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Autore: Kikari_    28/06/2012    7 recensioni
|Storia sospesa|Cambio di Titolo: questa fic (Ahahah! X°) si chiamava "~ I miss you."|
- Anis, tu sei Insensibile, Fredda, Cinica, Introversa, Pigra, Testarda, Orgogliosa, Sarcastica, Schietta, Contorta... Vuoi che vada avanti?
- No, grazie. Hai reso l'idea.

~•~•~
Come avevano fatto a fare subito amicizia? [...]
Da dove traevano tutta questa sicurezza con una sconosciuta?
Forse perché loro erano un gruppo?
Insieme si è più forti, con gli amici tutto si supera...
Tsk, sciocchezze. Le persone sono solo capaci di farti soffrire.
[...] Strinsi convulsamente la lettera nella mano destra mentre mordevo sempre più il dito, fino a farlo sanguinare.
Assaggiai il mio sangue, era salato e amaro, come le mie colpe.
Perché, in fondo, era tutta colpa mia.
Solo colpa mia se mia mamma era morta.
Solo colpa mia se mia sorella era tenuta in ostaggio da quattro anni.
Solo colpa mia se ora non sapevo come uscire da questa situazione.
Solo colpa mia se ora ci erano dentro anche loro.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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9. The Dark over the Rainbow.


Vorrei dedicare questo capitolo a tutte le persone che mi hanno seguito finora o che hanno iniziato a farlo da poco.
Pimpi_chan, Fenicia, Vampire Ninja, Momo_chan, Marimo, PokemonMaster97 PA, black_star98, Gwen Kurosawa, Yui_Chan_, SailorOfHeart, Juls_ e Irithwell.
Grazie, non so come farei senza di voi ~ çuç #commoss
Ah, giusto. Preparatevi. Perché questo sarà un "capitolo ribaltone", per cui verrò personalmente a ribaltarvi a casa. uù (?)




Colorless.


9. The Dark over the Rainbow.
Il Buio oltre l'Arcobaleno.



- ANIIIIIIS! Alzati, ghiro! Una rana in letargo si è alzata prima di te.
Come al solito, mia zia aveva un modo di svegliarmi veramente premuroso.
La scena del giorno prima si ripeté pari pari:
Lei fece capolino con la testa dallo stipite della porta, dopodiché la spalancò con forza, entrò in camera alzando le tapparelle e togliendomi le calde coperte, il mio guscio di protezione dal mondo esterno.
E, ovviamente, io caddi nuovamente dal materasso sbattendo la faccia contro il freddo pavimento piastrellato bianco.
- Ahi... - sbuffai scocciata massaggiandomi il naso, ero sicura che se fossi andata avanti così me lo sarei rotto.
- Devi imparare a svegliarti, ghiro! Adesso sbrigati che i tuoi amici ti aspettano. - disse laconicamente mentre usciva, non dimenticandosi di sbattere la porta.
Per un momento ebbi l'istinto di gridarle contro di tutto; loro non erano i miei amici.
Ringhiai sommessamente mentre mi alzavo pesantemente dal pavimento aiutandomi con una mano.
Lanciai uno sguardo carico di disprezzo verso la mia Pokémon, ancora beatamente addormentata sul guanciale.
Mi trattenni a stento dal commettere un Piplup-icidio, e mi diressi verso il bagno sfregando i piedi con fatica, con la schiena ricurva e le braccia a penzoloni.
Questa vita stava iniziando a stancarmi seriamente.
Mi cambiai e pettinai alla meno peggio per poi scendere in cucina e trovarci già Piply tutta contenta a consumare voracemente la sua colazione.
La fulminai prima di sedermi al mio posto e addentare un biscotto al cioccolato.
Mentre inzuppavo un altro di quei dolcetti nel latte spostai lo sguardo sull'orologio, e per poco non mi andò di traverso il boccone.
- Come sono le nove meno un quarto? - sbottai ingoiando velocemente il liquido rimasto nella tazza e intimando Piply a sbrigarsi.
- Anis, dovevi svegliarti prima e non perderti in chincaglierie. - affermò con autorità mia zia mentre lavava i piatti, ma non faceva altro dal mattino alla sera?
- Eh? - dissi confusa mentre continuavo a ingurgitare latte.
- Sai che certe volte sei davvero buffa? - ammise Diana con un leggero sorriso sul volto allegro.
Sbuffai ingoiando l'ultimo boccone per poi improvvisare un'espressione imbronciata incrociando le braccia al petto, mi divertiva comportarmi da bambina; così mia zia rise leggermente.
Corsi con foga verso la porta, prendendo al volo la borsa precedentemente preparata e spalancando la soglia di casa.
- Io esco! Credo tornerò questo pomeriggio! - avvisai mentre prendevo in braccio una Piply alquanto scocciata dall'improvvisa fretta.
- Ok, Anis! Magari riusciamo a beccarci dato che faccio solo il turno mattutino, oggi! Divertiti! - salutò Diana sporgendo la testa dalla cucina.
- Speriamo! Buona giornata. - ricambiai con un gesto della mano per poi iniziare a correre verso il parco.
Ero proprio curiosa di sapere cosa avrebbero proposto oggi.
Ieri non ero riuscita ad addormentarmi presto, la frase di Gary mi ronzava ancora insistentemente nella testa e non sapevo se avrei dovuto accettare o no.
- Domani. Al parco. Alle nove del mattino. Ci portiamo il pranzo al sacco e stiamo lì tutto il giorno. Sei dei nostri, Anis?
Così secco ma così sincero, quelle parole mi continuavano a perforare il timpano nonostante le avesse pronunciate qualche ora prima; alla fine cedetti e decisi di svagarmi, almeno per un po'.
Piano piano riuscivo sempre più ad ambientarmi nella nuova città...
...No, non era affatto vero.
Il mio senso dell'orientamento era e sarebbe rimasto pessimo per sempre, su questo non c'erano dubbi.
Fortuna che avevo il mio “piccolo GPS portatile”.
- Pi piplup! - indicava la Pokémon con la sua chiara pinna celeste ad ogni mia esitazione.
Io, da brava “soldatina”, mi fidavo del suo concetto di direzione ed eseguivo gli ordini.
In pochi minuti ci ritrovammo davanti alla soglia del parco di Arenipoli.
Essa consisteva in un grande arco giallo canarino con agli estremi delle lunghe e lussureggianti siepi.
- Grazie Piply. Non so come avrei fatto ad arrivare, e siamo proprio puntuali. - dissi sorridendo mentre sentivo l'eco delle campane della chiesa.
Entrai nella verdeggiante oasi facendomi inebriare i sensi dal profumo d'erba appena tagliata tipico della mattina, d'altronde erano le nove scoccate.
Fra tutti i sapori mattutini uno si fece largo particolarmente verso il mio naso, appena riuscii a coglierne il dolce profumo, mossi la testa alla ricerca dei fiori dal quale proveniva.
Dopo qualche occhiata, li avvistai chiari in una piccola aiuola spuntata naturalmente; anzi, le avvistai.
Mi avvicinai cautamente, come se avessi paura di spezzarle o rovinarle anche solo andandoci accanto: appena fui abbastanza vicina, mi accucciai per osservarle meglio e ne presi una tra le mani, senza strapparla dal suo terreno.
- Belle di Notte... - soffiai mentre queste parole mi scivolavano dalle labbra per poi disperdersi nel silenzio e nella quiete circostante.
Mi erano sempre piaciute, fin da bambina; beh, i fiori in generale avevo sempre ammirato.
Un ricordo di mia madre e di queste eleganti piante mi era rimasto impresso nella mente, per non essere cancellato mai dalla mia memoria, eppure...
- Anis! Allora sei venuta! - esclamò al colmo dell'emozione Lucinda facendo girare anche il resto della compagnia, impedendo la continuazione del gioco che stavano facendo.
- Non ci speravamo più! - disse Vera con un sorriso genuino, capace di far sciogliere anche il cuore più freddo.
- Ehm, sì. Alla fine Piply mi ha convinto. - affermai torturandomi una ciocca di capelli mentre la mia Pokémon mi guardava con aria di rimprovero: lo sapevo che lei non centrava nulla con la mia decisione.
- Che stavi facendo? - domandò incuriosita Misty mentre si avvicinava; in effetti ero ancora accucciata e avevo le dita poggiate delicatamente sulla corolla del fiore.
- I... io? A... assolutamente niente! - farfugliai, presa in contropiede.
- Anche tu sei appassionata di fiori? - chiese dolcemente Drew, accovacciandosi anche lui.
- ...Sì, mi è sempre piaciuto conoscere il significato che ognuno di loro possiede. - risposi distante, mentre facevo scivolare lo sguardo da una Bella di Notte all'altra.
- Almeno tu non sei fissata con le rose. - bofonchiò Barry alludendo alla passione dell'amico verdolino; per tutta risposta lui si imbronciò, offeso.
- Questi che fiori sono? - domandò con curiosità Lucinda mentre puntava il dito contro delle corolle gialle canarino.
- Oh, quelle sono Colze. Mi domando che ci facciano qui. - risposi sempre con sguardo assente, mentre avvicinavo il viso ai petali profumati per assaporarne la fragranza e ogni minimo dettaglio.
- Perché dici che non dovrebbero essere qui? - indagò la blu sempre più confusa dal mio atteggiamento.
- Semplice, perché le Colze crescono con i climi freddi, tipici delle regioni del Nord, mentre qui siamo sulla costa.
- Magari il vento ha portato i semi fino qui dal Monte Corona. - azzardò Drew, anche lui con gli occhi vitrei.
- E quelli? - chiese Vera indicando delle gemme da poco sbocciate.
- Beh, quelle sono Viole. - rispondemmo all'unisono io e il ragazzo dagli occhi smeraldini.
- Sono rare?
- Non più di tanto, ma sono comunque splendide.
- E invece quelli che stai accarezzando, Anis? - si informò Paul, alquanto interessato per il suo livello, senza dimenticarsi di aggiungere una nota di sarcasmo alla sua domanda.
In effetti, avevo ancora l'indice e il pollice posato con sottigliezza sul bocciolo ancora chiuso.
Sorrisi, tra tutti i fiori esistenti, quelli erano sicuramente i mie preferiti.
- Queste sono Belle di Notte, mai sentito parlare? - risposi con una domanda mentre ammiravo i petali racchiusi in loro stessi.
- Sinceramente... no. - replicò il viola incrociando le braccia al petto in attesa di una mia spiegazione.
- Sono dei fiori speciali: a differenza degli altri, sbocciano nell'oscurità della notte, proprio come suggerisce il nome; sono gialle e fucsia, talvolta in un solo fiore ci sono entrambi i colori; sono diverse, e per questo sono le mie preferite.
- Riusciremo mai a vederle schiudere? - chiese sognante Lucinda.
- Certo. Ma forse le nove del mattino non è l'orario adatto. Esiste anche una leggenda che aleggia attorno a questi fiori... - dissi, viaggiando sempre più lontano dalla Terra.
- Uh! Raccontacela! - esclamò piena di entusiasmo Vera congiungendo le mani.
- Magari un'altra volta, cosa stavate facendo prima? - domandai ritornando in fretta in me; lasciai andare il piccolo bocciolo con delicatezza, temendo di aver compromesso la sua già breve vita.
- Stavamo per giocare a nascondino, ti va? - chiese Ash con la voce più infantile che poteva.
Mi alzai e lo guardai inorridita: a quell'età ancora a fare quei giochetti?
Mi arresi notando che solo Paul e Gary erano del mio parere; così, rassegnata, mi avvicinai al gruppo riunito in un cerchio.
- Bene, adesso siamo finalmente pari e possiamo giocare a coppie! - affermò contento il corvino portandosi le braccia sui fianchi orgogliosamente.
- Ehm... Ash, sei consapevole che uno deve contare e perciò siamo nuovamente dispari? - spiegò titubante Drew, stupito dall'ingenuità dell'amico.
- Oh, è vero... - ammise lui, sconsolato.
- Beh, vorrà dire che un gruppo sarà da tre! - concluse Barry con un sorriso a trentadue denti stampato in volto; quel ragazzo era capace di risollevare il morale nei momenti peggiori.
- Sì, hai ragione! Forza, formate le coppie! - annunciò Vera con fare solenne mentre Drew le si avvicinava silenziosamente da dietro.
- Ti va di venire con me? - sussurrò all'orecchio della castana con voce suadente mentre le guance di lei si imporporavano.
- C... certo. - rispose imbarazzata e a disagio mentre lui la prendeva a braccetto.
- Che scena adorabile... - commentò una Lucinda sognante.
Dietro di lei, un Paul abbastanza intimorito - ma che non lo dava a vedere - cercava la forza di chiedere alla blu di nascondersi insieme: iniziò a torturarsi l'orlo della maglietta dal nervosismo, ma fu preceduto per un soffio.
- Vieni Lu, conosco un nascondiglio perfetto!
- Allora mi fido, Misty! - disse contenta la blu mentre prendeva a braccetto l'amica, sotto uno sguardo lievemente deluso di Paul.
Mi guardai intorno: Ash era con Brock, Misty con Lucinda, Vera con Drew, Barry si era offerto di contare... chi mancava?
Oh no, non ditemi che è quello che penso...
- Siamo rimasti solo noi. - mi si avvicinò, alle spalle, con un sorriso malizioso l'ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento; chiusi le palpebre, respirai e mi girai di scatto:
- No, Gary. Con te non ci sto. Vai, Paul ti aspetta. Misty! Lucinda! Posso stare con voi? - dissi il più seriamente possibile mentre lasciavo il castano a bocca aperta: e che si aspettava? Che gli sarei saltata in braccio?
Le ragazze, appena si sentirono chiamate in causa, annuirono e mi incitarono ad avvicinarmi.
Come colpo di grazia, mentre correvo, mi girai un'ultima volta e feci la linguaccia al castano che, per tutta risposta, ringhiò.
Sinceramente di fare quel gioco infantile non ne avevo proprio voglia ma mi sforzai per far loro un piacere; d'altronde mi avevano invitato, sarei stata un po' più accondiscendente.
Ogni coppia o gruppo che sia andò a nascondersi nel parco vuoto e silente, senza gli strilli e le lamentele dei bambini era come se fosse un posto diverso.
Si poteva perfino sentire il lieve soffio del vento che smuoveva elegantemente le fronde arboree, una cosa assai rara in quel parco confusionario.
Sembrava di essere in un piccolo mondo a sé, senza contatti con la Terra crudele e reale.
Amavo il silenzio e la tranquillità, quel parco era la perfetta congiunzione dei due.
Nonostante ciò, Nascondino rimaneva sempre un gioco infantile.




●●●




Allora, Anis, fai mente locale della situazione:
Ci eravamo andati a nascondere, ogni coppia in un posto differente e Barry aveva iniziato a contare...
Fin qui, tutto bene.
Il biondino aveva iniziato a cercarci e noi a fuggire...
Ok, ancora normale.
Ma, diamine, perché Ash doveva infognarsi in una stupida grotta, dopo essersi prontamente allontanato da Brock? Ma cosa aveva nel cervello quel ragazzo, farina?
E poi, dico, da dove era spuntata questa grotta? Da quando si trovano caverne nei parchi cittadini?
Ecco le domande a cui non riuscivo a trovare una risposta, ero in una di quelle tipiche “crisi d'isteria”.
Sbuffai sonoramente mentre mi guardavo in giro: eravamo dentro una sporca e umida grotta alla ricerca del corvino; la giornata andava di bene in meglio.
Solo qualche minuto dopo riuscimmo a trovarlo: era in fondo all'antro, rapito da una cassa di legno, molto somigliante a uno scrigno.
- Ash! Ma che diavolo ti è preso? - strillò Misty avvicinandosi al ragazzo accucciato per terra.
- Ragazzi! Guardate cosa ho trovato! - esclamò con un sorriso entusiasta indicando il forziere davanti a noi: era in ciliegio con i bordi tinti accuratamente di color oro, al centro vi era una piccola serratura arrugginita dal tempo.
- Sappi che te la faremo pagare questa... - ringhiò Gary, - ...subito dopo aver aperto quel tesoro! - aggiunse con occhi avidi mentre si accostava all'oggetto del desiderio.
Il resto che vidi fu solo polvere.
Polvere, polvere e altra polvere che si insinuava prepotentemente nelle mie narici, pronta per farmi venire un mal di testa allucinante.
Tossicchiai mentre portavo il braccio davanti agli occhi, per evitare che mi si irritassero; appena la cenere incominciò a diradarsi, rimasi scioccata da ciò che stava accadendo: si stavano praticamente picchiando per aprire quel maledetto forziere!
- Ma come vi siete ridotti? Non vi vergognate? - intervenni adirata, poggiando secca le braccia sui fianchi mentre squadravo ognuno di loro con provocazione.
Il gruppo si fermò all'istante non appena sentì la mia minaccia, ritrovandosi in posizioni piuttosto scomode e a guardarsi l'uno l'altra; abbassarono lo sguardo, colpevoli.
- Ha ragione Anis, piantiamola e utilizziamo il modo migliore per scegliere chi deve aprire il tesoro... Miscela numerata! - affermò serio Ash alzando un pugno al cielo.
Dopo questa sua affermazione roteai gli occhi, portandomi una mano sulla fronte per poi farla scivolare lentamente sul viso, un chiaro segno di disperazione.
Mi astenni dal fare un altro gioco infantile, mentre loro ripetevano i numeri tutti assieme seguendo con lo sguardo il dito sottile di Vera che puntava ogni volta contro una persona diversa al cambiare di numero: alla fine uscì Barry.
Il biondino, tutto entusiasta e orgoglioso, si avvicinò allo scrigno, cercando invano di alzare il coperchio.
- Accidenti... non ha intenzione di essere forzato, questo forziere! - imprecò mentre provava tutti i modi possibili per dischiudere la cassa.
- Magari serve una chiave. - azzardò Lucinda spostando lo sguardo da Barry alla serratura.
Gli altri sembrarono pensarci un po' su, poi intervenne Misty:
- No, basta fare così, guardate. - disse con indifferenza prima di dare un forte calcio al baule che, automaticamente, si aprì assieme a tutte le nostre bocche.
Ancora sconvolti, si iniziarono a complimentare con la rossa, mentre Barry si stava avvicinando furtivamente allo scrigno.
Con un balzo felino, portò la testa al suo interno, per esplorarlo più a fondo; convinta che avesse trovato qualcosa, sorrisi curiosa, ma quell'interesse venne spazzato via come foglie al vento da un'affermazione del biondo.
- MA È UNA FREGATURA! - strepitò furioso mentre brandiva da una parte all'altra una misera busta giallognola.
Tutto si fermò, ogni singola parola o discorso fu troncato a metà e tutti rivolsero il loro sguardo su di lui.
- C'era solo questo, lì dentro! - disse con disprezzo additando il tanto desiderato scrigno, ora solo una cassa in legno di ciliegio vuota.
Mentre tutti abbassavano lo sguardo delusi, sentii la voce di Vera rompere quella tensione.
- Beh, non è tutto oro ciò che luccica. - sentenziò aspramente in un impeto di saggezza.
Intanto, Barry stava maneggiando la busta, rigirandola tra i polpastrelli alla ricerca di un qualche indizio.
- Ragazzi, qui c'è scritto qualcosa, ma non si capisce niente! È una grafia incomprensibile! - strepitò scocciato dalla piega che gli eventi prendevano.
Stanca, mi avvicinai e gli strappai letteralmente il messaggio dalle mani: la parte che avevo di fronte era il retro della busta in sé, una linea partiva dagli angoli per poi congiungersi in una specie di triangolo al centro; la rigirai e non appena lessi a chi era destinata la lettera, mi mancò il respiro.
C'era scritto un chiaro e tondo:
Per Anis Costaluna.
Sorrisi amareggiata, non potevo essere io, ci doveva essere stato sicuramente uno sbaglio, tutto ciò non aveva alcun senso!
Eppure, quella grafia era così familiare che riconobbi subito la persona alla quale apparteneva, e allora intuii che non era per niente uno sbaglio:
Mia madre.
Lei era una Dottoressa e, si sa, i medici non hanno una bella grafia, dovuta all'eccessiva scrittura giornaliera, ma la sua avevo imparato fin dai nove anni a riconoscerla, tuttavia...

Io non volevo crederci.

Sentivo lo stomaco contorcersi in una qualche strana forma, preso da una tremenda ansia e preoccupazione, mentre la gola diventava secca e ogni volta che deglutivo sentivo delle lame lacerarmi l'esofago.
Per fortuna nessuno si era ancora curato di me e io, dalla mia parte, era come se mi trovassi in una bolla d'acqua: tutto ciò che accadeva fuori arrivava distante e quasi sussurrato alle mie orecchie, il suono entrava da una parte e usciva dall'altra.
Nella mia bolla c'eravamo solo io e quella dannata lettera di mia madre che, sinceramente, non mi sarei mai aspettata.
Andiamo, avrebbe potuto chiamarmi al telefono, no?
A quel punto un terrificante dubbio si fece largo dispoticamente nella mia testa:
E se non avesse potuto farlo?
Portai una mano alla bocca per soffocare un grido; non poteva essere così, sicuramente mia madre aveva deciso di farmi pervenire questa lettera in un modo alquanto strano: in fondo, mia mamma era sempre stata una persona eccentrica.
Incominciai a mordermi nervosamente il dito, per allentare la tensione e per impedirmi di fare pensieri negativi in un momento del genere.
Dopo un attimo di incertezza, raccolsi tutto il mio coraggio e aprii la busta ingiallita dal tempo.
Brutto segno.
Tirai fuori il foglio, anch'esso ingiallito e parecchio malmesso; notai con orrore un dettaglio:
C'erano delle lacrime su quel maledetto pezzo di carta.
Come quando si bagna con l'acqua un foglio e poi esso, riasciugandosi, rimane leggermente ondulato, così era messo quel cavolo di pezzo di carta.
Pessimo segno.
Guardai la data della lettera, riconoscendo all'istante la grafia di mia madre e ricominciando a stringermi il dito indice sinistro tra le mandibole.
Cazzo, la datazione riportava il giorno Diciassette Aprile 2008.
Diciassette Aprile 2008.
Diciassette Aprile 2008... queste parole frullavano nella mia mente: perché mi suonavano familiari?
Strinsi ancora di più il dito quando mi ricordai tutto: quello era il giorno della partenza di mia mamma e mia sorella.
Una terrificante paura mi invase completamente, mentre incominciai a leggere con angoscia la lettera che avevo nella mano destra, accusando ogni singola parola come se fosse una pugnalata alla schiena, il tutto contornato da una Piply sulla mia spalla, ansimante dall'agitazione.
Più andavo avanti nella lettura, più le parole mi rimbombavano nella mente, più le lacrime minacciavano di uscire e più i sensi di colpa salivano.
Tutto per colpa della schiettezza di quella lettera e della calligrafia pessima con cui era scritta, che più leggevo e più ogni piccolo tratto mi costringeva a credere al peggio.
Morsi ancora di più il dito, ignorando completamente il dolore che mi provocava, mentre rileggevo di nuovo la lettera di cui non ne avevo mai abbastanza.
Mai abbastanza per crederci.


17 Aprile 2008

Mia Dolce Anis,
Ti ho mentito.
Ti ho mentito e ora mi hanno trovata.
Beh, ci tenevano sempre sotto controllo, ma mi hanno messo con le spalle al muro.
Se stai leggendo questa lettera significa che ora hai raggiunto l'età per sapere tutta la verità.
Ho detto a Diana di prenderti sotto la sua custodia quando tu avessi compiuto tredici anni.
Tanto per cominciare, io non sono mai partita per lavoro, né tanto meno sono partita lasciandoti lì dalla nonna per farti un dispetto.
Anis, fin da quando eri piccola, un'organizzazione criminale chiamata “Dark Moon” è sulle nostre tracce...
...Sulle Tue tracce.
Vogliono quello che possiedi, ciò che ti ho consegnato qualche anno fa, quello da cui non ti devi separare mai.
Quei dannati mi hanno minacciato di uccidere te e tua sorella se non gli avessi consegnato ciò che volevano.
Per proteggervi da quei balordi io mi...
Accidenti, non mi sembra neanche vero di stare scrivendo queste parole ma, ti prego, credimi.
Perché ti conosco fin troppo bene e in questo momento starai guardando questa lettera con scetticismo, ma fidati.
Io mi vado a sacrificare per voi, bambine mie.
Ho portato con me Denise per non metterti in ulteriore pericolo, non è lei che vogliono, sei tu.
Adesso ha due anni, compiuti giusto ieri e io non potrò vederla crescere.
Come non potrò vedere te.
Adesso vado da loro, senza paura o rimorso, ma non so cosa faranno a tua sorella.
Credo che la useranno come ostaggio, quei dannati balordi.
Ti prego, salvala.
Falle vivere la sua vita come una semplice e comune bambina, se lo merita.
Meritate di essere felici entrambe.
E io per la vostra felicità farei qualsiasi cosa.
Però adesso promettimi, promettimi che andrai a salvarla, solo tu ne saresti in grado.
Perché ti conosco, perché so che tu farai la scelta giusta, indipendentemente da cosa sceglierai.
Non piangere, non c'è bisogno.
Sarò sempre con te, non sarai mai sola.
Ma tu promettimelo, giurami che salverai Denise...
Certo che sono proprio stupida, perché sono sicura che lo farai.
Vi amo e vi amerò per sempre, ovunque io sia.

Mamma

Ps: Ti allego due foglietti, sono un po' rovinati e strappati in mezzo, sembrano una sorta di filastrocca, ma quei maledetti mi hanno detto che serve per trovarli, nel caso ne avessimo avuto il bisogno; purtroppo non possiedo la parte centrale, ma sono sicura che tu troverai la soluzione. Perché tu sei Speciale, Anis.
Non dimenticarlo Mai.



Continuavo a leggere quelle righe, ogni volta sempre più confusa e incredula.
Quelli erano dei Bastardi.
Dei luridi Bastardi.
Solo loro erano in grado di mettere in mezzo una bambina di pochi anni in una situazione più grande di lei.
Mia madre era un'incosciente.
Un'incosciente a cui vorrò sempre bene, che non dimenticherò mai e di cui non capirò mai la logica.
Mi sarebbe venuta voglia di ucciderla, se non sapessi che era già morta.
Quindi mi aveva sempre mentito.
Non aveva fatto altro dalla mia nascita.
E ora non c'era più.
Sentivo il mondo crollarmi addosso, come una frana incontrollabile che ti coglie alla sprovvista, e tu, anche se fuggi da quella frana, non sai come uscirne, perché non hai più un punto di riferimento, uno spiraglio di luce da seguire.
Era come se mi trovassi in un tunnel, un lungo tunnel di cui non riuscivo a cogliere la fine, che magari non sarebbe mai giunta.
La mia vita è come un grosso vortice, dal quale non puoi più scappare una volta che ci sei dentro.
Strinsi convulsamente la lettera nella mano destra mentre mordevo sempre più il dito, fino a farlo sanguinare.
Assaggiai il mio sangue, era salato e amaro, come le mie colpe.
Perché, in fondo, era tutta colpa mia.
Solo colpa mia se mia mamma era morta.
Solo colpa mia se mia sorella era tenuta in ostaggio da quattro anni.
Solo colpa mia se ora non sapevo come uscire da questa situazione.
Solo colpa mia se ora ci erano dentro anche loro.
Lasciai cadere la lettera e la busta per terra mentre mi tolsi il dito dalla bocca.
Mi voltai di scatto, facendo preoccupare Piply che non aveva capito nulla di ciò che era successo, e corsi via.
Corsi via, senza una meta precisa.
Solo in quel momento gli altri si accorsero di me.
Solo in quel momento si accorsero della lettera destinata a me.
Solo in quel momento incominciarono a leggerla.
Solo in quel momento capirono tutto.
Ma ormai io ero già troppo lontana per sentirli.
Non volevo sentirli.
Corsi, corsi a perdifiato per tutto il parco, ancora vuoto e silente.
Mi inciampai, caddi rovinosamente a terra mentre sentivo le lacrime premermi pesantemente sugli occhi.
Ora, in quella situazione, chiunque avrebbe pianto e gridato per sfogarsi.
Io no.
Non potevo piangere.
Non me lo sarei mai perdonato.
Così svenni, svenni sulla morbida erba bagnata dalla brillante rugiada, con accanto una Piply più preoccupata che mai.
L'ultimo ricordo che avevo di quel giorno fu l'intenso odore di Belle di Notte e delle macchie gialle e fucsia di fianco a me.



Poi, il Buio.




The Dark over the Rainbow ~ Il Buio oltre l'Arcobaleno.
Esso si riferisce alla vita e il succedersi degli eventi legati ad Anis.
Lei ha vissuto, finora, in un mondo in cui tutti le mentivano; un mondo che, anche se ha avuto una pessima infanzia, era circondato da Arcobaleni, essendo tutto una finzione.
Non appena scopre per intero la verità, la morte di sua madre per colpa di una certa organizzazione (che per inciso lei conosceva già, ma non ne aveva più sentito parlare da quando aveva nove anni, e aveva sotterrato quel ricordo) e tutte le bugie che l'hanno da sempre accompagnata, allora, confusa, sviene, cadendo in un lungo buco nero, sprofondando lentamente e inesorabilmente verso l'oblio.  #Oh yeah. Viva l'allegria.




~ Angolo di Kikari.


Uh
, ho aggiornato più in fretta del solito, ma ve lo avevo promesso. c:

Che piacere risentirvi, gente. 8)
Uhm, adesso, però, siamo sinceri. *Si lega all'albero di una nave (?)*
Uccidetemi pure, ve lo consento. D:
Sì perché, purtroppo, vi devo lasciare così per almeno il mese di Luglio. Così con tutta questa suspance. DDD:
Mi sento uno schifo. çuç
Domenica mattina parto per la mia dolce (?) e coccolosa (???) Pontinvrea e vi lascio così. ç_ç
Riuscirete mai a perdonare una persona del genere? ;w;
No. Immagino di no. çç *i lettori annuiscono*
Per questa volta lascio stare i ringraziamenti, dato che sono scritti lassù. :3 *Indica  le quattro righe all'inizio della pagina*
Adesso facciamo qualche domandina, dato che da questo capitolo in poi si inizierà a sviluppare la storia in sé. c:
Quello mi sembra più carinoH e coccolosoH :3 #Ma che...?
Sorvolando su queste cavolate, mi vorrei scusare per il linguaggio un po'... colorito di questo capitolo. o//ò'
Mi sono immedesimata tanto in Anis per scrivere questo capitolo che doveva essere carico di emozioni che, nella foga, ho finito per immaginarmi in una situazione del genere e le imprecazioni sono venute fuori da sole. òò
Dite che, per questo, dovrei alzare il rating? #ignorante su i rating dato che ha sempre scritto entro il verde
Va bene, meglio andare avanti.
Non ho molto da dire, in effetti, ma faccio un ringraziamento generale, perché mi sembra doveroso.
Ognuno di voi, che abbia lasciato qualche pensiero su questa fic o che abbia semplicemente cliccato il tastino "Nei preferiti/seguite/ricordate" mi ha riscaldato il cuore facendomi pensare che, in fondo, di questa storia non importa solo a me. çuç
Grassie, grassie infinte
 
#WithMuchLoveandAffection


Vostra Lecchan particolarmente dolce che inizia a spargere cuoricini e petali di rosa :3



PS
: Un grazie speciale va alla dolce Juls_ che, in pochissimo tempo, si è letta tutta questa roba
~ 
Assie, Kraffen 




  
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