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Autore: Audrey Shadows    27/06/2012    1 recensioni
Aveva appena mandato a puttane la missione più "importante" della sua vita. E per importante intendeva l'omicidio.
Era una sicaria della miglior qualità, il suo "capo" l'aveva scelta per questo ruolo così importante ed estremamente difficile. L'incarico consisteva nel trovare un uomo, meglio noto come Thomas Kaulitz-Trumper, insinuarsi nella sua vita, rubare il prototipo di un programma informatico d'elevato livello e poi uccidere il suo creatore.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Con questo scritto l'autrice non vuole in alcun modo rappresentare la realtà. I Tokio Hotel non mi appartengono. Ogni è evento descritto è puramente frutto di fantasia

Die Sturm

 

Il sapore dolciastro/ferroso del sangue le invase le papille gustative e l'olfatto.
La luna la illuminava fievolmente, e ancora più fievolmente illuminava il viso del suo aggressore.
-qu'est-ce que tu pensait de faire?- le chiese con un francese maccheronico.
rimase immobile, incassando i colpi e pregando che la smettesse e la lasciasse morire in pace.
Qualcuno la esaudì: sentì le sirene della polizia in lontananza, e il suo aggressore le si scostò di dosso e scappò.
Riuscì quasi a sorridere.
Di quello che successe dopo non ricorda molto, solo che si svegliò in una stanza ben illuminata, bianca e spaziosa.
-ma che cavolo ...- ma non riuscì a muovere un muscolo, un dolore lancinante alle costole le costrinse a distendersi nuvamente.
"diamine" pensò "dove cazzo sono?" si guardò ancora intorno, ma oltre a constatare che quella stanza era davvero spoglia, non notò nulla che potesse aiutarla a capire dove fosse.
Non era un'ospedale. la sua stanza non aveva nessuna sottospecie di finestra interna con tendine in pseudo palstica.
Nulla del nulla più assoluto. Ora che ci faceva caso non era nemmeno attaccata a macchinari. Tirò un sospiro di sollievo; almeno non era in un ospedale dove una certa persona poteva rintracciarla.
Aveva appena mandato a puttane la missione più "importante" della sua vita. E per importante intendeva l'omicidio.
Era una sicaria della miglior qualità, il suo "capo" l'aveva scelta per questo ruolo così importante ed estremamente difficile. L'incarico consisteva nel trovare un uomo, meglio noto come Thomas Kaulitz-Trumper, insinuarsi nella sua vita, rubare il prototipo di un programma informatico d'elevato livello e poi uccidere il suo creatore.
Nonostante il dolore atroce doveva alzarsi e continuare la sua missione. Lei era Chantal "le squal" Lyon. La chiavano lo squalo perchè non si fermava davanti a nulla, era determinata e fiutava l'odore della sua preda a metri di distanza.
Chantal non era sempre stata così. Chantal era cresciuta a Lille, con i proprio genitori, fino all'età di 12 anni quando il suo futuro capo sterminò la sua famiglia.
Successivamente venne a sapere che suo padre aveva chiesto prestiti a persone poco raccomandabili e per questo aveva pagato.
Un modo carino per dire che non aveva rispettato i patti con Sloan.
Sloan l'aveva risparmiata e l'aveva presa sotto la sua ala protettrice; chissà cosa aveva visto in lei, quale potenziale.
Chantal ora aveva 24 anni, era alta, filiforme, capelli color ebano, pelle bianca come la neve e labbra rosso vermiglio.
Una Biancaneve del XXI secolo, insomma.
Si alzò da quel letto e raggiunse a fatica l'unica porta in quella stanza; tirò la maniglia e senza scricchilare si aprì.
Con estrema cautela uscì e si ritrovò in un lungo corridoio costellato da porte. L'avevano salvata, ma ciò non significava che fosse al sicuro.
Con il maggior silenzio possibile, senza gemere per i dolori che si aggiungevano alle costole, percorse il corridoio.
Tutto era avvolto da un silenzio soffocante; Chantal avrebbe voluto urlare per spezzarlo, ma era una mossa decisamente stupida.
Si affrettò, per quanto le fosse possibile,  e si ritrovò difronte ad una scala che teerminava in un portone molto grande, in mogano.
Scese velocemente gli scalini, maledicendo il dolore e uscì da quella casa.
Percorse la stradina in ghiaia  posta al centro del giardino, che in contrasto con la casa, era ben curato e pieno di fiori.
Non si voltò indietro, e non si accorse di qualcuno che la guardava uscire.
Sloan guardava Chantal allontanarsi dalla casa. Era una delle case sicure di Sloan.
Aveva trovato  Chantal la sera prima, agonizzante a quanche strada di distanza; era stupito, Chantal non si faceva mettere facilmente a KO. L'aggressore doveva essere stato veramente enorme.
L'aveva presa in braccio e l'aveva portata nella casa; l'aveva medicata e poi l'aveva lasciata sola. E ora la guardava andare via.
 
Chantal percorse le strade che la separavano da casa sua, cercando di controllare il dolore che le faceva venire il sangue al cervello, sentiva un fastidioso ronzio ai timpani. Doveva assolutamente arrivare a casa e stendersi; aveva anche assolutamente bisogno di un medico, ma l'opzione "ospedale" l'aveva lasciata perdere a priori.
Viveva come una clandestina ormai da 6 anni, districandosi tra come cambiare nome al presentarsi della necessità e a come fuggire in un modo veloce.
Dei problemi che aveva ne aveva risolti la maggior parte, ora doveva concentrarsi solamente nella sua missione.
Percorse l'ultimo isolato correndo, sentendosi il petto perforato da milioni di spade, finchè esausta si fermò davanti al portone del palazzo disabitato dove lei viveva.
Era un casermone grigio poco distante dal centro di Montréal, che doveva essere abbattuto anni addietro, ma fortunatamente qualche intoppo di scartoffie ne aveva ritardato la distruzione e lei ne ricavò una dimora perfetta.
Spinse il portone, facendo appello a tutte le sue forze e poi lo richiuse dietro di sé una volta entrata.
Salì le scale fino al 3 piano ed entrò nell'internò 4.
Finalmente era a casa.
 
Thomas (Tom) Kaulitz-Trumper era un ragazzo di 27 anni, che dalla vita aveva ricevuto molto.
La fortuna non gli aveva sorriso fino a quando, nel 2005, venne scoperto, insieme al fratello gemello Wilhelm (detto Bill), da un gruppetto di produttori tedeschi, quali Peter Hoffmann, David Jost, Pat Benzer.
Insieme al fratello e ai due amici Georg e Gustav avevano formato i Tokio Hotel, band di notevole successo, che gli aveva fatto riempire le tasche.
Avevano sfornato all'incirca 150/200 canzoni, per un complessivo di 6 album più le edizioni speciali.
Vi era sempre qualche attrito, ma nel complesso, la macchina denominata Tokio Hotel andava bene.
Ora, a 27 anni suonati, viveva in una bella villa a Holliwood con il  fratello. Aveva tutto ciò che un ragazzo potesse desiderare: una bella casa con piscina, ragazze, un fratello che lo adorava, una famiglia fantastica, amici veri ... l'unica cosa che mancava era probabilmente l'amore; ma di questo se ne preoccupava relativamente.
Era fermamente convinto che sarebbe arrivato ... prima o poi.
E a 27 anni suonati, aveva avuto la bella idea di creare un programma informatico per chitarre, dove si poteva mixare ... il tutto completamente free.
Sarebbe stato un boom, glielo aveva detto il suo manager; Tom Kaulitz non aspettava altro.
Il manager di Tom, e supervisore dell'intera faccenda era Erick Satze, un uomo sulla 50, capelli brizzolati e straordinario senso dell'umorismo.
Tom aveva preferito tenere divisi i due lavori (musicista e giovane "hacker" come si divertiva a definirsi) e di conseguenza anche i due manager: Erick per il computer, e David per la musica.
David in un primo tempo ne era stato deluso, ma poi pensandoci meglio aveva accettato le condizioni del ragazzo.
Quest'ultimo era all'oscuro del suo piano.
 
Chantal era stesa nel suo letto, se così può essere definito un materasso gettato a terra, con un cartone di succo all'ACE affianco. Doveva immettere zuccheri nell'organismo, e visto che per il momento non disponeva di contati, era costretta ad adeguarsi a quello che il convento offriva.
prese il suo computer e controllò i movimenti del suo soggetto.
Era riuscita ad immettersi nel sistema di sorveglianza di casa Kaulitz con molta facilità, e con ancora più facilità sarebbe riuscità ad entrare nella sua vita.
In quel preciso momento il ragazzo era appena entrato nello studio dove registrava; Chantal lo ascoltò. Era mesi che lo teneva sott'occhio, per imparare le sue abitudini, per conoscerlo, e entro poche settimane la missione sarebbe entrata nel vivo.
Sarebbe emigrata a Los Angeles, dove avrebbe risieduto in una villa a Holliwood, ovviamente pagata da Sloan.
Chantal, aveva potuto apprendere che era un ragazzo pragmatico e sincero; aveva uno strano modo di stare accanto alle persone: le osservava, cercava di comprenderle e poi aiutava, aiutava tanto.
Aveva un cuore grande, e questo rendeva il tutto maledettamente più difficile, come Chantal avrebbe scoperto in seguito.
Più che ascoltarlo, poteva solamente immaginare cosa stesse suonando, infatti per motivi di privacy, l'intero sistema di sorveglianza era privo di audio.
Tom restò più di un'ora dentro lo studio, strimpellando a volte la chitarre e altre volte il pianoforte a coda presente.
Quando uscì, Chantal diede un'ultima occhiata di dove fosse diretto poi spense il computer e cadde tra le braccia di morfeo.
   
 
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