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Autore: SweetNemy    26/06/2012    2 recensioni
Sapete quando si dice che la vita riserva sempre delle sorprese? Beh, a volte esse sono davvero strane, così questa ragazza che odiava la sua vita monotona in un inutile quartiere della California, si ritrovò ad affrontare un viaggio tra lo spazio e il tempo su un isola che in realtà non esiste!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ragazzi scusate se è corto.. ma non ho molta ispirazione in questo capitolo! Fa pena lo so.. però prometto che dal prossimo accadranno cose magnifiche :P
Capitolo 12. La gita in barca

Era mattina presto e Evelyn era appena andata a scuola, mentre Hermos aiutava Thomas a preparare lo zaino per la loro gita. Avevano deciso di fare prima un giro in barca e poi di raggiungere una montagna lì vicino per fare trekking. Con loro avrebbero portato ovviamente la corda e le scarpe da montagna!
I due si avviarono verso il porto, dove giaceva anche la barchetta di Thomas.
-Eccoci qua. Sei pronto? – chiese Thomas felice.
-Certo! Che devo fare?
Thomas si passò una mano sul viso in segno di resa, e poi gli rispose:
-Devi salire, cosa altrimenti?
I due ragazzi salirono sulla barca e dopo circa cinque minuti dalla partenza, Thomas mise in atto il suo “ragionamento per scoprire qualcosa in più su Hermos”.
-Allora, Hermos. Cosa mi racconti di te? In che giorno e anno sei nato?
-Beh, io dovrei essere nato.. boh. Ah, sì, certo! Sono nato il 21 agosto del milleott... Volevo dire, l’anno non lo so!
-Stavi per caso dicendo 1800?
-No! – disse velocemente cercando di smentire la domanda di Thomas.
-E dimmi, qual è il tuo cognome?
-Il mio? Cos’è un cognome?
-Oddio! Lasciamo perdere, sai almeno in che città sei nato?
-Questo sì! Sono nato a Patrasso.
-Bello! Quali sono i tuoi hobby? Cioè, le cose che ti piace fare nel tempo libero.
-Quando ero con mio fratello amavo fare gare di corsa o il gioco del bastone.
-Il gioco del bastone? – Thomas finse di essere interessato e continuò – in cosa consiste?
-Consiste nel lanciare un bastone il più lontano possibile e vice chi lo tira più lontano.
-Wow! Tipo, il lancio del giavellotto?
-Sì, ma con un bastone invece del giavellotto.
-Capisco. Non hai hobby come: guardare la tv, navigare in internet e giocare ai videogame?
-Non so cosa siano. – rispose Hermos dispiaciuto.
Thomas per poco non cadde in acqua, e poi preoccupato chiese al suo interlocutore:
-Ma tu da dove vieni?
-Da un luogo e da un passato molto lontani.
Thomas rise di gusto, credendo che Hermos stesse scherzando.
-Bella questa! Vedi, a modo tuo sai essere simpatico. – disse continuando a ridere.
I due erano arrivati alla montagna e così posarono la barca e presero le corde.
-Ti spiego come si fa. Dobbiamo, innanzitutto, scalare questa piccola parete, saranno si o no 15 metri, non è molto alta. Sei pronto?
-Certo. Che devo fare?
-Devi arrampicarti. Allora, trova prima una posizione per le mani, poi metti un piede e poi l’altro. Ricorda di tenere almeno tre punti di contatto su quattro. Capito?
-Ricevuto!
Hermos partì con velocità, lasciando Thomas spiazzato ancora a valle sulla piccola spiaggetta.
-Che fai? Non vieni? – chiese Hermos a Thomas.
-Ehm, sì. Ti raggiungo subito. Tu, però. Rallenta!
Dopo poco si ritrovarono quasi in cima e Hermos si fermò per qualche istante guardando in alto.
-Hermos? Stai bene?
-Sì. Sto benissimo! La mia scalata è finita.
-Non avrai mica intenzione di andare alla fine con una sola mossa?
-Vedi per caso delle sporgenze?
-Beh, no. Ma... fa’ un po’ come ti pare.
Il ragazzo si rassegnò e lo lasciò fare.
Hermos si slanciò con i piedi verso l’alto e allungò le mani nella stessa direzione. Quei secondi che lo dividevano dalla cima gli sembravano interminabili, fin quando la raggiunse e con una forza inaudita si aggrappò all’ultima sporgenza che quella parete presentava e salì come un vero esperto.
-Ce l’ho fatta!
-Anch’io ce l’ho fatta, ma con metodi normali.
-Ora cosa dovremmo fare?
-Raggiungiamo quel bar lì vicino. Osserva: queste pietre sono in diagonale e possono essere scalate in questo modo. – disse Thomas iniziando a camminare.
Hermos lo osservava attentamente, fin quando non volle provare anche lui, ma appena mise un piede su una pietra sentì uno scricchiolio.
Si girò verso Thomas e notò che stava cadendo, lasciò subito la presa e si diresse verso di lui.
-Thomas stai bene?
-Ma certo che sto bene! Sto benissimo.
-Vuoi una mano ad alzarti?
-Ma no! Mi alzo da solo, tranquillo! Ho solo messo male il piede. Sai, quando ti ritrovi con dei piedi così grandi su delle pietre così piccole è difficile.
Quando però il ragazzo si rialzò subito ricadde a terra.
  
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