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Autore: Abudinbudan    29/06/2012    0 recensioni
La storia tratta della vita universitaria di Octavia e Vinyl ed è incentrata soprattutto sullo sviluppo del loro rapporto.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3.


L'oscuro freddo investiva il corpo di Vinyl, ma lei non ci fece caso. Il telefono fluttuava davanti ai suoi occhi, avvolto in una bruma bianca. Luci rosse, che si consumavano nella tarda ora per poi cedere all'oscurità, lampeggiavano ai margini della sua visuale.

Il suo letto era morbido, ma piccolo ed il resto dell’appartamento non era tanto più grande. La mente del DJ però non era lì in quel momento.

{[PER OTTAVIA]}

>  Ciao

Esitò per qualche istante,  sospirò e tornò a battere sullo schermo.

[MESSAGGIO CANCELLATO]

Con un gemito, rotolò e si mise a pancia in giù, premendo il viso contro il cuscino. Il telefono attese pazientemente sino a quando si voltò decisa a fare un altro tentativo.

{[PER OTTAVIA]}

> Che fai?

“Sono le tre del mattino, dormo Vinyl. Sei un idiota.” borbottò l'unicorno in una patetica imitazione della voce di Ottavia. Un fascio magico tastò in cerca del tasto per eliminare il messaggio.

[MESSAGGIO INVIATO]

Il suo cuore sobbalzò come trafitto da una scossa ed ella balzò in piedi. “No no no no no no no,” sussurrò. “Non adesso, non a quest’ora! Dannazione!”
Per alcuni preziosi secondi, Vinyl ebbe la speranza che forse Ottavia non dormisse vicino al suo telefono, pertanto non avrebbe sentito il messaggio arrivare. Per un minuto il sudore le colò sulla fronte. Proprio quando stava iniziando a rilassarsi, un leggero suono riempì l’aria.

“Sono un idiota.”

{[CHIAMATA IN ARRIVO DA OTTAVIA]}

“Sono spacciata.”

Non c’era via d’uscita; Ottavia sapeva che Vinyl era davanti al telefono. Doveva rispondere. Nel suo stato di stordimento dovuto dal sonno, il DJ considerò di non rispondere e lasciare la città, in modo da non dover rivedere mai più la violoncellista. Fortunatamente, i pensieri meno corrotti prevalsero.

Click.

“Hey,” disse Vinyl nervosamente.

“Per quale motivo al mondo mi stai inviando messaggi alle tre e un quarto di mattina?” Rispose una voce divertita e tuttavia ancora molto sofisticata.

“Ehm, non riuscivo a dormire.”

“Perciò hai deciso di infliggere anche a me la tua stessa pena?”

Sussultò. “Mi dispiace.”

“Non ti preoccupare, sto scherzando. Casualmente, neppure io riuscivo a dormire.”

“Perché?” Vinyl si girò e si rannicchiò, la sua espressione intimorita era stata sostituita da un piccolo sorriso.

“Il mio cervello si rifiuta di smettere di pensare.”

“Sì, so come ti senti! Che stai pensando?”

“Sciocchezze. Non voglio annoiarti, ti farebbero solo addormentare.”

“Al momento, sembra fantastico.” Condivisero una leggera risata. “Avanti, dimmi.”

“Beh … in realtà stavo pensando a te, Vinyl.”

Il cuore iniziò a batterle un po’ più forte. “Ah, sì?” Chiese lei, sperando che la sua voce non suonasse troppo rauca.

“Io … ricordi cosa ti ho detto alla taverna? A proposito del … non avere amici?”

“Sì.”

“Beh, stavo pensando che sono davvero stata fortunata ad essere stata obbligata a conoscerti meglio. E’ una sensazione strana … avendo …” Un leggero singhiozzo dall’altra parte della linea fece venir male al petto di Vinyl. “Mi dispiace, l’essere sveglia a tarda notte mi rende più … aperta.”

“Va tutto bene. Lo capisco, è lo stesso anche per me,” rispose confortevolmente il DJ, aggiungendo un quasi impercettibile “Per favore, non piangere.”

“Sto bene, non dovrei nemmeno piangere, questo è un fatto positivo. Suppongo che quello che stavo cercando di dirti è … grazie.”

“Ehi, dovrei ringraziarti anch’io. Nessuno dei miei amici mi è veramente vicino, quindi è bello sapere che ci sei tu.”

Ottavia ridacchiò. “Io non vado da nessuna parte, questo è sicuro. La mia laurea arriverà tra un po’.”

“Heh, anche la mia. Ma prima di aver finito ci faremo i fianchi e saremo già famose. Tu ed io, capito?” Non voleva usare così tanta veemenza ma la DJ era eccitata dall’idea di trascorrere più tempo con la sua nuova amica.

“Assolutamente. Migliori amiche per sempre!” Ottavia suonò altrettanto entusiasta.

Lamentandosi, Vinyl sorrise nel buio. “Questo era abbastanza patetico.”

“Oh, taci. Ho sempre voluto dirlo. Adesso lo dirai anche tu così sarà ufficiale.”

Dopo qualche istante di silenzio, l’unicorno ingoiò il suo orgoglio. “Amiche per sempre.”
 

----


“Non sapresti come mixare un sub-bass  neppure se la tua vita dipendesse da quello!” Gridò Vinyl.

“E tu non saresti in grado di accordare un violoncello personalizzato in modo da soddisfare gli standard di un’orchestra neppure mettendoti d’impegno!” Controbatté Ottavia.

Psych si grattò il mento con interesse. “Sapete, pensavo davvero che voi due sareste diventate presto amiche. Forse sto perdendo il mio tocco magico.” Per un momento, le due si sentirono un po’ in colpa per aver fatto dubitare di se stesso l’insegnante. “O forse avete semplicemente bisogno di uscire assieme ancora per un paio di volte!” Il senso di colpa svanì rapidamente.

“Penso che questo violi i miei diritti di cittadina d’Equestria. In particolare, il divieto di infliggere punizioni crudeli ed inusuali.”

Vinyl si segnò mentalmente di complimentarsi per quell’insulto, dopo le lezioni.  “Ah, sì? Beh, ieri eri così occupata a parlare di te stessa al bar che avrei potuto lasciarti lì da sola e non lo avresti neppure notato!” Con questo non controbatté totalmente all’insulto precedente e sentì di dover insistere ancora con quella farsa.

Fortunatamente, decise Psych di farla finita. “Va bene, calmatevi voi due.” Un coro di gemiti di delusione riecheggiò dal resto della classe e l’intromissione dell’insegnante fu vista come una sorta di scorrettezza.  “Torniamo in carreggiata. Ho già finito la lezione per oggi, anche se tecnicamente manca ancora mezz’ora prima che si concluda. Perciò, che ne dite di dare qualche suggerimento su cosa la nostra coppia preferita dovrebbe fare questa settimana?”

Bonbon alzò lo zoccolo con un sorrisetto. “Che ne dice di una cena a lume di candela?” Rise assieme alla cavalla verde con una lira sul fianco vicino a lei. Anche qualche altro pony rise, apparentemente  erano a conoscenza di uno scherzo che Vinyl non riusciva a capire.

Ottavia fissò Bonbon, sperando che il rosso delle sue guancie passasse per furia. Qualcuno la riteneva eccessivamente pura, ma aveva capito molto bene che cosa Bonbon intendeva dire.

“Qualcosa che abbia meno probabilità di finire in un omicidio?” suggerì Psych, ma il suo sorriso diceva chiaramente che anche lui era coinvolto nello scherzo. “Che ne dite di un film? Non dovrete parlare troppo l’una con l’altra.”

Vinyl stette attenta a non accettare troppo velocemente, guardò torvo l’insegnante per qualche secondo prima di annuire lentamente. “Vabbè. Almeno al buio della sala non sarò costretta a vedere la sua faccia.”

“Questo è lo spirito! E tu, Ottavia?”

La violoncellista sospirò come se il solo pensiero di andare a vedere un film con l’unicorno fosse estenuante. “Va bene. Se proprio vuole insistere col continuare questo stupido esercizio. Ma deve pagare Vinyl.”

Scoppiando in un aspra risata, l’unicorno verde vicino a Bonbon le sussurrò a voce alta, “Beh, è consuetudine che lo stallone paghi per la sua cavalla.” Ci fu un attimo di pausa prima che gli studenti scoppiassero in una risata generale, urla e fischi furono rivolti verso il soggetto dello scherzo che ora era di un color rosso barbabietola.
Una volta tanto, Psych non si unì a loro. “Lyra, era fuori luogo. Mi piace qualche battuta ogni tanto, come a tutti, ma cerchiamo di limitarci un attimo, ok?”

“Scusa capo,” disse, imitando il saluto militare e suscitando altre risatine da parte di Bonbon.

“Va bene classe, ora andate! Sono certo che avete altre lezioni a cui partecipare.”

Mentre gli altri pony si mischiavano uscendo alla luce del sole, il DJ doveva resistere alla tentazione di procedere con troppo entusiasmo verso Ottavia, finendo col muoversi in una sorta di camminata irritata che la cavalla grigia imitò ma in modo più dignitoso.

Solo quando raggiunsero il cortile, posto al sicuro da sguardi indiscreti, iniziarono a lasciarsi un po’ andare e far sparire quell’atteggiamento di tensione. I loro compagni si erano dispersi per badare alle loro vite e nessun’altro prestava attenzione alla coppia.

“Mi hai davvero dato la polvere con quel ‘punizione crudele ed inusuale’,” sottolineò il DJ sogghignando.

“Sì, sono molto orgogliosa di quello. L’ho pensata durante una lezione di storia che parlava degli antichi trattati che regolavano le guerre.” Ottavia si soffiò via una ciocca di capelli dagli occhi e guardò Vinyl. L’unicorno stava guardando in giro, senza accorgersi d’essere osservata. La sua chioma blu elettrico con riflessi color ciano sembrava così scompigliata che le se adattava perfettamente, sembrava una miscela di divertimento e bellezza. La violoncellista quasi la invidiava.

“Sai, suona abbastanza figo. Forse dovrei abbandonare uno dei miei corsi e frequentare storia.”

“Per ogni documento interessante che studiamo sulla guerra antica, ce ne sono migliaia di noiosi sulla politica. Ti annoieresti oltremodo, tesoro.”

Vinyl si fermò e guardò la cavalla grigia. “Tesoro?” ripeté, inarcando un sopracciglio.

“Non possiamo ancora darci dei soprannomi? Mi dispiace, non sono brava in queste cose.” Ottavia iniziò a muovere nervosamente gli zoccoli.

“Un, beh, ‘tesoro’ non è proprio un soprannome, è più un …” Tossì e continuò a voce più bassa, “richiamo per animali.”

“Oh.” La vista del sangue che scorreva velocemente nelle guance della violoncellista fece ridere Vinyl.

Per cercare di ridurre l’imbarazzo della sua amica, riprese a camminare normalmente facendole segno con la coda di seguirla. “Vuoi che faccia finta che non sia successo?”

“Sì, per favore.”

“Non ti preoccupare. Inoltre, i soprannomi non si scelgono, si creano col tempo. Per il momento chiamami semplicemente Vinyl, ok?”

“Ok. Perché” si schiarì la voce per tornare in tema, “non lasci uno dei tuoi corsi, allora? La tua compagnia potrebbe effettivamente rendere le lezioni di storia sopportabili.”

“Beh, in realtà non ne ho nessuno che posso permettermi di perdere. Voglio dire, teoria della musica è fuori questione ed adoro veramente tanto disegnare.” L’assenza del terzo corso attirò l’attenzione di Ottavia.

“Perché non lasci psicologia? Vedo che in classe quando non stiamo litigando hai sempre uno sguardo annoiato.”

“Beh, perché …” Vinyl smorzò il tono sino a ridurlo ad un mormorio.

“Pardon?”

“Perché ci da un motivo per uscire,” finì in fretta, arrossendo di imbarazzo mentre guardava altrove per vedere se tra i vari gruppi di pony nel giardino ci fosse  qualcuno che le osservava.

“Mi piacerebbe comunque passare del tempo con te, Vinyl.” Appena il DJ si girò si scambiarono un sorriso reciproco.

Divenne ben presto evidente che ciascun pony stesse cercando di portare l'altro in una direzione diversa.

“Uh, Ottavia? Non vuoi andare al reparto ristorazione?”  **

“La mia lezione di storia inizia tra pochi minuti … pensavo che mi stessi accompagnando lì.”

Vinyl ridacchiò. “Oh, sì, giusto, colpa mia. Dove si trova la classe?”

Sospirando, la violoncellista si girò e fece strada.

----


Ci furono due ragioni per le quali Vinyl non rimase nei dintorni dopo che Ottavia si unì alla sua classe.

Uno, sarebbe stato tremendamente imbarazzante se la cavalla grigia avesse guardato fuori dalla finestra e l’avesse vista lì ad aspettarla.

E due, lei aveva le sue cose di cui prendersi cura. Non era così sola da aver bisogno di rimanere lì vicino aspettando che la sua amichetta finesse scuola. Il DJ ha i suoi amici e le proprie occupazioni di cui preoccuparsi. Eggià.

Mezz’ora dopo, i suoi amici e le sue occupazioni la fissavano dal fondo di una tazza. La taverna dell’università non era così malandata come il suo solito bar, ma dimostrava sicuramente una certa età. Una lastra sopra la porta d’ingresso la informò che quello era uno dei primi edifici eretti quando l’università stava venendo costruita. Anche se era divertente sapere che una delle priorità nella costruzione di un campus scolastico era quella di avere un posto dove servire alcolici, non era sufficiente per distrarla dal problema che aveva tra gli zoccoli.

“Andiamo Vinyl. Riprenditi. ” mormorò prima di leccare l’ultima goccia di sidro dal boccale. “Hai un sacco di amici con cui uscire. Non essere così attaccata ad uno solo di loro.”

Le parole le risuonarono nelle orecchie. Una flebile voce saltò fuori dalla sua mente.

Ma lei è così interessante!

“No, non lo è! Mi sto solo annoiando e lei mi aiuta a passare il tempo.”

E’ per questo che dipendi da ogni parola che dice?

“Lasciami stare!” Spingendo via la tazza si mise la testa tra gli zoccoli.

Da dietro di lei provenne uno sbuffo. “Ma se non ho ancora detto nulla.” Disse Psych, prendendo posto accanto a Vinyl.

Scattò sull’attenti, guardando l’insegnante con gli occhi spalancati. “Uh … ehi …”

“Rilassati. Non sono qui per torturarti. Vengo qui per un drink dopo le lezioni, a volte.”

“Uh, figo.” Si sentiva così imbarazzata a parlare con un insegnante in quel contesto, come se due diverse aree della sua vita fossero in collisione.

L’insegnante sospirò, sembrava aver perso parte della sua allegria. “Lo sai che in classe stiamo solo scherzando un pochino, vero? Non avevo capito che ti infastidisse così tanto da farti trascorrere il pomeriggio in un bar brontolando ad una tazza di sidro.”

“Huh?” Rendendosi presto conto di come doveva sembrare, il DJ si raddrizzò e si schiarì la gola. “Non bevo per questo … però lei deve comunque continuare a sentirsi dannatamente in colpa.”

Psych ridacchiò ed alzò gli zoccoli per difendersi. “Ehi, l’insegnamento a volte può essere abbastanza noioso. Penso che sia una fortuna che tu ed Ottavia siate capitate nella stessa classe. Non importa quanta fastidiosa burocrazia ci sia sul mio tavolo, posso sempre tirare avanti in vista del vostro scontro successivo. Credo che oggi abbia vinto lei, tra l’altro.”

“Eh, ci ride su lei.” Vinyl desiderò improvvisamente di non aver allontanato la tazza in modo che adesso avrebbe potuto spruzzargli qualche goccia sul viso.

“Ah, non ti preoccupare. Sono certo che vincerai tu la prossima volta. Magari prova a dirle qualcosa a proposito dei capelli; sembra molto sensibile al riguardo.” Suggerì utilmente lo stallone.

Alzò un sopracciglio. “Davvero?”

“Certamente. Oppure, se vuoi vedere il suo lato positivo, potresti provare a complimentartene.”

“Ha un lato positivo?” Vinyl scherzò di riflesso, ma i suoi pensieri erano molto lontani dall’essere maligni.

L’insegnante scoppiò in una risata. “Questa era bella. Suppongo che non ci siano molte chance che voi due vi riconciliate.”

“Qualsiasi speranza per la nostra amicizia è morta quando ha detto che essere un DJ non richiede nessuna abilità.” La sua voce era ferma e convinta.

“Sì, capisco. Oh beh, tanto il buon intrattenimento è comunque difficile da trovare.”

L’unicorno bianco sgusciò fuori dal suo posto e si stiracchiò gli zoccoli. “Grazie per la chiacchierata, ma devo proprio andare. Sa com’è, feste da mandare avanti, bassline da droppare. Ci si sente.”

Psych si limitò ad annuire ed alzò appena uno zoccolo in segno di saluto ed approfittando dello zoccolo alzato fece un segno al barista, che iniziò a preparare il solito.
Appena Vinyl fu uscita, il suo cellulare galleggiò fuori da un sacchetto nella sua bisaccia e si posizionò di fronte alle lenti viola dei suoi occhiali da sole. Dopo aver digitato velocemente qualcosa, il DJ rimise al suo posto il cellulare. Mentre iniziava a trottarsene via, si mise a fischiettare.

----


Ottavia sentì un leggero ronzio provenire dalla sua bisaccia che giaceva accanto al suo posto. Il vecchio insegnante ronzava in sottofondo mentre lei estraeva velocemente l’oggetto incriminato, il suo telefono, e controllava da sotto il tavolo, ben fuori dalla visuale dell’insegnante.
 
{[VINYL]}
> La tua criniera è piuttosto figa :)

----
 

** Il reparto ristorazione, food court, è un termine entrato da poco nel lessico italiano e solitamente se deve essere indicato è lasciato in lingua originale.
Ma cosa sono questi food court? Si tratta di aree - o anche interi piani - dei centri commerciali, o di strutture apposite, in cui è possibile sedersi e mangiare varie tipologie di cibi. Solitamente è un insieme di bar, ristoranti, caffetterie ed altro per tutti i gusti, si può mangiare messicano col cinese, italiano con l’indonesiano oppure semplicemente qualcosa per ogni ristorante disponibile.
Per completezza, c’è un famossissimo food court a Manhattan e visto che la nostra storia si svolte a Manehattan molto probabilmente Vinyl si sta riferendo proprio a quello.
 
Storia originale di DawnFade
Traduzione di Sephirothmn
 
Link all’opera originale:
http://www.fimfiction.net/story/13477/Vinyl-and-Octavia:-University-Days

  
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