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In Bilico –
CAPITOLO XXIV
Un pazzo!
È
qualcosa che fa Orrore. E tu che cosa sei,Tu, lettore?
In quale
categoria ti schieri?
In quelle
degli Sciocchi o in quella dei Pazzi?
Se ti
dessero la possibilità di scegliere,
la tua
Vanità preferirebbe certo l’ultima condizione.
St. Mungo's Hospital for
Magical Maladies and Injuries
Non ho
mai creduto alle favole, né a quelle magiche né tanto meno a quelle babbane, mia madre e mio padre di contro ci credevano moltissimo;
dicevano che le favole vengono da storie vere. Storie orribili che fanno
piangere i bambini e stomacare gli adulti ma che fanno fatte circolare. Per non
dimenticare l’insegnamento offerto dalle sventure di qualcun’altro.
I miei
genitori credevano alle favole. Io no.
Così
quando aprì gli occhi e mi ritrovai stesa nel letto d’ospedale del Dumbledore Hospital con la veste bianca dei
pazienti e ad alcuni letti da me le miei cugine non mi venne in mente la storia
di Alice e del suo insopportabile
coniglio bianco.
~
“Come
si sentono, dottore” il Salvatore del Mondo Magico strinse energicamente la
mano della dolce Ginny che faticava a non mostrare la
sua disperazione. Il dottore al contrario fissava la donna con malcelato
fastidio. Lui era stato un famoso primario e non poteva certo perdere tempo. Ma
quello che stringeva la mano alla donna rossa era pur sempre Harry James
Potter, colui che aveva liberato il Mondo Magico dalla dominazione di Lord Voldemort. Tremò internamente per aver sentito il nome
dell’uomo che aveva terrorizzato tutti.
Harry
James Potter è come ti aspetti che sia. Alto, magro con i capelli in disordine
e la cicatrice leggermente visibile dagli occhiali tondi.
“Mia
signora, i ragazzi stanno bene, – fisicamente intendo – e dopo le ultime cure
la loro mente sembra leggermente meno vacua, sembrano tornati al mondo. Ma lo
sa che la loro lucidità può durare un anno come un giorno” vidi la donna
singhiozzare afferrandosi alla camicia di Harry Potter che lanciò uno sguardo
in direzione della seconda coppia. Ron Weasley ed Hermione Granger fissavano nella
mia direzione ma non sembravano vedermi. Lui aveva un espressione triste negli
occhi mentre lei sembrava furiosa e stringeva le labbra in una linea sottile e
pallida.
“Non è
possibile, dottore, lei è il terzo parere che fallisce! Mi vuole dire che
l’unica strada da intraprendere è quella di …” represse la rabbia la giovane
Miss Weasley quando si avvicinò lo stimato primario
del San Mungo.
“Buonasera”
esordì serafico con un espressione impenetrabile. Possibile che non fosse
risentito che la famiglia Potter e Weasley avessero
chiesto nuovamente un altro parere? A quanto pare, se era irritato non lo diede
di certo a vedere. Anzi si avvicinò alle due coppie come un dottore premuroso e
si sincerò che tutti loro avessero una cera quanto meno decente.
“Dottore”
sussultò Hermione Granger,
aveva un espressione adatta a un ospedale con quel viso pallido e quelle
impressionanti borse sotto agli occhi. Il marito le strinse leggermente la mano
e per la prima volta in quelle poche ore vidi passare un leggero sorriso su
quelle labbra pallide.
“Credo
che vogliate sapere che i ragazzi sono svegli” alla due coppie si aggiunse una
terza. Leggermente discostata e più irritata delle prime due. Lui era stretto
in un Montgomery , lei in una morbida
giacca di Ferragamo. Sembravano
usciti da quelle riviste di moda platinati o sulla famiglia perfetta.
“Quando
possiamo vederlo?” chiese Draco Malfoy,
aveva i capelli più lunghi e la fronte più spaziosa e rivolse uno sguardo
sprezzante alle quattro persone che si tenevano per mano.
“Anche
adesso, ma siate cauti la loro mente è persa fra la realtà e il sogno”
l’avvertimento cadde inascoltato quando le coppie si divisero per i due
padiglioni maschile e femminile.
~
Mio
padre e mio zio erano proprio come li ricordavo. Belli e imponenti nei loro
vestiti drammaticamente inglesi e così poco sposati bene. È proprio vero che
noi inglesi non sappiamo davvero come vestire.
Ma mio
padre era bello comunque, con i suoi capelli rossi e i suoi occhi verdi. La mia
mamma non c’era, sicuramente era andata a trovare Hugo nel padiglione di
fronte. La immaginavo la mamma, ma le sue immagini si sovrapponevano con la
bella donna che si stringeva con struggente passione a Draco
Malfoy.
Non
riuscivo a vederla chiaramente. Che cos’era diventata mia madre? Era mamma o
donna? Chi delle due figure aveva scelto?
“Signorinella”
esordì mio padre e io cominciai a piangere, non sapevo da dove provenissero ma
sentì subito le braccia di mio padre intorno a me.
“Non
ti volevo sgridare” sussultò maldestro mio padre asciugandomi i lacrimoni che mi scendevano dalle guancie. Oh il mio
imbranato padre era tornato!
“Non
sai che bello vederti ancora vivo papà” lo vidi irrigidirsi e prendermi
nuovamente fra le braccia, nei suoi occhi era passata una scintilla di dolore.
“Non
sono mai stato più vivo di adesso, Rosie” sorrisi sentendo quel nomignolo. Non era un sogno,
era mio padre a chiamarmi così, non Scorpius.
“Hai
ragione papà” lo vidi passarmi uno specchietto e sorridere imbarazzato dicendo
che era un regalo per me.
“Il
dottore ha detto che vi state riprendendo, io ho pensato di portati un regalino
per aiutarti a ricordare il tuo p …” non finì mai la sua frase perché lo
strinsi con forza il collo fino a spezzargli il fiato e sentì mio padre tacere
e fare l’unica cosa in cui non era mai stato imbranato o non si era mai sentito
impacciato: mi abbracciò con forza.
“È
stato tutto un incubo, uno spaventoso, orribile incubo ma adesso ci sei tu”
suggellarono tutto con un bacio, mentre alcuni letti più in là un’altra coppia
di genitori abbracciava e stringeva a se una Molly Jr Weasley
meno eroina ma più bambina.
~
“E
così tu sei morto” James sorrise a suo padre che lo fissava tra il serio e il
faceto, grattandosi il mento davanti agli sguardi animati dei suoi due figli
maschi: James Potter e Albus Potter.
“Mi è
andata bene. Ero in battaglia, sono morto da eroe proprio come te, papà” James
si era svegliato molti giorni prima degli altri dai suoi incubi ma era con gli
altri che aveva ripreso la sua lucidità. Adesso Harry guardandolo gonfiarsi il
petto come un pavone stentava a ricordarlo freddo e immobile nelle stanze
separate preso da incubi che Dio sa cosa significavano.
“Non
lo dire nemmeno per scherzo, James” lui si posò la mano sulla bocca sgomento,
aveva usato il presente, credeva davvero che io fossi morto? Il dottore ce lo
aveva detto che avrebbero creduto alla loro realtà per alcuni mesi prima che
tutti i tasselli andassero al loro posto.
“Raccontaci
che cosa è successo davvero” Albus mi guardava con il
cipiglio serio di un uomo adulto. Era preda di quegli incubi da due anni ma
sembrava un ragazzo molto più grande della sua età.
“Eravamo
stati invitati a un banchetto della scuola, una festa per i vecchi e per i
nuovi iscritti alla scuola. Viaggiavamo su delle carrozze guidate da Thestral”
“Tutti
chi?” si informò James.
“Io,
zio Ron, la mamma, voi due, Lily, Rose, Hugo …”
“E mio
figlio e mia moglie” si impose la voce strisciante di Draco
Malfoy che lanciava sguardi di ghiaccio al nostro
letto, Scorpius invece sembrava volesse scusarsi per
il tono maleducato del padre e posava la mano sul suo braccio per calmarlo.
Astoria invece fissava il marito con un mezzo sorriso divertito.
“Si,
c’erano anche loro due nella nostra carrozza, mentre dietro di noi, c’era
un’altra carrozza che portava zio Percy, zia Audrey,
Molly Jr, zio George, zia Angelina, Fred, Roxanne, Luise e Dominque. Mentre davanti
a noi c’era la carrozza di Luna, Signor. Scamandro, Lysander, Lorcan, Neville, Hannah e Mary Ann” i figli e Scorpius lo fissavano interrogativi, come se stesse
raccontando loro una favola nuova.
“Queste
tre carrozze furono attaccate dai Mangiamorte…” cercò
di continuare in vano, perché Draco Malfoy lo interruppe nuovamente.
“Non
cominciamo con queste illazioni, quei pagliacci non si possono certo definirsi
tali” avrei risposto in modo volgare se non ci fossero stati i nostri figli e
la moglie che lanciandomi uno sguardo di scuse posò una mano candida sul
braccio del marito, mugugnando.
“Draco!” e anche il Principe delle Serpi spegne il suo
ardore per lanciare un sorriso di scuse alla moglie che sembrò discolpare
subito.
“Comunque,
quel che erano quei pazzi, ci attaccarono e in quella spaventosa notte ci
lanciarono incantesimi particolari, volti a imprigionare la mente più che il corpo.
Noi riuscimmo a difenderci ma per voi ragazzi non ci fu nulla da fare”
“Da
quanto tempo è successo?” mormorò Scorpius, guardando
prima la madre e poi il padre. Trassi un lungo sospiro prima di rispondere
loro.
“Da
quando nella vostra storia io sono morto”
~
Rilasciarono
i nostri figli tre giorni e ventiquattro ore dopo la nostra visita.
Non
avevo mai visto Hermione ridere tanto come quel
giorno, aveva quell’espressione beata da dopo
esame e fissava continuamente la figlia che con i vecchi jeans e maglietta
sembrava nuovamente la nostra piccola diciassettenne anche se adesso era oramai
maggiorenne anche nel Mondo babbano.
“ La
ringrazio Dottor …” sussultò mia moglie afferrando le mani del primario del San
Mungo con mio disappunto. Non mi piaceva quando dava libero sfoggio del suo
entusiasmo fanciullesco. Gli uomini potevano fraintendere.
“La
prego di chiamarmi Nicolas” rispose infatti l’uomo scoccandomi uno sguardo
divertito. Rose e Hugo fissarono il medico affascinati, chissà che personaggio
era della loro storia.
Harry
si avvicinò a noi, finalmente seguito da tutti e tre i suoi figli, Lily
sembrava più taciturna che mai ma sembrava stare bene fisicamente, anche i
cugini sembravano fissarla accigliata.
“Era
la cattiva lei” sbuffò Rose e a me venne da ridere spontaneamente, tanto
piccoli e tanto grandi. Harry incrociò il mio sguardo, anche lui rideva.
“La
ringrazio Dottor Nicolas” risposi per mia moglie con un tono un po’ ingessato.
Vennero anche i Malfoy naturalmente stringendo la
loro bella donazione, il furetto jr lanciò uno sguardo strano alla mia Rose e
io subito la tirai maggiormente a me. Stupido serpentello.
“Mary?”
il dottore si volse a chiamare un’infermiera. Una giovane donna pallida e con i
capelli lunghi e neri, Hermione mi assestò una
gomitata fra le costole e massaggiandole con discrezione scossi il capo per
negare.
Anche Parcy e la sua scialba moglie vennero a congratularsi con
il dottore mentre che l’infermiera, raccolte le cartelle cliniche avanzava
dolcemente verso di noi. Seconda gomitata, molto più dolorosa.
“Dottor
Dublesoul” gli porse le cartelle cliniche e il
dottore prese a firmare i permessi d’uscita dei nostri figli. Alzò lo sguardo
adorante verso una figura dietro di me e anche io seguì il suo sguardo.
“Signora
Fleur, attendevamo solo voi” la bella mezza veela compì una leggera riverenza stringendo le mani di Luise e Dominique. Mio fratello aveva dei figli
incantevoli, due piccoli angeli biondi. Anche i ragazzi erano provati e i loro
occhi guardavano con quell’espressione seria e d’adulto.
“Indichi
ai signori, uscita e orari di visita” la giovane infermiera ringraziò il
dottore per le cartelle cliniche “la mia assistente Mary vi dirà tutto” il
dottor Dublesoul si allontanò verso altre persone e
con rammarico vidi mio fratello George e sua moglie Angelina fissarci
dall’altra parte del corridoio. Ci scambiammo un cenno appena abbozzato. Divisi
dal corridoio e dal dolore. I suoi figli non si erano svegliati. Sentì Hermione sforarmi la mano e le lancia uno sguardo
diffidente. Mentre i ragazzi ignari trottavano verso l’esile infermiera.
“Non
si sa ancora nulla?” scossi il capo scoraggiato.
“Fred
e Roxanne non si sono svegliati, a detta del dottore
non hanno voluto svegliarsi, già
forzare James e Mary Ann a uscire dal loro sonno è
stato pericoloso. Potrebbero rischiare molto. Anche i figli d Scamandro non si sono svegliati Luna che era già una
ragazzina stramba, ora che è cresciuta non è migliorata affatto …”
“No?
Perché dici così?” chiese mia moglie stringendomi maggiormente la mano, da
lontano vedevo i ragazzi giocare fra loro, come era giusto che facessero.
“Luna
dice che nel sonno sorridono, l’uno all’altro, dice che ovunque sia la loro
mente, loro sono felici” Hermione mi strinse la mano
con forza e io la avvicinai al mio corpo in un abbraccio, modestamente quelli
mi erano sempre venuti bene.
“Anche
io mi aggrapperei a questo pensiero, se fossi in lei”
~
“Mary
The Death, non sei incoraggiante” James lesse il cartellino sul camice
dell’infermiera e mi fece l’occhiolino, Molly Jr al mio fianco invece gli
lanciò uno sguardo severo e proruppe in un richiamo.
“JAMES”
molto alla Molly. Lui le sorrise giocoso e l’infermiera lanciandogli uno
sguardo di sufficienza si girò verso Molly e le sorrise gentilmente.
“Non
si preoccupi, sono molti i bambini che
ridono del mio cognome” questo scatenò l’ilarità di molti di noi. James che non
era abituato ad essere lo zimbello del gruppo rifilò un man rovescio ad Albus che per tutta risposta lo colpì a sua volta. Cominciò
una lotta inseguimento che culminò nell’investimento di una vecchia infermiera.
“Scusi
signora” sussurrarono in coro i due, Mary arrivò come un fulmine e afferrò la
mano dell’infermiera.
“Miss
Ace come vi sentite?” quella le sorrise e massaggiò la mano della giovane
ragazza. Gli adulti fecero cenno ai ragazzi di raggiungerli.
“Andiamo
a casa ragazzi” per le famiglie Wealsey, Potter e Malfoy l’incubo sembrava finito. Una volta per tutti.
Non
sempre la vita riserva una pillola blu o una pillola rossa. Non c’è nessuno
coniglio bianco ad indicarci la via per il Paese delle Meraviglie e spesso con
un pizzico non ti puoi svegliare da un incubo.
Non
tutte le favole hanno un lieto fine. Alle volte il bianconglio non è così bianco e
la bella principessa non è poi così
bella. Certo è vero che avvolte non è solo il lupo ad essere cattivo … e le
favole non fanno sempre come uno vorrebbe.
non
tutte le favole hanno un lieto fine.
Ma
questa si.
THE END
Note:
- Un pazzo! è
qualcosa che fa orrore, E tu cosa sei, tu, lettore? In quale categoria ti
schieri? in quelle degli sciocchi o in quella dei pazzi? Se ti dessero la
possibilità di scegliere, la tua vanità preferirebbe certo l'ultima
condizione.
La citazione con cui voglio chiudere questa storia è del grande e
intramontabile Gustave Flaubert.
- St. Mungo's Hospital
for Magical Maladies and Injuries. Siamo tornati alla vita e
anche alla normalità. Quindi naturalmente l’ospedale è il San Mungo.
Quello inventato dalla Rowling. Per dissetarvi alla fonte della
conoscenza, si trovano precisamente al 4 piano dove si trovano coloro che
hanno subito “lesioni da incantesimo”. Per chi non lo ricordasse, in quel
padiglione ci sono anche i sfortunati e coraggiosi genitori di Neville.
(http://www.lumos.it/luoghi-magici/ospedale-san-mungo/index.htm )
- Montgomery e Ferragamo.
Non potevo concludere questo racconto senza introdurre due marche. Una
generica, come quella del capo d’abbigliamento cult introdotta dalla Royal Navy inglese e il
secondo un capo di marca.
RINGRAZIAMENTI
Questa
parte è la parte che mi riesce meglio ( soprattutto quando devo scrivere la
tesi) perché generalmente quando non sai più che scrivere (nelle tesi!!!)
cominci a ringraziare cani, gatti e improbabili peci rossi.
Questa
storia invece ha due ringraziamenti – per due persone: una che conosco
fisicamente e una che conosco solo virtualmente e che hanno “adottato” la mia
storia vezzeggiandola e coccolandola fino ad oggi.
Per i consigli e per
l’attenzione che mi hanno sempre dato vorrei dire loro un grande, enorme Grazie. Perché senza di voi mi sarei
arresa e avrei gettato la spugna, sentendomi una povera analfabeta!!!
E si questa storia è davvero
finita ed ora mi prenderò le mie meritate vacanze estive, mancherò dal sito per
questi mesi, almeno sul fronte long fic, questo
perché devo preparare la mia tesi di laurea che a differenza di questa storia è
drammaticamente in alto mare.
Non scoraggiatevi, perché sono
intenzionata a tentare con una nuova storia, questa volta non riscriverò nulla
di mio, è un’opera ex novo su una categoria di personaggi che non mi sono mai
riusciti bene.
Ammetto che la sfida mi
spaventa, anni fa abbandonai questo sito come scrittrice subito dopo la prova
ben misera dell’unica storia incompleta che abbia mai scritto (“E se…”) …
Auto - augurandomi buona
fortuna, sono fiera di presentarvi, Sliding Doors – Questione di Fortuna il primo capitolo di
questa storia sarà on line a fine settembre.
A Settembre, buone vacanze a
tutti/e
Marti