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Autore: Savio    12/01/2007    2 recensioni
Questo è un'ipotetica storia del settimo libro di HP scritta da me ovviamente. Tutti i personaggi citati sono stati creati da J.K.Rowling e altri inventati da me con l'unico scopo di divertirmi e far divertire
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 10

Il medaglione

<< Questo posto pullula di ragni!>>. Erano arrivato da poco più di mezz’ora tramite il Nottetempo e Ron si stava già lamentando.

<< La cosa non mi sorprende>> ammise Hermione divertita. << In assenza di vita…..e guarda quanta polvere…>>.

<< Grazie Hermione mi hai risollevato il morale dopo questo….>> rispose Ron sarcastico.

<< Ho trovato qualcosa>> disse Harry tornando dal piano superiore di casa Black con in mano una scatola di candele. << Dovrebbero bastare>>.

<< Magnifico>> disse Ron con il viso illuminato dalla punta della sua bacchetta. << Quanto credi che dureranno?>>.

<< Non ne ho idea, ma spero che per questa sera bastino>> rispose Harry anche se non del tutto convinto.

<< Beh? Cosa stiamo aspettando?>> chiese Hermione impaziente. << Cominciamo a cercare o no?>>.

<< Certo>> disse Harry strofinando le lenti degli occhiali sulla veste.

<< Io cerco in cucina>> disse Ron prontamente, cominciando ad aprire ogni sorta di sportello e credenza che gli capitava sotto mano.

<< Oh, ma andiamo!>> di lamentò Hermione. << Accio documenti!>> disse con un colpo di bacchetta.

Almeno un centinaio di fogli e pergamene schizzarono via dai cassetti ammassandosi in una pila ordinata sul pavimento.

<< Così è già meglio>> disse Harry afferrando le scartoffie e posandole sulla superficie polverosa del tavolo.

<< Ma andiamo!>> disse Ron esasperato. << Ci vorranno almeno due giorni per controllarli tutti!>>.

<< Hai qualche idea migliore?>> gli disse Hermione. << Forza, prima cominciamo, prima finiamo>>.

Passarono il resto della serata chini sulla moltitudine di documenti, sotto la fioca luce delle candele, nella disperata ricerca di trovare qualcosa che appartenesse all’Ordine, ma dopo tre ore non ottennero alcun risultato.

<< Ma dove li avranno nascosti! Per la miseriaccia!>> disse Ron riversando le braccia sul tavolo.

<< Niente di niente>> si lamentò Hermione rigirando una lettera stropicciata tra le mani. << Vecchi appunti, onorificenze, saggi, ma niente che riguardi l’Ordine>>.

<< Queste cose devono essere qui da anni>> disse Harry sbadigliando.

Le candele si stavano lentamente consumando e le fiamme gettavano riflessi dorati sulle pareti, ingrandendo smisuratamente le loro ombre.

Nel silenzio ovattato della cucina qualcuno piangeva e si lamentava con voce stridula in un angolo remoto del secondo piano.

<< Che cos’è?>> chiese Ron spaventato, saltando letteralmente sul tavolo e scaraventando parecchi fogli a terra.

<< Kreacher>> rispose subito Harry alzando gli occhi al soffitto.

<< Credevo che lo avessi rispedito ad Hogwarts quando siamo ripartiti per il matrimonio di Bill e Fleur>> disse Ron tornando a sedere.

<< Ron! Non mi sembra adatto il termine “rispedire”, quella creatura non è un oggetto!>> scattò Hermione con cipiglio offeso.

<< Beh… in effetti non ci avevo proprio pensato…>> disse Harry grattandosi la nuca con aria vaga.

<< Ti resta molto difficile,vero, ricordare che è un essere vivente?!>> sbottò Hermione sempre più infuriata.

<< Andiamo Hermione! Abbiamo altri problemi a cui pensare ora! Ricordi che mio padre è stato accusato di cospirazione con sette dai piani sconosciuti?>> disse Ron con aria imbronciata.

<< Sì ma abbiamo cercato per ore e ancora nessuna traccia, zero assoluto! Avete mai pensato di ricorrere proprio a Kreacher?>> si giustificò lei.

Harry riflettè. Il ragionamento di Hermione quadrava, l’elfo domestico aveva passato molto tempo nella casa in compagnia dell’Ordine e sicuramente sapeva di cosa si parlava e dove veniva tenuto al sicuro il materiale.

Il ragazzo fece schioccare le dita e chiamò la creatura ad alta voce.

Kreacher si lasciò trasportare in cucina dalle sue esili gambe che strisciavano a terra come quelle di un uomo moribondo.

I suoi lamenti giunsero distinti fin da quando entrò nel corridoio. “Miseri,meschini,traditori del proprio sangue e usurpatori” furono le parole più usate nei suoi futili monologhi.

<< Non ti eri accorto che eravamo in casa?>> gli chiese Harry guardandolo avvicinarsi con aria disgustata.

<< Sporco….il Padrone poteva avvertire Kreacher del suo arrivo, avrebbe fatto trovare la sua casa indegna in uno stato ottimo>> disse con voce acuta, digrignando i denti appuntiti.

<< Sei stato qui abbastanza tempo da poterci pensare da solo>> lo ammonì Harry senza perdere il controllo sotto lo sguardo vigile di Hermione. In effetti non sapeva cosa avrebbe dato per vedere il viscido collo dell’elfo stretto tra le sue mani.

<< Traditore…Kreacher si è dato molto da fare per riordinare alcuni cimeli di famiglia>> si scusò l’elfo senza ottenere il successo sperato.

<< Quegli oggetti ancora vanno in giro?>> chiese Harry duro.

<< Kreacher non vuole separarsene…usurpatore schifoso…padrone>>.

Il ragazzo mantenne la calma e lanciò un’occhiata a Ron, il viso contorto in una strana smorfia, tra il disgusto e il desiderio di uccidere.

<< Quello che ti volevo chiedere è se sai dove i membri dell’Ordine della Fenice hanno nascosto i loro documenti o…insomma qualunque cosa appartenga a loro>> disse Harry tornando a guardare il viso bitorzoluto dell’elfo.

Un’espressione furba balenò negli occhi di Kreacher, ma subito sparì nascosta dietro il solito sguardo annebbiato. << Kreacher non ne sa niente signore, Black lo cacciava via quasi sempre durante le riunioni e quando Kreacher tornava trovava tutto come lo aveva lasciato>>.

<< Perfetto!>> sbuffò Ron. << E anche questa è andata… come faremo a trovarli?! L’unica cosa che ci resta da fare è contattare uno dei membri dell’Ordine o…>>.

<< Nessun altro deve immischiarsi in questa storia>> lo zittì Harry puntandogli contro un dito. << Tuo padre è già abbastanza nei guai senza che qualcuno si unisca a lui!>>.

<< Cosa intendi fare allora!>> gridò Ron diventando paonazzo in volto.

<< Cerco solo di fare quello che…>>

<< Basta ragazzi smettetela!>> urlò Hermione alzando le braccia per fermarli. << Così non otterremo niente e per di più lo considero un comportamento inappropriato>>.

<< Ben detto Hermione>>. Remus Lupin si fece avanti da un angolo buio della cucina e sul volto recava due ampi e profondi tagli ancora freschi.

<< Professor Lupin! Cosa ci fa qui?>> gli chiese Harry sorpreso. << Il suo viso…>>.

<< Sono arrivato non appena ho appreso la notizia da Molly, lei sa che siete qui?>> chiese lui insospettito.

<< In un certo senso>> rispose Ron evasivo, evitando il suo sguardo.

<< Questo posto non è più sicuro>> disse Lupin con fermezza. << Sapevo che avevate una mezza di idea di stabilirvi qui, ma correte dei rischi, vi consiglio di lasciare la casa entro domani mattina>>.

<< Lei deve essere venuto per il nostro stesso motivo, dove sono questi documenti?>> chiese Harry scrutando il volto sfigurato dell’uomo.

<< Naturalmente è stata un’idea di Sirus, non originalissima, ma pur sempre un’ottima trovata>> rispose l’uomo facendo cenno ai tre di seguirlo.

Alla luce delle bacchette entrarono in una stanza del secondo piano, che doveva essere stata la camera da letto della Signora Black.

Le pareti erano percorse da innumerevoli crepe e tende di ragnatele si dispiegavano in ogni angolo.

Un letto a baldacchino, al centro, recava inciso sulla polverosa coperta una grande “B” dorata.

<< Il posto adatto e il più improbabile dove andare a cercare dei documenti>> disse Lupin sorridendo.

<< Dove?>> chiese Harry guardandosi intorno.

Il professore indicò uno dei numerosi e squallidi quadri appesi ai muri.

Quattro persone si muovevano circospette nel ritratto e una delle figure doveva essere sicuramente la madre di Sirius; indossava una veste rossa, orlata di pizzo nero e sul volto arcigno era dipinta un’espressione di puro disgusto.

<< Chi è quello?>> chiese Ron indicando la persona alla destra della donna.

<< Il Signor Black, il padre di Sirius, e quello al centro è il suo secondogenito,Regulus>>.

Le figure dovevano essere state immortalate molti anni prima, visto che il ragazzao era molto giovane.

Ora, mentre il volto di Regulus era ben delineato e dai tratti tipici dei Black, quello di Sirius era completamente scomparso dietro un grande strappo della tela.

<< Aveva quattordici anni>> disse Lupin guardando Harry. << Sirius ha sempre odiato questo quadro, come d’altronde tutta la casa, ma proprio per questo ha trovato l’efficace modo di utilizzarlo degnamente.

Remus staccò il dipinto dalla parete e lo adagiò sul letto al contrario. Le figure si lamentarono e gridarono insulti, ma nessuno vi fece molto caso.

<< Relascio>> disse Lupin puntando la bacchetta sul retro della tela.

Subito non accadde nulla, ma dopo pochi secondi il retro della tela si staccò rivelando un doppio fondo.

Lì, in un angolo vicino alla cornice, c’era una piccola e sottile scatola di latta.

<< Ecco fatto>> disse Lupin soddisfatto.

Agguantò il contenitore e, dopo averlo sistemato, riappese il quadro al suo posto.

<< Li dentro ci sono i documenti?>> chiese Harry indicando la scatola.

<< Sì. È tutto qui dentro>> rispose il professore agitandola. << Documenti, progetti, liste e quant’altro>>.

<< C’è qualcos’altro che deve sparire?>> gli chiese Ron.

<< No, credo proprio di no>> rispose rimboccandosi le maniche. << Ora devo proprio scappare ragazzi>>.

<< Dove porterà i documenti?>> chiese Harry prontamente.

<< Non ne ho ancora idea, ma qualcosa mi verrà in mente>> rispose Lupin.<< A presto ragazzi e mi raccomando, non rimanete qui a lungo>>.

<< Cosa accadrà ora?>> insistette Harry. << L’Ordine non esisterà più?>>.

Remus rimase in silenzio poi sospirò. << Ron? Hermione? Potete lasciarci soli qualche minuto?>>.

I due ragazzi annuirono sorpresi poi uscirono dalla stanza un po’ delusi e si richiusero la porta alle spalle.

<< Solo perché non possiamo riunirci qui non significa che tutto sia finito, porteremo avanti i piani prestabiliti da Silente, a costo delle nostre vite>> disse Lupin scrutando il volto di Harry.

<< E lei? Dove andrà ora?>> chiese il ragazzo preoccupato.

<< Sto risolvendo alcune questioni tra i clan dei mannari, ma come vedi ,non ho ottenuto buoni risultati>> rispose il professore mostrando il viso percorso dai profondi graffi.

Harry si sentì pervaso da un profondo dispiacere. << Potrebbe essere pericoloso se scoprissero che lei è….>>.

<< Non ha più importanza ormai, l’unico obbiettivo e quello di arrivare a Voldemort e di fermarlo>> disse Lupin risoluto.

<< Nessuno di voi può ucciderlo>> si lasciò sfuggire Harry.

<< Che cosa vuoi dire?>> gli chiese Remus con gli occhi ridotti a fessure

Harry indugiò, ma non era ancora pronto a raccontare tutta la verità, nonostante il professore fosse una di quelle persone di cui si fidava cecamente.

<< C’è qualcosa che vorresti dirmi Harry?>> lo incalzò Lupin sospettoso.

<< No…no>> si limitò a rispondere il ragazzo evitando lo sguardo del professore.

Remus sospirò di nuovo inarcando la schiena. << Shacklebolt è stato ucciso>>.

<< Che cosa?!>> disse Harry incredulo.

<< Quando il Parlamento è stato attaccato, lui era lì, sotto copertura, per proteggere il Ministro Babbano>> spiegò Lupin addolorato.

<< Non ne sapevo niente>> ammise Harry sconvolto. << Mi dispiace>>.

<< Dispiace a tutti noi>> rispose il professore con voce cupa. << Mi dispiace anche di dover andare, Harry, ma non posso proprio evitarlo>>.

Il ragazzo annuì comprensivo.

Lupin si voltò e aveva appena toccato la maniglia della porta quando si voltò di nuovo verso il ragazzo.<< Rimanda il tuo elfo ad Hogwarts Harry, mi raccomando, confido in te>> disse in tono premuroso prima chiudere la porta silenziosamente.

Harry rimase a lungo a meditare, seduto sul letto che era appartenuto alla madre di Sirius. Dove l’avrebbe condotto il suo destino? Cosa avrebbe potuto fare lui per sconfiggere uno dei maghi più potenti della storia? Non aveva vie di fuga, prima o poi sarebbe arrivato il momento di affrontare faccia a faccia Voldemort, e quella sarebbe stata l’ultima volta, ne era sicuro.

Quando si decise a scendere scoprì che Ron e. Hermione si erano addormentati sul divano del salotto e si lasciò sfuggire una risata sommessa alla vista del suo amico che russava a bocca aperta.

Camminò in su e giù per il corridoio dell’entrata, cercando di riflettere su ciò che doveva fare, poi entrò in cucina con l’idea di chiamare Kreacher per dirgli di ritornare immediatamente ad Hogwarts.

Restavano soltanto due candele accese, le altre si erano sciolte e rivoli di cera si erano gettati dal tavolo per accumularsi sul pavimento.

Nella semi-oscurità, il ragazzo, cercò la porta dello scaldabagno dove si trovava la tana dell’elfo, ma quando l’aprì non vide niente che si muoveva sotto i sudici tubi.

Un odore nauseabondo saliva dalle coperte macere e dai resti degli innumerevoli pasti della creatura.

Harry stava per richiudere la porta quando un luccichio dorato attrasse la sua attenzione.

Sapeva da tempo che Kreacher aveva l’usanza di trafugare alcuni “tesori di famiglia” per preservarli dalla sorte che spettava a tutti i macabri oggetti che si trovavano in circolazione, ed in particolare durante il soggiorno della signora Weasley nella casa, maniaca della pulizia e dell’ordine.

Il ragazzo illuminò con la punta della bacchetta l’interno dello scaldabagno e trattenendo il respiro si chinò.

Sotto la buccia essiccata di quello che doveva essere stato un mandarino, c’era un oggetto tondo che emanava bagliori dorati tutt’intorno.

Harry lo afferrò senza preavviso e rimase incantato dalle incisioni che riportava sul metallo.

Era senz’ombra di dubbio un medaglione, molto pesante, di fattura antica e recava incisa un’elaborata “S” al centro.

Il ragazzo lo rigirò tra le mani, il suo cuore cominciò a palpitare più velocemente mentre si rendeva conto della scoperta che aveva appena fatto.

<< L’ho trovato……l’ho trovato>> mormorò mentre un sorriso di gioia gli affiorava sulle labbra.

<< L’ho trovato!>> gridò alzandosi di scatto.

<< Il padrone ha trovato cosa?>>.

Kreacher era comparso proprio in quel momento e aveva sorpreso Harry a frugare nella sua piccola e intima “dimora”.

<< Io…io ti stavo cercando>> disse Harry cercando di nascondere il medaglione dietro la schiena.

<< Cosa deve dire il padrone a Kreacher e cosa nasconde?>> chiese l’elfo insospettito dal comportamento di Harry e avvicinandosi con il suo grande naso a forma di grugno.

<< Ti stavo solo cercando…tutto qui….e ora torna ad Hogwarts, è lì il tuo posto>> gli ordinò il ragazzo assumendo un tono di voce più duro.

<< Come il padrone desidera>> rispose l’elfo con un profondo inchino. << Sporco ladro, traditore bastardo, sudicio…>>.

<< Fa come ti ho detto!>> disse di nuovo Harry alzando la voce.

<< Kreacher sa cos’ha in mano il padrone, il padrone non dovrebbe toccare gli oggetti cari alla famiglia Black>> continuò l’elfo imperterrito.

<< Cerca di rispettare ciò che ti ho detto, rimani ad Hogwarts e tieni la bocca chiusa>> disse Harry impaziente.

Kreacher rimase a guardarlo per qualche secondo con sguardo furioso, prima di smaterializzarsi con un sonoro botto.

Il ragazzo tornò a fissare il tanto agognato medaglione. “È lui ne sono sicuro”.

Corse in salotto per annunciare la notizia a Ron ed Hermione e li trovò ancora addormentati.

<< Svegliatevi!>> gridò Harry smanioso. << Guardate cos’ho trovato!>>.

Hemione fu la prima ad aprire gli occhi, ma non si rese subito conto di cosa Harry avesse in mano.

<< Che cos’è?>> chiese con voce ancora assopita.

<< L’Horcrux! Il medaglione, quello autentico!>> rispose Harry esaltato.

La ragazza prese in mano l’oggetto è l’osservò per alcuni secondi prima di restituirlo ad Harry.

<< Sei sicuro che sia quello vero?>> chiese lei, ora del tutto sveglia. << Potrebbero essere migliaia i medaglioni che recano una “S” incisa, dopotutto non è una cosa molto rara, soprattutto se pensi a chi abitava qui un tempo >>.

<< Sicuro al cento per cento>> assicurò Harry del tutto convinto.

L’aveva visto una sola volta e per di più in un ricordo, ma la forma sinuosa della “S” e l’incisione, sul retro, di un piccolo serpente avvolto su se stesso, lo convinse pienamente.

Ron mugugnò stiracchiandosi e si alzò sui gomiti per vedere cos’era quel trambusto che lo aveva svegliato.<< Che cosa avete da gridare?>> chiese indispettito.

<< Ron! Harry ha trovato l’Horcrux! Qui! In questa casa!>> disse Hermione scuotendolo.

<< Davvero?>> disse Ron incredulo, spalancando gli occhi. << Ma come…insomma dove diavolo lo hai preso?>>.

<< Kreacher>> fu la risposta di Harry. << Lo teneva al “sicuro” tra i tesori nella sua topaia, ma ancora non riesco a capire come sia arrivato nelle sue mani….>>.

<< Aspetta!>> disse Ron colto da un’illuminazione improvvisa. << Mamma lo aveva preso da una mensola proprio in questo salotto durante le pulizie di due anni fa ricordi?>>.

<< Ehmmmmm…temo proprio di no>> rispose Harry tentando di sforzare il suo cervello a ingranare una marcia in più.

<< Sì, lo aveva gettato nella spazzatura…e…e poi deve averlo preso l’elfo, con la sua mania di conservare ogni sorta di oggetto appartenuto alla sua padrona>> continuò Ron con la sua teoria.

<< Dev’essere come dici tu…>> disse Harry riflettendo. << Ma c’è qualcosa che non torna…come faceva ad essere in questa casa?>>.

<< R.A.B>> mormorò Hrmione con voce persa.

<< Cosa?>> chiese Harry confuso.

<< Ma certo….>> si limitò a dire la ragazza scendendo dal divano e avvicinandosi all’arazzo con l’albero genealogico dei Black.

Hemione cominciò a scorrere l’indice sui nomi e lentamente un vago sorriso cominciò ad aprirsi sul suo volto.

<< R.A.B>> disse di nuovo voltandosi.

<< Quelle lettere non hanno un significato Hermione>> disse Harry ricordando il falso medaglione che teneva nel baule e che odiava con tutto il suo cuore.

<< Oh, Harry, ma non capisci?>> chiese lei indicando un nome sull’arazzo.<< R.A.B. sono le iniziali di Regulus Alphard Black>>.

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<< Il fratello di Sirius?>> chiese Harry sorpreso e incredulo.

<< Sì, proprio lui>> rispose Hemione tornando a sedere.

<< Ma…insomma…come possiamo esserne sicuri?>> disse Ron scuotendo la testa.

<< Beh, innanzitutto la “R” di Regulus e la “B” di Black ci sono, e poi….>>.

<< E la “A”? Dove l’hai trovata? Nel vuoto?>> chiese Ron testardo.

<< La “A” deve essere il suo secondo nome,Alphard, ereditato da suo zio>> rispose Hermione con convinzione.

Harry non sapeva più a cosa credere, ma immaginava che le supposizioni di Hermione trovassero un giusto fondamento, dopotutto la ragazza non si era mai sbagliata su nulla e alla fine, nei suoi discorsi teorici, c’era sempre un fondo di verità.

<< Questo spiega anche il motivo per cui nella lettera all’interno del falso Horcrux ci fosse scritto “Al Signore Oscuro”…solo i sui seguaci lo chiamano così e Regulus era un Mangiamorte>>.

<< Già, anche questo può essere vero>> mormorò Hemione pensierosa.

<< Ma andiamo! Tutto questo mi sembra ridicolo!>> sbottò Ron contrariato.

<< Beh, può esserlo, come non può>> disse Harry annuendo. << Ma resta il fatto che per recuperare l’Horcrux deve essere stato aiutato da un’altra persona….mi chiedo da chi…..>>.

Ron sbuffò, mentre Hemione alzò le spalle. << E come può aver scoperto il segreto di Tu Sai Chi?>>.

<< Credo che a queste domande non troveremo mai risposta>> ammise Harry.

<< Beh, aprilo no? Che cosa aspetti?>> gli disse Ron indicando il medaglione.

<< Potrebbe essere pericoloso, non so con precisione cosa sia un Horcrux, insomma nella forma in cui si rivelerà>> disse Harry guardando cupo la sua immagine riflessa nel metallo.

<< Non sei da solo>> disse Ron. << Ci siamo qui noi ad aiutarti, aprilo>>.

Harry esitò un istante prima di serrare entrambe le mani sull’attaccatura dove l’oggetto si divideva in due parti. Fece scorrere un dito sulla fessura e premette, ma quello rimase fermo e non si spostò neanche di un millimetro.

<< Non si apre?>> chiese Hermione avvicinando lo sguardo per osservarlo più da vicino.

<< E come se fosse incastrato>> Disse Harry facendo ancora più pressione ma invano.

<< Fa provare me>> disse Ron tendendo la mano.

Anche lui non ebbe successo e quando lo riconsegnò ad Harry, aveva una vena pulsante in testa per lo sforzo ed era diventato lo stesso colore dei suoi capelli.

<< Immagino che ci voglia qualche sorta di incantesimo per aprirlo>> rifletté Harry ad alta voce. << Relascio>> disse puntando la bacchetta sull’oggetto, ma anche in quel caso non accadde nulla.

Dopo innumerevoli sforzi e incantesimi i tre si gettarono sul divano esausti.

<< Non riesco a capire…>> disse Harry deluso.

<< A chi lo dici>> ammise Ron con gli occhi chiusi.

<< Insomma, deve esistere un modo per aprirlo, dobbiamo trovarlo!>> esclamò Hermione inviperita.

<< Ok, chiamatemi quando lo avrete trovato d’accordo?>> disse Ron poggiando comodamente la testa sul cuscino.

<< Non è il momento di scherzare>> lo ammonì la ragazza in tono severo.<< Stiamo parlando di una cosa seria>>.

<< Dobbiamo sparire da questa casa>> disse Harry ricordandosi le parole del professor Lupin.

<< Che bello, ritornare alla Tana è un’ottima…>> cominciò Ron.

<< No, almeno per il momento devo..., ok “dobbiamo”…>> si corresse Harry ad uno sguardo furioso di Hemione. << Ricercare più informazioni possibili a proposito degli Horcrux >>.

<< E dove esattamente?>> mormorò Ron nel dormiveglia.

<< Ho una mezza idea>> si limitò a rispondere Harry stringendo in una mano il medaglione, l’oggetto che era stato una delle cause del suo dolore.

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