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Autore: Blue eyes 35    25/06/2012    0 recensioni
È una questione di onore.
Aveva promesso a suo padre che avrebbe protetto la sua famiglia, nonostante fosse una ragazza, nonostante fosse passato tutto quel tempo lei si sentiva ancora in dovere di farlo. Visto che la sua famiglia era un po' particolare, come dire un po' "immortale", lei aveva il compito di proteggerli da tutto e da tutti, per sempre.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Dov'è Elena? Fatemela vedere, ora!  » disse Damon con un'espressione impaurita.
Tentò di aprire la porta dell'obitorio, Meredith tentò di fermarlo, ma inutilmente. 
Damon entrò e vide Stefan immobile di fronte al cadavere di Elena.
« Stefan ho una brutta notizia » disse Meredith entrando insieme a Damon. Quest'ultimo iniziò a ragionare su ciò che gli era stato detto poco prima nel corridoio e, come se finalmente aprisse gli occhi, realizzò che Elena era morta. Non gli importava ciò che sarebbe successo dopo, ma rimase deluso da se stesso: aveva permesso che Elena morisse. 
Damon iniziò a cercare un contatto visivo con qualcuno, ma nessuno aveva lo sguardo alzato, tutti erano sconsolati con lo sguardo abbassato.
Stefan aveva più o meno gli stessi pensieri del fratello, ma a differenza si sentiva vuoto, come se l'unica cosa che gli permetteva di essere umano era scomparsa, proprio perché quella persona aveva perso ormai definitivamente la sua umanità concreta. 
 
Il silenzio avvolgeva la stanza, la quale era già macabra per la sua funzione, ma in quel momento lo era ancora di più. Meredith non riuscì a rimanere nella stanza, nonostante fosse grande e silenziosa si sentiva soffocare per il senso di colpa, credeva fosse per colpa sua che Elena stesse per diventare un vampiro, non sapeva che in verità era scritto nel suo destino. 
 
Un sospiro bastò per far alzare gli occhi di Damon e Stefan. 
Elena stava riempiendo d'aria i suoi polmoni, che fino a poco tempo prima si erano riempiti d'aqua. 
Ecco i suoi occhi si erano aperti e nel momento in cui l'aveva fatto i due si precipitarono attorno alla lastra di metallo che fungeva da letto alla ragazza.
 « Elena, Elena mi senti » disse Stefan con un tono mansueto.
«Elena, Elena siamo qui » disse Damon, vedendo gli occhi della ragazza vispi e in cerca di qualcosa o meglio qualcuno di conosciuto.
Elena sollevò il busto, respirava ancora profondamente, guardò negli occhi i due fratelli.
« Che succede? » disse Elena con una voce rotta, Stefan e Damon la fissarono: avevano paura per lei, sapevano cosa si provasse in quel momento.
 
« Siete caduti nel fiume » disse Damon, sapendo benissimo che Elena sapeva cose le era successo.
 
« Matt come sta? » chiese la ragazza con un'espressione ancora impaurita.
 
« Sta bene, l'hanno ricoverato, ma solo per farlo stabilizzare » disse Stefan compiaciuto di stesso, poichè lui l'aveva salvato.
Ma mentre Stefan parlava, Elena con i suoi nuovi occhi scrutava.
 
Le sembrava tutto più limpido, tutto così chiaro, come se una pellicola opaca fosse stata finalmente tolta.
I muri della sala erano azzurri, la finestra che dava sul corridoio era però oscurata, ma questo non le impediva di sentire con il suo nuovo fantastico udito che qualcosa stava accadendo in corridoio. Anche Damon e Stefan se ne accorsero, si guardarono in faccia, ma cercarono di non attirare l'attenzione su ciò che avveniva al di fuori di quella stanza, anche perchè non prometteva nulla di buono. 
 
Nella mente di Elena si affollarono centinaia di pensieri, sentiva le parole delle persone agitate per lei, pensava ai suoi genitori, a Matt, ma un pensiero si fece strada tra tutti quelli, più che un pensiero era una sensazione. Percepiva un grande bruciore alla gola. Quando si accorse che quella sensazione era un vero e proprio allarme, si girò verso i fratelli e impaurita disse:
 «Non è possibile  »
« Cosa? » urlarono in coro 
« Come è possibile che io abbia già sete?  »
 
Nel momento in cui Elena pronunciò quella frase, Damon e Stefan si voltarono, dirigendosi verso il corridoio visto che qualcosa aveva destato la loro attenzione.
 
Uscirono insieme nel corridoio, Meredith li fissò. 
« Portale una sacca di sangue. Ora. » disse Damon perentorio.
I fratelli si misero davanti alla porta, come se fossero in attesa di qualcuno. 
Damon sentiva la voce di qualcuno, Stefan non riusciva a capire chi fosse. Stava camminando lentamente, la sua voce però correva. 
«Damon non so cosa aspettarmi » disse Stefan
« Guai. Solo guai. » rispose Damon, quasi rassegnato.
 
Avevano lasciato l'obitorio, come se avessero percepito un richiamo, come se quella voce indistinta gli avesse suggerito di prepararsi.
 
La porta all'inizio del corridoio si aprì. 
Entrò una donna, non molto alta, snella. Sembrava molto giovane, probabilmente una ventenne.
 Aveva dei lunghi capelli neri che scendevano oltre alle spalle in sinuose onde, il fisico era perfetto, le lunghe gambe erano avvolte in attillati jeans molto scuri. La silhouette veniva slanciata ancora di più dagli stivali neri di pelle che con i loro tacchi alti facevano apparire la donna come una vera e propria top model.
Indossava una canottiera color panna, molto aderente. Per coprirsi le spalle portava una giacca di pelle nera che rimaneva sopra ai fianchi, al collo aveva una lunga collana con dei ciondoli tribali e qualche piuma.
 
Tra tutti quei particolari però spiccava il candore della sua pelle, in pieno contrasto con i toni prevalentemente scuri che la circondavano. I suoi occhi, come due fari nel mezzo del viso, illuminavano il volto semplice. Erano di un azzurro acceso, tendente al color ghiaccio. Le labbra erano serrate e ciò permise di risaltare il loro color rosso carminio, conferito sicuramente da un rossetto. Il naso era alla francese e un po' all'insù, non si notava molto se si aveva una visione di profilo.
 
Quando la donna vide i due fratelli con sguardi duri quasi di sfida, abbassò lo sguardo sogghignando. Rallentò ancora di più il passo, come se si volesse far desiderare. Pochi metri la separavano dai due, ma li percorse come se fossero stati molti di più. Un passo dopo l'altro si mise davanti a loro e aspettò.
 
Durante il tragitto Stefan e Damon sentivano ancora la voce che li aveva spinti ad abbandonare Elena. Con l'apparizione della donna era parsa più chiara, le parole erano scandite e entrambi constatarono che la voce fosse quella della donna, ma questa era apparentemente muta.
Nel momento in cui la donna arrivò davanti a loro, la voce cessò.
 
Dopo qualche attimo di silenzio la donna misteriosa parlò: 
«Portatemi da lei!» - La voce è la stessa, disse Damon nella sua testa.
« Evidentemente non ti hanno insegnato l'educazione. Di solito quando incontri delle persone che non conosci ci si presenta e non si impongono ordini così, di punto in bianco » disse Damon, ironico.
Stefan gli diede una gomitata, come per farlo tacere, come se sapesse che quella donna non era una donna qualunque.
 
«Ma chi ti dice che non ci siamo mai incontrati, mio caro Damon» disse la donna, ridendo.
   
 
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