Cid scoppiò a ridere e tirò una sonora pacca sulla schiena sia a lui che a Yuffie.
"AHAHAHAH!!! L'avreste mai detto, gente? La mocciosa di Wutai e il sexy vampiro..." disse a voce alta con l'aria di chi comunica qualcosa di vitale importanza e calcando volutamente sul 'sexy'. I due non riuscirono a reagire, paralizzati dall'imbarazzo. "Forza ragazzi, non siate timidi! A quando le nozze?!"
Tutto faceva presagire che Cid avrebbe continuato per un bel po' quella presa in giro, ma la minaccia rappresentata dal letale artiglio di Vincent riuscì di nuovo a farlo stare zitto.
Senza dire una parola l'uomo si diresse a grandi passi verso l'aeronave, seguito prontamente da Cid.
"Ehm... Scusami, Vincent... Non era mia intenzione metterti in imbarazzo..." balbettò il biondo con un tono pentito che poteva sembrare sincero. L'altro non rispose, e non reagì nemmeno quando Cid lo prese a braccetto. "Forza amico, a me puoi confessarlo..." aggiunse sussurrando, poi avvicinò le labbra al suo orecchio. "Com'è la ragazzina di Wutai a porte chiuse...?"
Stavolta, invece degli artigli, Cid si ritrovò a fronteggiare la Cerberus!

...

"Ehm... Bene, manca nessuno?" chiese un alquanto shockato Cid, rimasto profondamente provato dal recente incontro ravvicinato con la letale arma di Vincent, che se ne stava tranquillamente appoggiato alla parete della cabina di pilotaggio dell'Highwind come se niente fosse accaduto.
"Direi di no" rispose Cloud con un tono che sarebbe stato degno di un becchino. Straordinariamente Cid sembrò dimenticarsi di fare del sarcasmo su di lui e prese in mano i comandi dell'aeronave, accendendo il motore al massimo. Il rombo continuo e incessante generato dai complicati ingranaggi invase la stanza, identico e invariabile al passare del tempo.
Tutti i membri del gruppo si dispersero in giro per il mezzo, ognuno in cerca di qualcosa che potesse distrarlo dalla tensione del viaggio e dal timore di ciò che avrebbero potuto trovare una volta a destinazione. Cid pensò di essere rimasto da solo al posto di pilotaggio e sospirò, perdendosi nella sensazione estatica che provava ogni volta che prendeva in mano il timone della sua aeronave. Quasi involontariamente iniziò a canticchiare il primo motivetto che gli venne in mente, lasciando vagare lo sguardo sul cielo rosso sangue...
"Canti veramente da schifo. E quella canzone è orrenda"
Il pilota di Rocket Town sobbalzò, rendendosi improvvisamente conto di non essere poi così solo lì dentro.
"C'era proprio bisogno di starsene acquattato nell'ombra, signor Il-mio-culetto-è-troppo-bello-perché-possa-essere-visto-da-occhi-mortali-e-così-lo-nascondo-sotto-il-mantello?" chiese. "Di solito i soprannomi sono più corti... Trovane uno migliore" ribatté Vincent, affiancandoglisi. Cid alzò lo sguardo, sospirando. "Vinnie-chan era più corto e sicuramente migliore di questo, ma visto che l'hai rifiutato perché rischiava di rovinarti la reputazione credo proprio che dovrai accontentarti..." replicò in tono querulo.
"Smettila di ironizzare" disse l'uomo, zittendo il compagno.
Per un po' rimasero uno accanto all'altro senza dire niente, fissando il panorama mostrato dalla vetrata dell'aeronave.
"Ehi, te ne ho trovato uno niente male!" annunciò Cid ad un certo punto. Prima che Vincent potesse chiedere a cosa si riferisse aggiunse: "Che te ne pare di VV? Anche se sono solo le iniziali trovo che ti doni... Potrebbe essere lo pseudonimo di uno stilista, sai?"
Vincent non rispose neanche, ma la sua figura emanava una tale aura gelida che nessuna parola avrebbe potuto esprimere. Per niente desideroso di ritrovarsi ancora in pericolo di vita, Cid si affrettò a cambiare argomento.
"Ah, che tramonto meraviglioso! Mi è sempre piaciuto volare a quest'ora del giorno! Tu che ne pensi?"
Vincent sbuffò. "Penso che andrò a farmi una passeggiatina in coperta"
Cid rise di gusto. "Eh no, non credo proprio che ti convenga! Lassù c'è Yuffie, non te lo ricordi?" "Certo che lo so" ribatté l'uomo. Il pilota lo fissò, stupito. "Credevo che Yuffie non fosse decisamente la tua compagnia preferita..." lo stuzzicò. Vincent mosse qualche passo verso l'uscita della cabina di guida dell'Highwind, ma nonostante cercasse di mantenere un passo veloce Cid fece in tempo a notare un evidente rossore sul suo volto.
"Doppia V! Sbaglio o stai arrossendo?!" Il vampiro lo ignorò, ma lui riuscì a prenderlo per un braccio e a voltarlo verso di sé.
Inutile dire che, quando lo fissò in volto, non c'era la minima traccia di imbarazzo.
"Ti conviene tenere il timone con tutte e due le mani..." lo ammonì Vincent, freddo e distaccato come sempre. "Eppure... io l'ho visto! Ne ero sicuro! Tu eri arrossito!" esclamò Cid, incredulo dal repentino cambio di umore del compagno.
Per l'ennesima volta Vincent non gli rispose.
"Di' la verità: è per via di Yuffie, eh?"
"..."
"Eddai, potresti almeno fare un cenno con la testa!"
"........."
"Dimmi solo sì o no: lei ti piace?"
".................. sì. Qualcosa in contrario?"
"................................ COSA?!"
Per poco Cid non lasciò del tutto i comandi dell'Highwind dallo shock! Cercando di rianimarsi dalla rivelazione il pilota prese a scorrere ogni bottone che vedeva sulla plancia per trovare quello del pilota automatico.
"§%&£*°^! Dov'è?!"
"Se hai finito con le scene teatrali io me ne vado..."
"Eh no, non mi scappi! Finché non mi racconti cosa ha fatto la mocciosa di Wutai per intrappolarti non ti muovi di qui fino all'arrivo e perderai l'occasione di fare il figo con lei!"
"Sta' zitto, vecchio pervertito..."
Vincent si divincolò dalla stretta al braccio e si avviò alla porta. "Ah, non volevi fare il figo? Eppure a me sembrava di sì..." lo schernì Cid, per poi ridere fragorosamente e prendere in mano il microfono, ormai rassegnato per quel che riguardava il pilota automatico.
"Signori e signore, ladies and gentlemen, siete tutti invitati alle nozze del nostro beneamato... ARGH!"
Ancora una volta la Cerberus puntò su Cid come una maledizione.
"Aggiungi un'altra parola e giuro che ti ammazzo..." sibilò Vincent, visibilmente agitato.
"Wow, allora sai mostrare emozioni! Ah, l'amour est un trésor..." Cid ripose il microfono al suo posto e Vincent spalancò la porta della cabina senza una parola.
"MWAHAHAH!!! Sei nei casini, amico!" gli urlò dietro il pilota senza smettere di sogghignare.

...

'Odio le aeronavi... Odio le aeronavi...'
Yuffie stava lottando contro la nausea stando seduta sul pavimento, la schiena appoggiata ad una parete. Aveva pensato che starsene in coperta le avrebbe fatto bene, ma a quanto pare si era sbagliata: la cosa era, se possibile, peggiorata ulteriormente.
Tifa era rimasta un po' con lei per cercare di tirarla su di morale dopo l'infelice osservazione a proposito di Vincent per cui quasi tutti i membri dell'Avalanche l'avevano presa in giro dopo la partenza, ma alla fine era scesa all'interno, probabilmente per seguire da vicino ogni azione del suo amato Cloud, e l'aveva lasciata da sola a lottare contro il mal d'aria sempre più opprimente.
"Ma perché?! Non potremmo viaggiare con un auto, prendere una nave o che so io?! Voglio il Tiny Bronco!!!!" sbraitò, sofferente.
"Devi essere proprio disperata, se rimpiangi quel rottame..."
Yuffie si voltò rapidamente, credendo di essersi sbagliata, sperando di essersi sbagliata...
... Ma quel giorno la fortuna non era decisamente dalla sua parte. Era proprio Vincent Valentine che le aveva risposto.
In circostanze normali ci avrebbe fatto sopra una battuta, ma dopo la pessima figura che aveva fatto poco prima non se la sentiva proprio di ridere. Francamente, avrebbe preferito evitare anche un qualsiasi scambio di opinioni con Vincent per un po' di tempo.
"Ehi..." lo salutò mentre lui si avvicinava. Yuffie pensò che volesse chiederle spiegazioni proprio sulla sua ormai storica uscita, e stava per parlargliene lei stessa quando lo vide appoggiarsi alla ringhiera senza neanche guardarla.
"Meteor..." mormorò Vincent, fissando un punto davanti a sé. Yuffie seguì il suo sguardo e anche lei vide la minaccia che incombeva proprio sopra la zona di Midgar, la magia in assoluto più distruttiva che in poco tempo sarebbe caduta sul Pianeta, probabilmente distruggendolo.
"Già... E' spaventoso..." rispose la ragazza, non trovando altre parole per definire quel che vedeva.
"Tutto questo... causato da quello che, probabilmente, è mio figlio..." sibilò Vincent, stringendo convulsamente l'acciaio del parapetto con la mano sana. La ninja si alzò e gli si mise accanto. "Io... non credo che Sephiroth sia veramente tuo figlio" gli disse, cercando di sollevarlo per quel che poteva. "Se fosse stato davvero tuo non avrebbe mai potuto fare una cosa così atroce, per non parlare della altre. Ha ereditato in tutto e per tutto la follia di Hojo..."
Non si rese conto che in quel modo, invece di consolarlo, lo stava facendo soffrire di più. Se ne accorse solo quando notò il suo sguardo di solito impassibile ombreggiarsi dal dolore. "Oh... S-scusami..." balbettò, più a disagio di prima.
Inaspettatamente, Vincent sembrò non curarsene. Non si arrabbiò come si era aspettata, anzi, la fissò in volto... e sorrise. Un sorriso bellissimo nella sua immensa tristezza.
"Non importa..." le disse. Dopo un primo momento di sconcerto, la ragazza tornò a fissare Meteor, e così lui.
"Sono preoccupata per mio padre" iniziò Yuffie. "Lui è sempre stato tutta la mia famiglia. Mia madre è morta prima che potessi ricordarla; in pratica, sono sempre stata solo con mio padre. Adesso che la caduta di Meteor è imminente rischio di perdere anche lui..."
"Lord Godo è un uomo con la testa sulle spalle, nonostante le apparenze... Saprà cavarsela"
Yuffie rise quasi sarcasticamente. "Bel tentativo, Vinnie. Peccato che non ci caschi"
Un lungo silenzio seguì quelle parole.
Ad un certo punto Vincent sospirò. "Siamo proprio due persone distrutte..."
"Cosa?" chiese la ragazza, senza capire.
"Pensaci bene: tu hai avuto una vita tutt'altro che facile, relegata a Wutai, senza aver mai avuto l'affetto di una madre e con un padre troppo impegnato in vari affari burocratici per supplire alla sua mancanza... Io ho perso la persona che ho amato di più per mano di un pazzo che mi ha ucciso e mi sono risvegliato dopo trent'anni con un corpo geneticamente modificato... E' abbastanza, no?"
Yuffie rise ancora. "Hai proprio ragione"
Di nuovo una lunghissima pausa.
Stavolta venne rotta da Yuffie. "Incredibile! Mi è passata la nausea! Vinnie, sei riuscito dove tutti hanno fallito!"
"Io non ho fatto niente" ribatté Vincent. "Invece sì! Mi hai fatto distrarre... Sei un mito, Vinnie!"
Senza pensare la giovane gli saltò al collo, abbracciandolo con slancio.
Fu un attimo.
Improvvisamente Yuffie si ritrovò con le labbra incollate a quelle di lui.
Fu un bacio delicato, uno sfiorarsi che durò pochi secondi ma che per entrambi significò molto più dell'atto in se stesso.
Si separarono, e in lei si fece largo la consapevolezza che era stato proprio Vincent a prendere l'iniziativa approfittando del suo abbraccio.
"Vincent... perché...?"
Non ebbe il tempo di finire la domanda che lui le chiuse di nuovo la bocca con la sua risposta. E non ebbe bisogno di ulteriori spiegazioni.
La loro storia non stava per finire... era appena incominciata.

*Owari*
  
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