Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: thanks tomlinson    28/06/2012    2 recensioni
Sono solo così dannatamente stupida. Avevo sfidato il mondo per lui, litigato con la mia famiglia per un'amore nato tra la musica assordante di una discoteca e bicchieri di vodka. Avevo abbattuto i pregiudizi dimostrando alla gente che l'amore ci più essere anche con 17 anni di differenza. E ora mi ritrovo sola, su un vagone diretto a Los Angeles senza la più pallida idea di cosa avrei fatto una volta arrivata.
{Non sono un geniaccio nello scrivere, me ne rendo conto. Mi spiace di non riuscire a creare quel tipo di lettura che appassiona. Però ci provo, o per lo meno, adoro pensare, immaginare, sognare e tento di scrivere questi pensieri. }
Rating giallo a causa di qualche accenno alla loro vita sessuale, niente di particolareggiato.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La sua voce, le sue parole, il suo sguardo; mi avevano convinta a fuggire dalla mia vita. Mi aveva salvata prima che fosse troppo tardi. Erano passati oramai un po' di settimane dal momento in cui mi aveva baciata. Dal momento il cui le nostre labbra si sfiorarono per la prima volta creando una simbiosi. Capii che non avrei mai voluto baciare altre labbra che non fossero le sue. Non volevo che nessun'altra persona prendesse il suo posto.
Non mi diede mai una spiegazione per quello che aveva fatto, non credevo ce ne fosse bisogno. Ogni cosa veniva spontanea. Era come andare a dormire, fare l'amore, mangiare, respirare.
'Vivevo' nella sua casa, conobbi il fratello Jared e l'altro membro della band nonché loro amico: Tomo. Erano tutti gentilissimi, sopratutto Milicevic. Aveva quel non so che di fratello maggiore, quello che a tutti i costi vuole vederti sorridere. Era diventato uno dei miei punti di riferimento, il mio 'crauto' come lo chiamavo io. Questo soprannome nacque un po' di tempo prima, quando lui mi disse di essere croato. Siccome io non capii bene ciò che mi aveva detto, gli chiesi «Tomo, sei un crauto?» E lui scoppiò a ridere. Aveva una risata contagiosa, che metteva allegria. Era sposato con Vicki, una donna col cuore d'oro. Mi aiutava sempre, era molto gentile e disponibile. Per la prima volta in vita mia mi sentivo amata e importante per qualcuno... avevo degli amici. Jared era il Leader di una band, i Thirty Seconds To Mars; li conobbi quando mi stabilii da Shannon, che conoscevo solo come amico di Antoine. Aveva una voce incredibile, sapeva emozionarmi nel vero senso della parola. Quella mattina mi svegliai presto, e decisi di mettere un po' d'ordine nel porcile in cui viveva quel cazzone. Non si svegliava mai prima delle dieci, qualsiasi tentativo di buttarlo giù dal letto era inutile. Los Angeles era una città stupenda, ricca di opportunità, piena di gente fantastica. Quel giorno a pranzo ci aspettavano ospiti la coppia Tomo-Vicki. Stavo spolverando il salotto quando, una voce alle mie spalle esclamò «Sono sveeeglio».
Bene, finalmente! Era ora. Per fortuna io ero già pronta.
«Ce l'hai fatta, schifoso scansafatiche, eh?» dissi scherzando.
Lui si avvicinò mettendo le mani sulla mia schiena e attirandomi verso di lui. Aveva ancora lo sguardo assonnato, i capelli scompigliati ed emanava calore. Quel calore che avevo sempre cercato.
I suoi occhi quella mattina si avvicinavano al verde, voleva dire che era tranquillo, sereno e di ottimo umore.
«Sei felice?» gli domandai guardandolo negli occhi, senza nemmeno badare a quanto seria potesse essere quella domanda.
Sorrise. «Certo che lo sono.»
Mi accoccolai nel suo abbraccio, appoggiando la testa sul suo petto; stringendolo così forte a me da sentire alla perfezione il suo cuore che batteva. Prendevo lunghi sospiri per assaporare al meglio il suo profumo, mettendogli le mani sotto la maglia e accarezzandolo lentamente. La bellezza di quell'attimo era tale che il tempo sembrava essersi fermato. Shannon mi accarezzava i capelli, canticchaindo una canzone che non riconobbi.
«Perché per una volta non mi baci tu?» sussurrò, spezzando il silenzio che galleggiava nella mia mente.
Era sempre lui a prendere l'iniziativa, ed io lo seguivo a ruota. Non mi sentivo mai abbastanza sicura di me da poter rubagli un bacio. Non mi spostai minimamente dalla posizione in cui ero, volevo ancora memorizzare quei piccoli istanti che ci rendevano perfetti insieme. Sollevai la testa, dopo qualche attimo. Lo fissavo. Fotografavo mentalmente ogni sfumatura dei suoi occhi, del suo viso, delle sue labbra. E fu proprio per colpa del suo sorriso che persi la testa. Lentamente lo baciai, la barba mi pungeva un po' il viso. Lui ricambiò, come se i ruoli si fossero invertiti. Le mie mani erano ancora sulla sua schiena, e lo attiravo sempre più contro di me. Fu uno di quei baci dove non erano permessi limiti, quelli che danno il via ad un susseguirsi di gesti per i quali non volevamo più aspettare. Finimmo sul divano, quello su cui pranzai. Li, dove poi si sedette anche lui a guardare la tv. Quando si trattava di questo genere di cose, lui non diceva mai di no. Con una mano si tirò giù i pantaloni della tuta, mentre io gli tolsi la maglietta a maniche corte. Gettò i boxer a far compagnia agli indumenti che man mano c'eravamo tolti. S'infilò tra le mie gambe, e con una mano mi teneva stretti i polsi sopra la mia testa.
Gli cingevo la vita con le gambe mentre facevamo l'amore su quel divanetto scomodo.
Ogni volta era diverso, ma sapeva sempre farsi amare allo stesso modo.
Riusciva a farmi provare quel piacere che ogni donna cerca.
Cosa potevo chiedere di meglio?
«Hai visto di cosa son capace?» disse sorridendo, mentre aveva ancora gli occhi chiusi.
«Ho visto sì» 
Ero sua, e lui era mio. Mio in tutti i sensi: il mio ragazzo, il mio migliore amico, il mio angelo custode. Era il mio tutto. Come si può privare dell'amore una persona che riesce ad essere tutto? Volevo solo ricevere la conferma, percepire quel segnale che mi avvisava che non mi stavo sbagliando.
«Sei mia, Christine» disse, sollevandomi il mento con un dito e baciandomi.
«E tu sei mio, Shannon.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: thanks tomlinson