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Autore: Astrid Leda    27/06/2012    1 recensioni
"Ricordo quando passavo ore a guardare le stelle, e quando ricambiavo lo sguardo alla luna. Ho trascorso l'infanzia a fantasticare sul mio futuro scrutando quelle luci lontane che mi tenevano compagnia con la loro luce fredda ma tanto familiare. Vedevo un domani e altri domani al seguito sperando in un avvenire migliore. Ero solo una ragazzina quando capii quanto mi sbagliassi.
Ormai non guardo più le stelle da molto tempo. Non vedo un domani, ma un probabile oggi. Tuttavia, finché sarò in vita, farò del mio meglio per togliere il futuro a chi lo considera un fatto scontato. Nessuno vive per sempre...nessuno..."
Genere: Azione, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jillian camminava per le strade di Tanit assorta nei suoi pensieri. Osservava la gente che le passava vicino. Rimaneva spesso stupita dall'enorme noncuranza dei suoi concittadini, come se di giorno ci fosse una città del tutto diversa da quella della notte. Si insinuava con passo leggero tra la folla: il giubbotto di pelle aperto, le mani in tasca, la testa bassa e la lunga frangia sugli occhi. A volte si voltava leggermente per osservare per un attimo degli esempi di gioia di vita, come dei bambini che giocavano o delle coppie che si abbracciavano. Stupidi, pensava. Sono tutti un branco di stupidi idioti. Perché continuano a fingere di non sapere niente? Stanno morendo tutti lentamente, e l'unica cosa che sono in grado di fare è aspettare la fine senza obbiettare. E dovrei salvarli io? Gli ho già regalato cinque anni della mia vita, il mio futuro, i miei ideali, la mia anima. Che ci pensi qualcun'altro. Sono stanca di sporcarmi le mani. Non è più un mio problema. Ho altro a cui pensare ora, devo salvare ciò che resta di me stessa...Non è più un mio problema.
Si diresse al centro della parte più nuova della città. Dopo alcuni isolati sempre più deserti, svoltò in un vicolo apparentemente senza uscita. Con tutta tranquillità appoggiò la schiena al muro e dopo aver fatto un sospiro profondo bussò: diede due colpi rapidi, un colpo più forte e due colpi rapidi; i colpi emettevano un suono metallico. Poco dopo la parte di muro a fianco a lei si rivelò essere una porta che si aprì rapidamente. Con altrettanta rapidità Jillian scivolò dentro, dopodiché la porta si richiuse immediatamente con un rumore sordo. Si spostò per le stanze con disinvoltura, fino ad arrivare al laboratorio, dove un uomo sulla trentina con una scura capigliatura arruffata stava trafficando con un computer. Jillian lo osservò per un paio di secondi poi, senza staccargli gli occhi di dosso, chiuse la porta della stanza facendola sbattere violentemente. Dominic alzò gli occhi e vide la donna che lo fissava con aria palesemente seccata. 
-Jill!- le disse con aria sorpresa -Che succede?-
-Glielo hai detto tu non è vero?- lo accusò Jillian avanzando verso di lui -Hai detto tu a Len dov'ero, non è così?-
-E' stato lui a trovarti, io non c'entro nulla- le rispose tornando al suo lavoro -e quando mi ha chiesto se potevi essere nella zona di Sunset Street non ho obbiettato-
-Non posso crederci!- sbottò Jill stizzita -Mi avevi promesso che non avresti rivelato a nessuno dove fossi!-
-Ed è quello che ho fatto- ribattè Dominic allontanadosi nuovamente dal suo computer -E' un anno che imbottisco gli altri di cazzate per pararti il culo. Lo sapevi che ti stavano cercando, e che presto o tardi ti avrebbero trovato. Che pretendi? Sei sparita da un giorno all'altro! E io sono stanco di tutti questi segreti. Hai già il mio aiuto per cose più importanti, ma per questa storia cavatela da sola.-
-Ascolta Dominic- Jillian si avvicinò appoggiandosi alla scrivania -so che mi hai aiutato molto e te ne sarò grata in eterno, ma non puoi chiedermi di affrontare il vecchio gruppo, è una cosa che non posso e non voglio fare-
-Non è un mio problema- tagliò corto l'uomo -secondo me dovresti tornare e smetterla di far finta che non te ne frega niente, perché entrambi sappiamo che è una grandissima cazzata. Tieni- le porse una piccola borsa -ho aumentato un po' la dose, come mi hai chiesto-
Jillian prese la borsa, la guardò per un attimo poi disse: -Perché dovrei tornare?-
-Perché è la tua natura Jill- gli rispose l'amico -non è da te startene con le mani in mano mentre il mondo sta finendo-

Jillian stava tornado verso il Prima Lux con le parole di Dominic che gli rimbombavano nella testa, quando si accorse che la luce se ne stava andando rapidamente. Alzò gli occhi al cielo e vide un'eclissi. Appena l'oscurità avvolse le strade un terriblie presentimento la trafisse. Una sagoma le sfrecciò a fianco e si avventò su una bambina a due metri da lei e cercò di trascinarla via. Jillian scattò d'impulso. Con un balzo raggiunse la creatura e la divise dalla bambina. La creatura le mosrtò i denti affilati e gli occhi di ghiaccio, aveva le fattezze di un ragazzo piuttosto giovane. Si gettò di nuovo verso la bambina ma Jill lo afferrò per la caviglia mentre era in aria e lo scaraventò a terra. Il vampiroo allora crecò di contrattaccare sferrandole un calcio che la fece cadere a terra, dopodiché si avvicinò per sferrarle il colpo di grazia. Jill aspettò che fosse abbastanza vicino, poi lo tirò a sè facendogli perdere l'equilibrio e con una capriola si ritrovò sopra di lui. Non gli diede il tempo di reagire che estrasse la pistola e gli sparò in piena fronte. Il poco sangue che la creatura aveva in corpo le macchiò la maglietta bianca.
Si diede uno sguardo intorno: l'oscurità avvolgeva ogni cosa, e questo non andava affatto bene. Le cose stavano peggiorando. Ripensò nuovamente alle parole di Dominic. 
Ha ragione, non posso più restare a guardare senza far nulla.

Il giorno era stato inghiottito dal buio e sembrava non lasciarlo andare. Quella notte diurna cancellò in un attimo quel poco di normalità che era rimasta nelle vite dei comuni mortali.
Jillian si diresse in tutta fretta verso casa, sempre più preoccupata dal fatto che la luce tardava a tornare. Raggiunse il Prima Lux, attraversò il locale sbattendo la porta, salì le scale a due a due e si diresse verso la sua camera. Digitò il codice a sei cifre sulla tastiera vicino al suo armadio. Lo sportello blindato si aprì lentamente. Jill prese un caricatore per la sua arma, poi ne prese un' altra a se le fissò bene entrambe alla cintura. Prima di andarsene la sua attenzione fu catturata per un momento dalla spada riposta sopra la mensola dall'altra parte della stanza, ricacciò l'oscuro e triste pensiero che le attraversò la mente e corse via.
Non passò molto tempo all'arrivo della donna nel punto di ritrovo del suo vecchio gruppo.
Rimasero tutti di sasso nel vederla irrompere nella stanza con passo svelto e deciso. Aveva ancora i vestiti sporchi del sangue del vampiro che aveva ucciso poco prima.
Len non credeva ai suoi occhi nel vedere Jillian dirigersi dritta verso di lui, armata, sporca di sangue e con aria decisamente seccata. Era felice di vederla, ma guardandola in faccia aveva come l'impressione che gli avrebbe sparato da un momento all'altro.
-Mi volevate?- tuonò Jillian -Ebbene eccomi! Si può sapere cosa diavolo è successo?-
Nessuno rispose, erano ancora tutti impietriti dalla brusca ricomparsa della compagna dopo più di un anno di assenza.
-Dunque?- insistette ancora. Len le lanciò il suo caratteristico mezzo sorriso, divertito dalle stranezze del carattere della vecchia amica: -A quanto pare c'è un'eclissi-
-Ma pensa un po'! Non me n'ero accorta!- ribatté ironicamente Jill -Passi subito a spiegare o devo subirmi ancora la tua faccia compiaciuta?-
Len la invitò a mettersi seduta e a placare il suo istinto omicida. La ragazza non molto contenta si sedette su una sedia vicina. L'amico le passò accanto sussurrandole che riguardava il motivo per cui passò da lei pochi giorni prima, poi si appoggiò ad una scrivania non lontana ed iniziò ad esporre la situazione: -Pochi giorni fa siamo venuti a conoscenza dei piani della casata dei Teper. A quanto sembra questa eclissi coincide con una qualche loro ricorrenza durante la quale dovranno svolgere un qualche rito particolare, tuttavia non siamo riusciti a scoprire il motivo di questo rito. La cosa più strana è che gli immortali, dopo dieci lunghi anni, sono nuovamente usciti allo scoperto, la domanda è: perché proprio ora?-
-Che intendi dire con "usciti allo scoperto"?- domandò un ragazzo seduto in fondo.
-Intendo dire che l'altra notte ho trovato un vampiro maciullato, non da noi, ma i segni avevano l'inconfondibile firma degli Athanatos-
Jill ebbe un sussulto insieme a tutti gli altri. 
Gli Athanatos, l'antica casta degli immortali che da secoli vegliavano su Tanit come silenziosi guardiani, da tempo immemorabile in guerra con i vampiri per l'egemonia del territorio. Coloro che sparirono nel nulla dopo aver giurato di vegliare sugli umani, lasciandoli invece in pasto ai predatori non-morti.
Len continuò dicendo che è molto probabile che gli immortali fossero già a conoscenza dell'eclissi.
Certo. Pensò Jillian tra sé e sé. Gli immortali sanno sempre ogni cosa. Sono sempre al corrente di tutto. E restano fermi ad osservare il mondo che muore lentamente.
All'improvviso a Jill tornarono in mente ricordi di un passato non lontano. Si guardò intorno e vide tutti i suoi vecchi compagni di disavventure. Ripensò a poco più di tre anni prima, quando crearono la loro squadra per difendere la città dalle stragi sempre più frequenti dei non-morti, o vampiri, come gli piace farsi chiamare. Dopo che gli immortali si erano ritirati nelle loro oscure dimore, negando la protezione che avevano promesso agli esseri umani, Jill, Len e i loro compagni divennero l'unica possiblità per i gli abitanti mortali di Tanit. In pochissimo tempo diventarono sempre più numerosi ed organizzati, sotto la guida di Jeff Arker, un giovane che riuscì a guadagnarsi la stima di tutti coloro che condividevano la loro stessa causa. Ora la sua figura non era altro che una dolce ombra nei ricordi di Jill.
Ma ora non è tempo di perdersi in stupidi ricordi, il buio si è impossessato della città, e ciò vuol dire il via libera per le creature della notte. Se l'eclissi non finirà al più presto, neanche l'esercito più letale al mondo potrebbe impedire a quei mostri di ridurre la gente di Tanit in tanta carne da macello. Jill ascoltava le parole di Len, ed era sempre più consapevole di dover accantonare i fantasmi del passato e passare all'azione, finché era ancora in tempo.

  
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