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Autore: Dolcemaia    03/07/2003    0 recensioni
Dopo aver riletto questa fic mi sono resa conto che alcuni passi erano davvero un pò troppo incoerenti, perciò ho deciso di cambiarne alcune parti, sperando che vi piaccia più della prima versione!! Sostanzialmente non me la sono sentita di sconvolgere l'intera fic, perchè è stata la prima che abbia scritto e ho una specie di legame affettivo, ma spero che i cambiamenti che ho intenzione di apportare ve la rendano più interessate! Ciao!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5

 

Fu una lunga notte.

Squall, quasi in preda al panico, telefonò a Rinoa. Per la prima volta da quando stavano insieme, aveva avuto bisogno di chiamarla, fu come al solito telegrafico, ma sentirla parlare era l’unico modo per calmare la tempesta di sentimenti, che lo agitava terribilmente.

Nel frattempo Mairy si mise a letto, piuttosto perplessa, non riusciva a capire perché la sua rottura con Seifer gli fosse tanto indifferente, certo le dispiaceva, aveva amato quella testa dura, aveva anche sofferto per lui, ma per un soggetto così emotivo era insolita quella reazione quasi del tutto fredda e distaccata.

 

Il giorno seguente l’intera squadra fu convocata nell’ufficio del preside.

 

“Ragazzi ho letto il rapporto fatto dai capi - squadra e ho osservato in prima persona il vostro impegno e la vostra costanza negli allenamenti, perciò ho deciso di concedervi tre giorni di meritato riposo al mare!”

 

“Che bello! Io adoro il mare!” Disse entusiasta Selphie.

 

“Grazie signor preside…mare…sole…ragazze in costume…” Irvine stava già sognando ad occhi aperti di stare lì quando una sonora pacca di Selphie lo riportò alla realtà.

 

“Non preoccuparti Selphie, il posto dove andrete è una piccola isoletta dove non verrà a scovarvi nessuno!” La rassicurò Cid, ridendo per la comica scena a cui aveva assistito.

 

“Vuol dire che saremo soli? E come faremo per il cibo, preside?”

 

“Non preoccuparti Quistis, troverete tutto quello di cui avrete bisogno già lì!”

 

“Da capo - squadra potrei farle una domanda piuttosto seria?” Il tono di Mairy era freddo e rigido, tutti temevano che volesse far annullare la vacanza…

 

“Chiedi pure!”

 

“Quando si parte?” Disse ridendo, voleva fare un bello scherzetto e ci era riuscita, gli altri c’erano caduti con tutte le scarpe.

 

“Se non avete problemi, domani mattina!”

 

“Tutti d’accordo?” Chiese Selphie.

 

“Si!” Risposero tutti insieme. Tutti eccetto Squall e questo a Mairy non sfuggì.

 

Quando uscirono dall’ufficio del preside i ragazzi erano eccitati e si affrettarono per andare a preparare le valigie. Andando verso i dormitori Mairy si avvicinò a Squall.

 

“Che c’è che non va? E’ per Rinoa? Se non vuoi partire rimaniamo qui non è un problema!”

 

“Odio il mare, odio il sole e la compagnia imposta.” Le rispose con tono duro. Che potesse non apprezzare la compagnia, era vagamente comprensibile, ma che addirittura non volesse godersi una meritata vacanza, in un posto stupendo era davvero troppo strano, persino per uno come Squall.

 

“Non è poi così grave, si tratta solo di tre giorni passeranno più in fretta di quanto tu creda e poi vedrai ci divertiremo!”

 

“Chi ti ha detto che ho voglia di divertirmi?”

 

“Ahi, sta tornando lo Squall rompiscatole e asociale di qualche settimana fa!! Mettiamola in questi termini: fallo per i ragazzi, si sono impegnati molto si meritano una piccola vacanza o se proprio non ti va fallo per me, ok?”

 

“C'è una qualche vaga possibilità che io possa evitarlo?” Domandò con aria più distesa e tranquilla.

 

“No!” Gli rispose con un gran sorriso.

 

L’indomani arrivò presto. Erano tutti pronti, stranamente però le valigie delle ragazze erano stracolme, sembravano stessero per scoppiare, ma per fortuna non successe. Il viaggio non fu molto lungo, più o meno 3 - 4 ore in cui non fecero altro che dormire.

L’isola era stupenda, il cielo azzurro, il mare cristallino, la sabbia praticamente bianca con qualche conchiglia colorata qua e là. Dovevano alloggiare in una casa, che in realtà, scoprirono essere una villa mastodontica, con una e più stanze, addirittura per ognuno di loro.

La villa aveva anche un giardino, una stupenda vista sul mare, una piccola veranda con il dondolo e persino sauna e idromassaggio.

 

“E’ stupenda! Vi prego lasciatemi qui, quando andrete via!” Disse Zell sbalordito.

 

“Non pensare già alla partenza! Ora siamo qui, quindi divertiamoci!” Mairy forse era la più eccitata di tutti e detto ciò corse al piano superiore con l’intento di accaparrarsi la stanza migliore.

 

“Bhè sono contento che almeno uno dei nostri capi - squadra, abbia tutta questa vitalità, eh Squall?”

 

“Irvine… sparati!”

 

“Mi dispiace Irvine ma hai fatto un grosso errore!! Non perché hai preso in giro Squall quello fallo pure senza troppi complimenti! Da quando siamo saliti su quest’isola non esistono più né capi - squadra, né SeeD, né guerrieri di ogni genere! Ci sono solo: Irvine, Selphie, Zell, Squall, Quistis e Mairy e nessun altro! Sono stata chiara?”

 

“Brava Mairy! Comunque non vale che tu abbia preso la stanza migliore!”

 

“Selphie chi ultimo arriva male alloggia! Comunque per dimostrarti la mia bontà ti aspetterò per andare in spiaggia, quindi tutti gli altri se hanno intenzione di venire con noi si sbrighino!”

 

Oltre Mairy e Selphie, in un batter d’occhio furono tutti pronti, nonostante la vergogna di mostrarsi ai proprio compagni di squadra, abituati alle uniformi, in costume da bagno.

 

“Allora andiamo? Squall?? Dove sei?”

 

“Dai Selphie, andate pure, vado io su in camera a chiamarlo!”

 

“Sicura??”

 

“Siete ancora qui!”

 

Mairy salì di sopra e trovando la porta aperta, entrò nella stanza di Squall. Era steso sul letto, con ancora indosso il suo giubbotto di pelle, nonostante il calore, con le mani incrociate dietro la testa e lo sguardo fisso sul soffitto. La ragazza non voleva essere troppo invadente, piombando così nella sua privacy e permettendosi di dirgli come comportarsi, ma sapeva che era un tipo che non si sarebbe sciolto facilmente e magari di quella vacanza non ne avrebbe goduto che proprio gli ultimi istanti, perciò si decise ad entrare e farlo muovere da quella stanza, con ogni mezzo.

 

“Squall, dormi?” Disse quasi sottovoce.

 

“No.”

 

“Perché non vieni in spiaggia? Dai ci divertiamo!”

 

“Non mi va, sono stanco!”

 

“Vorrà dire che rimarrò qui a farti compagnia!”

 

“No, ti prego sarebbe una tortura peggiore del carcere!” Le disse, scherzando e accennando un piccolo sorriso. Da quando l’aveva conosciuta, non riusciva più a mantenere il suo consueto atteggiamento freddo per più di dieci minuti.

 

“Se la metti in questi termini, ti faccio vedere io qual’è la vera tortura!!” Detto ciò iniziò a fargli il solletico, per fermarla lo fece anche lui, ma non smisero prima di essere caduti per terra stremati dalla lotta e dal ridere, così Squall dovette arrendersi e la seguì in spiaggia.

Non era da lui cedere dopo così poco, ma in fondo non sarebbe stata la fine del mondo sopportare lei e gli altri per un pò di tempo.

 

Il mare era bellissimo e Irvine, Zell e Quistis erano appena tornati da un lungo bagno, mentre Selphie era ancora tranquillamente in ammollo. Appena arrivati, i tre ragazzi non poterono fare a meno di spalancare gli occhi, mentre Mairy si sfilava il vestitino che indossava, rimanendo in costume.

 

“Hai capito la capo - squadra che fisico che nasconde!” Disse Irvine, spalleggiato da Zell.

 

“A parte che io non ho ma nascosto niente, se non la smettete vi suono come delle campane la notte di Natale! E comunque si vede che non avete mai visto le uniformi femminili dei SeeD Aureus!”

 

(Non ha mica tutti i torti, però Irvine!)

 

“… Squall…Squall… sveglia!! Ma ci sei?” Disse Quistis infastidita dall’attenzione che il ragazzo stava rivolgendo a Mairy.

 

“Dai, Squall, andiamo a fare il bagno, prima che Selphie esca?”

 

“Si, aspetta un attimo!” Nel preciso attimo in cui lo diceva, rimase in costume da bagno e stavolta furono le ragazze a restare senza fiato, mentre Irvine e Zell si rodevano dall’invidia.

 

“Avete preso in giro me e allora lui? Dove li teneva nascosti tutti questi muscoli? Vabbè comunque sia ora andiamo a farci questo benedetto bagno!”

 

Le giornate trascorsero tranquille, i ragazzi erano molto più rilassati e socievoli, giocavano, ridevano, scherzavano, prendevano il sole e la sera parlavano fino a tarda notte. Anche Squall si intratteneva più a lungo a parlare con loro, si stava divertendo, si era sciolto molto. Ciò che però a lui piaceva di più erano le lunghe passeggiate in riva al mare con Mairy, in cui parlavano di tutto e di niente.

Ormai erano diventati piuttosto intimi, nonostante le loro differenze caratteriali, andavano molto d’accordo e gli altri non si stupivano che passassero tanto tempo assieme.

 

Inevitabilmente, come tutte le cose belle, anche la vacanza terminò, perciò decisero di passare tutta la serata in spiaggia.

Mentre tutti erano seduti sulla sabbia intenti a cantare tutto ciò che Irvine era capace di suonare alla chitarra, Mairy, scherzando, con una scusa banale prese la catenina di Squall, il quale, stando al suo gioco, cominciò a rincorrerla.

Corsero per molto, fino a quando lui non la raggiunse e non si sa come, né perché, caddero sul bagnasciuga, praticamente abbracciati e inzuppati.

Le loro labbra erano così vicine e allo stesso tempo così lontane. Era quello che volevano entrambi, riuscivano a leggerselo a vicenda negli occhi. Squall avvicinò la sua bocca a quella di lei, incurante delle onde del mare che continuavano a bagnare i loro corpi. Si avvicinava sempre di più, sempre di più, senza mai smettere di guardarla negli occhi...

 

“No, Squall!” Gridò la ragazza liberandosi dall’abbraccio. Per fortuna gli altri erano troppo lontani per ascoltarla.

 

“Perché? Lo volevi anche tu!”

 

“Si, che lo volevo, ma non possiamo! Se io non fossi io e tu non fossi tu, sarebbe stato diverso!”

 

“Non ci saremmo mai incontrati!”

 

“Squall tu hai Rinoa! E’ già difficile combattere contro quello che provo io, non posso farlo anche contro di te! Hai pensato al dolore che proverebbe quella povera ragazza! Sii razionale!”

 

“No, non puoi chiedermi di farlo! Hai distrutto una dopo l’altra ogni mia difesa, mi hai fatto provare sentimenti sconosciuti e adesso mi chiedi di reprimere tutto! Non sarò razionale, ho passato 17 anni della mia vita ad esserlo!”

Squall era fuori di sé, ce l’aveva con Mairy, ce l’aveva con il mondo che gli dava un affetto per toglierglielo subito dopo, ce l’aveva con Rinoa che in quel momento gli sembrava solo un ostacolo.

 

“Squall… mi dispiace…” Mairy stava singhiozzando come forse non aveva mai fatto, sapeva di aver perso l’amore della sua vita per rispetto ad una ragazza che nemmeno conosceva, ma non avrebbe potuto fare diversamente.

 

“Non capisco, ti giuro che non capisco! Ma perché questo masochismo da parte tua, perché? ”

 

“Perché Seifer ti farebbe a pezzi!! Preferirei sapere che sei felice con un’altra, che pensare di vivere nel cotinuo timore che vi possiate battere ancora, il tutto coronato dal senso di colpa nei confronti della tua attuale ragazza! Preferisco lasciarti ora che non c’è niente, che perdermi tra le tue braccia e domani non averti più accanto a me! Non senti la mancanza di ciò che non hai mai avuto!”

 

“Hai ragione tu, mi sono fatto prendere dalla situazione, dal tramonto, dal momento particolare! Rinoa è l’unica per me, stavo per commettere l’errore più grosso che avessi potuto mai fare nella mia vita! Tu non vali nemmeno la metà di lei! E’ dolce, bella, delicata e forte allo stesso tempo, la sua purezza non ha nulla a che fare con il tuo opportunismo e la tua superficialità! Che grosso abbaglio ho preso!” Le disse con tutta la rabbia e il furore che aveva in corpo.

 

Le lacrime, scendevano a fiumi dagli occhi della ragazza e Squall non sopportava di vederla piangere, avrebbe tanto voluto prenderla tra le braccia e dirle < Piccola, mi dispiace, mi sono sentito ferito dal tuo rifiuto e ho detto tutte quelle cattiverie, ma credimi non le ho mia pensate sul serio!>, ma il suo orgoglio lo spinse ad andar via e così fece.

Mairy aspettò quasi un’ora, tutta bagnata lì dove lui l’aveva lasciata, sperando di trovare la forza per affrontarlo con indifferenza la prossima volta che lo avrebbe avuto davanti. La lotta contro i propri sentimenti e il modo in cui l’aveva lasciata Squall, le avevano lasciato un vuoto incolmabile dentro.

Quando rientrò, lui udì distintamente ogni suo passo, ogni suo respiro, avrebbe voluto asciugare e coccolare quel pulcino infreddolito, ma non poteva e soprattutto non voleva rendersi ridicolo rimangiandosi tutti gli improperi che le aveva rivolto.

Capitolo 6

 

Anche se nessuno dei due avrebbe voluto, la notte finì. Il suono della sveglia intristì un po’ tutti, per Zell, Quistis, Selphie e Irvine segnava la fine della vacanza e per Squall e Mairy significava dover affrontare l’uno, lo sguardo dell’altro, dopo quello che era accaduto la sera prima.

I bagagli erano pronti ed erano tutti giù ad aspettare i due. Quando finalmente furono pronti, gli altri si accorsero subito che c’era qualcosa che non andava. Squall aveva di nuovo la sua espressione dura e impenetrabile e Mairy era stranamente triste, non aprì bocca e i suoi occhi erano rosso fuoco, come se avesse pianto tutta la notte…

Quando arrivarono al Garden, non vedevano l’ora di andare ognuno nella propria stanza, ma ebbero una sgradevole sorpresa…

 

“Mairy, il preside vuole che andiate da lui immediatamente! Mi raccomando… la divisa!” Disse un ragazzo che doveva avere familiarità con la ragazza, mentre correva via.

 

“La divisa… No!” Era visibilmente agitata e stava, già, per andare via, se Quistis non l’avesse fermata.

 

“Mairy, che sta succedendo? Cos’è tutta questa agitazione!”

 

“Hai ragione, scusate! Andate nelle vostre stanze e mettete i vostri abiti da combattimento!”

 

“Ma se quel ragazzo ha detto di mettere la divisa?” Domandò perplessa Selphie.

 

“Io devo mettere la divisa e ciò, purtroppo, vuol dire che ci sono guai molto, molto grossi! Tra 5 minuti ci vediamo qui, così andiamo al completo da Cid!”

 

“Anch’io devo mettere la divisa?” Chiese Squall infastidito, dalla situazione nuova e sconosciuta, ma soprattutto di doverle rivolgere la parola.

 

“No!” Non si girò nemmeno, stava già correndo via.

 

Cinque minuti dopo si trovarono tutti giù, da lontano videro una sagoma femminile familiare, indossava un vestito corto nero, piuttosto aderente, con sopra una giacchetta corta con dei ricami, come quelli delle classiche uniformi SeeD, dorati. Era Mairy che, parlando con un altro ragazzo, si stava avvicinando.

 

“Scusate il ritardo, ma dovevo parlare prima con una persona, ma non mi ha saputo dire molto, andiamo?”

 

“Aveva ragione sulla divisa! Perché non sono tutte così quelle delle ragazze?” Sussurrò Irvine a Zell.

 

“Mamma mia, se è vero! Non sono però convinto che starebbe a tutte così bene come a lei!” Gli rispose Zell.

 

Sentiti i due Squall pensò: (Secondo me è solo troppo corta!)

 

Presto furono dal preside, che non appena li vide, fece andare via tutti coloro che erano attorno a lui e li fece sedere.

 

“Ragazzi ho delle terribile notizie da darvi! Tramite la compressione temporale, un espediete che assimila presente, passato e futuro, una potentissima e malvagia strega, proveniente dai secoli prossimi, Artemisia, è riuscita a tornare nella nostra età e servendosi di una ragazza, predisposta ad accogliere i suoi poteri, ha liberato un’altra strega temibilissima, vecchia piaga di Esthar City, Adele…”

 

“Adeleee?? Non è possibile!! Poche settimane fa ho guidato io stessa la ricognizione nello spazio e la sua prigione di cristallo era intatta!! Ne sono sicurissima!” Gridò Mairy in preda al panico.

 

“Infatti è accaduto tutto in poche ore!”

 

“La situazione è grave, già da sola, Adele è potentissima, non oso immaginare, con il supporto di questa strega del futuro, quanto si siano accresciuti i suoi poteri!! Non sarà affatto facile riuscire a placare la sua rabbia dopo anni di reclusione! Temo che sarà estremamente difficile risolvere quest'enorme guaio!!”

 

“E non è tutto, avendo bisogno di un'intermediaria nel presente, hanno pensato bene di servirsi della Madre, in modo da usarla, come protezione contro di voi... Edea… la mia Edea!”

 

“Mio Dio, è terribile!” Disse Quistis attonita, mentre i visi di tutti gli altri avevano cambiato colore.

 

“Quel che è peggio è che hanno dalla loro parte Seifer…. E per di più, la ragazza che hanno rapito e hanno usato per liberare Adele è Rinoa!“

 

Squall non poteva crederci, tutto era accaduto in così poco tempo che non riusciva a rendersi conto della gravità della situazione. Solo poche ore prima era su una spiaggia abbracciato a Mairy, pronto ad a rinunciare a Rinoa, e spezzarle il cuore ed ora lei era stata rapita e si sentiva colpevole.

 

(Rinoa… in mano a Seifer… e a due streghe… )

 

“Noooooo! E’ un imbecille! Ma non ha nulla in testa! Lo sapevo che avrebbe fatto qualcosa per farmela pagare, ma non potevo pensare che sarebbe arrivato a questo!”

 

“Mairy, non è colpa tua!” Le disse il preside.

 

“Si, che lo è! E’ accecato dalla rabbia ed è capace di fare di tutto!! Era una bomba carica ed ora che non ha più la sicura, può scoppiare da un momento all’altro!”

 

“Scusate, ma io credo di non averci capito molto!” Si azzardò a dire Zell.

 

“Te lo spiego io: Mairy e Seifer stavano insieme, la sua natura violenta però si è presto scatenata anche su di lei, perciò dopo aver sopportato per un po’, lei l’ha mollato! Non riuscendo a capire il perché, la sua imbecillità è palese, ha dato la colpa a me e questo credo che sia il suo modo di farcela pagare!” Disse semplificando parecchio il tutto Squall.

 

“Quindi la colpa è mia!” Concluse Mairy.

 

“Ma che dici? Quello è un violento, hai sopportato i suoi scatti e dici pure che è colpa tua!! In più, con rispetto parlando, non credo che Seifer fosse da solo, capace di scatenare tutto questo putiferio... Artemisia aveva già progettato tutto e probabilmente lui è esclusivamente una pedina nelle sue mani!” La aggredì Quistis, che nonostante la sua iniziale diffidenza verso la ragazza, adesso provava affetto e comprensione per lei.

 

“Adesso è il momento di pensare a cosa fare! Preside Cid?”

 

“Si! Allora, quei mostri di cattiveria, vogliono che andiate lì, tutta la squadra!”

 

“Che vorranno? E perché?” Chiese Selphie.

 

“E’ una trappola, ci vogliono lì…e ci avranno!”

 

“Tutti?” Chiese Zell.

 

“No! Hanno fatto esplicito riferimento a Mairy e Squall!”

 

“Quando e dove!” Chiese al preside con determinazione Irvine.

 

“No! Non verrete, io e Squall siamo più che sufficienti! E’ una trappola e voi dovete rimanere qui in caso di ritorsioni e poi è troppo pericoloso!” In realtà la ragazza non avrebbe voluto nemmeno la presenza di Squall sia per la questione del bacio, sia perché temeva che potesse accadergli qualcosa. Si sentiva già fin troppo colpevole per poter sopportare che gli fosse fatto del male.

 

“Ha ragione!” Confermò Squall.

 

“No, siamo una squadra e come tale ci presenteremo davanti al nemico!”

 

“Andrete tutti insieme ragazzi! L’appuntamento è a mezzanotte al vecchio palazzo abbandonato sulla collina dietro Balabam. Ora preparatevi, la vita di molte persone è nelle vostre mani!”

 

I ragazzi erano già tutti fuori, quando il preside chiamò Squall.

 

“Ricorda la tua promessa!”

 

“Non si preoccupi, la proteggerò, ma ora bisogna pensare a Rinoa e alla madre!!”

 

Mezzanotte arrivò presto, la paura si era fatta largo nei cuori dei sei SeeD, ma il loro dovere, oltre il loro affetto per le due donne rapite, li spingevano ad affrontare questa difficile lotta.

Il palazzo era tetro e sinistro e se non fosse stato per la dolce luce della luna sarebbe stato del tutto buio. Un po’ titubanti entrarono nell’enorme costruzione e raggiunsero un’immensa sala, dove una volta raggiunto il centro si accesero le luci.

Si presentò uno spettacolo terribile, due donne dalla grande statura si trovavano in fondo alla sala, su una specie di palco, e a giudicare dai vestiti e dal loro aspetto maligno dovevano essere Artemisia e Adele. Tra di loro si trovava Edea, anche lei conciata allo stesso modo, poi sotto questo palco era distinguibile Seifer, che sfoggiava un sorrisetto ironico, che non prometteva niente di buono, infine in una grossa gabbia dorata, come quella per i canarini, appesa al soffitto si trovava la povera Rinoa.

 

“Rinoa!!!” Urlò Squall non appena la vide.

 

“Squall, ti prego vieni a prendermi!” Rispose la ragazza fortemente provata dalla situazione e dalla paura.

 

“Aspettate piccioncini, c’è una piccola questione da risolvere prima!” Li interruppe Seifer.

 

“No, non c’è nessuna questione da risolvere! Liberala immediatamente, Seifer! Lei non c’entra niente, ero io il tuo bersaglio, ora sono qui!” Gli urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo Mairy.

 

“Avevi ragione Seifer, quella ragazza ha un enorme potere dentro di sé!” Disse Artemisia compiacendosi del lavoro svolto dal suo servitore.

 

“Ma che bravo, ora sei diventato anche il giullare di queste due! Seifer lascia libere Rinoa e la madre!” Disse ancora la ragazza ignara di ciò che avessero in mente i suoi nemici.

 

“Con questi esseri abietti, l’unica soluzione è combattere! Siete pronti?” Gridò Squall.

 

“Ma sei pazzo rischieremmo di colpirle o di farle uccidere!! Non possiamo combattere e poi hanno una grandissima potenza, non riesci a percepirla?”

 

“Ha ragione la mia piccola SeeD, Leonheart, potrei uccidere la tua Rinoa in un secondo se volessi, ma non lo farò!"

 

“E allora che facciamo, giochiamo a dadi?” Scappò di dire ad Irvine.

 

“Vi proponiamo uno scambio più che vantaggioso, noi vi diamo questi due esseri insignificanti e voi ci date Mairy!” Disse Adele.

 

Come se lo prevedesse Squall, si trovava davanti ad una scelta che prima o poi avrebbe dovuto fare... Da una parte la sua Rinoa, che con tanta fatica era riuscita a far breccia nel suo cuore, con la sua dolcezza e la sua determinazione e dall'altra Mairy, quasi un'estranea, che, però, gli aveva fatto provare sensazioni nuove, mai provate.

 

“Scordatevelo!” Gli rispose il ragazzo al limite della pazienza.

 

“Non se ne parla proprio!” Urlò decisa Quistis.

 

“Si! Verrò, ma voi dovete liberarle!” Si fece avanti Mairy, temendo per il suo avvenire, ma decisa a salvare quelle due vite e soprattutto Rinoa… la donna che la divideva da Squall.

 

“No!” Gli si oppose lui, intimorito dalla fermezza della ragazza.

 

“Lascia perdere, non ti riguarda, il tuo scopo è riprenderti Rinoa e lo farai!”

 

“Mairy, non sarai tu, il prezzo! Prendete me piuttosto!” Disse Squall, rivolgendosi alle streghe.

 

“Non sapremmo che farcene di te, vogliamo lei!” Gli rispose sprezzante Artemisia.

 

“Non la avrete!” Gridò ancora una volta.

 

“Squall, basta! Io sono un SeeD Aureus e quando lo sono diventata conoscevo bene i rischi che comportava! La mia vita in cambio di due è uno scambio più che equo quindi andrò!”

 

“La vostra indecisione è piuttosto irritante! Domani all’alba ritornate qui per lo scambio e stavolta senza ripensamenti!” Disse loro piuttosto infastidita Adele.

 

“Chi ci dice che manterrete la parola?”

 

“Visto che oggi è una giornata gloriosa per noi, vi diamo questa streghetta da due soldi, tanto non ci serve a niente! Ma domani vogliamo Mairy, altrimenti non saremo così magnanime con la ragazzina!" Disse Artemisia, scaraventando Edea ai piedi dei ragazzi. E se ne andarono ridendo.

 

Tornare indietro al Garden avrebbe richiesto troppo tempo, l’alba non era poi così lontana, perciò i ragazzi decisero di fermarsi per la notte e per far riposare Edea, in un piccola pensione, piuttosto misera, non troppo distante dal palazzo.

La terribile richiesta fatta dalle due streghe malvagie aveva tolto a tutti loro la voglia di dire anche una sola parola, erano completamente assorti nei loro pensieri cercando di trovare una soluzione. L’unica che sembrava, meno preoccupata degli altri non era la piccola Selphie, ma Mairy.

 

“Ragazzi, non fate quelle facce, vi ho detto che ero preparata ad una cosa del genere… devo essere sincera, non pensavo sarebbe successo così presto, ma non importa! Sono contenta almeno di aver avuto la possibilità di conoscervi!”

Capitolo 7

Squall era molto preoccupato, aveva promesso al preside di proteggere Mairy, ma, aldilà della promessa, non poteva permetterle di sacrificarsi, ma non poteva nemmeno lasciare che Rinoa rimanesse nelle mani di quei mostri anche un solo minuto di più.

Tormentato decise di andare nella stanza della ragazza, se non altro per controllarla e per starle vicino. Non voleva e non poteva permettere che le succedesse qualcosa, ma il pensiero accadesse ciò che le due streghe avevano in mente, lo tormentava.

 

“Che ci fai qui?” Disse la ragazza, aprendo la porta e alquanto sorpresa di vederlo. Non si aspettava di vederlo, sarebbe stata una situazione troppo imbarazzante per uno come lui e invece, eccolo lì.

 

“Devo proteggerti, ricordi?!” Disse entrando nella stanza buia.

 

“E da chi? Che interesse avrebbero a farmi del male, se tra qualche ora sarò nelle loro mani?” Gli disse sarcastica, ma con una certa rassegnazione. Sapeva che prima o poi le sarebbe capitata una situazione simile, ma non credeva, così presto. Andare incontro ad un destino atroce, consapevolmente, era un'esperienza davvero troppo sconvolgente per poter essere raccontata o spiegata a parole.

 

“Resterò comunque!” Insisté, levandosi la giacca e poggiandola su una sedia.

 

La ragazza non si oppose, sarebbe stato inutile fare storie e poi era sollevata dal fatto che fosse lì. Forse avrebbe potuto chiarirsi con lui, prima di affrontare chissà quale destino, ma le parole le sembravano essersi bloccate in gola.

Squall si sedette su un angolo del letto a due piazze, assumendo la sua solita posizione di meditazione; gomiti poggiati sulle ginocchia, testa tra le mani e sguardo rivolto verso il pavimento.

 

“Non fare così Squall, dai, sono quasi contenta!” Disse sedendosi esattamente dalla parte opposta del letto, poggiando la schiena sulla spalliera e la testa sul muro guardando verso l’alto, forse per evitare il suo sguardo dopo queste parole.

 

“Ma che diavolo dici?”

 

“Non prendermi per matta! Sono contenta che il mio sacrificio possa restituirti la tua adorata Rinoa, se fossi morta combattendo, non sarei stata certo utile a qualcuno!”

 

“Chi ti dice che saresti morta in battaglia?”

 

“Chi ti dice che mi succederà qualcosa? Magari vogliono solo chiedermi in gran segreto chi è il mio parrucchiere! O forse vogliono che le alleni un po’, per perdere quei 2000kg che hanno in più, ma prevedo che sarà piuttosto dura!”

 

“Non riesco a reagire come te e onestamente non ti capisco proprio!”

 

“Squall, ma che vuoi che faccia? Vuoi che ti dica che ho una paura folle? Che so di andare incontro a morte certa? Che non avrei voluto farlo? Che l’unico motivo per cui lo faccio sei tu? Bhè ora che lo sai, ti senti meglio? Io no, affatto!”

 

“Mi dispiace”

 

“Anche a me, ma non possiamo farci niente e prenderla alla leggera è il mio modo di esorcizzare la paura e magari sperare di riuscire a cavarmela! Ho affrontato parecchie situazioni difficili e pericolose e sono sempre riuscita, in un modo o nell’altro, ad uscirne, ma stavolta si tratta di qualcosa che non so gestire e nonostante il mio ottimismo naturale, non sono tanto convinta di farcela! Posso solo prometterti che ce la metterò tutta per tornare indietro! ”

 

Mairy stava tremando e non certo per il freddo, Squall, vincendo il suo orgoglio, si avvicinò a lei e l’abbracciò. Da quel momento in poi non fu più proferita parola nella stanza. Fu come se un filo spezzato, si fosse improvvisamente rinsaldato. Lei sentiva di essere nel posto più sicuro nell’universo e, consapevole del suo destino, sperò che quel momento non finisse mai, mentre lui, dal canto suo, la teneva così stretta, credendo di poter riuscire a nasconderla per sempre tra le sue braccia ed evitarle tutto. Persi in quell’abbraccio senza fine, si addormentarono.

Squall si svegliò per primo, mancava poco all’alba, Mairy era ancora lì addormentata, con quell'aria angelica da bambina, tra le sue braccia, come l’aveva lasciata. Nel goffo tentativo di spostarle una ciocca di capelli dal viso, la svegliò, dolcemente le passò un dito sulla guancia e lei ricambiò con un piccolo sorriso, che rendeva il suo viso più bello del solito.

Piuttosto imbarazzato dalla situazione, le disse di aver bisogno di sciacquarsi il viso.

In realtà era scappato via da quella situazione, consapevole di non poter reggere ancora a lungo. Restò per molto tempo a fissare nello specchio quel volto bagnato, che non gli sembrava più il suo, domandandosi se ci fosse una soluzione che potesse evitare tutto. Solo parecchi minuti dopo si decise ad uscire, ma, quando ebbe una terribile sorpresa… Mairy non era più lì.

Al suo posto c’era solo un misero biglietto:

 

Mi dispiace, perdonami! Tua Mairy

 

“No, non puoi farlo!” Gridò agitatissimo, prendendo al volo la giacca e sbattendo forte la porta.

 

Correndo per il corridoio dell’albergo, avvisò tutti e scappò via verso il palazzo, non dando nemmeno il tempo di aprire la porta della stanza agli altri.

Com’era prevedibile, lei era già lì e stava discutendo animatamente con le due streghe, mentre quel fantoccio di Seifer, rideva inebetito.

 

“Fermatevi!” Gridò Squall, con il cuore che sembrava gli dovesse scoppiare da un momento all’altro, a causa della folle corsa.

 

Ma purtroppo era già tardi, Adele sollevò da terra con un piccolo movimento della mano destra e l’aiuto della magia, la povera Mairy e la fece sparire nel nulla.

 

“No, Mairy, no!!! Lasciatela libera! Non uccidetela!” Squall cadde sulle ginocchia disperato.

 

(Non ho mantenuto la mia promessa… Non l’ho protetta… L’ho persa per sempre…)

 

“Non preoccuparti, non è morta, anzi, da questo momento la sua potenza crescerà a dismisura!” Gli disse Artemisia.

 

Il ragazzo non colse al volo le parole della strega era fin troppo sconvolto per preoccuparsene. Non sapeva perché si sentisse così disperato, era successo tutto troppo in fretta per fargli realizzare cosa realmente provasse e quei pochi attimi, in cui rimase lì inerte, gli sembrarono un'eternità.

 

“Leonheart! Prenditi quella bamboccia e va via! Se vuoi sapere che fine a fatto la tua Mairy, vieni qui tra esattamente due giorni e vedrai!”

Disse sprezzante Seifer, spingendo violentemente Rinoa, piuttosto malandata verso di lui.

 

“Rinoa! Mio Dio, come ti hanno ridotta!” Le disse, prendendola in braccio.

 

“Sto bene, Squall, ora che sono con te!” Gli sussurrò debolmente.

 

(Seifer, me la pagherai per quello che hai fatto a Rinoa e a Mairy…… me la pagherai, ricordatelo!)

 

Dopodiché Squall tornò al Garden per affidare Rinoa alle cure della dottoressa Kodovaki, in fondo la ragazza non era in gravi condizioni, era solo un po’ debole. Poi, andò dal preside per raccontargli tutto ed in conclusione, finalmente, potè rifugiarsi nella sua stanza per pensare.

 

(Chissà dov’è… è ancora viva lo sento… e se le stessero facendo del male… Mi sento impotente...)

 

Realizzando che non sarebbe mai giunto a capo di nulla, decise di andare a trovare Rinoa. Sembrava stesse molto meglio, perciò parlarono un po’, la ragazza ancora turbata dall’esperienza subita, raccontò a Squall che le streghe avevano fin dal principio come loro obiettivo Mairy e l’artefice di questa scelta era stato Seifer, il quale aveva rivelato alle due streghe, che era dotata di validissime e sorprendenti doti.

Da ciò che raccontava Rinoa sembrava che Adele e Artemisia stessero cercando una persona in particolare e questa era proprio Mairy.

 

“Devi tenere molto a quella ragazza….” Disse Rinoa, cogliendo alla sprovvista Squall.

 

“… non ho mai visto quella luce nei tuoi occhi prima d’ora!”

 

“Che luce?”

 

“Quella che ti illumina gli occhi e il cuore anche adesso, ogni volta che si parla di lei! Non sono così ingenua Squall, eri completamente disperato quando te l’hanno portata via e lo sei anche adesso, nonostante tu voglia nasconderlo!”

 

“….” Squall non sapeva davvero che dire, si sentiva come un bambino scoperto mentre rubava la cioccolata.

 

“Ne sei innamorato?”

 

“ Rinoa…tu…”

 

“Non preoccuparti per me, preferisco sapere la verità che vivere dietro un muro di ipocrisia! Allora ne sei innamorato?” Rinoa era una ragazza davvero dolce. Sebbene stesse consapevolmente rinunciando all'unico ragazzo, che probabilmente aveva mai sinceramente amato, continuava a sorridere innocentemente. Era sempre stata così... diversa dalle altre e dalle loro ipocrisie, forse proprio il fatto di essere così, le aveva permesso di predominare per un periodo nel cuore del ragazzo che le sedeva di fronte.

 

“Non so… Credo di sì!”

“E lei? E’ innamorata di te? … che domande, certo che lo è!”

“Penso di sì, ma tra noi non c’è stato niente!”

 

“Lo so, non preoccuparti! Ora va, Squall!”

 

“Dove?”

 

“A salvarla! Ha bisogno di te e devi andare a riprendertela! Ha sacrificato la sua vita per me ed ora sono io che devo sacrificare una cosa estremamente importante, ma che in fondo era già sua, per salvarla!”

 

“Grazie, Rinoa!”

 

“Voi mi avete salvato la vita e comunque se la ami davvero in un modo o nell’altro l’avresti raggiunta!! Nemmeno tu, Squall Leonheart, sei immune al potere dell’amore!! Va e salvala!”

 

“Perché lo fai?”

“Semplicemente perché ho vissuto l’esperienza dei miei genitori, logorati da un rapporto, solido e impeccabile solo in apparenza, ma in realtà privo di sentimenti! Mia madre è sempre stata innamorata di un altro, e nonostante non lo avesse rivelato ad anima viva, era evidente. Sai che io e mio padre siamo in rapporti piuttosto freddi, ma non posso fare altro che provare pena per lui e per il suo cuore infranto ed io non voglio diventare come lui! Preferisco chiudere prima che i nostri rimpianti o sentimenti rovinino tutto!”

 

“Mi dispiace, Rinoa!! Io non so esattamente che cosa provo in questo momento né per lei, né per altri, so solo che non ti amo!”

 

“Ti voglio bene, Squall!”

 

“….”

 

“Lo so, che non sei stato un granché nel dimostrare i tuoi sentimenti! Ti prego, però, vai via ora, perché non so se riuscirò ancora a rinunciare a te!!”

 

“… grazie!”

 

Rinoa non l’aveva presa eccessivamente male, probabilmente si era comportata così per non far gravare ancora di più su di lui il senso di colpa. Era una ragazza forte, piena di vita e proprio per questo Squall sapeva che prima o poi avrebbe trovato un ragazzo che la meritasse, sicuramente migliore di lui.

 

I due giorni passarono molto lentamente, nel Garden c’era una tensione opprimente e Squall era sempre più preoccupato, soprattutto a causa delle ultime rivelazioni che gli aveva fatto il preside Cid.

 

Qualche minuto dopo aver incontrato Rinoa, infatti, fu convocato nell’ufficio presidenziale, qui venne a sapere che Mairy era diventata un SeeD Aureus, piuttosto velocemente, perché nei test attitudinali, che le avevano sottoposto, aveva ottenuto il massimo punteggio e che le sue potenzialità, messe in pratica, erano davvero straordinarie. La causa di queste doti sorprendenti non era del tutto chiara nemmeno al preside, probabilmente in lei erano entrate in contatto delle misteriose forze ereditate dai genitori.

Questa teoria non era molto chiara, anzi si trattava di un fenomeno che si era verificato così raramente da non dare il tempo necessario per essere studiato e purtroppo l’unico dato certo era che Mairy era dotata di poteri fuori dal comune, così spaventosi che se finiti nelle mani sbagliate avrebbero potuto provocare danni terribili.

 

Squall non riuscì a riposare affatto, alla luce di quelle rivelazioni tutto gli sembrava un po’ più chiaro…

 

(Ecco perché Seifer ha detto che non le avrebbero fatto del male… ma ora potrebbe succedere di peggio!)

 

All’ora stabilita tutti i ragazzi si trovarono nello stesso salone immenso, in cui appena 48 ore prima avevano perso la loro capo - squadra e forse anche qualcosa di più .

 

La scena era identica. Le due streghe e Seifer.

 

(… ma lei dov’è?)

 

“Seifer riportamela subito qui!!! ADESSO!” Urlò Squall infuriatissimo.

 

“Arriverà da sola, non preoccuparti, smidollato!”

 

Seifer aveva ragione, da qualche angolo remoto dalla stanza comparì una donna che sol vagamente assomigliava a Mairy.

Fisicamente erano molto simili, ma questa ragazza aveva i capelli, molto lunghi, ricci e più scuri, con solo qualche ciocca bionda.

I suoi occhi erano neri e molto molto truccati, le sue labbra erano rosso fuoco ed in più aveva un modo di vestire troppo diverso da quello semplice di Mairy.

Il vestito che indossava era senza dubbio molto elegante, lunghissimo e nero, tutto ricamato, con una grande scollatura posteriore che lasciava scoperte le spalle e l’intera schiena.

 

“Non prendermi in giro, buffone! Questa ragazza le assomiglia, ma non è lei!”

 

“Ti sbagli cavaliere fallito! La tua principessa sta ricevendo i malefici poteri del male e la magia che era già in lei, incrementata dalla nostra sta crescendo a dismisura! Tanto da stupire anche noi due!!” Disse soddisfatta Artemisia, mentre rideva.

 

“Non è possibile… Non è lei!”

 

“E’ il male che l’ha resa così e direi che è ancora più bella!”

 

Queste parole di Seifer sconvolsero Squall non sapeva più che fare, che sarebbe accaduto e come avrebbe fatto a salvarla.

 

Capitolo 8

 

Sebbene fosse incredibile, quella donna dall’aspetto inquietante era davvero Mairy. Riconoscendola, debolmente illuminata dalla luce della luna, che penetrava dalla cupola in vetro che sovrastava la sala, Squall non poté fare a meno di chiamarla, ma l’espressione di lei non cambiò affatto, come se non lo avesse udito.

Insisté ancora, ma niente, lei non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Allora decise di raggiungerla e riprendersela a qualsiasi costo, ma fu provvidenzialmente fermato da Irvine e Zell.

 

“Ma che fate!!! Lasciatemi… è in pericolo!”

 

Solo allora Squall si accorse che la ragazza era arrivata vicino a Seifer e lui le aveva messo un braccio attorno alla vita.

 

“Toglile le mani di dosso, brutto scimmione, altrimenti dovrai vedertela con noi!” Disse Selphie molto contrariata dalla scena che aveva davanti.

 

“Taci, sempliciotta! Il motivo per cui vi ho fatto venire qui è quello di schiacciarvi sotto il peso della mia vittoria!!” Disse Seifer, stringendo ancora di più a sé, la ragazza che sembrava un robot, con gli occhi fissi davanti a sé e insensibile a tutto ciò che stava accadendo.

 

“Che diavolo dici??!” Esclamò Zell perplesso, lasciando Squall, il quale a sua volta era sconvolto vedendo Mairy in quello stato.

 

“Seifer ha ragione! Io e Adele adesso uniremo nel sacro legame del male lui e la nostra adepta e nessuno mai potrà più sciogliere il loro vincolo!”

 

“Non potete farlo, lei non vuole!” Intervenne Quistis, che conosceva il rito, poiché l’aveva studiato per il corso da istruttrice.

 

“Si, che è d’accordo e lo vedrete ora! Cominciamo!”

 

“Squall, non permettergli di unire le mani!” Urlò subito l’ex - istruttrice.

 

“Che vuol dire?”

 

“Se lui congiungerà la sua mano destra con quella di Mairy e le due streghe le avvolgeranno con il nastro rosso, sarà finita!! L’avrai persa per sempre!”

 

“Mairy non farlo, ti prego!” Squall cominciò a correre verso di lei, quando le fu vicino si accorse che c’era un barriera trasparente che gli impediva di andare oltre e persino il suo gunblade fu del tutto inutile.

 

“Mairy, sono Squall, torna in te!!”

 

“E’ tutto inutile, non riuscirai a risvegliarla, i buoni sentimenti non valgono nulla rispetto al male!! L’amore è un sentimento stupido e infantile!” Gli disse Artemisia, mentre lui continuava a colpire la barriera.

 

Era tutto inutile, avevano fatto davvero un buon lavoro quelle due streghe e nonostante l’accanimento con cui anche Selphie, Zell, Quistis ed Irvine colpivano quel muro trasparente, non riuscirono ad abbatterla.

Mentre Seifer e Mairy alzarono le loro mani per unirle, Squall, in preda al panico, cominciò a raccontarle qualsiasi cosa utile per farle riprendere coscienza di sé e di quello che stava per fare.

Quando le mani stavano per unirsi e Squall stava per dire addio al suo amore, lei in un attimo di lucidità si ritrasse indietro e distrusse la barriera.

Purtroppo però il suo sguardo assente rimase tale.

 

“Mairy, perché l’hai distrutta? Ora sei costretta a distruggere quell’insignificante esserino! Sbrigati fallo fuori!” Le urlò contro Adele.

 

“Non lo fare, Mairy, andiamo via!”

 

La ragazza alzò un braccio verso l’alto ed immediatamente si creò un sfera di immensa potenza. Squall sapeva bene che se lei l’avesse colpito, di lui non sarebbe rimasta nemmeno la polvere, ma non riuscì a trovare la forza di scappare e rimase semplicemente lì, vicino a lei, mentre quegli insulsi esseri alle sue spalle godevano in attesa del colpo finale.

 

“Scappa Squall!!” Gli urlarono gli altri temendo seriamente per la sorte del loro capo - squadra.

 

“No, rimarrò qui! Non ho nessuna intenzione di scappare davanti alle difficoltà! Sono pronto a sacrificarmi! Questa grande lezione di vita me l’ha insegnata un mia vecchia e cara conoscenza!”

 

Gli istanti dopo furono interminabili, Squall sperava di aver fatto breccia nel cuore contaminato della ragazza per cui era disposto a sacrificare tutto, ma non voleva illudersi.

Mairy si accinse a lanciare quella sfera maledetta e con grande abilità la lanciò verso Squall, ma si trattò solo di un effetto ottico, perché la sfera colpì Adele che si trovava esattamente alle spalle del ragazzo.

 

“L’ha salvato, l’ha salvato, ha preso la strega cattiva!!!” Urlò euforica Selphie.

 

(Lo sapevo… Dovevo fidarmi di lei…)

 

“Mairy andiamo!” Disse Squall, nella confusione del momento afferrandola per un braccio e trascinandola via.

 

“Non così veloce, ragazzino!!” Artemisia era molto arrabbiata, scaraventò Squall all’aria e fece scomparire nel nulla la ragazza.

 

“Sparite o vi faccio fuori tutti!” Gridò poi.

 

I ragazzi fecero come la strega gli aveva detto, sparirono immediatamente. Squall era del tutto assente, durante tutto il viaggio stette in silenzio, fissando il pavimento.

 

(E’ tutta colpa mia… l’avevo presa… avevo il suo braccio e come uno stupido idiota me la sono fatta portare via… per la seconda volta… perché… Perché…)

 

Si sentiva profondamente in colpa, aveva la testa che gli scoppiava, quando chiudeva gli occhi riusciva solo a vedere l’angelico viso della ragazza, che pian piano si tramutava in quello della donna insensibile e fredda che era diventata.

 

“Squall non è colpa tua!”

 

“Rinoa, non è vero! Era lì e me la sono fatta scappare via! Non me lo perdonerò mai! Non sono riuscito a proteggerla!”

 

“Allora vai a riprendertela!”

 

“Come? Per quanto ne so, potrebbero averla già uccisa!”

 

“Non è morta, te ne saresti accorto subito, lo avresti sentito nel profondo del tuo cuore! E poi da quanto hai detto, deve essere davvero potente e le streghe correrebbero un grosso rischio a provocarla!”

 

“E comunque c’è sempre Seifer! Non scordare che stava per se così si può definire!”

 

“Ma che dici?? Le hanno fatto il lavaggio del cervello, perché sei così cieco da non capirlo? Non era lei a decidere e poi non scordarti che la sua testardaggine e i suoi sentimenti per te, qualunque essi siano, l’hanno aiutata a sconfiggere, anche se momentaneamente, il male! Ti ha salvato, ha preferito colpire la strega nonostante tutte le conseguenze e ciò non è da sottovalutare.”

 

“Non so! Fatto sta che ho fallito la missione!”

 

“Squall non essere il solito cinico, questa non è una missione qualsiasi, ma la tua missione!”

 

Quelle parole furono più che illuminanti per Squall. Se c’era anche solo una vaga possibilità che Mairy fosse viva, lui avrebbe dovuto crederci e soprattutto sperare…

La speranza… un sentimento così nuovo per lui, che era abituato a contare solo su di sé. Dopo l’abbandono di Ellione, aveva imparato a pensare esclusivamente alla se stesso, evitando qualsiasi tipo di contatto con altre persone ed ora era costretto a “sperare” di poter rivedere la ragazza che, in così poco tempo, era stata capace di dargli così tanto.

Si precipitò dal preside, illustrandogli un piano, non eccessivamente razionale, ma pur sempre un valido tentativo ed egli decise di approvarlo, non tanto per l’efficacia di esso, ma per l’ardore e la forza che leggeva negli occhi di Squall.

In effetti era un suicido vero e proprio riuscire a penetrare nel palazzo e cercare indisturbato la stanza di Mairy, sperando di convincerla a tornare al Garden, ma lui ci provò lo stesso.

 

L’indomani, infatti, dopo aver discusso con gli altri membri della squadra del piano e dei particolari, decisero di partire tutti, sebbene solo Squall sarebbe entrato all’interno della tetra costruzione.

Attesero la notte per agire con un po’ più di tranquillità e dopo vari giri attorno al palazzo, il ragazzo scorse con non poco sollievo, l’immagine di Mairy, affacciata sul balconcino, probabilmente della sua stanza.

 

Con qualche difficoltà, riuscì a salire fino alla finestra e aggrappatosi alla balconata vide con grande dispiacere che la ragazza aveva subito ulteriori cambiamenti.

I suoi capelli erano diventati lunghissimi, ormai nero corvino, con dei ricci simili a dei cavatappi, tutti uguali, lucidi, perfetti. Il suo sguardo non era più assente, anzi i suoi occhi avevano assunto una luce intensa e maligna. Il suo corpo era diventato ancora più affusolato, avvolto in un lungo vestito nero con dei ricami argento, dalla cui scolatura e immenso spacco centrale, era visibile un secondo vestito rosso fuoco.

 

Squall rimase scioccato da questa immagine, se ne sentiva responsabile e non riusciva a capacitarsi di come il male avesse radicalmente cambiato la ragazza.

Quando stava per saltare la ringhiera, si accorse, provvidenzialmente, che la porta si stava aprendo.

Purtroppo da dietro quella porta sbucò Seifer, con un sorrisetto ebete sul viso e tanta, tanta arroganza.

 

“Bella, ti sono venuto a fare un salutino. La cerimonia è andata tutta a monte per quel tuo colpo di testa, ma non preoccuparti, le streghe mi hanno assicurato che entro due giorni ci uniranno!”

 

“Non permetterti mai più di rivolgerti a me con questo tono confidenziale! Sparisci inetto o ti schiaccerò come una formica e godrò sentendo il rumore delle tue ossa, mentre si spezzano!” Gli rispose lei, non scomponendosi affatto.

 

Per quanto Seifer si meritasse quelle parole orribili, non era da Mairy reagire così. La violenza del gesto da lei descritto, stonava esageratamente con l’atteggiamento che aveva assunto, mentre lo diceva.

 

(Non è da lei… non è lei… la cattiveria l’ha completamente cambiata… riuscirò a salvarla dal male e soprattutto da se stessa?)

 

Nel frattempo Seifer era uscito mestamente dalla stanza, perciò Squall decise di entrarvi. Una volta dentro, Mairy non parve nemmeno notarlo, era ferma con le mani giunte davanti agli occhi, che erano stranamente chiusi. Il ragazzo provò ad avvicinarsi, ma fu brutalmente respinto da un scarica elettrica che aveva prodotto dei riflessi rossi.

 

“Imbecille, sei stato nascosto fuori la finestra per tutto questo tempo e proprio ora hai deciso di venirmi a disturbare!! Vattene o mi divertirò a ridurre anche te in minuscoli pezzettini!” Gli disse sempre immobile nella sua posizione.

 

“Mairy, sono Squall, cerca di ricordare!” Gli disse lui, provando ancora ad avvicinarsi, ma fu di nuovo scaraventato contro il muro.

 

“Ti ho detto di andartene, altrimenti diventerai il pasto del mio cane!”

 

“Mairy… “

 

La ragazza con espressione stizzita a causa dell’insistenza di Squall, separò le mani, spostandone solo una e con essa creò, senza il minimo sforzo una sfera di energia, dalla quale il ragazzo si salvò solo per la sua prontezza di riflessi.

Purtroppo però il colpo generò un forte boato e la relativa distruzione di un parte dell’arredamento della stanza, perciò molto presto sarebbero arrivati tutti.

 

“Mairy, ritorna in te! Sei un SeeD Aureus ricordi? E anche la nostra capo - squadra!”

 

“Sono già in me e invece di essere un’insulsa capo - squadra, sono la strega più potente dell’intero universo!”

 

“Ma che dici? Tu non sei una strega e comunque Artemisia e Adele sono imbattibili e molto forti!”

 

“Ti comunico, che quelle due folli donnacce hanno unito i loro poteri e li hanno concentrati in me, ignorando che io fossi già sufficientemente forte da sola, ed ora sono immune a qualsiasi attacco! La cosa divertente è che non sanno che io conosco le mie potenzialità e continuano ad imporre la loro volontà su di me, quando potrei ridurle in polvere con un semplice soffio!!” Mairy pronunciò queste parole abbandonando la sua posizione, ridendo.

 

Nella stanza fumante giunse Seifer, seguito dalle due streghe. Squall era ormai in trappola, immaginava già Seifer che si avventava contro di lui, quando Mairy, guardò, fulminandoli, i nuovi arrivati e gli ordinò:

 

“Mettetelo in una stanza ed assicuratevi che non abbia una via di fuga! Seifer, toccagli un solo capello e ti giuro che non avrai più bisogno dei polmoni!”

 

“Perché vuoi tenerlo qui e non ucciderlo!” Chiese Artemisia, preoccupata dalla richiesta della potente strega.

 

“Non sono affari che vi riguardano, ma comunque ve lo dirò, lo faccio perché può esserci utile e poi è un valido combattente, sicuramente meglio di quel cafone, incapace di Seifer!”

 

“In effetti ha ragione se è riuscito ad introdursi fin qui, qualche dote l'avrà, e poi è il capo dei SeeD, certamente senza la sua coordinazione, quei bambocci non sapranno più che pesci pigliare!” Concordarono Adele e Artemisia.

 

Squall fu portato in una stanza limitrofa a quella di Mairy, dalla quale effettivamente non c’era via d’uscita.

Non potendo fare altro si distese un po’ sul letto pensando ai suoi amici che erano fuori ad aspettarlo, al perché Mairy gli avesse riservato quel trattamento, come Seifer si sarebbe vendicato di lui, cosa gli sarebbe accaduto…

Alla fine si addormentò, esausto dalla tensioni subite, rasserenato dal fatto che Mairy fosse ancora viva, ma turbato per il suo cambiamento negativo e per il loro destino.

Capitolo 9

Squall si girò e rigirò nel letto di quella stanza, in cui era segregato da più di quattro giorni, centinaia e centinaia di volte.

Era preoccupato. Sapeva che la sua squadra era lì fuori, in attesa del momento giusto per entrare nel palazzo e liberarlo. Nonostante fossero ragazzi validi e coraggiosi, egli temeva qualche loro azione avventata e sconsiderata a causa del loro coinvolgimento psicologico.

Dopotutto non poteva permettersi di giudicarli, lui aveva agito allo stesso modo nel tentativo di salvare Mairy.

Mairy… Chissà dov’era e che stava facendo.

Sebbene, Squall non lo volesse ammettere, sapeva bene che ormai anche lei era diventata un pericolo. I grandi poteri di cui era dotata, assieme alla cattiveria che aveva ricevuto con essi, erano spaventosi e nel caso in cui fosse riuscito a riprendersela, non avrebbe certo riavuto indietro la ragazza che lo aveva affascinato e di cui forse si era innamorato.

 

I secondi sembravano minuti; i minuti, ore; le ore, intere giornate. Il tempo in quella stanza sembrava scorrere lentissimo, in alcuni momenti temeva di muoversi anche lui a rallentatore. Persino i suoi pensieri si susseguivano nella sua mente più lenti.

Il quarto giorno di reclusione era cominciato come gli altri fino a quando non udì delle voci in corridoio.

Era Mairy che stava urlando vari improperi contro Seifer che a quanto pare aveva cercato di entrare nella sua stanza con la forza per l’ennesima volta.

 

“Stupido zoticone, prova di nuovo a mettermi le mani addosso e te la farò pagare cara!! Non ti ho polverizzato fino ad ora solo perché le streghe mi hanno chiesto di non farlo, ma tu riprova a comportarti così e potrai dire addio alla vita!!” Disse la ragazza sfoderando tutta la sua grinta, che nonostante il radicale cambiamento era rimasto immutato.

 

“Bambola, prima o poi sarai mia, rassegnati, quindi tutte queste tue moine sono inutili e fuori luogo!” E dicendo ciò, il ragazzo provò ancora ad allungare le mani.

 

“Tieni giù queste mani luride!! Seifer lasciami in pace!” E gli sbatté la porta in faccia.

 

Squall, che aveva sentito tutta la discussione e si era, anche, immaginato la scena, aveva il sangue che gli ribolliva nelle vene, quanto avrebbe voluto spaccare la faccia a quel presuntuoso manichino.

Riusciva quasi a vedere il viso compiaciuto di quell’imbecille, mentre camminava lungo il corridoio.

 

(Pagherai anche questa, Almasy!)

 

Tutto poi riprese il suo noioso e silenzioso corso, come se nulla fosse successo.

Qualche ora dopo, si sentì un tremendo e fortissimo boato, il pavimento del palazzo tremò, si sollevò una fitta coltre di polvere e i vetri vibrarono così forte, che alcuni, addirittura, si frantumarono in mille pezzi.

Squall non riuscì a capire che stesse succedendo e non poté far altro che aspettare che accadesse qualcosa. La sua attesa non fu molto lunga, infatti poco dopo sentì le voci di Zell e Selphie nel corridoio.

I ragazzi avevano approfittato del momento di caos per entrare indisturbati e cercare il loro capo - squadra. Squall richiamò in fretta la loro attenzione, benedicendo, per la prima e forse unica volta, la voce squillante di Selphie. Non appena riuscirono a sfondare la porta e lo fecero uscire, Zell tramite una ricetrasmittente avvertì Quistis e le diede appuntamento in giardino.

Sentendo ciò Squall si ribellò.

 

“Andate voi, io non verrò! Qui è successo il finimondo e Mairy sicuramente è coinvolta! Non posso lasciarla qui, devo accertarmi perlomeno che sia viva e stia bene!”

 

Zell non poté che dargli ragione perciò disse a Quistis di raggiungerli subito. Quando arrivò era accompagnata da Irvine e Rinoa. Questa presenza creò un po’ di disappunto in Squall, ma non era il caso di polemizzare, perciò senza troppi convenevoli si diressero verso il luogo da dove continuava imperterrita a provenire copiosa la polvere.

Presto si accorsero che si trattava di una sala molto simile a quella in cui avevano fatto spiacevoli incontri pochi giorni prima, ma non era la stessa a giudicare dal quel poco che vi era rimasto.

La cosa che saltò subito ai loro occhi era un grosso blocco di marmo con sopra il corpo di Mairy, apparentemente morta.

Davanti questa scena, Squall cominciò a “dare di testa”, impallidì, poi la rabbia lo fece diventare rosso, mentre i suoi occhi, anch’essi infuocati esigevano vendetta. Ironia della sorte, fu proprio Rinoa a trattenerlo, nel luogo in cui si erano nascosti, infatti lui era già pronto per affrontare le streghe e strappare loro il cuore, quando si accorsero dell’arrivo di Seifer e lei riuscì a tirarlo giù.

 

“Ma che diavolo è successo qui? E perché è stesa lì? Non sarà mica morta?” Chiese piuttosto preoccupato Seifer.

 

“Non è morta, ma si da il caso che la tua condotta, molto poco rispettosa, l’abbia innervosita a tal punto, che voleva distruggere tutto e tutti!” Rispose Adele, con un tono, che nonostante la situazione, alquanto catastrofica, sembrava tranquillo.

 

“Come poteva distruggere tutto e tutti? Mi state prendendo in giro?”

 

“No, Seifer, quella ragazza ha assunto in sé i nostri poteri e li ha elevati all’ennesima potenza, in più con la sua dote magica è diventata terribilmente forte! Oserei dire quasi imbattibile!”

 

“E allora perché voi siete vive e lei no? E poi se è così forte perché non mi ha davvero polverizzato?”

 

“Il nostro è stato solo un gran colpo di fortuna…”

 

“E ti pareva!!” Esclamò Selphie, non abbastanza forte da essere udita dai nemici, per fortuna.

 

“…siamo riuscite a sviare il suo colpo e congelare i suoi poteri! In questo momento, non è morta, ma semplicemente profondamente addormentata! E non ti ha frullato dal primo momento che l’hai infastidita, perché la sua aura interiore non è ancora del tutto nera?”

“Aura interiore? Nera? Temo di non capire!!”

 

“Ogni essere umano ha un’aura interiore, credo che voi la chiamiate dozzinalmente, anima! Bhè la sua è bianca, perché è stata una creatura buona e il fatto che questo candore non sia del tutto spento, nonostante tutto, significa che aveva, oltre che questa innata bontà, un forte, anzi fortissimo sentimento per qualcuno! E’ disgustoso! “

 

“Ma perché è così forte? E perché due streghe del vostro calibro hanno paura di una creatura così piccola al loro confronto?”

 

“Seifer non l’hai ancora capito che è talmente potente perché ha qualcosa in sé che la rende speciale? Qualcosa che non le è nata spontaneamente, ma era già in lei? Mairy è figlia di una potentissima strega buona, che dando alla luce sua figlia è morta e le ha trasmesso tutti i suoi poteri!!”

 

Questa affermazione aveva colto tutti di sorpresa, nessuno si aspettava una rivelazione del genere, Seifer, ma anche tutti gli altri che continuavano ad ascoltare nascosti dietro alcune macerie.

 

“Comunque la faccenda non è così semplice, la ragazza presentava dei poteri che, appartenevano alla madre, ma non avevano la stessa efficacia! E’ come se avesse scosso, riportandolo in attività, un parziale assopimento della sua magia! Ne riparleremo, comunque, quando avrò scoperto qualcosa di più!”

 

“Ma quanto resterà così?”

 

“Non lo abbiamo ancora deciso! Sicuramente non la sveglieremo prima di essere completamente sicure, che anche quel po’ di amore, che ha ancora nel cuore, sia svanito del tutto! Ma ora andiamo, abbiamo un piano trionfale da realizzare!”

 

Così le due streghe e Seifer andarono via.

Questa situazione, fu meglio di un invito a nozze per Squall, che senza farselo ripetere due volte e senza parlare con i membri della sua squadra, corse verso il corpo inerme di Mairy, la prese sulle spalle e si diresse verso l’uscita.

 

Arrivarono presto al Garden e Squall portò immediatamente la ragazza in infermeria. Mentre la dottoressa le toglieva i vestiti, molto poco pratici, che indossava e le infilava un pigiama, sicuramente più comodo, lui fece chiamare il preside e la Madre.

 

Quando questi furono arrivati, Squall raccontò loro tutto ciò che era accaduto e che avevano scoperto tramite le streghe sui poteri di Mairy, per filo e per segno. Il preside apparì perplesso, ascoltando il racconto del ragazzo; per quanto egli avesse intuito che sotto quelle potenzialità si potesse nascondere un qualcosa di soprannaturale, non aveva mai osato immaginare tanto.

 

“L’unica cosa da fare adesso è occuparci di Mairy. Il resto viene dopo. Se poi effettivamente, è così forte, come dici, sarà in grado di sconfiggere le streghe da sola! Dottoressa come sta la ragazza?”

 

“Signor preside è in uno stato di torpore, è come se si trovasse, mentalmente, in una dimensione diversa dalla nostra! E’ piuttosto debole e prima di tentare qualsiasi tipo di terapia per farla tornare in sé è necessario che riprenda le forze e che i suoi valori ritornino nei parametri normali!”

 

“Non si preoccupi, c’è tempo, purtroppo non abbiamo la più pallida idea di come farla rinvenire!”

 

“Si sbaglia, preside” lo interruppe Squall “un modo ci sarebbe, ma è necessario l’intervento della Madre! Vedete Mairy è stata addormentata da due streghe e quindi può essere risvegliata solo da un’altra strega! Si da il caso che la Madre lo sia!”

 

“Non so, se posso farlo, i miei poteri sono piuttosto limitati!”

 

“Non è vero, Madre, i suoi poteri sono alimentati dall’amore, la sua aura è certamente bianca, quella di Mairy lo è ancora, anche se solo in parte! Soltanto lei può svegliarla, prima che sia troppo tardi! Almeno ci provi!”

 

“In effetti il ragazzo ha ragione! Scientificamente parlando, non può rimanere in questo stato a lungo! In due giorni posso rimetterla in sesto, dopodiché inizierà un rapido declino che la condurrà ad ogni modo ad una morte clinica!” S’inserì nella conversazione la dottoressa.

 

“Va bene, ci proverò! Ma non posso garantirvi nulla!”

 

“Ce la farai, Edea!” La incoraggiò il marito.

 

“Bhè, è ora di lasciare sola la paziente!” Disse ancora una volta la dottoressa.

 

“Se non le dispiace, vorrei rimanere qui!”

 

“Si, lo faccia rimanere! Però Squall, vedi di riposare, c’è un brandina vicino il letto, puoi dormire lì!”

 

“Grazie signor preside!”

 

Da quel momento Squall non abbandonò più l’infermeria, nonostante i cambi che gli proponevano i suoi amici. Sapevano che lui si sentiva in colpa per tutto quello che era successo e per lo stato in cui si trovava la ragazza, sebbene, in realtà, non c’entrasse nulla.

Passò ogni minuto di quei due giorni sperando ingenuamente che lei aprisse gli occhi da un momento all’altro… i suoi stupendi occhi verdi, pieni di gioia, di voglia di vivere.

Nemmeno Rinoa riuscì a scollarlo da quel letto, a malapena, si fece convincere a mangiare qualcosa.

I due giorni passarono. Edea, che si era duramente concentrata per riuscire nel suo intento, sembrava fredda e imperturbabile. Un po’ meno distaccati erano gli sguardi di tutti gli altri presenti. La Madre cominciò ad muovere le mani, sospese appena sopra il corpo della ragazza, ma nonostante il turbamento reale che questa scena provocava in chiunque la guardasse, Squall non si fece intimorire e continuò a stringere forte la mano di Mairy.

 

Dopo un lungo armeggiare e dopo infinite e incomprensibili formule magiche, la Madre cadde su una poltrona sfinita dall’enorme sforzo cerebrale che aveva compiuto.

 

La ragazza non si mosse di un centimetro. Non era cambiato nulla. Aspettarono invano più di due ore, ma niente. Dovevano cercare un’altra soluzione e al più presto, perciò si riunirono tutti nell’ufficio del preside e stavolta anche Squall dovette raggiungerli lì.

La riunione durò a lungo, si fece un gran discutere, ma non riuscirono ad arrivare a capo di nulla.

Stanco e demotivato Squall decise di passare un’altra notte in infermeria, nonostante le proteste di Rinoa, Selphie e Quistis, che erano molto preoccupate per lui e la sua salute.

Quando stava per addormentarsi, Mairy gli strinse la mano. Senza crearsi false illusioni, pensò si trattasse di un riflesso incondizionato, ma subito si accorse che la ragazza stava muovendo appena le palpebre e che anche il suo aspetto fisico stava mutando ancora.

Dopo giusto il tempo di chiamare il preside, tornò e vide che era ulteriormente cambiata.

I capelli erano ancora molto lunghi, ma lisci e castani, tendenti al biondo, le sue guance si erano arrotondate appena, e gli occhi…

Per fortuna fu lì appena lei si svegliò e la prima cosa che vide furono i suoi occhi, verdi, grandi, ma un po’ spenti.

Immediatamente la abbracciò e lei, un po’ stordita, non capì che stesse succedendo.

 

Solo quando arrivarono gli altri, la liberò.

 

“Mairy…” Riuscì a dirle soltanto.

 

“Dove sono…” Disse lei con un tono simile a quello dei bambini appena svegli, stropicciandosi gli occhi con le mani.

 

“Sei a casa, ti abbiamo liberato!” Le disse Selphie.

 

“A casa? Liberata da chi? E voi chi siete?”

 

L’ultima domanda gettò lo scompiglio sull’intero gruppo che preso dall’euforia del momento non si era reso conto che Mairy, non era stordita per il post - risveglio, ma perché non sapeva realmente dove si trovasse e chi fosse.

La dottoressa spiegò che era un fenomeno frequente nei pazienti che erano stati in quello stato per un po’ di tempo e che secondo le sue conoscenze, quest’effetto era dovuto anche al congelamento dei poteri magici della ragazza, quindi fino a quando non venivano sbloccati, sarebbe rimasta così. Senza ricordi.

 

Il problema più grave era che le streghe, scoperto il rapimento della loro prediletta, stavano mettendo a ferro e a fuoco tutte le città e ben presto sarebbero arrivate al Garden, perciò Squall e il preside decisero di nascondere Mairy al vecchio orfanotrofio e anzi per sorvegliarla e magari chissà, aiutarla a recuperare la memoria, tutta la squadra si sarebbe dovuta trasferire lì, per un periodo di tempo indeterminato.

Perciò l’indomani mattina stesso partirono tutti, nonostante il disagio e la soggezione che sentiva la ragazza.

  
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