testo.
Capitolo
undici
"Creeping Inside"
«No!
Katty! Scendi immediatamente di lì! Katty!»
-
urlò Lou correndo
verso la cucina.
La
gattina era saltata per sbirciare nella busta
della spesa che aveva posato due minuti prima, mentre si toglieva la
giacca.
Era
sudata: iniziava a fare caldo anche lì ad Helsinki e portare
due
buste di provviste piene di roba, a piedi per diversi isolati
dopo l'ennesima
notte insonne
l'aveva
sfiancata.
La
micia la guardò impassibile, sbadigliando e non facendo una
piega
mentre lei sbraitava.
Lou
rise.
«Sei
proprio uguale a lui...»
-
mormorò grattandole la
testa.
Katty
socchiuse gli occhi facendo delle fusa blande: quelle rumorose erano
riservate solo a Ville...
Se
chiudeva gli occhi riusciva a sentire ancora l'odore del finnico: le
si era impresso nella memoria olfattiva.
Pensava
che avrebbe potuto riconoscere l'odore della sua pelle anche in una
stanza affollata ad occhi bendati.
«Ah,
Valo... mi manchi...»
- sussurrò grattando la
testolina di Katty.
Ville
faceva apparizioni quando meno se lo aspettavano: a notte fonda o nel
primo pomeriggio, lo trovava ad aspettarla quando rientrava dal
lavoro alla galleria, appoggiato al muro davanti all'ingresso;
oppure la sorprendeva alle spalle al super dove andavano entrambi a
fare la spesa... era imprevedibile, affascinante e lei era pazza di
lui.
Era
drogata: quando non era con lui si sentiva nervosa e sola...
all'inizio tutto ciò l'aveva spaventata, poi si era
stizzita.
Non
sopportava di essere dipendente da qualcuno figuriamoci da un uomo,
seppur irresistibile quanto poteva essere il Valo!
Alla
fine si era rassegnata.
Ville,
al contrario del suo ex non sembrava approfittare del fatto che gli
si aggrappasse, nonostante lei cercasse di nasconderlo più
che
poteva... anzi: era sempre più dolce e attento, passionale,
divertente... adorava quando la prendeva in giro con dolcezza, con
gli occhi verdi che ridevano.
La
cosa che amava era che lui rideva con lei, non di lei...
La
travolgeva e la lasciava senza fiato ogni volta che facevano l'amore.
Ogni
volta le sembrava più bella ed intensa della precedente...
si diceva
“Non può essere più bello di
questa volta...” e ogni
volta si sbagliava: la successiva era sempre meglio e lei pensava che
non avrebbe potuto essere più perfetto.
Con
suo sommo piacere.
Era
allegra, rilassata, serena come non era mai stata prima.
Tutto
ciò era evidente sul suo volto: Matleena la guardava di
sottecchi
con gli occhi stretti e molto probabilmente si chiedeva cosa le
stesse succedendo... ma la sua adorata Draghessa non le aveva mai
chiesto nulla... finora.
Al
contrario di Julian, che nonostante cercasse di fare
l'amico era spesso acido e sferzante sul suo aspetto
“soddisfatto”...
“ma tant'è!”, si era
detta Lou con un alzata di spalle.
Non
poteva farci granché e al momento era talmente presa dal suo
di
benessere da non aver il tempo né la voglia di pensare a
quello
altrui, che non fosse quello di Ville.
E
di Katty ovviamente.
Dopo
aver posato a terra la gatta contrariata che la guardò male
sistemò
la spesa nei vari scompartimenti, pensando come sempre a lui.
Dormiva
sempre più spesso a casa sua ultimamente e oltre lei, anche
Katty
sembrava gradire particolarmente la nuova situazione: Ville arrivava,
faceva due coccole alla gattina che voleva assolutamente essere la
prima ad arrivare tra le braccia magre del finnico sexy e poi
prendeva Lou letteralmente di peso per portarla a letto.
O
sul divano... dipendeva dal “grado di eccitazione”
in cui si
trovava.
“Non
mi sazierò mai di te, mia 'Prinsessa'...” -
sussurrava con la voce roca baciandole il collo, stringendola tra le
braccia, mentre lei cercava di tornare a respirare in maniera
normale dopo l'assalto del portatore sano di giada e ormoni.
E
per tutto il tempo lui la guardava negli occhi non perdendosi un
solo istante di ciò che passava sul suo viso.
“Sei
bellissima quando fai l'amore con me... lo sei sempre a dir la
verità, ma quando il piacere sta per travolgerti I tuoi
lineamenti
cambiano e sembri esplodere, sei luminosa...”
- le bisbigliava sulle labbra facendole le fusa come un gatto.
Lei
per tutta risposta lo guardava estasiata senza riuscire a rispondere
nulla, rintanandosi nel suo silenzio; in compenso se ne stava
guardarlo a sazietà mentre lui dormiva, libera di lasciar
passare i
suoi sentimenti sul viso senza sentirsi scoperta... a volte non
resisteva e accarezzava con la punta delle dita i lineamenti perfetti
di Ville, le labbra morbide e dischiuse, la punta del nasino diritto
e piccolo... sulle palpebre che nascondevano le pietre preziose degli
occhi.
Posava
piano una mano sul petto scarno e liscio per
ascoltare il battito lento e regolare del suo cuorechiudendo gli
occhi, cullata dal suo ritmo.
Lou
ripose metodicamente negli scompartimenti la spesa appena fatta: quel
mattino il Sig. Korhonen non era come al solito ad aspettarla per
fare la spesa e tornare a casa insieme. Era preoccupata e avrebbe
voluto accertarsi che stesse bene passando da casa sua, ma non voleva
essere invadente e aveva desistito con un sospiro.
Se
solo fosse stata più intraprendente durante tutta la sua
vita, si
sarebbe risparmiata diverse fregature... ma era fatta così:
aveva
sempre paura di non essere gradita nella vita degli altri, di pesare
con la sua presenza.. e quella che lei chiamava discrezione, spesso e
volentieri, veniva fraintesa come freddezza e distacco.
Con
un succo d'ananas fresco e la gatta che passava tra le sue gambe
rischiando di farla cadere ogni volta passò in salotto, con
la
voglia di sentire musica: fissò per vari secondi i cd
regalatigli da
Simone, la discografia completa degli HIM.
Con
un sorriso di rassegnazione mise nello stereo “Love
Metal”
e mentre la voce del suo Valo riempiva la piccola stanza lei si
stese sul divanetto chiudendo gli occhi, sorridendo lievemente... con
Katty accoccolata sulla sua pancia che le piantava le unghiette
nella mano di tanto in tanto.
******
La
consueta familiare sensazione di qualcuno che la guardava mentre
dormiva.
Prima
ancora di aprire gli occhi e accertarsi che non
fosse sola un lieve profumo di ambra e vaniglia le
solleticò il
naso... Nur.
Sorrise.
«Potrei
benissimo essere un ladro e la tua gatta invece che difenderti, se ne
sta lì a squadrarmi con aria altera e
superiore...»
- sussurrò
con la voce divertita Nur.
Lou
aprì un occhio posando lo sguardo sulla sua amica
accoccolata sul
divano poco distante da lei, che la osservava con occhi divertiti e
la testa inclinata di lato; Katty ancora seduta comodamente sulla sua
pancia, fintamente indifferente teneva d'occhio Nur.
«Non
è mica un cane da guardia che deve abbaiare e avvisarmi di
possibili
ladri e malintenzionati, pronti ad approfittare delle mie grazie...-
rise Lou - Ciao...»
- continuò in un soffio,
sorridendo un po'
emozionata alla sua amica.
Era
passato decisamente troppo tempo da quando si erano allontanate.
«Ciao...»
- rispose Nur, le labbra carnose stese in un sorriso.
«Non
sapevo che saresti tornata così presto.»
- disse Lou per spezzare il
silenzio
imbarazzato.
«Volevo
farti una sorpresa... so che le odi... E comunque non ho mai visto un
gatto così altezzoso e snob...»
- disse
strizzandole l'occhio.
«Già...»
«Io
ho fame: che mi prepari di buono?»
- disse improvvisamente
Nur
alzandosi e sfilandosi i tacchi alti, camminando a piedi nudi fino
alla cucina.
Lou
sorrise grata: come sempre lei non era capace di alleggerire
l'atmosfera pesante; menomale che Nur al contrario, era capace di
sdrammatizzare... voleva parlarle, voleva dirle tutto di lei e
Ville... avrebbero avuto tempo per chiarirsi, per capirsi e ritrovare
la loro complicità.
Ne
era certa.
«Ti
vanno degli spaghetti al pomodoro?»
- propose Lou ridendo,
seguendola in cucina con Katty in braccio, mentre Nur mangiucchiava
una mela appoggiata al muretto.
«Non
osavo sperare tanto! Mi sono mancati i tuoi spaghetti... mi sei
mancata tu.»
- disse Nur come al solito schietta e sincera.
«Anche
tu mi sei mancata Nur... - rispose esitante Lou alzando gli occhi
sulla sua amica. - Pensavo fossi arrabbiata con me per... per
Ville.»
«Non
ero arrabbiata con te ma con me stessa... - spiegò Nur con
un mezzo
sorriso – Ho peccato di vanità come al mio solito
credendo, anzi
volendo credere che Valo fosse interessato a me, quando sotto sotto
avevo capito subito che lui aveva accettato la mia presenza quella
sera al pub solo dopo aver saputo dove vivevo... e con chi.
Era
chiaro che fosse interessato a te fin da prima che ci incontrassimo e
ha colto la palla al balzo.
È la prima volta che un uomo mi snobba elegantemente e non
ho saputo
accusare il colpo, tutto qui... ti chiedo scusa per averti messa in
imbarazzo.
So
quanto ti sarà costato, quanto ti sei sentita
colpevole... - ridacchiò – Simone me l'ha fatto
notare anche fin
troppo...»
«Simone?
- la interruppe Lou con aria scettica – In che
modo?»
«Beh,
mi ha mandato un sms acido dove mi diceva che non avevo il diritto di
fare l'offesa per una questione e per un uomo di cui alla fine non
mi interessava nulla... - disse divertita Nur – e aveva
ragione:
Valo non mi interessava. Volevo solo mettere alla prova il mio ego
conquistando un famoso cantante...»
Lou
non sapeva se indignarsi per l'intromissione del suo amico in
questioni private o riderne: avrebbe dovuto immaginare che Simone
nel tentativo di farle chiarire quanto prima e non fidandosi di lei,
prendesse in mano la situazione.
Sorrise
commossa, pensando che anche da lontano il suo amico le faceva da
angelo custode.
«Quando
ho visto come ti guardava Valo mi sono sentita stupida quella sera a
cena con quel mio vestito, il mio trucco, i miei tacchi vertiginosi
e soprattutto per aver cercato di attirare la sua attenzione per
tutta la sera fallendo miseramente.
Lui non aveva occhi che per
te... tu nel tuo golfino accollato, accaldata, i tuoi semplici jeans
e i capelli in una coda sfatta mentre cucinavi per noi.
Valo non ha
fatto altro che mangiarti per tutto il tempo con occhi... beh, sai
che intendo, vero?»
- ridacchiò Nur guardandola la
sua amica negli
occhi, divertita dal rossore che iniziava ad apparire sul viso
dell'altra.
«Vagamente...»
- annaspò Lou con l'immagine e la sensazione reale e
improvvisa di
Ville steso addosso, che la scrutava con quel suo mezzo sorriso...
Con i suoi occhi di giada, mentre faceva l'amore con lei.
«E
ho continuato a dare il peggio di me, portandomi a letto Julian...
così chiaramente invaghito di te anche lui, per... non lo
so
neanche io, il perché... - proseguì Nur
imbarazzata – Insomma è
stato stupido anche quello: eravamo brilli ed entrambi presi a
farci notare dalla persona sbagliata. Ti
chiedo scusa anche per Julian.»
«Nur
non devi... voglio dire: non devi chiedermi scusa per Julian! Non
devi chiedermi scusa e basta... - disse Lou d'un fiato gesticolando
– sia tu che Julian non dovete darmi
spiegazioni...»
«Neanche
tu dovevi darmene con Ville.»
- aggiunse Nur.
«Oh,
invece sì... lo hai conosciuto prima di me e pensavo, ero
convinta
che ti piacesse, mentre tu sapevi benissimo che Julian non mi
interessava se non come amico...»
«Lou
sei incredibile! - sbottò Nur ridendo – anche
davanti all'evidenza
tu ti senti in colpa! È assurdo! Tutti si sono resi conto
della
situazione tranne te!»
Lou
sbatté le palpebre perplessa.
«Sia
Valo che Julian erano qui solo per te. Io ero praticamente un
arredamento... e Julian è venuto a letto con me solo
perché si è
sentito rifiutato e credo abbia capito improvvisamente la situazione
tra te e Valo solo quando tu sei rimasta fuori con lui per
più di
mezz'ora... sai, gli ho dovuto far notare che forse non eravate
lì a
solo a parlare... Credo si sia sentito stupido anche lui ad un certo
punto, dicendo che non poteva certo competere con uno come
Valo.»
- spiegò Nur alzando le spalle con aria rassegnata.
«Mi
dispiace... - sussurrò Lou – mi dispiace di non
essere chiara e
diretta come voi nel far capire i miei sentimenti. Se solo fossi
più sicura di me magari avrei risparmiato un sacco di
fraintendimenti tra noi, tra me e te, tra me e Julian, tra me e
Ville...»
«Hai
avuto problemi anche con Ville? - chiese Nur preoccupata –
Che hai
combinato?»
«Non
ho combinato... niente, ho visto una stangona davanti al suo cancello
il mattino dopo la nostra cena e pensando che fosse una sua
“amante”,
me la sono data a gambe.»
«Ah!
Ecco perché siete improvvisamente andati via tu e Simone il
giorno
seguente senza neanche invitarmi... - disse sorridendo Nur ma con un
sottile tono di rimprovero – Sei sempre la solita... e
scommetto
che la stangona non era la sua amante.»
«Scusa
se non ti ho invitato a venire con noi... volevo stare da sola con
Simone... - si giustificò Lou con un sorriso - e poi pensavo
fossi
incavolata con me per via di Ville... No, la stangona è una
vocalist.»
«Io
pensavo la stessa cosa, credendo ti fossi offesa per essermi portata
a letto uno dei tuoi spasimanti... - aggiunse Nur trattenendo una
risata – Certo che non parlando se ne combinano di guai, eh?
Hai
chiarito con Valo almeno?»
«Ehm...
sì, dopo una decina di giorni... dopo essermi nascosta per
non
incontrarlo.»
Nur
scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
«Chissà
come gli saranno girate al Valo... - insinuò divertita Nur
– E poi?»
«E
poi mi ha teso una trappola una sera facendosi trovare davanti la
porta di casa, dopo aver scavalcato il cancello...»
-
arrossì Lou
al ricordo di quella loro prima, fantastica volta insieme.
«Bene
bene... - disse Nur divertita – credo proprio che la nostra
Lou
abbia finalmente iniziato a vivere le gioie del sesso...»
«Ah!
Smettila!»
- si schernì Lou, ridendo.
«È
così?! Hai già fatto sesso con lui?! Piccola
sfacciata...»
-
rise Nur prendendola in giro.
«Non
abbiamo fatto sesso: abbiamo fatto l'amore...»
- la
corresse Lou
con gli occhi brillanti.
«Ahia...
non dirmelo ti prego: sei innamorata di lui?! - chiese con un urlo
Nur – Ma... ne sei sicura?»
«Ehm...
credo di sì... è un male?!»
«No...
non lo è, anche perché da quanto ho visto lui
ricambia... almeno
credo, sperando non abbia perso ogni mio potere insieme a quello di
sedurre ogni uomo sulla faccia della terra...»
-
scherzò Nur,
strizzandole l'occhio.
«Lo
credi davvero? Credi che anche lui sia innamorato di me,
Nur?»
«Cielo!
Penso proprio di sì... dovresti saperlo meglio di me, visto
che sei
tu a frequentarlo... tu cosa pensi?» -
le chiese mettendo le
mani a
coppa sotto il mento e fissandola curiosa.
«Non
lo so... - rispose esitante Lou, mordendosi nervosamente le labbra
–
credo di piacergli molto questo sì, me ne rendo conto
perfino io
che sono un'eterna stordita... ma innamorato, oddio non saprei...
sarebbe troppo bello e anche troppo spaventoso.»
«Te
la fai sotto eh? - le chiese Nur, sorridendo dolcemente –
Credimi,
è più che un “gli piaci”...
fidati.»
«Sì,
ho una fifa pazzesca: che si stanchi di me, che si accorga che non
sono bella quanto uno come lui potrebbe pretendere, che non sono niente
di speciale... e ho paura che passata l'iniziale passione lui si
stanchi e un giorno mi dica che è finita... e io non posso
vivere
pensando di non poter più guardare i suoi
occhi...»
- continuò
sfiatata Lou.
«Lou...
- mormorò Nur posando una mano sulla sua, tenendola
stretta
– non sarà così vedrai. Non
avere
paura... e se mai dovesse
accadere, ricordati che io ci sono... e anche Simone: non ti
lasceremo da sola a raccogliere i cocci del tuo cuore. Te lo
prometto. E smettila di dire che non sei speciale e che lui potrebbe
volere di meglio: non vedo nulla di meglio di te che per un
uomo.»
Lou
ricambiò la stretta sorridendole fiduciosa: non voleva
pensare ad
un futuro senza Ville, senza la sua presenza, senza i suoi occhi che
la sfioravano o la sua voce che la cullava cantando
nell'oscurità
della stanza, dopo averla amata... ma la sicurezza, la certezza che
non sarebbe mai stata da sola d'ora in poi, la costante presenza dei
suoi amici le dava la forza per affrontare ogni cosa con maggiore
leggerezza e con un pizzico di follia.
«E
ora... me li fai questi spaghetti o devo mangiarli crudi?»
-
chiese
seria Nur mettendo un finto broncio.
Lou
sorrise di colpo alleggerita... Aveva temuto stupidamente di aver
perso la sua unica amica e invece...
“Perché
a volte pensiamo che tutto sia tremendamente difficile? Che non ci
sia soluzione, quando invece è tutto facile? Basta aprire
il cuore
all'altro senza recriminazioni, senza bugie, semplicemente dando
fiducia e ascoltando l'altro come si ascolta se stessi...”
«Arrivano!
- rispose pronta Lou iniziando a tirare fuori pentole e padelle per
dare il giusto e meritato benvenuto alla sua amica – e visto
che
voglio viziarti... ti preparo anche il sugo della mamma.»
«Fico!
Dobbiamo discutere più spesso se questo è il modo
per poi
rinsaldare la nostra amicizia! - scherzò Nur ridendo
guardandola
mentre Lou si dava da fare – Lou?»
«Uhm?»
«Ti
voglio bene.»
«Ti
voglio bene anch'io, Nur.»
******
«Beh?
Allora com'è Valo a letto?»
- chiese di punto in
bianco Nur dopo
aver mandato giù un'enorme forchettata di spaghetti.
Lou
che stava bevendo rischiò a momenti di strozzarsi.
«Nur!
- tossì ridendo – Sei sempre la solita!»
«Che
ho detto? Allora ce l'ha grosso?»
«NUR!»
«Ah!
Brutta finta santa che non sei altro!
Allora ci date dentro come due
ricci, eh?! Ce l'ha grosso o no? Con quella mani enormi che ha dubito
sia poco dotato... - insinuò Nur ghignando –
allora me lo dici
com'è?»
«È...
bravo.»
- tagliò corto Lou.
«BRAVO?!
Amica, sei diventata bordeaux... temo sia più che bravo!
Allora, lo
è?»
«È
fantastico... - sorrise Lou ghignando a sua volta – Nur, per
la
prima volta in vita mia ho capito cosa sia la passione... quella
vera.»
«Oh,
cacchio... sono quasi invidiosa! Ma sono così contenta per
te,
tesoro...»
«Lo
sono anche io Nur, lo sono così tanto che ho paura anche a
parlarne
per paura che possa svanire come un sogno...»
«Lou
smettila di farti come sempre mille problemi inutili! Non
sarà così!
Lui non è Andrea e tu non sei la stessa di prima... e se ti
fa del
male posso sempre gonfiarlo di botte.»
Lou
scoppiò a ridere immaginando la scena della sua statuaria
amica che
picchiava lo scheletrico Valo.
«Così
lo ammazzi... è talmente magro...»
«Peggio
per lui: finnico avvisato...»-
le puntò la
forchetta contro
impugnandola come una spada.
Nur
la guardava attentamente osservando il susseguirsi delle espressioni
sul viso dell'amica.
«Sei
davvero innamorata?»
«Credo
di sì... oddio, non lo so, Nur... io sto bene con lui, mi
sento
amata, mi sento viva...»
«E
questa è la cosa che importa: che tu stia bene e che sia
felice...
se tu lo sei, lo sono anche io.»
«Sei
stata sincera dicendo che Ville non ti interessava? Devo saperlo
sai...»
«Lou...
anche se mi interessava e non sto dicendo questo, sarebbe stato del
tutto inutile: lui era interessato a te ancora prima di incontrarti
di persona. Eri il suo fantasma personale, ricordi? Sta'
tranquilla... e smettila di farti venire ancora sensi di
colpa.»
«Il
suo fantasma personale...- ridacchiò Lou – Sai mi
sembra così
strano che lui possa interessarsi a me.»
«Ancora
questa storia?! Quando ti metterai in quella testolina che tutto sei
tranne che poco interessante? Lou, ascolta: te lo ripeto ancora una
volta: sei una donna bellissima, sei dolce e sensuale nel tuo modo
innocente di essere, sei generosa e schietta... hai talento e mille
altri pregi.
È normale che un uomo si innamori di
te e non
solo
del tuo adorabile visino e corpicino!
Non
voglio più sentirti dire niente del genere! Giuro che ti
prendo a
sberle se lo dici ancora una volta!»
«Ok,
ok, ok! La smetto! Prometto che non dirò ancora la parola
“e
se?”... per tutto il tempo che rimarrai qui! - sorrise Lou
– a
proposito stavolta quanto ti fermi? Ti hanno poi accettato la
richiesta che hai fatto tempo fa?»
«Bene,
lo voglio sperare... bah, non saprei: ho rivisto il nostro capo
settore e ho cercato di carpirgli notizie riguardo alla mia
richiesta, ma non si è lasciato abbindolare dai miei
occhioni...
sai, inizio a temere di aver perso il mio fascino... oddio, sarebbe
terribile! Dovrei fare il doppio della fatica per ottenere
ciò che
voglio: una noia mortaleeee!»-
urlò Nur sgranando i suddetti
occhioni color miele.
«Ma
no che dici? Non hai perso un grammo del tuo fascino sexy, fidati...
forse era gay.» - concluse ammiccando.
«Sicuramente.»
- sibilò Nur stringendo gli occhi a fessura - In ogni caso
riparto
come sempre lunedì... È un problema per te?
Voglio dire: tu e Valo
lo fate su ogni superficie scopabile e io vi sono
d'intralcio?»
-
chiese con espressione angelica.
«Nur!»
«Lo
sapevo... lo avete fatto anche su questo tavolo?! - chiese
fingendosi scandalizzata indicando il tavolo minuscolo che tiravano
fuori quando pranzavano in cucina – Ti prego, dimmi che
non
sto mangiando su qualcosa dove si sono posate le terga finniche del
Valo!»
«NUR!
la smetti?! - scoppiò a ridere istericamente Lou –
E comunque: no!
Non l'abbiamo mai fatto su questo tavolo... non ancora per lo
meno.»
«Dove
hai nascosto la mia amica? Esci da quel corpo!»
«Bella
domanda: penso che mi abbia fritto il cervello con quei suoi occhi e
il sorriso sexy...»
- disse Lou sognante.
«...
e non dimenticare anche l'altro arnese...»
- aggiunse Nur
serafica,
pulendo con un pezzo di pane il sugo rimasto nel piatto.
«E
non dimentichiamolo...»
- rise Lou complice.
Nur
volle sapere ogni dettaglio possibile e immaginabile della sua storia
con Valo; da come si erano incontrati a come era riuscito a
“convincerla” alle gioie del sesso.
«Non
che ci abbia messo a convincermi, eh... - ghignò Lou
– anzi, ero
così impaziente di sentirlo più vicino a me che
l'ho baciato io
per prima...»
«Ti
stimo sorella – sussurrò Nur portandosi una mano
al cuore – hai
la mia stima eterna! E lui?»
«Lui
non si è lamentato. Ma la gatta sì: voleva
cavarmi gli occhi!»
-
rise guardando la micetta che faceva le pulizie personali al centro
della cucina minuscola.
Sentendosi
osservata Katty alzò il musetto osservando entrambe le umane
con
aria di sufficienza per poi tornare a farsi la toilette in tutta
calma.
«È
inquietante quanto somigli a lui. - disse Nur seria – Sei
sicura
che non sia una specie di demone sotto sembianze di gatto che il
finnico ti ha messo in casa per sorvegliarti?»
«Con
Valo tutto è possibile... - rise Lou – ma non
penso abbia questi
poteri satanici: in fondo è solo la prima persona che ha
avuto
contatto con lei, è normale che abbia un debole per
lui.»
«Già...
è davvero un modo romantico per incontrarsi... sotto la
neve,
salvando un gattino...»
«È
vero...»
- sussurrò Lou ripensando emozionata la
loro primo
incontro, alla loro “prima notte” insieme. Le
raccontò
l'aneddoto e Nur rischiò di soffocare quando
sentì del primo
approccio e il sogno con successivo “agguanto della
chiappa”.
«E
lo stregò agguantandogli una chiappa! Lou sei fantastica: lo
credo
bene che lui sia pazzo di te... sei uno spasso anche mentre
dormi!»
«Beh,
quando lui si ferma qui io non dormo quasi mai... sono in agitazione
tutto il tempo o forse non voglio perdere tempo a dormire e
preferisco guardarlo mentre riposa.»
«Oh,
signore... adesso vomito! Vuoi dire che te ne stai a letto a
guardarlo mentre lui ronfa?! Io non ci riuscirei mai... sarà
che a
me viene sonno anche mentre faccio sesso a volte!»
«Nur
tu sei un caso disperato! Se non fossi sicura che sei donna,
sentendoti parlare penserei che sei un uomo fatto e finito! Certe
volte hai la sensibilità di un camionista... con tutto il
rispetto
per i camionisti!»
Nur
fece una linguaccia all'indirizzo dell'amica.
«Non
è mica colpa mia se la maggior parte dei miei amanti sono di
una
noia mortale!»
«Anche
Julian?»
L'altra
pensò un bel po' prima di rispondere.
«Beh,
sai a dire la verità non ricordo molto di quella notte:
eravamo
entrambi su di giri e da quello che riesco a ripescare in uno dei
pochissimi sprazzi di lucidità direi, o almeno credo di
ricordare,
che non se la cavi male...»
«Pensi
che ci possa essere un seguito a quella notte e che tra voi possa
nascere qualcosa?»
«Cielo,
no! Hai già iniziato a fare sogni romantici su di noi?
Scordatelo!
Ho già troppi uomini nella mia vita che spesso confondo
anche i loro
nomi nei momenti meno opportuni! E poi non dimenticare che lui
è
cotto di te! Non voglio essere la ruota di scorta di
nessuno!»-
replicò indignata Nur.
«Uhm...
scusa... pensavo che lui almeno un po' ti piacesse. È un
bravo
ragazzo: lui ti renderebbe felice, credo.»
-
sussurrò Lou.
«Beh,
peccato che invece lui voglia rendere felice te!»
«Scusa...»
- disse ancora Lou.
Nur
rimase in silenzio fissandola irritata poi le sorrise
improvvisamente.
«Ma
che gli fai agli uomini tu? - le chiese dolcemente – Sono
tutti
pazzi di te.... sarà quella tua aria indifesa da principessa
sul
pisello.»
«Sai
che questa frase può avere anche un doppio senso
vero?»
«Assolutamente
sì.»
«Umpfh.»
Dopo
avere dato una pulita alla casa che dava segni di abbandono le due
amiche si concessero un lungo bagno ristoratore, a turno.
Lou
era immersa nella vasca con oli e sali profumati alla vaniglia e
zenzero quando sentì il citofono ronzare: con un sussulto
cercò di
schizzare fuori dalla vasca, quando sentì la voce di Nur che
urlava
dalla sua camera da letto.
«Vado
io, calmati!»
Si
rituffò nell'acqua caldissima che le arrossava il viso e le
arricciava ancora di più i capelli già
selvaggiamente ribelli;
aguzzando le orecchie sentì le voci provenienti
dall'ingresso,
cercando di capire chi fosse il nuovo arrivato e sperando, ovviamente
che fosse il suo finnico del cuore.
«Chi
è, Nur?» - urlò qualche minuto dopo di
silenzio, impaziente e
allarmata.
«Mi
hai sfondato un timpano, 'Prinsessa'...»
- sussurrò Ville appoggiato mollemente a braccia conserte
sulla
porta del bagno.
Lou
si girò di scatto al suono della sua voce calda e arrochita.
Jeans
scuri e una maglietta nera con la scritta “Black
Sabbath”
sotto una giacca classica che sembrava di seta, foulard grigio al
collo e Converse nere ai piedi... solo lui poteva essere
così
splendido e perfetto con un'accozzaglia di stili addosso.
Lou
se lo mangiò con gli occhi.
Come
gli era venuto in mente di entrare in bagno!?
«Che...
diavolo! - annaspò Lou coprendosi con la schiuma le parti
del corpo
scoperte – Ville, che cavolo ci fai qui?»
«Non
c'è nulla che non abbia già visto, per cui non
affannarti a
coprirti...» - rise mordendosi un angolo delle labbra,
avvicinandosi alla vasca e affondando gli occhi nell'acqua, facendola
avvampare con una sola occhiata.
«Appari
sempre quando meno ti aspetto, Valo...» - borbottò
mentre
lui continuava a osservare interessato sotto la schiuma che la
copriva a stento, sedendosi sul bordo.
«Fa
parte del mio fascino, 'Prinsessa'...
se io ti dessi un orario staresti tutto il tempo in ansia,
così non
troverei altro che un fascio di nervi ad attendermi invece che la mia 'Prinsessa'
acida e
bisbetica...»
«Io
non sono acida! - sbottò lei stringendo gli occhi a fessura
– e
smettila di fissarmi le tette!v
Ville
alzò gli occhi ad incrociare quelli di Lou, ghignando.
«Sì
che lo sei... - disse ridendo anche con gli occhi – Ed io ti
adoro
anche per questo, cara la mia bisbetica, acida e dolcissima 'Prinsessa'...»
«Umpfh...»
«E
poi come faccio a smettere di fissarti, scusa? Sei troppo invitante e
io non resisto a non guardare le cose belle...» -
ribatté serafico
lui, inclinando la testa da un lato sbirciando sotto l'acqua e la
schiuma bianca e profumata.
«La
mamma non ti ha insegnato a bussare prima di entrare in una stanza? -
chiese Lou con le guance in fiamme – Sai che non è
educato?»
Ville
allargò il ghigno.
«Non
ho mai detto di essere un ragazzo educato.»
Come
al solito il finnico ribatteva ad ogni suo appunto. Lou lo adorava
anche per questo: era così intelligente, così
arguto.
Si
alzò improvvisamente togliendosi la giacca rimanendo in
maglietta a
maniche corte.
Con
movimenti lenti ed eleganti appoggiò la giacca sulla sedia
accanto
alla porta, tornando a sedersi sul bordo, languidamente.
Lou
lo osservava affascinata: sembrava un attore sul palco.
Calamitava
ogni sguardo con i suoi movimenti lenti e misurati.
Affondò
una mano nell'acqua accarezzandole una gamba, risalendo fino al
ginocchio.
Lou
iniziò ad agitarsi.
Ville
ghignò ancora di più stirando le labbra in un
sorriso da
Stregatto.
Maledetto...
era perfettamente a suo agio e consapevole di farle quell'effetto
ogni volta che la toccava.
«Che
intenzioni hai, Valo?»
Tirò
fuori la mano dall'acqua e prese una spugna sul bordo della vasca.
«Che
fai?» - chiese Lou allarmata.
«Ti
lavo... girati.- rispose serio guardandola – Avanti
girati, 'Prinsessa',
ti lavo la schiena.»
«No.
Non sono mica un cane che devi lavarmi!» - sbottò
imbarazzata.
In
realtà la sua mente aveva elaborato altre immagini di lui,
che non
contemplavano il “lavaggio” e se ne vergognava.
Giusto un po'.
Ville
sollevò un sopracciglio. Con uno lampo negli occhi verdi
tornò ad
alzarsi e iniziò a slacciarsi le scarpe.
«Valo!
Che stai facendo?»
«Ho
voglia di farmi un bagno.»
Lou
sbatté le palpebre. Non faceva sul serio.
No,
sicuramente stava prendendola in giro! Di là c'era Nur e lui
non
avrebbe avuto davvero la faccia tosta di infilarsi nella vasca con
lei!
Slacciò
la sciarpa leggera e tolse la maglietta lanciandole sulla sedia.
Lou
non sapeva se ridere o rimbrottarlo.
Il
ghigno non lasciò un attimo il viso di Ville che la sfidava
con gli
occhi.
Si
slacciò lentamente i jeans scuri dosando ogni movimento
come un
attore consumato, lasciandoli cadere lungo le gambe magre e
scavalcandoli quando furono a terra.
«La
biancheria intima ti fa proprio schifo, eh?» -
ansimò Lou.
Ville
scrollò le spalle con noncuranza.
«Mi
dà fastidio.»
«Ti
rendi conto che non siamo soli a casa, vero? - disse Lou dandosi un
tono severo, lo sguardo fisso sul corpo magro e tatuato di lui
–
c'è Nur di là...»
Ville
si avviò alla porta nudo, aprendo la porta quel tanto che
bastava
per infilarci il viso.
«Nur?
Non ti spiace se ti rubo la coinquilina per qualche ora,
vero?» -
gridò rivolgendosi a Nur, svanita da qualche parte della
casa.
Qualche
istante di silenzio e poi la voce soffocata di Nur, che, ne era
certa, tratteneva le risate.
«Ehm...
no, certo che no... basta che non fate casino o sarò
costretta a
mettermi le cuffiette!»
«Cercherò
di fare meno rumore possibile!» - rispose serio Ville,
chiudendo la
porta a chiave e girandosi a guardarla.
«Grazieeeeee!»-
ribatté urlando Nur ridendo.
Lou
aveva una faccia sconvolta: possibile che non avesse una sola persona
con il senso della decenza attorno?!
Ville
tornò verso di lei svettando in tutta la sua lunghezza,
guardandola
dall'alto le mani sui fianchi, trattenendo a stento le risa alla
vista dell'espressione di Lou.
«Sei
facile da scandalizzare, 'Prinsessa'...»-
mormorò entrando nella vasca posizionandosi di fronte a
lei,
adattando le lunghe gambe ai lati del corpo di Lou.
«Mmmmh...
sì, mi ci voleva proprio un bel bagno caldo
rilassante...»-
continuò chiudendo gli occhi e reclinando la testa
all'indietro.
Lou
ripresasi dallo smarrimento lo guardò attentamente: aveva
occhiaie
ancora più marcate del solito, il viso pallido.
«Sei
stanco, Ville?v - chiese posandogli le mani sulle ginocchia
ossute.
«Sì,
non ho chiuso occhio, ho scritto e suonato per gran parte del
tempo... Sono stanco, ma avevo voglia di stare con te.» -
disse a
voce bassa tenendo sempre gli occhi chiusi.
«Sono
contenta che tu sia qui, nonostante sia distrutto...» - gli
disse
facendo scivolare le gambe ai lati del corpo di lui, trovandosi in
quel modo incastrati perfettamente, come una specie di Yin e Yang
umano.
«Dove
altro potrei essere, se non con te?»
Lou
ingoiò il groppo in gola; ogni volta che lui le diceva
qualcosa la
colpiva e affondava con la dolcezza e la semplicità delle
sue parole
e nel modo in cui le pronunciava...
Lui
aprì un occhio non sentendola parlare.
«Vieni
qui... - disse Lou – appoggiati con la schiena a
me.»
Ville
si girò velocemente stendendosi supino su di lei che lo
abbracciò
avviluppandolo con le gambe e le braccia, posandogli il viso
nell'incavo del collo, inspirando il suo odore.
«Mi
sei mancato...»- gli disse scostandogli i capelli dalla nuca
e dal
viso, intrecciando le dita a quelle di lui posate sul petto.
Ville
allungò il viso all'indietro, guardandole le labbra.
«Baciami, 'Prinsessa'...»
- bisbigliò ad occhi socchiusi.
Un
rotolare di cuore, battiti furiosi nel petto... viscere che si
contraggono dal piacere...
Lievi
baci gli coprirono il volto, dalla fronte, sul naso... passando per
le guance scavate, fino a posarsi sulle labbra morbide e dischiuse.
Il
mondo esterno svanì improvvisamente chiudendoli all'interno
nella
loro bolla privata, cullandoli dolcemente come l'acqua calda in cui
erano immersi.
******
Angolo
di quella che pensa di essere autrice:
*si
prostra ai piedi delle lettrici*
Chiedo
venia mie adorate, ma sapete bene quanto mi sia contro la Musa Bastarda
e di quanto mi faccia penare!
Metteteci
il caldo e distrazioni varie, problemi personali e lavorativi e avrete
un'idea del mio stato attuale... :(
Questo
capitolo me lo tenevo in serbo come Jolly da sganciare in casi estremi
e direi che dopo più di un mese d'attesa la situazione
è estrema!!
Non
volevo che dimenticaste i miei bimbi adorati e molte di voi mi hanno
chiesto quando avrei aggiornato.. nn era il caso di prolungare l'attesa
e quindi ho deciso di non lasciarvi a bocca asciutta prima dell'estate!
Come
vedete finalmente Nur e Lou si sono chiarite... c'è anche
l'ennesimo streap del Valo con ammollo e...
Capitolo
di passaggio ma decisamente dolcioso....
Come
sempre devo
ringraziare tutte a partire dalle mie due Beta: Mia Mugliera Cicci-Vivi
(Deilantha)
e Sara
Pulci;
(devo assolutamente rendervi partecipi dei vari commenti che mi
lasciano a fine capitolo:
Sara:
"Santo cielo che splendore!!! Mi
sono sciolta nell'acqua calda........... *______* Complimenti
pulci!!!!!!!! stupendo!!! Villlllllllllllle TIIIIII AMOOOOOOOOOOOO"
Cicci:
"aaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhh!!!! Sospirone a cuore grande quanto una casa
<3" ;
arwen85,
Echelena, DarkYuna (che mi ha
suggerito il titolo per il capitolo: grazie <3) , Lady Angel
2002, Ila_76, apinacuriosaEchelon, Villina92,
VioValo_Villina,poisongirl76, marfa, dile91, fnghera, angelica78vf,
infinity86dark2, K Ciel e VioValo ,LonelyJuliet,BlackMidnights, Blackie_ !
Spero, come
sempre, che prima o poi commentino anche le "fantasmine" che leggono e
non lasciano nessun segno del loro passaggio... accontentate questa
povera donna...
A presto,
*H_T*
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