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Autore: Heaven_Tonight    30/06/2012    19 recensioni
“Ikkunaprinsessa”. La Principessa alla Finestra.
C’era lei, Lou, in quel ritratto. C’era lei in ogni suo respiro, in ogni cellula o pensiero.
La sua anima, il suo cuore, le sue speranze mai esposte, il suo amore e la sua fiducia in esso in ogni piccola e accurata pennellata di colore vivido.
C’era lei come il suo caro Sig. Korhonen la vedeva.
Al di là della maschera inutile che si era costruita negli anni.
I capelli rossi e lunghi che diventavano un tutt’uno con il cielo stellato.
L’espressione del suo viso, mentre guardava la neve cadere attraverso la finestra, sognante, sorridente.
Lei fiduciosa e serena. Col vestito blu di Nur e la collana con il ciondolo che un tempo era stata di Maili.
Lui aveva mantenuto la sua promessa: le aveva fatto un ritratto, attingendo a ricordi lontani.
L’aveva ritratta anche senza di lei presente in carne e ossa. Meglio di quanto potesse immaginare.
Cogliendo la sua vera essenza.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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testo.

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Capitolo undici

"Creeping Inside"








«No! Katty! Scendi immediatamente di lì! Katty!» - urlò Lou correndo verso la cucina.
La gattina era saltata per sbirciare nella busta della spesa che aveva posato due minuti prima, mentre si toglieva la giacca.

Era sudata: iniziava a fare caldo anche lì ad Helsinki e portare due buste di provviste piene di roba, a piedi per diversi isolati dopo l'ennesima notte insonne l'aveva sfiancata.

La micia la guardò impassibile, sbadigliando e non facendo una piega mentre lei sbraitava.

Lou rise.
«Sei proprio uguale a lui...» - mormorò grattandole la testa.

Katty socchiuse gli occhi facendo delle fusa blande: quelle rumorose erano riservate solo a Ville...

Se chiudeva gli occhi riusciva a sentire ancora l'odore del finnico: le si era impresso nella memoria olfattiva.
Pensava che avrebbe potuto riconoscere l'odore della sua pelle anche in una stanza affollata ad occhi bendati.

«Ah, Valo... mi manchi...» - sussurrò grattando la testolina di Katty.

Ville faceva apparizioni quando meno se lo aspettavano: a notte fonda o nel primo pomeriggio, lo trovava ad aspettarla quando rientrava dal lavoro alla galleria, appoggiato al muro davanti all'ingresso; oppure la sorprendeva alle spalle al super dove andavano entrambi a fare la spesa... era imprevedibile, affascinante e lei era pazza di lui.

Era drogata: quando non era con lui si sentiva nervosa e sola... all'inizio tutto ciò l'aveva spaventata, poi si era stizzita.
Non sopportava di essere dipendente da qualcuno figuriamoci da un uomo, seppur irresistibile quanto poteva essere il Valo!
Alla fine si era rassegnata.

Ville, al contrario del suo ex non sembrava approfittare del fatto che gli si aggrappasse, nonostante lei cercasse di nasconderlo più che poteva... anzi: era sempre più dolce e attento, passionale, divertente... adorava quando la prendeva in giro con dolcezza, con gli occhi verdi che ridevano.

La cosa che amava era che lui rideva con lei, non di lei...

La travolgeva e la lasciava senza fiato ogni volta che facevano l'amore.
Ogni volta le sembrava più bella ed intensa della precedente... si diceva “Non può essere più bello di questa volta...” e ogni volta si sbagliava: la successiva era sempre meglio e lei pensava che non avrebbe potuto essere più perfetto.

Con suo sommo piacere.
Era allegra, rilassata, serena come non era mai stata prima.
Tutto ciò era evidente sul suo volto: Matleena la guardava di sottecchi con gli occhi stretti e molto probabilmente si chiedeva cosa le stesse succedendo... ma la sua adorata Draghessa non le aveva mai chiesto nulla... finora.

Al contrario di Julian, che nonostante cercasse di fare l'amico era spesso acido e sferzante sul suo aspetto “soddisfatto”... “ma tant'è!”, si era detta Lou con un alzata di spalle.
Non poteva farci granché e al momento era talmente presa dal suo di benessere da non aver il tempo né la voglia di pensare a quello altrui, che non fosse quello di Ville.
E di Katty ovviamente.

Dopo aver posato a terra la gatta contrariata che la guardò male sistemò la spesa nei vari scompartimenti, pensando come sempre a lui.
Dormiva sempre più spesso a casa sua ultimamente e oltre lei, anche Katty sembrava gradire particolarmente la nuova situazione: Ville arrivava, faceva due coccole alla gattina che voleva assolutamente essere la prima ad arrivare tra le braccia magre del finnico sexy e poi prendeva Lou letteralmente di peso per portarla a letto.

O sul divano... dipendeva dal “grado di eccitazione” in cui si trovava.

Non mi sazierò mai di te, mia 'Prinsessa'...” - sussurrava con la voce roca baciandole il collo, stringendola tra le braccia, mentre lei cercava di tornare a respirare in maniera normale dopo l'assalto del portatore sano di giada e ormoni.

E per tutto il tempo lui la guardava negli occhi non perdendosi un solo istante di ciò che passava sul suo viso.

Sei bellissima quando fai l'amore con me... lo sei sempre a dir la verità, ma quando il piacere sta per travolgerti I tuoi lineamenti cambiano e sembri esplodere, sei luminosa...” - le bisbigliava sulle labbra facendole le fusa come un gatto.

Lei per tutta risposta lo guardava estasiata senza riuscire a rispondere nulla, rintanandosi nel suo silenzio; in compenso se ne stava guardarlo a sazietà mentre lui dormiva, libera di lasciar passare i suoi sentimenti sul viso senza sentirsi scoperta... a volte non resisteva e accarezzava con la punta delle dita i lineamenti perfetti di Ville, le labbra morbide e dischiuse, la punta del nasino diritto e piccolo... sulle palpebre che nascondevano le pietre preziose degli occhi.
Posava piano una mano sul petto scarno e liscio per ascoltare il battito lento e regolare del suo cuorechiudendo gli occhi, cullata dal suo ritmo.

Lou ripose metodicamente negli scompartimenti la spesa appena fatta: quel mattino il Sig. Korhonen non era come al solito ad aspettarla per fare la spesa e tornare a casa insieme. Era preoccupata e avrebbe voluto accertarsi che stesse bene passando da casa sua, ma non voleva essere invadente e aveva desistito con un sospiro.

Se solo fosse stata più intraprendente durante tutta la sua vita, si sarebbe risparmiata diverse fregature... ma era fatta così: aveva sempre paura di non essere gradita nella vita degli altri, di pesare con la sua presenza.. e quella che lei chiamava discrezione, spesso e volentieri, veniva fraintesa come freddezza e distacco.

Con un succo d'ananas fresco e la gatta che passava tra le sue gambe rischiando di farla cadere ogni volta passò in salotto, con la voglia di sentire musica: fissò per vari secondi i cd regalatigli da Simone, la discografia completa degli HIM.
Con un sorriso di rassegnazione mise nello stereo “Love Metal” e mentre la voce del suo Valo riempiva la piccola stanza lei si stese sul divanetto chiudendo gli occhi, sorridendo lievemente... con Katty accoccolata sulla sua pancia che le piantava le unghiette nella mano di tanto in tanto.




******




La consueta familiare sensazione di qualcuno che la guardava mentre dormiva.
Prima ancora di aprire gli occhi e accertarsi che non fosse sola un lieve profumo di ambra e vaniglia le solleticò il naso... Nur.

Sorrise.

«Potrei benissimo essere un ladro e la tua gatta invece che difenderti, se ne sta lì a squadrarmi con aria altera e superiore...» - sussurrò con la voce divertita Nur.
Lou aprì un occhio posando lo sguardo sulla sua amica accoccolata sul divano poco distante da lei, che la osservava con occhi divertiti e la testa inclinata di lato; Katty ancora seduta comodamente sulla sua pancia, fintamente indifferente teneva d'occhio Nur.

«Non è mica un cane da guardia che deve abbaiare e avvisarmi di possibili ladri e malintenzionati, pronti ad approfittare delle mie grazie...- rise Lou - Ciao...» - continuò in un soffio, sorridendo un po' emozionata alla sua amica.

Era passato decisamente troppo tempo da quando si erano allontanate.

«Ciao...» - rispose Nur, le labbra carnose stese in un sorriso.

«Non sapevo che saresti tornata così presto.» - disse Lou per spezzare il silenzio imbarazzato.
«Volevo farti una sorpresa... so che le odi... E comunque non ho mai visto un gatto così altezzoso e snob...» - disse strizzandole l'occhio.
«Già...»
«Io ho fame: che mi prepari di buono?» - disse improvvisamente Nur alzandosi e sfilandosi i tacchi alti, camminando a piedi nudi fino alla cucina.

Lou sorrise grata: come sempre lei non era capace di alleggerire l'atmosfera pesante; menomale che Nur al contrario, era capace di sdrammatizzare... voleva parlarle, voleva dirle tutto di lei e Ville... avrebbero avuto tempo per chiarirsi, per capirsi e ritrovare la loro complicità.

Ne era certa.

«Ti vanno degli spaghetti al pomodoro?» - propose Lou ridendo, seguendola in cucina con Katty in braccio, mentre Nur mangiucchiava una mela appoggiata al muretto.

«Non osavo sperare tanto! Mi sono mancati i tuoi spaghetti... mi sei mancata tu.» - disse Nur come al solito schietta e sincera.

«Anche tu mi sei mancata Nur... - rispose esitante Lou alzando gli occhi sulla sua amica. - Pensavo fossi arrabbiata con me per... per Ville.»

«Non ero arrabbiata con te ma con me stessa... - spiegò Nur con un mezzo sorriso – Ho peccato di vanità come al mio solito credendo, anzi volendo credere che Valo fosse interessato a me, quando sotto sotto avevo capito subito che lui aveva accettato la mia presenza quella sera al pub solo dopo aver saputo dove vivevo... e con chi.
Era chiaro che fosse interessato a te fin da prima che ci incontrassimo e ha colto la palla al balzo.
È la prima volta che un uomo mi snobba elegantemente e non ho saputo accusare il colpo, tutto qui... ti chiedo scusa per averti messa in imbarazzo.
So quanto ti sarà costato, quanto ti sei sentita colpevole... - ridacchiò – Simone me l'ha fatto notare anche fin troppo...
»

«Simone? - la interruppe Lou con aria scettica – In che modo?»

«Beh, mi ha mandato un sms acido dove mi diceva che non avevo il diritto di fare l'offesa per una questione e per un uomo di cui alla fine non mi interessava nulla... - disse divertita Nur – e aveva ragione: Valo non mi interessava. Volevo solo mettere alla prova il mio ego conquistando un famoso cantante...»

Lou non sapeva se indignarsi per l'intromissione del suo amico in questioni private o riderne: avrebbe dovuto immaginare che Simone nel tentativo di farle chiarire quanto prima e non fidandosi di lei, prendesse in mano la situazione.
Sorrise commossa, pensando che anche da lontano il suo amico le faceva da angelo custode.

«Quando ho visto come ti guardava Valo mi sono sentita stupida quella sera a cena con quel mio vestito, il mio trucco, i miei tacchi vertiginosi e soprattutto per aver cercato di attirare la sua attenzione per tutta la sera fallendo miseramente.
Lui non aveva occhi che per te... tu nel tuo golfino accollato, accaldata, i tuoi semplici jeans e i capelli in una coda sfatta mentre cucinavi per noi.
Valo non ha fatto altro che mangiarti per tutto il tempo con occhi... beh, sai che intendo, vero?
» - ridacchiò Nur guardandola la sua amica negli occhi, divertita dal rossore che iniziava ad apparire sul viso dell'altra.

«Vagamente...» - annaspò Lou con l'immagine e la sensazione reale e improvvisa di Ville steso addosso, che la scrutava con quel suo mezzo sorriso...
Con i suoi occhi di giada, mentre faceva l'amore con lei.


«E ho continuato a dare il peggio di me, portandomi a letto Julian... così chiaramente invaghito di te anche lui, per... non lo so neanche io, il perché... - proseguì Nur imbarazzata – Insomma è stato stupido anche quello: eravamo brilli ed entrambi presi a farci notare dalla persona sbagliata. Ti chiedo scusa anche per Julian.»

«Nur non devi... voglio dire: non devi chiedermi scusa per Julian! Non devi chiedermi scusa e basta... - disse Lou d'un fiato gesticolando – sia tu che Julian non dovete darmi spiegazioni...»
«Neanche tu dovevi darmene con Ville.» - aggiunse Nur.

«Oh, invece sì... lo hai conosciuto prima di me e pensavo, ero convinta che ti piacesse, mentre tu sapevi benissimo che Julian non mi interessava se non come amico...»
«Lou sei incredibile! - sbottò Nur ridendo – anche davanti all'evidenza tu ti senti in colpa! È assurdo! Tutti si sono resi conto della situazione tranne te!»

Lou sbatté le palpebre perplessa.

«Sia Valo che Julian erano qui solo per te. Io ero praticamente un arredamento... e Julian è venuto a letto con me solo perché si è sentito rifiutato e credo abbia capito improvvisamente la situazione tra te e Valo solo quando tu sei rimasta fuori con lui per più di mezz'ora... sai, gli ho dovuto far notare che forse non eravate lì a solo a parlare... Credo si sia sentito stupido anche lui ad un certo punto, dicendo che non poteva certo competere con uno come Valo.» - spiegò Nur alzando le spalle con aria rassegnata.

«Mi dispiace... - sussurrò Lou – mi dispiace di non essere chiara e diretta come voi nel far capire i miei sentimenti. Se solo fossi più sicura di me magari avrei risparmiato un sacco di fraintendimenti tra noi, tra me e te, tra me e Julian, tra me e Ville...»

«Hai avuto problemi anche con Ville? - chiese Nur preoccupata – Che hai combinato?»

«Non ho combinato... niente, ho visto una stangona davanti al suo cancello il mattino dopo la nostra cena e pensando che fosse una sua “amante”, me la sono data a gambe.»
«Ah! Ecco perché siete improvvisamente andati via tu e Simone il giorno seguente senza neanche invitarmi... - disse sorridendo Nur ma con un sottile tono di rimprovero – Sei sempre la solita... e scommetto che la stangona non era la sua amante.»

«Scusa se non ti ho invitato a venire con noi... volevo stare da sola con Simone... - si giustificò Lou con un sorriso - e poi pensavo fossi incavolata con me per via di Ville... No, la stangona è una vocalist.»

«Io pensavo la stessa cosa, credendo ti fossi offesa per essermi portata a letto uno dei tuoi spasimanti... - aggiunse Nur trattenendo una risata – Certo che non parlando se ne combinano di guai, eh? Hai chiarito con Valo almeno?»

«Ehm... sì, dopo una decina di giorni... dopo essermi nascosta per non incontrarlo.»

Nur scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
«Chissà come gli saranno girate al Valo... - insinuò divertita Nur – E poi?»
«E poi mi ha teso una trappola una sera facendosi trovare davanti la porta di casa, dopo aver scavalcato il cancello...» - arrossì Lou al ricordo di quella loro prima, fantastica volta insieme.

«Bene bene... - disse Nur divertita – credo proprio che la nostra Lou abbia finalmente iniziato a vivere le gioie del sesso...»
«Ah! Smettila!» - si schernì Lou, ridendo.
«È così?! Hai già fatto sesso con lui?! Piccola sfacciata...» - rise Nur prendendola in giro.
«Non abbiamo fatto sesso: abbiamo fatto l'amore...» - la corresse Lou con gli occhi brillanti.
«Ahia... non dirmelo ti prego: sei innamorata di lui?! - chiese con un urlo Nur – Ma... ne sei sicura?»
«Ehm... credo di sì... è un male?!»
«No... non lo è, anche perché da quanto ho visto lui ricambia... almeno credo, sperando non abbia perso ogni mio potere insieme a quello di sedurre ogni uomo sulla faccia della terra...» - scherzò Nur, strizzandole l'occhio.

«Lo credi davvero? Credi che anche lui sia innamorato di me, Nur?»
«Cielo! Penso proprio di sì... dovresti saperlo meglio di me, visto che sei tu a frequentarlo... tu cosa pensi?» - le chiese mettendo le mani a coppa sotto il mento e fissandola curiosa.

«Non lo so... - rispose esitante Lou, mordendosi nervosamente le labbra – credo di piacergli molto questo sì, me ne rendo conto perfino io che sono un'eterna stordita... ma innamorato, oddio non saprei... sarebbe troppo bello e anche troppo spaventoso.»

«Te la fai sotto eh? - le chiese Nur, sorridendo dolcemente – Credimi, è più che un “gli piaci”... fidati.»
«Sì, ho una fifa pazzesca: che si stanchi di me, che si accorga che non sono bella quanto uno come lui potrebbe pretendere, che non sono niente di speciale... e ho paura che passata l'iniziale passione lui si stanchi e un giorno mi dica che è finita... e io non posso vivere pensando di non poter più guardare i suoi occhi...» - continuò sfiatata Lou.

«Lou... - mormorò Nur posando una mano sulla sua, tenendola stretta – non sarà così vedrai. Non avere paura... e se mai dovesse accadere, ricordati che io ci sono... e anche Simone: non ti lasceremo da sola a raccogliere i cocci del tuo cuore. Te lo prometto. E smettila di dire che non sei speciale e che lui potrebbe volere di meglio: non vedo nulla di meglio di te che per un uomo.»

Lou ricambiò la stretta sorridendole fiduciosa: non voleva pensare ad un futuro senza Ville, senza la sua presenza, senza i suoi occhi che la sfioravano o la sua voce che la cullava cantando nell'oscurità della stanza, dopo averla amata... ma la sicurezza, la certezza che non sarebbe mai stata da sola d'ora in poi, la costante presenza dei suoi amici le dava la forza per affrontare ogni cosa con maggiore leggerezza e con un pizzico di follia.

«E ora... me li fai questi spaghetti o devo mangiarli crudi?» - chiese seria Nur mettendo un finto broncio.
Lou sorrise di colpo alleggerita... Aveva temuto stupidamente di aver perso la sua unica amica e invece...

Perché a volte pensiamo che tutto sia tremendamente difficile? Che non ci sia soluzione, quando invece è tutto facile? Basta aprire il cuore all'altro senza recriminazioni, senza bugie, semplicemente dando fiducia e ascoltando l'altro come si ascolta se stessi...”

«Arrivano! - rispose pronta Lou iniziando a tirare fuori pentole e padelle per dare il giusto e meritato benvenuto alla sua amica – e visto che voglio viziarti... ti preparo anche il sugo della mamma.»
«Fico! Dobbiamo discutere più spesso se questo è il modo per poi rinsaldare la nostra amicizia! - scherzò Nur ridendo guardandola mentre Lou si dava da fare – Lou?»
«Uhm?»
«Ti voglio bene.»
«Ti voglio bene anch'io, Nur.»





******




«Beh? Allora com'è Valo a letto?» - chiese di punto in bianco Nur dopo aver mandato giù un'enorme forchettata di spaghetti.
Lou che stava bevendo rischiò a momenti di strozzarsi.
«Nur! - tossì ridendo – Sei sempre la solita!»
«Che ho detto? Allora ce l'ha grosso?»
«NUR!»
«Ah! Brutta finta santa che non sei altro! Allora ci date dentro come due ricci, eh?! Ce l'ha grosso o no? Con quella mani enormi che ha dubito sia poco dotato... - insinuò Nur ghignando – allora me lo dici com'è?»

«È... bravo.» - tagliò corto Lou.
«BRAVO?! Amica, sei diventata bordeaux... temo sia più che bravo! Allora, lo è?»
«È fantastico... - sorrise Lou ghignando a sua volta – Nur, per la prima volta in vita mia ho capito cosa sia la passione... quella vera.»
«Oh, cacchio... sono quasi invidiosa! Ma sono così contenta per te, tesoro...»
«Lo sono anche io Nur, lo sono così tanto che ho paura anche a parlarne per paura che possa svanire come un sogno...»

«Lou smettila di farti come sempre mille problemi inutili! Non sarà così! Lui non è Andrea e tu non sei la stessa di prima... e se ti fa del male posso sempre gonfiarlo di botte.»

Lou scoppiò a ridere immaginando la scena della sua statuaria amica che picchiava lo scheletrico Valo.

«Così lo ammazzi... è talmente magro...»
«Peggio per lui: finnico avvisato...»- le puntò la forchetta contro impugnandola come una spada.
Nur la guardava attentamente osservando il susseguirsi delle espressioni sul viso dell'amica.

«Sei davvero innamorata?»
«Credo di sì... oddio, non lo so, Nur... io sto bene con lui, mi sento amata, mi sento viva...»
«E questa è la cosa che importa: che tu stia bene e che sia felice... se tu lo sei, lo sono anche io.»
«Sei stata sincera dicendo che Ville non ti interessava? Devo saperlo sai...»
«Lou... anche se mi interessava e non sto dicendo questo, sarebbe stato del tutto inutile: lui era interessato a te ancora prima di incontrarti di persona. Eri il suo fantasma personale, ricordi? Sta' tranquilla... e smettila di farti venire ancora sensi di colpa.»
«Il suo fantasma personale...- ridacchiò Lou – Sai mi sembra così strano che lui possa interessarsi a me.»

«Ancora questa storia?! Quando ti metterai in quella testolina che tutto sei tranne che poco interessante? Lou, ascolta: te lo ripeto ancora una volta: sei una donna bellissima, sei dolce e sensuale nel tuo modo innocente di essere, sei generosa e schietta... hai talento e mille altri pregi.
È normale che un uomo si innamori di te e non solo del tuo adorabile visino e corpicino!
Non voglio più sentirti dire niente del genere! Giuro che ti prendo a sberle se lo dici ancora una volta!
»

«Ok, ok, ok! La smetto! Prometto che non dirò ancora la parola “e se?”... per tutto il tempo che rimarrai qui! - sorrise Lou – a proposito stavolta quanto ti fermi? Ti hanno poi accettato la richiesta che hai fatto tempo fa?»
«Bene, lo voglio sperare... bah, non saprei: ho rivisto il nostro capo settore e ho cercato di carpirgli notizie riguardo alla mia richiesta, ma non si è lasciato abbindolare dai miei occhioni... sai, inizio a temere di aver perso il mio fascino... oddio, sarebbe terribile! Dovrei fare il doppio della fatica per ottenere ciò che voglio: una noia mortaleeee!»- urlò Nur sgranando i suddetti occhioni color miele.

«Ma no che dici? Non hai perso un grammo del tuo fascino sexy, fidati... forse era gay.» - concluse ammiccando.
«Sicuramente.» - sibilò Nur stringendo gli occhi a fessura - In ogni caso riparto come sempre lunedì... È un problema per te? Voglio dire: tu e Valo lo fate su ogni superficie scopabile e io vi sono d'intralcio?» - chiese con espressione angelica.

«Nur!»
«Lo sapevo... lo avete fatto anche su questo tavolo?! - chiese fingendosi scandalizzata indicando il tavolo minuscolo che tiravano fuori quando pranzavano in cucina – Ti prego, dimmi che non sto mangiando su qualcosa dove si sono posate le terga finniche del Valo!»

«NUR! la smetti?! - scoppiò a ridere istericamente Lou – E comunque: no! Non l'abbiamo mai fatto su questo tavolo... non ancora per lo meno.»
«Dove hai nascosto la mia amica? Esci da quel corpo!»
«Bella domanda: penso che mi abbia fritto il cervello con quei suoi occhi e il sorriso sexy...» - disse Lou sognante.

«... e non dimenticare anche l'altro arnese...» - aggiunse Nur serafica, pulendo con un pezzo di pane il sugo rimasto nel piatto.
«E non dimentichiamolo...» - rise Lou complice.

Nur volle sapere ogni dettaglio possibile e immaginabile della sua storia con Valo; da come si erano incontrati a come era riuscito a “convincerla” alle gioie del sesso.

«Non che ci abbia messo a convincermi, eh... - ghignò Lou – anzi, ero così impaziente di sentirlo più vicino a me che l'ho baciato io per prima...»
«Ti stimo sorella – sussurrò Nur portandosi una mano al cuore – hai la mia stima eterna! E lui?»
«Lui non si è lamentato. Ma la gatta sì: voleva cavarmi gli occhi!» - rise guardando la micetta che faceva le pulizie personali al centro della cucina minuscola.

Sentendosi osservata Katty alzò il musetto osservando entrambe le umane con aria di sufficienza per poi tornare a farsi la toilette in tutta calma.

«È inquietante quanto somigli a lui. - disse Nur seria – Sei sicura che non sia una specie di demone sotto sembianze di gatto che il finnico ti ha messo in casa per sorvegliarti?»
«Con Valo tutto è possibile... - rise Lou – ma non penso abbia questi poteri satanici: in fondo è solo la prima persona che ha avuto contatto con lei, è normale che abbia un debole per lui.»

«Già... è davvero un modo romantico per incontrarsi... sotto la neve, salvando un gattino...»
«È vero...» - sussurrò Lou ripensando emozionata la loro primo incontro, alla loro “prima notte” insieme. Le raccontò l'aneddoto e Nur rischiò di soffocare quando sentì del primo approccio e il sogno con successivo “agguanto della chiappa”.

«E lo stregò agguantandogli una chiappa! Lou sei fantastica: lo credo bene che lui sia pazzo di te... sei uno spasso anche mentre dormi!»
«Beh, quando lui si ferma qui io non dormo quasi mai... sono in agitazione tutto il tempo o forse non voglio perdere tempo a dormire e preferisco guardarlo mentre riposa.»
«Oh, signore... adesso vomito! Vuoi dire che te ne stai a letto a guardarlo mentre lui ronfa?! Io non ci riuscirei mai... sarà che a me viene sonno anche mentre faccio sesso a volte!»
«Nur tu sei un caso disperato! Se non fossi sicura che sei donna, sentendoti parlare penserei che sei un uomo fatto e finito! Certe volte hai la sensibilità di un camionista... con tutto il rispetto per i camionisti!»

Nur fece una linguaccia all'indirizzo dell'amica.
«Non è mica colpa mia se la maggior parte dei miei amanti sono di una noia mortale!»
«Anche Julian?»
L'altra pensò un bel po' prima di rispondere.

«Beh, sai a dire la verità non ricordo molto di quella notte: eravamo entrambi su di giri e da quello che riesco a ripescare in uno dei pochissimi sprazzi di lucidità direi, o almeno credo di ricordare, che non se la cavi male...»

«Pensi che ci possa essere un seguito a quella notte e che tra voi possa nascere qualcosa?»
«Cielo, no! Hai già iniziato a fare sogni romantici su di noi? Scordatelo! Ho già troppi uomini nella mia vita che spesso confondo anche i loro nomi nei momenti meno opportuni! E poi non dimenticare che lui è cotto di te! Non voglio essere la ruota di scorta di nessuno!»- replicò indignata Nur.

«Uhm... scusa... pensavo che lui almeno un po' ti piacesse. È un bravo ragazzo: lui ti renderebbe felice, credo.» - sussurrò Lou.
«Beh, peccato che invece lui voglia rendere felice te!»
«Scusa...» - disse ancora Lou.

Nur rimase in silenzio fissandola irritata poi le sorrise improvvisamente.

«Ma che gli fai agli uomini tu? - le chiese dolcemente – Sono tutti pazzi di te.... sarà quella tua aria indifesa da principessa sul pisello.»
«Sai che questa frase può avere anche un doppio senso vero?»
«Assolutamente sì.»
«Umpfh.»




******



Dopo avere dato una pulita alla casa che dava segni di abbandono le due amiche si concessero un lungo bagno ristoratore, a turno.

Lou era immersa nella vasca con oli e sali profumati alla vaniglia e zenzero quando sentì il citofono ronzare: con un sussulto cercò di schizzare fuori dalla vasca, quando sentì la voce di Nur che urlava dalla sua camera da letto.
«Vado io, calmati!»
Si rituffò nell'acqua caldissima che le arrossava il viso e le arricciava ancora di più i capelli già selvaggiamente ribelli; aguzzando le orecchie sentì le voci provenienti dall'ingresso, cercando di capire chi fosse il nuovo arrivato e sperando, ovviamente che fosse il suo finnico del cuore.

«Chi è, Nur?» - urlò qualche minuto dopo di silenzio, impaziente e allarmata.
«Mi hai sfondato un timpano, 'Prinsessa'...» - sussurrò Ville appoggiato mollemente a braccia conserte sulla porta del bagno.

Lou si girò di scatto al suono della sua voce calda e arrochita.

Jeans scuri e una maglietta nera con la scritta “Black Sabbath” sotto una giacca classica che sembrava di seta, foulard grigio al collo e Converse nere ai piedi... solo lui poteva essere così splendido e perfetto con un'accozzaglia di stili addosso.

Lou se lo mangiò con gli occhi.
Come gli era venuto in mente di entrare in bagno!?

«Che... diavolo! - annaspò Lou coprendosi con la schiuma le parti del corpo scoperte – Ville, che cavolo ci fai qui?»
«Non c'è nulla che non abbia già visto, per cui non affannarti a coprirti...» - rise mordendosi un angolo delle labbra, avvicinandosi alla vasca e affondando gli occhi nell'acqua, facendola avvampare con una sola occhiata.

«Appari sempre quando meno ti aspetto, Valo...» - borbottò mentre lui continuava a osservare interessato sotto la schiuma che la copriva a stento, sedendosi sul bordo.
«Fa parte del mio fascino, 'Prinsessa'... se io ti dessi un orario staresti tutto il tempo in ansia, così non troverei altro che un fascio di nervi ad attendermi invece che la mia 'Prinsessa' acida e bisbetica...»

«Io non sono acida! - sbottò lei stringendo gli occhi a fessura – e smettila di fissarmi le tette!v
Ville alzò gli occhi ad incrociare quelli di Lou, ghignando.
«Sì che lo sei... - disse ridendo anche con gli occhi – Ed io ti adoro anche per questo, cara la mia bisbetica,  acida e dolcissima 'Prinsessa'...»

«Umpfh...»

«E poi come faccio a smettere di fissarti, scusa? Sei troppo invitante e io non resisto a non guardare le cose belle...» - ribatté serafico lui, inclinando la testa da un lato sbirciando sotto l'acqua e la schiuma bianca e profumata.
«La mamma non ti ha insegnato a bussare prima di entrare in una stanza? - chiese Lou con le guance in fiamme – Sai che non è educato?»
Ville allargò il ghigno.
«Non ho mai detto di essere un ragazzo educato.»

Come al solito il finnico ribatteva ad ogni suo appunto. Lou lo adorava anche per questo: era così intelligente, così arguto.

Si alzò improvvisamente togliendosi la giacca rimanendo in maglietta a maniche corte.
Con movimenti lenti ed eleganti appoggiò la giacca sulla sedia accanto alla porta, tornando a sedersi sul bordo, languidamente.

Lou lo osservava affascinata: sembrava un attore sul palco.
Calamitava ogni sguardo con i suoi movimenti lenti e misurati.
Affondò una mano nell'acqua accarezzandole una gamba, risalendo fino al ginocchio.
Lou iniziò ad agitarsi.

Ville ghignò ancora di più stirando le labbra in un sorriso da Stregatto.

Maledetto... era perfettamente a suo agio e consapevole di farle quell'effetto ogni volta che la toccava.

«Che intenzioni hai, Valo?»

Tirò fuori la mano dall'acqua e prese una spugna sul bordo della vasca.

«Che fai?» - chiese Lou allarmata.
«Ti lavo... girati.- rispose serio guardandola – Avanti girati, 'Prinsessa', ti lavo la schiena.»
«No. Non sono mica un cane che devi lavarmi!» - sbottò imbarazzata.

In realtà la sua mente aveva elaborato altre immagini di lui, che non contemplavano il “lavaggio” e se ne vergognava.
Giusto un po'.

Ville sollevò un sopracciglio. Con uno lampo negli occhi verdi tornò ad alzarsi e iniziò a slacciarsi le scarpe.

«Valo! Che stai facendo?»
«Ho voglia di farmi un bagno.»

Lou sbatté le palpebre. Non faceva sul serio.
No, sicuramente stava prendendola in giro! Di là c'era Nur e lui non avrebbe avuto davvero la faccia tosta di infilarsi nella vasca con lei!
Slacciò la sciarpa leggera e tolse la maglietta lanciandole sulla sedia.
Lou non sapeva se ridere o rimbrottarlo.

Il ghigno non lasciò un attimo il viso di Ville che la sfidava con gli occhi.
Si slacciò lentamente i jeans scuri dosando ogni movimento come un attore consumato, lasciandoli cadere lungo le gambe magre e scavalcandoli quando furono a terra.

«La biancheria intima ti fa proprio schifo, eh?» - ansimò Lou.

Ville scrollò le spalle con noncuranza.
«Mi dà fastidio.»
«Ti rendi conto che non siamo soli a casa, vero? - disse Lou dandosi un tono severo, lo sguardo fisso sul corpo magro e tatuato di lui – c'è Nur di là...»

Ville si avviò alla porta nudo, aprendo la porta quel tanto che bastava per infilarci il viso.
«Nur? Non ti spiace se ti rubo la coinquilina per qualche ora, vero?» - gridò rivolgendosi a Nur, svanita da qualche parte della casa.

Qualche istante di silenzio e poi la voce soffocata di Nur, che, ne era certa, tratteneva le risate.
«Ehm... no, certo che no... basta che non fate casino o sarò costretta a mettermi le cuffiette!»

«Cercherò di fare meno rumore possibile!» - rispose serio Ville, chiudendo la porta a chiave e girandosi a guardarla.
«Grazieeeeee!»- ribatté urlando Nur ridendo.

Lou aveva una faccia sconvolta: possibile che non avesse una sola persona con il senso della decenza attorno?!
Ville tornò verso di lei svettando in tutta la sua lunghezza, guardandola dall'alto le mani sui fianchi, trattenendo a stento le risa alla vista dell'espressione di Lou.

«Sei facile da scandalizzare, 'Prinsessa'...»- mormorò entrando nella vasca posizionandosi di fronte a lei, adattando le lunghe gambe ai lati del corpo di Lou.
«Mmmmh... sì, mi ci voleva proprio un bel bagno caldo rilassante...»- continuò chiudendo gli occhi e reclinando la testa all'indietro.

Lou ripresasi dallo smarrimento lo guardò attentamente: aveva occhiaie ancora più marcate del solito, il viso pallido.
«Sei stanco, Ville?v - chiese posandogli le mani sulle ginocchia ossute.
«Sì, non ho chiuso occhio, ho scritto e suonato per gran parte del tempo... Sono stanco, ma avevo voglia di stare con te.» - disse a voce bassa tenendo sempre gli occhi chiusi.
«Sono contenta che tu sia qui, nonostante sia distrutto...» - gli disse facendo scivolare le gambe ai lati del corpo di lui, trovandosi in quel modo incastrati perfettamente, come una specie di Yin e Yang umano.

«Dove altro potrei essere, se non con te?»

Lou ingoiò il groppo in gola; ogni volta che lui le diceva qualcosa la colpiva e affondava con la dolcezza e la semplicità delle sue parole e nel modo in cui le pronunciava...
Lui aprì un occhio non sentendola parlare.
«Vieni qui... - disse Lou – appoggiati con la schiena a me.»
Ville si girò velocemente stendendosi supino su di lei che lo abbracciò avviluppandolo con le gambe e le braccia, posandogli il viso nell'incavo del collo, inspirando il suo odore.

«Mi sei mancato...»- gli disse scostandogli i capelli dalla nuca e dal viso, intrecciando le dita a quelle di lui posate sul petto.
Ville allungò il viso all'indietro, guardandole le labbra.

«Baciami, 'Prinsessa'...» - bisbigliò ad occhi socchiusi.

Un rotolare di cuore, battiti furiosi nel petto... viscere che si contraggono dal piacere...

Lievi baci gli coprirono il volto, dalla fronte, sul naso... passando per le guance scavate, fino a posarsi sulle labbra morbide e dischiuse.
Il mondo esterno svanì improvvisamente chiudendoli all'interno nella loro bolla privata, cullandoli dolcemente come l'acqua calda in cui erano immersi.




******



Angolo di quella che pensa di essere autrice:

*si prostra ai piedi delle lettrici*
Chiedo venia mie adorate, ma sapete bene quanto mi sia contro la Musa Bastarda e di quanto mi faccia penare!
Metteteci il caldo e distrazioni varie, problemi personali e lavorativi e avrete un'idea del mio stato attuale... :(
Questo capitolo me lo tenevo in serbo come Jolly da sganciare in casi estremi e direi che dopo più di un mese d'attesa la situazione è estrema!!
Non volevo che dimenticaste i miei bimbi adorati e molte di voi mi hanno chiesto quando avrei aggiornato.. nn era il caso di prolungare l'attesa e quindi ho deciso di non lasciarvi a bocca asciutta prima dell'estate!
Come vedete finalmente Nur e Lou si sono chiarite... c'è anche l'ennesimo streap del Valo con ammollo e...
Capitolo di passaggio ma decisamente dolcioso....

Come sempre devo ringraziare tutte a partire dalle mie due Beta: Mia Mugliera Cicci-Vivi (Deilantha) e Sara Pulci; (devo assolutamente rendervi partecipi dei vari commenti che mi lasciano a fine capitolo:
Sara: "Santo cielo che splendore!!! Mi sono sciolta nell'acqua calda........... *______* Complimenti pulci!!!!!!!! stupendo!!! Villlllllllllllle TIIIIII AMOOOOOOOOOOOO"
Cicci: "aaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhh!!!! Sospirone a cuore grande quanto una casa <3" ;
arwen85, Echelena, DarkYuna (che mi ha suggerito il titolo per il capitolo: grazie <3) , Lady Angel 2002, Ila_76, apinacuriosaEchelon, Villina92, VioValo_Villina,poisongirl76, marfa, dile91, fnghera, angelica78vf, infinity86dark2, K Ciel e VioValo ,LonelyJuliet,BlackMidnights, Blackie_ !
Spero, come sempre, che prima o poi commentino anche le "fantasmine" che leggono e non lasciano nessun segno del loro passaggio... accontentate questa povera donna...
A presto,
*H_T*


   
 
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