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Autore: InsertACasualUsernameHere    29/06/2012    1 recensioni
-Cook!- un urlo, un rumore di stivaletti che battono a terra tra le pozzangere, il tintinnio di braccialetti, fili neri mossi dal vento -Freddy, dov'è Freddy?- gli occhi terrorizzati di Effy fissavano quell'abitazione, erano in mezzo alla strada eppure a nessuno dei tre interessava.
-Effy, vedi Freddy, lui..- le parole di JJ furno interrotte dal tossire di Cook, che terminò poi la frase al posto dell'amico -lui ti ama, Effy-.
Lacrime, candide lacrime le solcarono il volto per tutto il tragitto del ritorno. Effy stava piangendo ancora, Effy tremava, sentiva freddo ora, si sentiva sola, si sentiva vuotata.
[La morte di Freddie, le reazioni di JJ e Effy, rinascita e nuovi incontri. Come la mia mente ha voluto immaginare la vita dei protagonisti della seconda generazione, dopo la fine]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Stonem, James Cook, JJ Jones, Naomi Campbell, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come un fiore che muore, in un vaso già rotto.
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-Effy squilla?- l'insistenza di Noemi era comprensibile, infondo lei si era affezionata a quel Cook; l'uno si rivelava all'altro per ciò che erano.

Lei, lei non rispondeva, restava lì seduta su quella vecchia poltrona a osservare l'infinito di fronte a sé; lo spinello che aveva tra le mani tremava e s'era spento ormai da tempo.

-Allora Effy, squilla sì o no?- urlò la bionda ed Effy sembrò destarsi da un incubo e candide lacrime iniziarono a solcarle il volto.

-Noemi, l'ho chiamato cinquanta volte, ma non risponde- inspirò ed espirò con eccessiva rapidità, era in iperventilazione, era agitata -gli è successo qualcosa di terribile, dobbiamo andare da loro- si sollevò un po' barcollante e con passi rapidi ma insicuri, si diresse verso la porta e senza voltarsi se la richiuse alle spalle; iniziando a corre con foga.

-'Fanculo, Freddie, Cook, il cavalier Athos sta arrivando- urlò JJ, correndo poi in direzione di Effy.

 Emily le vide, quelle lacrime nascoste che rigarono le guance di Noemi, perché lei le sentiva le emozioni che quell'orgogliosa si ostinava a nascondere.

Katie lo vide, quell'amore speciale che lei non aveva mai provato, ma che sua sorella aveva già trovato e in quell'istante non odiò più Noemi; perché lei rendeva felice la sua sorellina.

 JJ la vide, Elisabeth Stonem stava piangendo accasciata su se stessa sul ciglio di una strada. Indicava un'abitazione di fronte a lei e sussurrava parole incomprensibili. E JJ capì, perché lui non era stupido come tutti credevano, che in quella casa si trovavano gli altri due moschettieri.

 -Effy, resta qui- cercò di sorridergli, d'essere gentile, ma la sua voce tremava e non riusciva a nasconderlo; aveva paura e non riusciva a controllarsi.

Le sue gambe si mossero meccanicamente verso il portone e si stupì nel trovarlo socchiuso; entrò rivestendosi di coraggio.

Notò una luce e la seguì, fu condotto all'interno di un salotto e fu lì che li vide. Cook, steso hai piedi d'una seggiola ed il suo cuore perse una battito; c'era troppo sangue sotto al suo corpo.

I capelli di Freddie, steso a terra poco distante dall’amico, s'erano quasi tinti di rosso, tant'era il sangue sottostante a loro, il braccio destro aveva assunto una posa innaturale e quella mazza ricolma di sangue era troppo vicina al suo cranio.

La camicia bianca dell'uomo seduto sul divano di fronte a JJ aveva un cerchio rosso sullo stomaco, il volto era chiazzato di sangue scuro e le dita della mano sinistra erano troppo fini per potessero funzionare. Ed era l'unico che pareva respirare. 

-Cos'ha fatto hai miei amici?- sussurrò, senza attendere la risposta proseguì -Sono Jonah Jeremiah Jones, sono un ritardato, un malato, uno di cui nessuno sentirà la mancanza, non ho nulla da perdere ora che ho già perso tutto. Loro, loro erano gli unici amici che io abbia mai avuto, gli unici a credere nelle mie potenzialità ed ora te, te me li porti via così. Bello psicologo del cazzo!- sputò a terra, raccolse quella mazza sporca del sangue del suo amico e si gettò con violenza verso quell'uomo; quest'ultimo non ebbe neppure le forze necessarie a schivare il colpo prevedibile. 

Tre, sei, dieci colpi di mazza sul cranio e poi il tonfo sonoro del cadavere dell'uomo al suolo. Gettò la mazza, corse verso Cook, lo schiaffeggiò, lo scosse, lo risollevò dal terreno, nulla.

Corse, corse alla disperata ricerca della cucina, quando la trovò afferrò con foga una bottiglietta d'acqua naturale; tornò da Cook e sollevandolo leggermente gli mollò il volto nella speranza di rianimarlo. Poi lo scosse, lo schiaffeggiò e infine lo lasciò disteso.

Si pose al centro di quella lugubre scenetta, i suoi due amici, i due moschettieri, giacevano esanimi al suolo e il dottore, disteso al terreno, aveva esalato il suo ultimo respiro. C'era solo lui, che inspirava ed espirava e pensava, cosa avrebbe detto a Effy; ora che i pilastri che la sostenevano erano stati distrutti, lei come avrebbe resistito. Era debole, JJ l'aveva capito dal primo giorno, sapeva che dichiarargli la verità avrebbe significato ucciderla.

Con gli occhi gonfi e lucidi, si diresse insicuro verso Elisabeth.

-Piccolo Jay- un sussurro poco più che udibile, riconobbe la voce, seppe subito di chi si trattava. Si voltò e lo vide, vacillava, era debole, respirava a fatica, ma era ancora vivo.

-Cook!- corse verso di lui, lo cinse con il braccio destro e lo aiuto ad alzarsi.

-Freddie, prendi Freddie!- urlava e piangeva, il fottuto James Cook piangeva.

-Cook, non ce l'ha fatta; Freddie è..-non terminò quella frase, non riusciva a dirla quella parola, ma Cook capì e persino le lacrime gli si gelarono dentro.

 

-Cook!- un urlo, un rumore di stivaletti che battono a terra tra le pozzanghere, il tintinnio di braccialetti, fili neri mossi dal vento -Freddie, dov'è Freddie?- gli occhi terrorizzati di Effy fissavano quell'abitazione, erano in mezzo alla strada eppure a nessuno dei tre interessava.

-Effy, vedi Freddie, lui..- le parole di JJ furono interrotte dal tossire di Cook, che terminò poi la frase al posto dell'amico -lui ti ama, Effy-.

Lacrime, candide lacrime le solcarono il volto per tutto il tragitto del ritorno. Effy stava piangendo ancora, Effy tremava, sentiva freddo ora, si sentiva sola, si sentiva vuotata.

Noemi sussultò, quando lo vide tornare dopo ore che sembrarono durare anni, quando lo vide strisciare, quando lo vide in lacrime. Stentò persino a riconoscerlo, quello che stava sostenendo JJ non era Cook; ma solo uno che gli somigliava.

Sentì le braccia di Emily circondarle il ventre da dietro, poggio istintivamente le sue mani sue quelle della sua ragazza e lasciò che alcune piccole lacrime le solcassero il volto.

Katie, corse ad abbracciarla anche se le aveva regalato una cicatrice lungo buona parte della testa, corse da lei ad abbracciarla prima che potesse crollare; schiacciata dal peso di quel dolore.

Effy restò immobile, avrebbe voluto abbracciarla a sua volta, ma le mancavano le forze; poggio il capo sulla spalla dell'amica e le lacrime aumentarono d'intensità.

Thomas sentì Pandora sussultare, la strinse a sé con forza e le baciò la fronte. Non riusciva a odiare Cook, non vedendolo in quelle condizioni, ora che era così debole e vulnerabile.

-Non ti preoccupare, Panda, lo sai Cook è forte; si riprenderà- le sussurrò e la sentì, la tensione che la sua dolce metà aveva, allentarsi lentamente.

 Il braccio di JJ si stava addormentando, non riusciva più a sostenere quel peso. Inoltre non riusciva a ragionare, aveva troppa rabbia dentro, era confuso.

-Le chiavi della tua macchina Effy- urlò poi, quando riuscì a formulare il primo pensiero utile.

-Tieni- fu Katie a consegnargli le chiavi, Effy era immobile, un manichino privo di vita, fissava l'infinito nulla che si estendeva davanti a sé.

-Noemi, vuoi venire?- sussurro JJ, la bionda annui lievemente, si staccò dalle braccia di Emily e si congedò con un lieve bacio a fior di labbra.

 

 

L'aiuto a poggiarlo sul sedile posteriore per poi sedersi di fianco a lui, JJ occupò il posto alla guida. Certo non era esperto, a dirla tutta non ne era proprio in grado, ma dovevano portare Cook in ospedale ed Effy ora non ne era in grado; ingranò la retromarcia e cercò di ricordarsi ciò che un tempo aveva letto riguardo alla guida di una vettura.

  
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