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Autore: Blue eyes 35    26/06/2012    1 recensioni
È una questione di onore.
Aveva promesso a suo padre che avrebbe protetto la sua famiglia, nonostante fosse una ragazza, nonostante fosse passato tutto quel tempo lei si sentiva ancora in dovere di farlo. Visto che la sua famiglia era un po' particolare, come dire un po' "immortale", lei aveva il compito di proteggerli da tutto e da tutti, per sempre.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 «Ma come fai a sapere il mio nome?  » disse Damon, quasi impaurito.
 
« Io so molte cose mio caro. Ma non sono qui per vantarmi- si interruppe tossendo, poi riprese - sono sicura che vi farò comodo» e sorrise.
 
« Ma chi sei? » chiese Stefan scocciato. 
 
« Tempo al tempo, Stefan » disse con voce calma la donna. 
 
Quest'ultima tentò di passare oltre ai due vampiri, era intenzionata a raggiungere Elena. I due la bloccarono con una presa forte e decisa, volevano vedere se era un vampiro. 
La donna era stupita e fece un sorriso, si liberò facilmente dalla presa dei due e con uno scatto, degno di un vampiro molto antico, si portò dietro le loro spalle. 
 
« Mi sa proprio che è un vampiro » disse Damon, stupendosi dell'ovvio.
 
La donna prima di entrare diede un'occhiata ai vampiri, soffiò spostandosi un ricciolo che le era andato davanti agli occhi e sorridendo maliziosamente, entrò nell'obitorio.
Quando la donna fu entrata, Damon e Stefan decisero di seguirla, ma nel momento in cui chiuse la porta, essi non riuscirono ad aprirla, come bloccati da una forza invisibile.
 
La donna chiuse la porta e girandosi vide Elena seduta sul lettino di  acciaio freddo.
Le gambe della ragazza dondolavano leggermente poichè era molto agitata, ma i jeans erano talmente inzuppati che limitavano la sua capacità di movimento.
Il suo sguardo era fisso nel vuoto, il suo viso era sudato e il respiro affannoso. Le mani stringevano il bordo della lastra, si mordicchiava le labbra e sbatteva lentamente gli occhi.
Appena si accorse della presenza della donna, il suo corpo fu scosso, come se percorso da una carica elettrica. Era chiaramente spaventata, deglutì rumorosamente e poi la fissò.
 
La donna  con una voce dolce e tranquilla disse:
«Ciao Elena  », la ragazza si stupì, come poteva sapere una sconosciuta il suo nome? La sua espressione cambiò chiaramente da impaurita a terrorizzata.
 
« Sta tranquilla, sono qui per aiutarti.  »
« Chi sei? » disse Elena con una voce rotta.
« Per ora posso solo dirti che mi chiamo Lucy, se vuoi sapere dell'altro devi seguirmi.  »
« Perchè? » disse sempre più incuriosita Elena.
« Qui non sei al sicuro. Ti prego seguimi, puoi fidarti. »
 
In quel momento Elena era confusa, ma più che altro spaventata dal suo nuovo essere. Qualcosa in quegli occhi color ghiaccio della donna sconosciuta la rassicurava, forse era un'illusione, ma decise di fidarsi del suo istinto. Si alzò e decise di seguirla. La donna le tese la mano. Elena la strinse e nel momento in cui lo fece, sentì la voce della donna nella sua testa. La ragazza subito proiettò il suo sguardo sulle labbra della donna, le trovò serrate. Si concentrò sulla voce che sentiva nella testa.
 
Appena usciamo devi assicurarti che Damon e Stefan non ci seguano. Non è per me, ma per l'incolumità di tutti. Ti do la mia parola che sarai al sicuro, nessuno ti farà del male e non ho intenzione di ferire loro. 
 
Elena annuì e prendendo un grosso respiro piegò la maniglia e uscì per prima. 
 
Damon e Stefan si girarono contemporaneamente, tentarono di parlare, ma Elena li zittì con un gesto e disse:
 
« Vi prego fidatevi come avete sempre fatto, non ho le forze per spiegarvi ora » e accennando un sorriso, fece uno scatto in velocità sparendo dalla vista dei due. La donna sorrise e disse: « Ci sa fare la ragazza. A presto!» e scomparì anche lei.
 
 
 
 
Poche ore dopo..
« Ma dove siamo? »
« In una casa abbandonata, qui a Mystic Falls. Dovresti conoscerla. »
Elena si guardò intorno e riconobbe la casa, si trovava nel seminterrato della casa dove c'era la presenza di migliaia di streghe. 
« Perchè proprio qui? »
« Sono sicura che in caso di pericolo loro mi possano aiutare. »
« Bene ora dimmi chi sei. », appena lo disse tremò. La sete si faceva sentire.
« Forse è meglio che prima tu prenda un po' di questo. » e Lucy le lanciò una sacca di sangue dell'ospedale. 
Elena la respinse.
« Mi dispiace Elena, ma se vuoi sapere qualcosa devi vivere.»
Ci fu un attimo di silenzio. In seguito Elena prese la sacca. Inizialmente la fissò con disgusto, poi l'espressione cambiò. Fu presa da una frenesia incontrollabile, gli occhi si restrinsero e si scurirono, la bocca si spalancò, i canini si allungarono e azzannarono la sacca. 
Elena bevve con avidità, svuotando completamente la sacca, senza lasciarne la minima goccia. Buttò via la sacca, si pulì la bocca e notò che aveva sporcato completamente i vestiti. Si ricompose e con occhi curiosi fissò Lucy.
« Bene ora che hai finito posso dirti che mi chiamo Lucy, sono un vampiro, in verità un'Originale, ma di un'altra stirpe rispetto a quella di Klaus. »
«  Perchè vuoi raccontarmi di te? Perchè vuoi proteggermi? Perchè sei qui?»
«  Bè tu volevi sapere tutto di me e io adoro raccontare le storie, soprattutto quelle che ho vissuto personalmente.»
«Bè allora vai avanti  »
« Vengo dall'Italia e.. »
« Quanti anni hai? »
« Mi dispiace deluderti, ma sinceramente ho perso il conto. Sono nata in Sicilia in una famiglia romana, alla caduta dell'impero romano d'Occidente. »
« Stai scherzando? »
« Ah, lo sapevo. Nessuno mi crede mai. » Lucy rise.
« Ma è incredibile! Come hai fatto a diventare un vampiro? »
« Quando compii diciotto anni le popolazioni barbariche che avevano invaso tutti i territori, piombarono anche nel mio paesello in cima alla montagna. Il vampirismo era una pratica tipica delle popolazioni del nord e del mondo greco. Sapevo riconoscere un vampiro anche da umana, ne avevo sentito parlare, ma in Italia non erano molti. »
« E come facevi a sapere tutto questo?»
« Bè in verità non ero una semplice umana, io ero una strega. Con la trasformazione ovviamente ho perso i miei poteri, ma ho mantenuto delle capacità particolari: so leggere nel pensiero e trasmettere i miei pensieri alle persone che desidero. Ecco perchè so il tuo nome. 
Nella nostra mente c'è come una carta di identità sempre leggibile, così posso sapere anche le informazioni generiche oltre ai tuoi pensieri. »
« Perchè sei venuta a Mystic Falls? »
« In punto di morte mio padre mi fece fare una promessa. Non posso svelartela ancora, ma è il motivo per cui sono qui.»
« Come si chiamava tuo padre? » disse Elena, che era assetata, ma di conoscenza stavolta. La storia di Lucy l'aveva appassionata.
« Mio padre si chiamava Salvus, nella lingua corrente si può tradurre in Salvatore. »
   
 
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