Awake: second part [Sakura]
Sakura aprì gli occhi con un gesto delicato, noncurante del buio.
Di quel buio che faceva ormai parte della sua vita.
[Perché è così che si diventa quando il sole va via]
Sorrise amaramente all’oscurità, senza nemmeno provare a nascondere la verità: aveva sognato di nuovo.
[Anche se solo per un attimo, uno solo, aveva pensato che…]
Scostò le lenzuola candide, poggiò le bianche gambe al pavimento e accompagnata dal filo di vento che entrava dalla finestra dimenticata aperta, uscì dalla [loro] camera da letto.
Sakura aveva sognato ancora un ritorno che non era avvenuto.
Si mosse nel buio senza preoccuparsi di nulla, con una familiarità sconcertante, avvilente, disarmante, orribile.
La solitudine invadeva quella casa come faceva con quell’anima, come un parassita e continuava ad invadere la Sakura sveglia, così poco fortunata rispetto a quella che continuava a sognare.
Ma lei no, lei era sveglia.
Sveglia e sola.
[La sorte per lei era diversa]
Aprì il piccolo altare e guardò la tavoletta di legno con inciso sopra il nome di lui, quasi meccanicamente prese un bastoncino d’incenso e lo accese.
[Lei non ha più domande, lei non ha più risposte]
Il fumo si disperse nella notte.
***
A/N
La citazione "Lei non ha più domande, lei non ha più risposte" è presa da Riposo di Deborah Farrentell.
Un grazie sincero a quelle persone che continuano a commentare.
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