Prossima
fermata: libertà ~
prompt: #060,
chains/bonds
Il treno che è appena partito dalla stazione di Margate è un treno come tanti. Un’anonima fila di vagoni lucidi, un’anonima serie di volti concentrati su bagagli a mano più o meno pieni di cose da portar via. Ma sul treno che è appena partito dalla stazione di Margate c’è una donna che invece non guarda le cose che ha, né si volta indietro a sbirciare quelle che si lascia alle spalle; sola, seduta accanto al finestrino dell’ultima carrozza, nella borsa semivuota che ha con sé non ha racchiuso altro che mille fresche aspettative e il colore degli occhi di un uomo che le ha insegnato a volare.
E il treno la porta via con sé senza poter immaginare quanto lei, con quel suo sorriso lieve e speranzoso, sia già lontana.
Prima fermata: Ramsgate.
Il primo giorno, Sandra non sapeva di preciso perché fosse
andata a cercarlo. Magari solo perché lui era l’unica cosa lontana
– irraggiungibile – che le fosse capitato d’intravedere in quei
giorni sempre più grigi, negli interminabili pomeriggi in cui sorridere
ai clienti era maggiormente difficile e la faceva sentire niente più che
una bugiarda. Ma sorridere a lui, al modo in cui si era fatto strada attraverso
gli strati di grigio con una piccola frase e uno sguardo un po’
più attento del necessario, era stato così facile e naturale. E
forse per questo aveva voluto tendere la mano là dove sentiva che
c’era la sua.
Quel primo giorno, Ismail le parlò di sé, di studi di
filosofia e di case grandi e piene di luce, di posti nuovi e della
vastità di un cielo uguale eppure diverso. La portò in riva a un
mare di un blu più intenso di qualunque altro colore lei avesse mai
visto, e lo colorò delle parole di un libro di poesie lette con voce
forestiera, esitante, ma ferma. Sandra dimenticò se stessa e tutto il
grigiore che l’avvolgeva, e senza chiedere seppe subito che era proprio
ciò che Ismail voleva per lei.
Lo ascoltò solamente, e già si sentiva diversa.
Seconda fermata: Canterbury.
Il secondo giorno, Sandra sapeva benissimo perché fosse tornata
a cercarlo. In tutta la vita non aveva mai conosciuto nessuno come lui. Lei che
veniva da una buona famiglia, da un ambiente stabile, da un matrimonio che
aveva ‘combinato per se stessa’ non avrebbe potuto essere
più diversa da quell’uomo lontano miglia e miglia dalla sua casa,
dal suo mondo, da un posto in cui poteva parlare di Kierkegaard e citare versi
di Hikmet e non aveva alcun bisogno di pulire un gabinetto per poter comprare
un regalo a sua madre. Non avrebbe potuto essere più diversa – e
non avrebbe potuto sentirsene più affascinata.
Quel secondo giorno, Ismail la lasciò parlare, ascoltando storie
che persino alle orecchie di lei parlavano di confini inespressi, davanti a due
tazze di cappuccino che non sarebbe mai stato più caldo della mano con
cui stringeva la sua. Sandra seppe che non era colpa di nessuno, che a volte
semplicemente vedevi passare un treno che non sapevi dove portasse ma che
sapevi solo di voler prendere ad ogni costo, e che forse, solo forse, anche per
David era stato così.
Gli parlò solamente, e già si sentiva migliore.
Terza fermata: Ashford.
Il terzo giorno, Sandra non si era neppure posta la domanda. Aveva chiuso
il negozio e l’aveva trovato lì ad aspettarla, ed era stato
bellissimo vederlo sorridere, e si era sentita come una quattordicenne nel
giorno del suo primo appuntamento, e tutto le era sembrato giusto, come se non
potesse essere che così.
Quel terzo giorno, quando calò il sole, Ismail la portò
con sé a vedere le stelle, e Sandra seppe di averle già toccate
nel momento stesso in cui per la prima volta l’aveva guardato negli
occhi.
Lo abbracciò solamente, e già si sentiva libera.
Quarta fermata: Londra.
La donna sola dell’ultima carrozza afferra la borsa semivuota che ha con sé e si mescola a un mare di persone e di cose da portar via. Tre giorni: sono bastati tre giorni a trasformare la sua vita, a spezzare le catene da cui non si era accorta di essersi lasciata avvolgere. Non ha dimenticato, non intende dimenticare; nel suo cuore ci sono ancora i volti di un marito che un tempo ha amato – o ha creduto di amare – e di due figlie che non abbandonerà mai davvero. Eppure è così bello, e così nuovo, e così speciale il semplice atto di respirare una città diversa. Una città in cui non sei la sola che sta per partire. Non stavolta.
La donna si lascia quel treno alle spalle e ne raggiunge uno che a un tratto arriverà al confine con un altro mondo e forse, solo forse, le lascerà incontrare di nuovo gli occhi di un uomo che le ha parlato e l’ha ascoltata e l’ha abbracciata e, sotto le stelle, le ha baciato la fronte sussurrandole una poesia che suonava come una promessa. Quel mondo si chiamerà aeroporto e quell’uomo sarà lo stesso che le ha insegnato a volare.
Sandra respira a lungo, sorride, e va incontro a se stessa.
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
[ 850 parole ]
Nota: È obiettivamente vero:
il fatto che, alla fin fine, non sia
avvenuto nulla di espressamente romantico tra Ismail e Sandra è
ciò che dà ancor più valore a quell’episodio –
ciò che me l’ha fatto amare più di tutti. Ma è
ugualmente vero che Sandra non sarebbe mai partita, non sarebbe mai stata libera, se non fosse stato per Ismail. E
anche se è giusto, è giustissimo
che alla fine lei lasci Margate da sola, non riesco a
non pensare che quel treno potrebbe essere diretto ovunque e che non è
escluso che ‘ovunque’ comprenda anche Ismail che l’aspetta.
Mi sono documentata per scrivere questa cosa, e il percorso di fermate che
ho descritto (Ramsgate – Canterbury – Ashford) è davvero un percorso ferroviario che
unisce Margate a Londra. La poesia riportata in
chiusura è dello stesso poeta turco che ho citato, Nazim
Hikmet, e mi è parso che gridasse ISMAIL/SANDRA praticamente da ogni
minuscola sillaba. La faccenda dei tre giorni è una palese licenza
poetica; tutto ciò che ci mostra l’1x04 deve coprire un arco di
tempo molto più vasto, ma mi piaceva troppo l’idea di far
corrispondere ad ogni fermata un giorno trascorso con Ismail.
BTW, sul serio, questo pairing è e merita amore.