Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: CrHacker98    29/06/2012    0 recensioni
Dave, un ragazzino come tanti, deve stare per un po' con sua nonna in una cittadina campagnola. Incontra un altro ragazzo come lui che gli fa un regalo: un carillon. Solo che quell'oggetto nasconde molte più cose di quanto sembra, ma Dave se ne accorgerà molto presto.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Lies'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dave si rigirò sudato nel letto. Un brivido freddo improvviso gli scese lungo la schiena. Aveva paura, aveva il terrore di addormentarsi. Non voleva, avrebbe preferito restare per sempre sveglio piuttosto che risentire quella musica che gli annebbiava le idee lo faceva sragionare, facendogli pensare alla morte addirittura come qualcosa di meraviglioso e desiderabile. Il sonno era un nemico contro cui purtroppo non poteva competere. Gli occhi si stavano chiudendo, piano piano, poco per volta. La sua volontà scemava, mentre una melodiosa musica prendeva il suo posto. Era morto, se lo sentiva dentro. Era un’emozione potente, dirompente e penetrante. Il suo istinto gli diceva di non lasciarsi andare, di non abbandonare e di continuare a combattere. Ma come quando un soldato smette di combattere quando sa di non avere neanche la più piccola possibilità e decide di farsi saltare in aria, così Dave chiuse gli occhi, mentre i battiti del suo cuore diventarono più lenti. Subito dopo la musica divenne più alta. Il ragazzo si alzò dal letto e con una camminata incerta e barcollante si mise di fronte al carillon dal quale proveniva la musica agonizzante e triste. La figura incappucciata era di fronte a lui: la Morte alzò la falce e la lama si abbatté con un rumore cristallino sulla testa del giovane. Come se quel rumore gli avesse ridato la lucidità, Dave scosse la testa e guardò inebetito il carillon rosso. Le due figure rimasero così avvinghiate, mentre il giovane si guardò curioso intorno a sé. La musica cessò improvvisamente ed una strana atmosfera calò sulla casa.
- E...ehilà?- balbettò spaventato Dave. Fece un paio di passi indietro ed andò a sbattere contro la finestra aperta. Un lungo ululato lo fece sussultare di paura. Si girò tremante...e...fuori dalla finestra non c’era niente. I suoi occhi, per quanto cercassero di distinguere degli oggetti fuori, incappavano in una nebbia nera. Non riusciva a scorgere nulla fuori: era solo.
Ingollò i dubbi ed i timori e con passo felpato iniziò a camminare da un lato all’altro della stanza. Non voleva fare rumore, aveva la netta sensazione che se avesse prodotto anche la più piccola vibrazione, qualcosa, qualcosa di oscuro e brutto gli sarebbe capitato. Passando davanti al letto diede una breve occhiata al soprammobile rosso illuminato dalla luce verde. Girò subito lo sguardo: ormai quella vista, la sola vista di quel malefico oggetto era diventata qualcosa di insopportabile. Mise un piede in fallo. Un’asse del pavimento scricchiolò pericolosamente, rimbombando per tutta la casa silenziosa. Dave rimase come congelato, sudando freddo per la paura. Non si chiese nemmeno che fine avesse fatto quella racchia di sua nonna, ormai non gliene importava più un fico secco di quella vecchia isterica. Pianissimo, cercando di non farsi sentire, aprì la porta che, per sua fortuna, non cigolò. Si ritrovò nel corridoio. Al buio. Improvvisamente una fioca luce bluastra apparve dal nulla. Era una sfera, una sfera fiammante di luce azzurra, che si muoveva in aria descrivendo dei cerchi. Non sembrava pericolosa, e l’istinto di Dave gli disse di non preoccuparsi troppo di quella misteriosa apparizione. Con passo calmo fece altri cinque metri, lo spazio di portarlo alle scale. La fiamma blu lo seguì, come se fosse attratta da lui. Arrivò al piano terra. Buio totale rischiarato un po’ dalla debole luce.
“Forse....forse se riesco ad uscire di casa...posso farcela...si...devo andarmene di qui...ORA!” La porta era proprio all’altro angolo della stanza. Iniziò a correre impaurito, con il fiatone ed i polmoni che gli bruciavano dall’ansia e dalla paura. Ma per quanto cercasse di correre, di andarsene da quel bruttissimo incubo, non riusciva neanche a distanziare le scale. Quando si fermò era al punto di partenza.
- Tsk...ce l’avresti anche potuta fare...se non avessi fatto tanto chiasso...- gli disse beffarda una voce dietro di lui. Pallido, Dave si girò e boccheggiando vide l’amico seduto sopra ad una statua, una statua che non aveva mai visto e che non era mai esistita in casa sua. Era la Morte, con la sua lunga falce incisa in avorio, con il teschio scolpito nel marmo bianco e con un telone di stoffa nera che la copriva fino ai piedi. O almeno, fino alle loro ossa. Era immobile, e sopra alla sua spalla, seduto comodamente, stava Alex.
- A...Alex??- farfugliò in preda al panico ed all’incredulità Dave. Il ragazzo dai capelli neri sorrise.
- Ooh...basta con queste menzogne: anche se sono divertenti a volte, dopo un po’, annoiano. Il mio vero nome è Liar e sono...come posso dire...un mietitore?- Il rosso non poteva credere ai suoi occhi. Era proprio il giovane con cui aveva giocato per così tanto tempo, con cui aveva condiviso le sue idee...era il suo amico...e ora...e ora lo voleva uccidere. Come faceva a saperlo? Se lo domandava anche lui. Non era una cosa che la si capiva dalle intenzioni, e nemmeno dal tono della voce, ma solo quando guardava Alex, anzi, Liar, negli occhi, riusciva a percepirlo. Era un istinto sadico, che non si sarebbe fermato finche la preda non fosse morta e il predatore soddisfatto.
- Allora, cantiamo qualcosa? Oh, si, conosco una filastrocca davvero molto bella, fa più o meno così


Lei è la morte
Ascolta la sua danza
Deciderà la tua sorte
E non noterà la tua mancanza.
 
Lei è la morte,
Che con passo lieve
E le sue dita ritorte
La tua anima prende.
 
Lei è la morte,
Bella nella sua foll...
 – No. Dave cercò inutilmente di tapparsi le orecchie. Quella canzone, quella maledetta canzone, così odiosa e davvero insopportabile. Non voleva, non voleva sentire le parole di quella maledetta cantilena, ma per quanto si sforzasse di ignorarla, questa le entrava in testa ancora di più. La fiammella azzurrognola si muoveva a tempo, agitandosi ogni volta che sentiva nominare il nome della sua padrona.
- Ahahah...è inutile, Dave. Anche se ti mettessi il copra orecchi non riusciresti a tenerla lontana. Ma perché cerchi di ignorarla? E’ così bella...senti...senti le note che si accavallano? Capisci il senso delle parole? E’...E’...perfetta. Lasciati cullare dal suono melodioso, scorda le paure...abbandonati a lei...-
Dave pian piano si tranquillizzò. Una calma assurda si impossessò della sua mente. Smise di preoccuparsi e fece come gli aveva detto l’amico. Si lasciò andare. Dondolava la testa e il corpo quasi avesse la musica dentro si sé. Liar rise tutto compiaciuto di come stessero andando le cose, ma non era ancora soddisfatto. Voleva prima di tutto vedere soffrire quell’insulsa anima da quattro soldi. Voleva la dolce visione del sangue spruzzato a terra, l’odore e il suono della carne tagliata e fatta a pezzi. Voleva tutte quelle cose ed il suo desiderio era incontenibile.
- Piccola...vai...- sussurrò piano alla statua saltando a terra e mettendosi in un posto dal quale poteva vedere tutto. La scultura prese improvvisamente vita e la fiammella blu brillò con più luce, quasi stesse aspettando anche lei impaziente quella carneficina. Dave era immobile a terra, tremante come un condannato a morte che vede la propria fine arrivare insieme alla lama del boia. La Morte fece un passo in avanti, scostando il tessuto scuro che le ondeggiava dietro alla testa in un cappuccio molto largo. Liar rise ancora una volta beffardo, prendendosi gioco con quei occhi verdi brillanti come smeraldi della sua povera vittima. La falce venne alzata in aria e brillò di un bagliore sinistro alla luce della sfera fiammante. Con un fischio acuto cadde sul ragazzo andando ad infrangersi in mezzo al teschio, mentre cervella e sangue rossiccio si mescolavano e con un rumore rivoltante cadevano a masse per terra. L’ultima cosa che pensò Dave furono le giornate passate con quello che stupidamente aveva creduto un amico, con il ragazzo che ora non riconosceva più nella figura sadica e disgustosa che adesso stava ridendo di quel macabro spettacolo. L’ultima cosa che fece fu urlare, buttare fuori tutta l’angoscia e la disperazione che aveva accumulato da quando era nato. Poi, quando tutto iniziò a farsi più scuro ed indefinito e i sensi gli stavano venendo meno, quell’ultimo breve secondo prima della fine, sorrise. Era un sorriso non di felicità quanto di rassegnazione, di calma e tranquillità di fronte alla morte. Liar, finalmente soddisfatto, ma con una punta di dolore nel cuore, smise di ridere e si rizzò in piedi. Con un solo movimento di dita la statua movente e la sfera finirono nel nulla, scomparendo. Sapeva bene che il suo istinto si era placato, e sapeva che tra poco avrebbe dovuto colpire di nuovo un’altra anima. Era la sua natura, era un assassino, creato solo per portare sofferenza nel cuore altrui...e nel proprio. Disgustato da sé stesso, ma contemporaneamente compiaciuto della scena sanguinosa ai suoi piedi, Liar uscì dalla casa, mentre la nonna del ragazzo scendeva le scale allarmata ed urlava di orrore di fronte al nipote massacrato.
“Perché faccio questo?” si chiese mentre passeggiava sotto la luna che irradiava il marciapiede deserto.
Perché sei il mietitore...che ti aspettavi? Rose e fiori...? E poi stai zitto che anche a te è piaciuto quando lo spruzzo di sangue è gorgogliato fuori dalla sua testa...”gli rispose un’altra voce. Liar sbuffò maledicendo se stesso, quell’altro se stesso, che no vedeva l’ora di uscire di nuovo...e fare altre vittime.

Commento dell'autrice
Capitolo che non ne voleva sapere di essere finito.
Alla fine il nostro carissimo Alex si è rivelato nientepopodimeno che il nostro vecchio amico Liar. Che bastardo, soffre anche di sdoppiamento di personalità...oppure no?
Uff...sono presa da tantissime altre cose (studio,  viaggio in vacanza all'estero, disegni, amici, ecc) che dovevo proprio finirla questa storia. Ho una vaga idea sulla prossima e vedo di buttare giù un nuovo capitolo adesso.

"I want a cookie...of blood"
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: CrHacker98