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Autore: CrHacker98    28/06/2012    2 recensioni
Dave, un ragazzino come tanti, deve stare per un po' con sua nonna in una cittadina campagnola. Incontra un altro ragazzo come lui che gli fa un regalo: un carillon. Solo che quell'oggetto nasconde molte più cose di quanto sembra, ma Dave se ne accorgerà molto presto.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Lies'
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Erano circa le undici e mezza di notte. Dave non riusciva proprio a prendere sonno:l’idea di fare un altro sogno come quello della notte precedente lo ossessionava e lo spaventava. Non poteva scordarsi assolutamente quella filastrocca. Pian piano però la stanchezza ebbe la meglio e, chiudendo le palpebre lentamente, si addormentò. Anche stavolta fu una luce color verde acceso a provenire dal carillon. Il rivestimento di quest’ultimo, da un rosso sangue, era passato ad un rosso acceso che cambiava colore continuamente, nonostante non ci fosse nessuna luce che lo illuminava. Gli parve anche, per un solo breve momento, che il disegno sopra al coperchio si fosse mosso: lo scheletro si era messo a ridere guardandolo in maniera malvagia. Si, era decisamente un sogno. Come la notte precedente il ragazzo si alzò dal letto e si diresse verso il tavolo, come se una forza misteriosa lo costringesse a fare quello che lei voleva. La figura incappucciata blu e nera era ferma alla fine del primo cerchio della spirale, fin dove era riuscita ad arrivare il giorno prima. La musica iniziò a riempire l’intera stanza, con le sue note melodiose e stanche, che si aggrovigliavano tra loro o si alternavano in modo a dir poco perfetto. Era una cantata lenta ed agonizzante, sembrava uno di quei canti che si preparano per i funerali, quando la bara si avvia verso il cimitero. Era davvero penetrante, entrando dentro al cervello e annuvolando i pensieri: la mente era confusa e incapace di reagire, poteva solo continuare ad ascoltare quell’insieme di suoni perfettamente sincronizzati. La figura nera e blu iniziò a camminare lentamente. Ad un certo punto però, a metà del secondo cerchio, iniziò a delinearsi meglio il volto. Era un teschio. Un teschio scarnificato e magro, con i lineamenti duri e sottili allo stesso tempo. Gli occhi vuoti osservavano il cammino da percorrere con un’aria vuota e rassegnata. Dave non voleva credere di nuovo a quello che stava vedendo, ma a differenza della notte precedente stavolta non poteva neanche formulare un pensiero: si era lasciato andare alle onde della canzone, mentre la filastrocca risuonava cupa e ripetitiva sulla melodia. Era una fusione completa. La voce da donna, che non si riusciva a capire da dove venisse, era tutt’uno con la canzone. Era davvero terrificante, vedere via via la faccia della statuina al centro del carillon diventare più nitida...e riconoscersi. La figura immobile in mezzo alla spirale era Dave, quella erano i suoi capelli rossi, il suo viso, il suo sorriso. Soprattutto quest’ultimo particolare lo colpì, quel sorriso idiota che aveva la sua statuina. Notò solo questo, poi decise di continuare a seguire la melodia. Solo lei nella sua mente. Lentamente, senza che il ragazzo rossiccio se ne rendesse conto, la Morte si avvicinava sempre di più al suo corpicino sorridente in mezzo al carillon. Era vicinissima a lui, quando improvvisamente la musica si spense nel vuoto. Dave tornò lucido per un momento, il tempo di vedere la scena, che nella sua testa tornarono nuovamente le tenebre. Si svegliò tutto zuppo nel letto. Non ricordava nulla se non quell’ultimo flash, quell’immagine della sua statuina così vicina alla figura bluastra e nera della Morte. Gli vennero i brividi ripensando a quella sensazione di oppressione e tristezza. Eppure lui sorrideva nella piccola scultura, questo se lo ricordava bene, ma non riusciva comunque a spiegarselo: come diavolo poteva essere felice di fronte alla morte incombente??? - Alex, posso sapere da dove hai preso quel carillon...?- gli chiese appena lo vide Dave. Il moro si voltò curioso e spaesato. - Beh...ecco...ti ho già detto che l’ho preso in Arabia tanto tempo fa, in un negozio di souvenir...ecco...- rispose impacciato – Perché?- - Da quando me l’hai regalato faccio dei sogni strani...a te non è capitato?- Alex scosse la testa. - No, a dire il vero no. Io dormo molto pesantemente, ci vorrebbe una cannonata come minimo per svegliarmi...- chiarì l’amico cercando di non apparire imbarazzato. - Umh...come vuoi...senti, ce l’hai una ragazza?- chiese Dave con voce civettuola. Il moro trasalì all’inizio, ma poi si mise a ridere ed a sghignazzare come non aveva mai fatto. - Io...IO UNA RAGAZZA? Ahahahahahahahah...buona questa, amico...- Per uno che non sapeva la verità su Alex era davvero una reazione strana, ma per il ragazzo non tanto. Lui non aveva tempo per le ragazze, e poi ce ne voleva per rubare il suo cuore...lui che non ne aveva mai avuto uno. Il rosso fece spallucce. - Ma ce ne sono almeno in questo buco di città?- continuò. Il moro annuì. - Si...ne ho viste un paio quando ho fatto una passeggiata al centro, ma non sono un granchè...due racchie...- rispose. Dave annuì. Stettero in silenzio per un po’. Non sapevano cosa dirsi. - Ma a te fanno paura?- chiese Alex. - Uhm? Che cosa?- - I sogni che fai...ti fanno paura?- - No...cioè...un po’. Ma l’ultimo non me li ricordo proprio. Ho solo un breve flash-. Il moro annuì. Poi indicò casa sua. - Che c’è?- domandò Dave vedendolo indicare l’edificio. - Ti sta chiamando tua nonna...- gli fece presente il ragazzo. L’amico sbuffò scocciato :- Non ne posso più dei suoi capricci...- e si avviò verso l’abitazione imprecando piano per non farsi sentire dalla vecchia. Quando si allontanò, Alex cambiò totalmente espressione. La fronte era accigliata. - Così non va bene...devo fare di meglio e darci dentro con gli effetti speciali. Se la Morte non l’avrebbe ucciso, sarebbe morto di crepacuore...ma ad ogni costo devo...voglio... prendere la sua anima. E’così dolce e pura, innocente ed ingenua. Esattamente come piacciono a me...-

COMMENTO DELL'AUTRICE
... non avrei niente da dire...quindi vi saluto...
"I want a cookie...of blood..."
   
 
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